Il CS di ancoratu

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    19) La rivelazione
    Scrivo questo racconto mentre stiamo andando avanti con la lettura collettiva del romanzo Corazon Salvaje, di Caridad Bravo Adam, da cui è stato tratto il nostro indimenticabile Cuore Selvaggio.
    Stavolta ho scelto di rifarmi al libro, così, mentre pensieri e sentimenti sono quelli che conosciamo, con il nostro CS troverete molte differenze, di nomi, fatti, collocazione geografica, anche se qua e là ho riportato qualche piccolo frammento della storia che conosciamo a memoria, quelli che amiamo di più…
    E così questo racconto è ambientato tra la città di Saint- Pierre, allora capitale della Martinica, la tenuta di Campo Real e la costa bagnata dal Mar delle Antille
    I fatti si svolgono nell’anno 1902
    *Ho trascritto in corsivo alcune citazioni del romanzo e della serie TV

    L’ARCIVESCOVO
    Girando pigramente gli occhi per il suo studio vasto e silenzioso, Sua Eccellenza l’arcivescovo Clermont-Tonnerre passa lentamente in rassegna le varie suppellettili che lo circondano, tutte in puro stile Luigi XVI, proprio come piace a lui.
    Decenni addietro sull’isola quella moda aveva fatto furore e, spirando ovunque il soffio gentile della lontana Francia, aveva portato garbo ed eleganza in abitazioni private come in edifici pubblici. Volando e volteggiando era arrivata ad ingentilire anche l’Arcivescovado, e questa grande stanza dove il prelato trascorre tante ore operose...
    Certo sono mobili un po’ superati, ci vorrebbe una ventata di novità per adeguarsi al nuovo secolo, ma per Sua Eccellenza il suo studio è anche un po’ la sua tana, e a lui non piacciono i cambiamenti, lui è fatto così, ama circondarsi di vecchi oggetti a cui è ormai da tempo affezionato. Non troppo numerosi, e tutti molto belli. Conosciuti e amati come vecchi amici. Accarezza soddisfatto con lo sguardo i vari arredi dalla linea dritta, sobria e geometrica, la grande scrivania e gli alti scaffali, i marmi chiari e l’ebano. Tutto ispirato quel classicismo greco-romano che ama tanto e che lo riporta alla patria lontana, a quella cultura francese che si è così bizzarramente trapiantata in una terra tropicale, esuberante, eccessiva, rivestita di un manto vegetale verdissimo. Una terra primitiva e antichissima, attraversata da rari, ma abbaglianti momenti di grandezza e di bellezza. Due culture tanto diverse tra loro, la colta francese e l’innocente martinicana, ora fuse in una terza, originale e seducentissima, hanno generato Saint- Pierre, questa piccola « Parigi delle Indie Occidentali», pigra e multietnica, immersa nel verde della giungla.

    Certo che , se per caso……

    Si riscuote dalla sua fantasticheria , l’incanto finisce ed egli riprende ad esaminare le carte che ricoprono la scrivania. Le passa in rassegna con attenzione, le sopracciglia aggrottate. E’ perplesso e insoddisfatto. Riflette a lungo, legge, controlla, confronta, e alla fine sbotta
    “Tutta questa storia non funziona. Qui c’è qualcosa che non va, caro Padre Dubois. “Al Santo Padre Con la Formale Promessa di prendere l’abito, professando nel Convento delle Serve del Verbo Incarnato, tanto presto sia concessa la nullità del vincolo matrimoniale"
    Sì, prendere l’abito proprio lei….. La ragazza che ha fatto irruzione in quel modo dentro l’aula dove si stava svolgendo il processo più sensazionale che si fosse mai visto in Saint-Pierre. Ardita, decisa, sicura di sé, indifferente a quella folla formata di soli uomini che la guardavano con avida curiosità. E che carattere! Per difendere suo marito aveva affrontato la Corte come una leonessa.
    No, non può essere la stessa ragazza che ha firmato questa carta formale, rigida, imbalsamata. Come se non l’avessi vista con i miei occhi!

