Il CS di Fadi

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    Si fermarono sul limitare di una coltivazione di agave ,Juan l’aiutò a scendere dal calesse e nel farlo ,fece scivolare lentamente Beatrice sul suo corpo,lei avvampò pudica e con il cuore che batteva forte ,ad occhi bassi ,per darsi un contegno aprì l’ombrellino.
    Sul vasto prato svettava una grossa palma , Juan stese una coperta sotto la sua ombra e vi fece accomodare la fidanzata,quindi mise una tovaglia sull’erba davanti a lei e vi dispose il contenuto del cesto:-Hai fame? Io molta,potrei mangiare un bue! Il guercio ci ha preparato un bel pranzetto...lo vuoi il riso? Preferisci il manzo o il pollo? Io direi che dovresti prendere entrambi,hai lavorato senza sosta,devi rimetterti in forze...e naturalmente anche un bicchiere di vino per esaltare il cibo e colorare le guance della mia contessina!
    La ragazza alzò le mani:-No Juan ti prego...è troppo...e io non bevo mai vino.
    Egli non insistette:-Non voglio forzarti, dimmi ciò che vuoi e sarò felice di servirti.
    Beatrice accettò 2 sottili fette di arrosto e un pò di verdura ,mentre Juan fece onore all’arte culinaria dell’amico taverniere,conversarono piacevolmente di argomenti “neutri”,dal tempo ai bambini della vedova Morales, lui mangiava e chiacchierava guardandola raramente per non metterla in imbarazzo dato che voleva si sentisse a suo agio,poi le offrì la frutta:- Cosa desideri? Questi fichi sono dolcissimi! Perchè non prendi dell’uva? E’ stata colta stamattina.
    La giovane rivelò:-Mi piacerebbe ma non posso,non ne sopporto la buccia,appena la metto in bocca ho una spiacevole sensazione che mi fà rabbrividire.
    Poi sospirò con rimpianto :-Che peccato,deve essere buonissima!
    Juan allora ne prese un grappolo e cominciò a sbucciarle alcuni acini,lei protestò :- No,no...non volevo dire questo...mi dispiace ,basta grazie.
    Ma il fidanzato le disse serio:- Dispiacerti di cosa? Tu non lo faresti per me? Un matrimonio non è solo dormire o mangiare insieme,Beatrice due sposi dovrebbero essere votati l’uno all’ altro,dividere tutto,rispettare opinioni e desideri ,aiutarsi comunque sia il sacrificio,piccolo o grande! Oppure tu la pensi diversamente?
    Lei si espresse:-No,la penso anch’io così.
    Il fidanzato aveva bisogno di sapere:-Non hai altro da dire? Immagini mai la nostra vita dopo il matrimonio?Pensi un poco a me quando siamo lontani?
    La ragazza ,disse sincera:-Certo,immagino le nozze ,come svolgerò i miei compiti nella nostra casa, se andremo d’accordo...sì,Juan,penso anche a te.
    Lui chiese a voce bassa:-E cosa pensi ,riguardo a me?
    Ella tacque in cerca di parole,quindi disse:-Cerco d’immaginarti mentre sei in mare o ti occupi del tuo lavoro,mi chiedo se verrai a farmi visita,fantastico sulla nostra futura vita assieme, se ti piacerà la mia cucina,spero che una volta sposati tu abbia pazienza con mia madre e ...con me ,insomma ...cose di questo genere .
    Juan insinuò:- Sò di non avere un carattere calmo e per tua madre non posso fare promesse, ma forse tu riusciresti a fare di me un uomo molto più tranquillo e casalingo...
    Beatrice era disorientata :-Che vuoi dire? Si sà che anche se la moglie è obbediente ,un marito può arrabbiarsi lo stesso,cosa potrei fare io?
    Il promesso sposo le si avvicinò:-La prossima volta che fantastichi sul nostro matrimonio,non ti fermare in cucina,una casa ha molte stanze.
    Lei lo guardò interrogativamente mentre la sua mente vagava per le camere di una casa immaginaria...finalmente arrivò nella camera da letto...possibile...?
    Juan ,però vedendo la sua espressione,pensò di aver osato troppo e decise di alleggerire l’atmosfera:-Sai cos’altro credo? Sono nato per gli affari,ho avuto fiuto a fidanzarmi con te ,con una moglie che mangia così poco , ho solo da guadagnare!
    Beatrice rimase un attimo interdetta poi si accorse dei suoi occhi che brillavano maliziosi e scoppiò a ridere.
    Terminato il pranzo lui la invitò a passeggiare , le tese la mano per aiutarla ad alzarsi ma la giovane fece finta di non vederla e si mise in piedi da sola,lui se ne accorse ma non commentòEmojiF48B_39
     
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    I due camminarono lentamente , fianco a fianco ,Beatrice era assorta nei suoi pensieri,temeva di rompere quel momento magico,il frinire assordante delle cicale riempiva il loro silenzio...era così strano, trovarsi da sola con un uomo!
    Poi si fece coraggio e gli raccontò alcuni episodi della sua infanzia,evitando accuratamente di nominare Andrea.
    La giovane aveva sempre fatto vita ritirata ed oltre un paio d’episodi ,non c’era molto da dire,perciò finì presto.
    Juan era di buon umore,solo con lei ,lontano dalla buona società che Beatrice rappresentava, era sereno e rilassato.
    Godeva della compagnia della fidanzata , sentiva il cuore alleggerito da tutte le passate sofferenze e avrebbe voluto che quella prima giornata insieme non finisse mai ,che rimanesse un bel ricordo per entrambi .
    Era desideroso di mostrarsi affabile e galante,voleva che lei si sentisse in confidenza con lui e che fosse ben disposta nei suoi confronti, così le descrisse i suoi tentativi di cucinare .
    Da ragazzo abitava da solo in una capanna sul mare,cucinava da solo e si alimentava con quello che pescava,aveva invitato 2 giovanissimi Pietro ed Edoardo a fargli compagnia e i due ,di nascosto per non farlo irritare , avevano gettato il cibo immangiabile sotto il tavolo ma neanche i granchi lo avevano voluto!
    Beatrice rise immaginando la scena,poi gli domandò:-Ami molto il mare, vero?Cosa fai tra un porto e l’altro,nelle pause di lavoro?
    Gli occhi del giovanotto s’illuminarono,era contento che la ragazza mostrasse interesse e rispose allegro:-Adesso? Penso a te tutto il tempo!
    Beatrice esclamò:-Sii serio per favore,sai cosa intendo!
    Egli si fermò:-Non sono mai stato più serio di così,però se ti riferisci a ciò che facevo prima di conoscerti,beh,non mi annoiavo di certo...la rotta da calcolare,i conti dei negozi da verificare,i vari problemi grossi e piccoli che si affrontano in una navigazione...
    Lei era curiosa:-E poi? Solo lavoro e niente svago?
    Juan affermò:-Andare per mare , vuol dire massima concentrazione ed un continuo impegno , a bordo di una nave il divertimento è difficile da trovare,però ho i miei libri,i miei sigari,la compagnia di marinai che considero amici,mi ritengo molto fortunato ...vieni, tra poco scenderà il tramonto,è ora di andare.
    Tornarono a malincuore presso la grande palma e misero tutto in ordine dentro il cestino,Juan lo posò sul calesse,poi si girò verso la fidanzata,le prese la mano tra le sue e per un lungo istante le fissò avidamente il viso, quindi le confidò:-Siamo stati un intero pomeriggio da soli e non ti ho toccato nemmeno con un dito ma non è che non ne avessi voglia...mi sono imposto di farlo.
    L’abbracciò forte ,traendo un profondo respiro ed a Beatrice parve quasi di avvertire un brivido percorrere il corpo di lui ,quando Juan dichiarò con voce sorda: -Ho talmente voglia di te ,da stare male.