    E in effetti l’arcivescovo, preoccupato per lo scandalo che quel processo inevitabilmente avrebbe scatenato, aveva deciso di seguirlo personalmente, discretamente celato dietro un divisorio che lo rendeva inaccessibile agli occhi del pubblico.
    Tutto era stato fuori dal comune, ad iniziare dai protagonisti.
    Il giovane Renato D'Autremont, rampollo di una delle famiglie più prestigiose dell’isola e Juan, un marinaio senza cognome, detto del Diablo.
    L’accusatore pallido, fremente. Elegante e gelido.
    L’accusato caldo, aggressivo e arrogante.
    Due giovani che si opponevano con furore e durezza.
    Due figli dello stesso padre, uno legittimo, l’altro un figlio naturale, venuto su come un bastardo, rifiutato da tutti.
    Ma, quasi il destino avesse deciso di prendersi gioco di quella nobile famiglia, del suo decoro e di tutto il suo perbenismo, era il giovane illegittimo ad essere tutto suo padre, il ritratto di Francisco D'Autremont…. Mi sembra di averlo proprio qui, sotto gli occhi, il mio amico Francisco…….

    Figli dello stesso padre e due volte cognati. Come si spiegava quell’antagonismo?
    E se si trattasse di una questione d’onore? Forse la moglie del giovane signore d’Autremont, una fanciulla di grande bellezza? Juan del Diablo era famoso per il suo fascino, per le passioni che scatenava.
    E se fosse stato Renato a guardare fuori di casa? La giovane cognata? Una donna tanto bella……
    L’arcivescovo assisteva turbato a quella ferocia, a quell’accanimento che assumeva toni sempre più alti. E poi il colpo di scena.
    All’improvviso era arrivata quella ragazza.

    Irrompendo di prepotenza in un processo di fuoco, sfidando i giudici, Monica di Molnar si era più e più volte fatta avanti per difendere suo marito, parlando di lui con i toni più ardenti e lusinghieri, bello, forte, virile, premuroso, di nobili sentimenti, capace di essere vicino a Dio pur non avendolo mai pregato
    Pronta, ardita, decisa a tutto pur di ottenerne l’assoluzione
    E lui, che fino a quel momento muto, fiero, aveva rivolto al suo accusatore, al giudice, agli avvocati, al mondo intero uno sguardo sprezzante, un sorriso sarcastico e arrogante, al solo vederla entrare nell’aula era impallidito. Era chiaro che stentava a trattenersi dallo slanciarsi verso di lei. E come gli era passata accanto aveva pronunciato una sola parola che nessuno – solo lei – aveva udito. La fissava immobile, gli occhi accesi. Una coppia così bella, così innamorata
    Ma come!!!

    Di quel processo aveva parlato tutta l’isola, anzi il prelato era sicuro che ormai la notizia si fosse diffusa ben oltre. Gli antagonisti, giovani uomini così determinati e così ricchi di fascino: e tra loro due una giovane bellissima donna, vestita semplicemente, di una veste colorata e vistosa, come una popolana e con tutta l’eleganza e la padronanza di una gran signora .
    Ovunque ne avevano parlato, alle voci si erano aggiunte altre voci, che si erano diffuse come cerchi concentrici nelle acque di uno stagno in cui si sia gettato un sasso. E le onde si erano allargate sempre più, fino a raggiungere le rive, tanto che ora si raccontava di una principessa che era stata rapita da un re superbo e prepotente che voleva farla sua e aveva fatto rinchiudere il suo innamorato in una prigione. Ma lei gli aveva rubato la chiave, con l’aiuto di un bimbetto nero era andata a liberare il suo amato e insieme erano fuggiti su una nave. Salvi, felici, innamorati………
    Con la Formale promessa di prendere l’abito, professando nel Convento delle Serve del Verbo Incarnato……..” Ma proprio!!! Qui c’è sotto qualcosa .
    Prima di decidere voglio interrogarli io stesso. Voglio capire. Facciamo così, Padre Dubois. Convochiamoli per la settimana prossima e sentiamo che cosa ci dicono. Li faremo parlare tutti e due, cercheremo di scoprire come stanno veramente le cose, e poi vedremo“

    MONICA
    Come si muove la nostra memoria, che cosa dà impulso alla concatenazione di immagini e sensazioni che all’improvviso ci riapre gli occhi su un lembo del nostro passato?
    Un oggetto, un gesto, un sapore particolare.
    O può essere un biscottino dal nome di donna. O un profumo. Ed ecco che ci tornano all’improvviso i frammenti del nostro vissuto, vividi, densi di realtà, che evocano in noi i ricordi, felici, dolorosi, da cancellare….. La nostra vita vera che ci torna incontro.