    La sollevò sul calesse , salì al suo fianco,schioccò le redini ed il cavallo si mosseEmojiF48B_40
     
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    pXxMJj2La scintillapXxMJj2




    Era stata una lunga ,piacevole giornata,disteso nel letto Juan ripensò ai momenti vissuti con la fidanzata e sospirando si rigirò tra le lenzuola ,non riusciva a sciogliere quel dubbio...amava davvero Beatrice?
    L’adorava,non vedeva l’ora di sposarla,spesso i sentimenti che provava per lei gli facevano provare sensazioni inusitate ma... era quello l’amore?
    Allora ,come facevano le altre persone innamorate a comportarsi normalmente,quando lui a volte avrebbe avuto voglia di urlare?
    Forse ci si innamorava a seconda del carattere,lui era un impulsivo e da quando aveva visto Beatrice ,non aveva fatto che pensarla e desiderarla, ispirando ogni sua azione a lei.
    Oppure ogni partner diverso provocava un differente tipo d’amore e quindi non si poteva far altro che adattarsi?
    Egli non si era mai perso dietro a sogni romantici, anzi li aveva sempre disprezzati e spesso ne aveva riso ma adesso la data delle nozze si avvicinava ed era preoccupato dalle aspettative che sicuramente lei riponeva nella loro unione.
    Beatrice meritava un uomo che l’amasse profondamente e lui era fermamente intenzionato a farla felice ma sapeva che un matrimonio senza i presupposti dell’amore non avrebbe funzionato, ricordava bene la triste situazione di sua madre e propio per questo ,voleva essere sicuro di ciò che provava.
    Si addormentò a tarda notte e la mattina dopo ,di buon’ora si recò da Manera,questi aprì la porta :-Buongiorno Juan ,che bella sorpresa!
    L’ex contrabbandiere, esitò:-Buongiorno avvocato ,posso entrare?
    L’altro lo invitò:-Ma certo ,ti prego accomodati figliolo,qual buon vento ti ha condotto da me?
    Il ragazzo era stranamente intimidito ,non si decideva a parlare e ciò incuriosì il legale, poi finalmente si espresse:-Signor Nicola voi siete stato...siete come un padre per me, l’ argomento è delicato ma solo voi potete aiutarmi,cosa ne sapete dell’amore?
    L’avvocato era stupito:-L’amore? Che razza di domanda,mi fai? Juan,perchè vuoi saperlo?
    Il giovanotto esternò i suoi dubbi :- Nessuno conosce meglio di voi la mia situazione familiare,il pessimo rapporto che hanno avuto mia madre e suo marito,le mie sofferenze ...presto mi sposerò,avrò una mia famiglia,dei figli miei...e nessuno dovrà patire come ho fatto io.
    La vita ,il matrimonio, non sono delle favole romantiche e sono consapevole che ci potranno essere delle avversità, ma tutto è superabile quando c’è un grande affetto,non è vero? Quindi è l’amore che fà la differenza,non trovate?
    Beatrice è una donna meravigliosa,spesso ostinata ,(Juan accennò un sorriso),ma ingenua e fiduciosa, mi sembra ancora impossibile che mi abbia accettato come marito ,non sò bene cosa si aspetta però merita il meglio da me...ne sarò all’altezza?
    Com’è possibile che io l’abbia amata, appena l’ho vista? Non vi sembra assurdo?
    Devo sapere se è solo una forte infatuazione o amore vero, quello che che sento per lei, solo così sarò sicuro di poterla rendere felice.
    L’avvocato rispose:-Il tuo senso di responsabilità ed il riguardo che hai per la contessina ti fanno onore , ma credo che le tue ansie invece ,siano comuni a tutti i futuri sposi,però non sò se il mio aiuto riuscirò a far luce dentro di te.
    L’uomo fece un mesto sorriso :-Juan, io sono ormai un vecchio signore ed anche da giovane non ho mai brillato nelle questioni sentimentali , sono la persona meno adatta a cui rivolgersi,mi dispiace ...tutto quello che posso dirti è cosa significa per me , che l’amore è il più grande mistero dell’universo, non può essere spiegato ma potrai comprenderlo ed ognuno ne ha una idea molto personale, vedi ragazzo mio, l’amore non è solo felicità ma è anche patimento ed una storia può continuare anche se ha deluso le aspettative.
    Può essere forte ma poco durevole, oppure placido ed eterno, dipende dal carattere, dalla sensibilità che si ha… è un sentimento profondo e disinteressato che attrae due esseri e soddisfa un innato bisogno di reciproco completamento e che dovrebbe accrescere e rinnovare il rapporto tra due coniugi.
    Forse hai avuto un colpo di fulmine, a me non è mai accaduto ma molti asseriscono che sia possibile e riferiscono che a loro è successo.
    O forse ti stai innamorando davvero solo adesso, chi può dirlo?
    Però sò che da quando è nato il mondo, amare è la cosa più bella e più giusta che un uomo ed una donna possano fare e non importa com’è , come si manifesta o se ci causerà dolore , comunque varrà sempre la pena di viverlo, perché questa è la sola perfezione che esiste sulla terra.
    Il silenzio calò nella stanza, Juan era pensieroso:- Volete dire che non dovrei farmi tutte queste domande e che dovrei accettare serenamente quello che ho nel cuore?
    Nicola si affermò:-Beatrice è una cara e bella fanciulla, ti ha in grande simpatia, sarà una moglie perfetta! E poi chi ti dice che anche lei non ricambi il tuo sentimento? Sii grato a Dio di quello che ti ha concesso di avere e di provare, non tormentarti troppo, lunghi anni di felicità ti aspettano, figliolo… e ve li meritate tu e lei.
    Un forte abbraccio suggellò e mise fine all’incontro
     
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    Beatrice era di ottimo umore, il tempo era splendido ed una piacevole giornata l’aspettava.
    Doveva andare alla scuola di Camporeal e poi sarebbe passata dalla vedova Morales, i 2 bambini più piccoli avevano preso il morbillo e lei avrebbe sostituito per qualche ora la madre che aveva delle incombenze da sbrigare ma che da giorni era impegnata ad assistere i due malatini febbricitanti.
    Naturalmente sarebbe andata da sola, non poteva requisire Mercedes per un intera giornata e la mamma non lo avrebbe mai permesso.
    Certo gli avvertimenti di Juan l’avevano un po’ scossa ma lei sapeva quello che faceva e finchè poteva avrebbe fatto di testa sua, non le piaceva mentire o agire di nascosto ma era stufa di polemiche e divieti, inoltre era consapevole che con il matrimonio la sua già scarsa libertà sarebbe diventata inesistente, in quanto una donna sposata era impegnata con casa e famiglia ,oltre a dover rendere conto al marito di ogni sciocchezza.
    Intenzionata a godere ancora un po’ della sua autonomia ,cercò di non fare caso al sottile disagio che provava per aver taciuto con il fidanzato e si preparò.
    Indossò una gonna blu ed una fresca camicetta bianca con inserti di merletto e fitte piegoline sul davanti, mise un grazioso cappellino di paglia, infilò i guanti leggeri, prese borsetta ed ombrellino e dopo aver salutato Caterina che stava facendo colazione ,uscì di casa.
    La madre sospirò e scosse il capo con disapprovazione, Juan del Diablo non era famoso per la pazienza e con quella sua strana figliola ,ne avrebbe dovuta avere tanta!
    La fanciulla andava di buon passo, era così piacevole camminare tra il verde rigoglioso nell’intatta frescura del mattino!
    Man mano che si allontanava dal paese, la campagna si sostituiva alle case e tutto era screziato dai colori sgargianti dei fiori selvatici, gli alberi sempre più fitti si alternavano ai campi coltivati ed il cielo blu risuonava dei melodiosi richiami degli uccelli, Beatrice respirò profondamente ,si sentiva in paradiso.