    Già che lei non ha certo bisogno di nulla per ricordare Juan. Il suo volto, i suoi occhi, le sue mani non la lasciano mai, la accompagnano e la ossessionano giorno e notte. Ma ogni volta l’azzurro …… l’azzurro la trascina lontano. Tutto gira intorno a quel colore. Una tazza panciuta, l’ondeggiare di un abito, un fiore di loto che si erge dalla terra scura con forza ed eleganza: tutto quell’azzurro assoluto che per Monica simboleggia il mare delle Antille la riporta inevitabilmente a quei pochi, peculiari, unici momenti di gioia trionfante, quando, sostenuta e circondata dalle braccia di Juan, era stata sicura che lui l’amasse

    Ritti entrambi al posto di guida, Juan le posava le mani sulla sue e guidando la ruota del timone verso le isole meravigliose dove la vita sembra addormentata, le parlava all’orecchio con voce profonda e le insegnava a guidare l’imbarcazione, pronunciava con tono pacato quei termini tecnici, banderuole, cime, pulegge e cavi……., ma lei sapeva benissimo che invece, in realtà, lui le stava sussurrando parole d’amore.

    E mentre il veliero correva, una scia di schiuma bianca ribolliva in un mare di un azzurro assoluto. Lì, circondata dalle sue braccia, dal suo sussurro carezzevole, Monica aveva passato i momenti più felici della sua vita. Come se ormai, certa dell’amore di Juan, fosse arrivata alla sua meta. E quell’azzurro le si era conficcato dentro, come prova di amore, vita, felicità esultante.

    Juan…… Con lui aveva vissuto di profumi, di colori e di sole. E poi le corse sull’erba, l’intimità delle piccole osterie dove si fermavano a mangiare e a parlare, parlare.
    Quando si è accorta di amarlo? Monica non saprebbe dirlo. A volte pensa di essere sempre stata attratta da lui, ma l’amore a un certo punto l’aveva proprio colta di sorpresa, e si era accorta che il contatto delle mani di Juan su di lei, così naturale, così semplice e felice, la riempiva di aspettative e di delizia.
    “ Oh reverenda madre….. Ora tutto questo è finito. Siamo separati, per sempre. Perché ho accettato di fare quella richiesta?
    Ora il mio matrimonio con Juan sarà annullato, e non ci resterà niente, niente”

    E poi c’è quella domanda che torna sempre a galleggiare nella sua mente. Che cosa era successo tra lei e Juan quando, dopo le nozze, arrivati sul Lucifero, lui l’aveva gettata in quella sordida cabina. Per tutto quel lungo, estenuante viaggio a cavallo, da Campo Real fino alla costa, Juan non aveva fatto altro che minacciarla e urlare che l’avrebbe pagata lei, che l’avrebbe pagata per tutti. Che cosa era successo quella notte, mentre lei giaceva priva di conoscenza
    Juan, nel suo furore, aveva veramente approfittato di lei? Era stato tanto nobile da rispettarla o accecato dalla rabbia contro la donna che amava, furioso per il tradimento di Aimée si era sfogato punendo sua sorella?
    All'inizio aveva sofferto moltissimo perché si era sentita oltraggiata, violata.
    Tutto in lei si era rivoltato di fronte a quel sospetto, al pensiero di essere stata usata E poi il corso della sua riflessione si era gradualmente spostato.

    Era passata da se stessa a Juan. E ormai da qualche tempo aveva cominciato a pensare diversamente. Ora che lo conosceva così bene, ora che avevano vissutomomenti di amicizia di abbandono, quasi d'amore, era certa che mai un uomo come lui si sarebbe abbassato a buttarsi per odio e per vendetta su una donna incosciente, inanimata
    “E ora, non lo saprò mai più…….