    La mattinata a scuola, passò in un lampo, la storia messicana interessò molto i piccoli scolari e le divisioni a 2 cifre furono fatte senza grossi errori, comunque per sicurezza la giovane fece ripetere all’intera classe le tabelline: erano noiose ma se non si sapevano quelle, non si andava da nessuna parte e l’aritmetica diventava una tortura.
    Dopo lo spuntino di metà mattina ,Beatrice si divertì un mondo a far esercitare i bambini nell’igiene corporale, riempì 2 catini d’acqua e li istruì su come lavare bene, viso ed orecchie, senza dimenticare il collo naturalmente!
    Molti erano restii o vergognosi ma tutti si strofinarono vigorosamente ,per compiacere la bella maestrina.
    E finalmente dopo che tutti gli alunni furono andati via ,Beatrice riprese la via per S.Paolo.
    La contessina doveva percorrere circa 5 miglia e poco prima dell’entrata del paese, svoltare a sinistra per andare dalla vedova Morales che abitava vicino al porto.
    Ella camminava rapida , aveva percorso forse 3-4 miglia ed era concentrata nei suoi pensieri ,quando improvvisamente si accorse di uno strano rumore…rumore ,no piuttosto un flebile lamento…ma cos’era? Ecco adesso era finito…no riprendeva.
    Senza esitare s’inoltrò nella boscaglia, pensò che forse si trattava di un animale ferito, magari un gattino…gli uccelli tacquero improvvisamente mentre il suono diventava sempre più forte ,Beatrice capì che qualcuno stava piangendo e cominciò a correre ,perse l’ombrellino urtando la mano contro un cespuglio ma continuò la sua corsa ,la preoccupazione le attanagliava il cuore e per l’ansia il respiro le era diventato affannoso….e poi lo vide.
    Ranicchiato ai piedi di una grossa felce ,un ragazzino piangeva singhiozzandoEmojiF48B_41
     
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    Con cautela la fanciulla si avvicinò ,gli poggiò lieve, la mano sulla spalla:- Shhh, no, non fare così…dimmi piccolo cosa ti è successo, posso aiutarti?
    Il bambino si era zittito e la fissava sorpreso, ella ripetè l’invito:- Non aver paura, non ti farò del male ,mi chiamo Beatrice ogni tanto insegno alla scuola di Camporeal, hai mai sentito parlare di me? Vuoi dirmi cosa è accaduto e come posso aiutarti?
    Il piccolo che non doveva avere più di 9-10 anni ,tirò sù col naso , con la mano indicò un punto imprecisato dietro di lui e poi disse tutto d’ un fiato:- Mio padre, mio padre, signora… stà molto male, ero andato a cercare aiuto ma mi sono perso ed adesso non sò più come tornare!
    Beatrice lo abbracciò per rassicurarlo:- Vieni qui…non preoccuparti adesso ci sono io e vedrai che riusciremo a trovare la strada per raggiungere tuo padre ma prima di tutto dimmi come ti chiami.
    Questi rivelò:- Il mio nome è Angel .
    Lei commentò:- Ma è un bellissimo nome!
    L’altro spiegò:-Veramente mi chiamano Angelito, papà dice che la mamma è stata presa dagli angeli e per non lasciarlo solo, ha lasciato me qui.
    Alla contessina si strinse il cuore: -Non hai più la mamma?
    Angelito scosse la testa:-E’ morta quando sono nato, ho solo mio padre …se dovessi perdere anche lui…
    Beatrice guardò il bambino negli occhi:- Ti prometto che non lo perderai…e adesso diamoci da fare! Devo capire in quale zona abiti ,è una casa, una capanna, oppure vivi in un’ hacienda? Cerca di descriverla.
    Il bimbo rispose :-Non abbiamo casa, mio padre era un contadino ma ha perso la terra, giriamo per i paesi, facciamo un po’ di tutto e ci fermiamo dove troviamo lavoro, eravamo appena arrivati…sapete per la fiera che ci sarà la settimana prossima, ci stavamo accampando per la notte in una vecchia casa ,forse la conoscete, è senza porte e finestre , manca una parte del tetto ed i muri sono completamente ricoperti da una strana pianta rampicante, sul davanti c’è un pozzo ma mio padre ha detto che è secco…
    La fanciulla corrugò la fronte, poi un largo sorriso le illuminò il viso:- Ma certo, casa Ruiz, la vecchia casa dei fantasmi! Cioè, non ci sono i fantasmi, però io e Andrea ci andavamo a giocare da bambini e lui mi diceva che ne era piena!