    Ma in fondo che mi abbia presa oppure no, io ora mi sento ugualmente totalmente sua, col mio cuore e col mio corpo .
    Ma ho sbagliato, reverenda madre. Lo so che ho sbagliato. Ho sbagliato proprio tutto. Sono entrata in convento perché l’uomo che amavo aveva sposato mia sorella. Mi sono sposata per evitare uno scandalo e seppellire sotto la sabbia la realtà. Per cercare di contenere lo scontro che stava divampando tra i due fratelli ho abbandonato mio marito e sono tornata in convento. In un convento io, così ridotta, così come mi vedete,
    con tutta me stessa presa da un amore di pazzia e di peccato.

    E tutto per affossare la verità su Juan e mia sorella.
    Avrei dovuto lasciare che le cose accadessero. Ci sarebbe stato un grande scandalo, tanta vergogna, ma poi saremmo stati tutti veramente noi stessi, liberi. Anche Aimée sarebbe stata padrona di sé e di fare la sua vita.
    E invece ho lasciato che questi vincoli tortuosi continuassero a incatenarci l’uno all’altro, ad avvilupparci lasciandoci impossibilitati ad essere noi stessi, mentre ci separano da quelli che amiamo.

    E per Juan avrei dovuto lottare, fargli capire i miei sentimenti, rischiare, ma fare di tutto per staccarlo da quel suo amore tossico, e invece ho continuato a pensare che sarei morta mille volte prima di confessarglielo!
    Ma se solo avessi una possibilità, un’occasione………

    Ma, reverenda madre, questa lettera è per me? Dall’arcivescovado? Sarà pronta la risposta?”
    Pallidissima, poggia sulle ginocchia le lunghe, bianche mani, due gigli abbandonati sull’abito nero. E quelle mani tremano così forte che la superiora, impietosita, le stringe tra le proprie per cercare di portarle un po’ di calore e un po’ di conforto. La guarda scettica. Povera figliola. E’ innamorata pazza di suo marito. Che possa raggiungere la sua pace…..

    JUAN
    E Juan? Cosa fa Juan?
    Juan è stravolto, pentito e cerca casa per la sua bella.
    Juan, che invece di accusarla ora l'avrebbe amata, invece di evitare essere ferito l'avrebbe protetta, è disperato
    Juan ha sbagliato, lo sa. Ha sbagliato per paura.Ho respinto Monica, l’ho allontanata da me per fuggire la sofferenza e ora soffro perché è lontana.

    Juan che scalzo, con i capelli arruffati, la camicia aperta, sollevata Monica come un fiore, l’ha presa in braccio – è proprio una bambina- e ridendo la porta di corsa giù per la collina
    Juan rozzo e delicatissimo, Juan cupo e solare.
    Juan che non può permettere che il suo fiore rimanga imprigionato. Rischierò. Non mi tirerò più indietro. Avrebbe dovuto capire. Era quella la vita che tutti e due desideravamo. Eppure la sentivo tra le mie braccia, abbandonata e felice. Anche lei mi amava. E io non l’avevo capito.
    Non mi i barricherò più dentro una corazza per paura di essere colpito, di stare male. Quante volte ho stretto le braccia contro il petto per paura di essere pugnalato e così ho perso ho l’occasione di essere abbracciato?
    Sono stato un pazzo. Ma la cercherò, andrò a cercarla . E se lei non provasse i miei stessi sentimenti sarei tanto egoista che la obbligherei e se lei fosse di un altro, la rapirei. Lo giuro!
    Una convocazione all’Arcivescovado?
    Allora Monica ha ottenuto l’annullamento. Allora è finita. No. Non ha importanza. La risposerò, dovessi trascinarla fino all’altare.

    Indomito cerca casa . Se lei l’avesse ascoltato sarebbe stata finalmente una casa d’amore, dove loro due, e i bambini che avevano ancora chiusi in sé , si sarebbero curati e consolati. Se potremo tornare insieme sarà la casa dove ogni giorno io la troverò. Monica. Avrebbe parlato fino a sfinirla, l’avrebbe convinta, l’avrebbe costretta, ma avrebbe dovuto ottenere il suo risultato. Non poteva lasciarla lì. Monica non aveva una vocazione religiosa. L’aveva sentita, lui, vibrare tra le sua braccia. La bella statua si era svegliata. Ma lei è tornata in convento. Lui l'avrebbe portata via. …È peggio che una prigione; è come una tomba, E tuttavia, volle tornarci, volle rinchiudersi dietro quelle pareti dopo avere visto al mio fianco il sole, il mare, il cielo azzurro e libero...”.

    La casa era bella e armoniosa, un elegante palazzo a due piani situato in un’ottima posizione, proprio al centro della città. Affacciato alla grande finestra, Juan contempla la bella facciata barocca della cattedrale di Notre-Dame-du-Bon-Port, proprio dall’altro lato della piazza e sente di essere arrivato. Questa è la casa giusta per Monica, grande e imponente e al tempo stesso aggraziata e invitante. Ma a lui non basta.

    Da tempo si è messo in testa anche un altro progetto, portare di tanto in tanto Monica in un’altra casa, segreta, irraggiungibile, dove possano stare solo loro due: la casa che sta facendo costruire proprio sulla punta del Capo del Diablo, cui si può accedere solo venendo dal mare.
    Juan l’ha progettata pensando a Monica e in effetti il risultato ha un che di fantastico. Completamente inserita nel verde. Tanto legno e tanto vetro che la rendono eterea, come trasparente. Tante ampie finestre che guardano sul blu intenso della distesa d’acqua che la circonda come fosse una piccola penisola. Tende di seta bianca che frusciano leggere, sollevate dal vento che spira dal mare. Una casa in cui lui e Monica si sarebbero potuti rifugiare. Nessuno li avrebbe visti e raggiunti. Avrebbero potuto parlare, mangiare, dormire senza orario. Avrebbero potuto fare l'amore con le finestre spalancate, intorno a loro solo il cielo e il mare. Raso azzurro di giorno, velluto nero di notte.

    L’avrebbero mostrata solo a Colibrì. Del resto è stato proprio il bambino che mi ha ridato una timida speranza.
    “Quando vado da lei piange e mi accarezza e ha gli occhi tanto buoni. e mi dice di starti vicino e che se vedo che sei un po’ triste non ti devo abbandonare perché tu sei tanto tanto buono. Ma capitano, anche lei è tanto tanto buona e le persone tanto tanto buone devono stare insieme. Valla a prendere capitano, valla a prendere. Lei piange sempre perché ti vuole bene.“

    Ci avrebbe provato. Se lei non lo avesse voluto, sarebbe sparito. Ma il suo rifugio sulla punta del Diablo l’avrebbe tenuto nascosto, non l'avrebbe fatto conoscere a nessuno. Lui se ne sarebbe andato, lontano da tutti, ma forse sarebbe tornato qualche volta in quella casa, a pensare e a sognare una donna che se lo avesse voluto lo avrebbe trasformato per sempre.
    Così Juan va rimescolando e impastando il suo amore, il suo dolore, i suoi timori e le sue speranze con progetti di accoglienza, cura reciproca, bellezza, e aspetta col cuore in gola il momento in cui finalmente rivedrà Monica.

    DALL’ARCIVESCOVO
    Sua Eccellenza li vede entrare e li osserva in silenzio. Prima è arrivato Juan e il prelato ancora una volta guarda colpito quel giovane uomo che è tutto il ritratto del suo vecchio amico Francisco. Avanza, pallido sotto l’abbronzatura, ma deciso, e bello. Sembra pieno di audacia e di speranza. Poi arriva lei, ed è una visione del tutto inaspettata: i lunghi capelli biondi sciolti fino a metà schiena e un abito fantastico, che al prelato appare come la versione lussuosa e ricercata dell’abito indossato al processo, ma audace e provocante come l’altro: colorato, con lunghe pennellate di azzurro, di verde , di rosa, ricco e lussureggiante e in netto contrasto col suo incedere, raccolto, dignitoso, le mani bianche lunghe come gigli che ricadono inerti.
    Anche lei è molto pallida, lo sguardo assorto, ma nei suoi occhi il prelato fa in tempo a cogliere l’improvviso sguardo appassionato che li accende al vedere Juan. Subito china la testa, ma Sua Eccellenza la sa lunga e ha ben capito che questa è sempre la stessa ragazza che solo poche settimane prima aveva urlato il suo amore dietro le parole con cui impetuosa difendeva il suo uomo. L’avrà visto il marito quello sguardo, quel bagliore, pieno di un amore disperato?

    Lui non dice nulla. Avanza verso di lei. E’ bellissima. E quel vestito di luce, di sole….. l’ha indossato per piacere a me?
    Ormai l’ha raggiunta. E’ di fronte a lei. Alza lo sguardo. Sussurra solo “Monica”
    In un lampo lei legge il suo sguardo e capisce tutto. Che tra lei e Juan non c’è più nessuno. Che il suo cuore non si era sbagliato, e non si era sbagliato nemmeno il suo corpo. Che Juan la ama, che ama solo lei.

    La rivelazione dell’amore di Juan le apre gli occhi e le spalanca il cuore.

    Si alza di scatto e vola tra le braccia di suo marito, quello che è finalmente, veramente suo marito, e Juan la accoglie come fosse ritornata al suo nido.
    Certo che quel bacio che si scambiano senza pensare, dimentichi di tutto e di tutti, lascia i presenti un po’ imbarazzanti e perplessi, tanto è prepotente l’amore che esplode, ma l’arcivescovo in fondo non è meravigliato. Aveva capito bene, lui, che a quei due sciocchi, simpaticissimi ragazzi troppo testardi e troppo orgogliosi mancava solo una spinta. Ed è contento. Tanto amore, tanta bellezza, tanta cocciutaggine…... Quanto possono essere sciocchi a volte, i giovani. Per fortuna ci siamo noi, persone di esperienza, assennate, ad aiutarli ad aggiustare le cose e rimetterle al loro posto …..
    Dopo essersi più e più volte stretti, e baciati, e scambiate parole che sentono solo loro due, Juan e Monica si fanno avanti tenendosi per mano. Con gli occhi ridenti, esultanti e innamorati chiedono all’arcivescovo di benedire nuovamente a loro unione, “In fondo siamo veramente sposati solo oggi”
    Sua Eccellenza sorride indulgente, Bella cosa essere giovani ……Ma che cosa andava pensando.
    Li accompagna all’uscita. Un bacio sulla fronte a ciascuno dei due e poi pian piano chiude la porta.

    JUAN E MONICA .
    Ti dà fastidio se mi avvicino a te? Non avere paura, amore. Sei così bella, così dolce. Voglio che dimentichiamo tutto quello che ci è successo, voglio che per noi adesso cominci una nuova vita.
    Rimani tranquilla così, tra le mie braccia. Lo so che la prima volta è un po’ difficile, ma tu stammi solo vicina, abbracciata ….. “
    Fa di tutto per tranquillizzarla. Le bacia la fronte, la bocca, le cerca gli occhi che ama tanto.
    “ Ma che c’è amore? Stai piangendo? Ma non devi avere paura, tesoro…..”
    Sì, Monica sta piangendo, di trionfo, di gioia, di commozione.
    La prima volta
    Si aggrappa al collo di Juan e piange tutta la sua gioia.
    Quando ella non era più che una povera donna dolce e fragile come un fiore... come una rondine con le ali rotte caduta sulla coperta della sua barca... Da quando vedendola indifesa nelle sue braccia, indifesa e malata, sentì che i desideri si spegnevano, che la superbia ammainava il suo stendardo, perché la forza della sua purezza lo trasformava in un uomo diverso, perché la sua vita e la sua felicità cominciavano ad essere, per lui, più importanti di niente, di nessuno....
    Lui l’aveva capita, rispettata, aveva avuto cura di lei. Caro Juan.
    E Monica si ritrova trascinata in un mare di sensazioni. Amore, passione, rispetto di incontrano e si fondono. Si arrende tra le sue braccia, e Juan la porta via con sé un mondo nuovo e misterioso.


    Edited by ancoratu. - 22/11/2023, 23:22
     
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