    Angelito domandò interdetto: -Andrea? Chi è Andrea? Vostro fratello?
    Beatrice rispose distrattamente:-Mio cugino…
    Poi considerò:-Certo è un po’ lontano da qui e tra poco ci sarà il tramonto ma sò dov’è e tuo padre ha bisogno d’aiuto , vieni non perdiamo altro tempo, andiamo!
    I due si diressero svelti verso la vecchia casaEmojiF48B_42
     
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    Era scesa la sera su S.Paolo e Caterina era fuori di sé :-Mercedes, presto corri dall’avvocato e conducilo qui, digli che è urgente, urgentissimo, che una povera vedova ha bisogno del suo aiuto e che quella povera vedova sono io, cosa fai ancora qui ?Corri! Ti ho detto di correre! Via! Via!
    La povera domestica rispose:- Sì, signora.
    Poi alzò le gonne …ed attraversò il paese a perdifiato ,bussò alla porta del legale, riferì il messaggio, si accasciò per qualche istante su una sedia ,mentre Manera prendeva cappello e bastone , poi insieme a lui ,in tutta fretta ,tornò a casa Altomonte.
    Caterina li accolse :-Finalmente! Quanto tempo ti ci è voluto, Mercedes!? Prego avvocato accomodatevi…Mercedes lasciaci soli, và in cucina a preparare del cioccolato caldo ,però aspetta la mia chiamata per servirlo, intesi?
    La ragazza fece un inchino e si ritirò in cucina mentre la contessa si premette per un momento il fazzoletto sulle labbra ,tese una mano verso di lui e singhiozzò: Oh signor Nicola, stò per morire!
    Il brav’uomo a quella funerea notizia ,rimase per qualche momento senza parole, poi si riprese e sinceramente costernato ,chiese:-Morire? Cosa dite signora Caterina? Perchè dovreste morire? State così male?
    La nobildonna girò il capo in posa tragica:-Mia figlia ! E’ tutta colpa di mia figlia! Mi farà morire di vergogna e dispiacere, è uscita stamattina presto ed ancora non è rientrata…
    Il legale balzò in piedi:-Come, a quest’ora? Ma sono le 9 passate! …Non è da lei, deve esserle successo qualcosa…perché non mi avete fatto avvertire subito da Mercedes? Avremmo risparmiato tempo prezioso! Bisogna informare immediatamente Juan e Andrea…
    La contessa si schiantò sul sofà :- No, Andrea, no ! Lo riferirà alla madre e Sofia lo dirà a tutta S. Paolo!
    Manera riprese di nuovo il bastone ,si calcò il cappello in testa fino all’orecchie ed uscì senza risponderle.
    Poco prima della taverna del guercio incontrò Pietro ed Edoardo:- Presto voi due! Recatevi subito da Juan e avvisatelo che la signorina d’ Altomonte è scomparsa, è da stamattina che non si hanno sue notizie, io vado a chiamare Andrea, c’incontreremo a casa della contessa per organizzare le ricerche.
    I 2 obbedirono e partirono di gran carriera .
    Juan stava controllando dei documenti ,quando bussarono furiosamente alla porta, il domestico andò ad aprire, mentre il giovane strinse l’elsa del pugnale, pensando :- Chiunque sia ,deve avere il diavolo alle calcagna!
    Pietro ed Edoardo irruppero nella stanza:-Capitano ,ci manda l’avvocato! Vi aspetta a casa Altomonte, la contessina è scomparsa!
    Il cuore dell’ex contrabbandiere mancò un colpo:-Beatrice? Com’è possibile?
    Si diresse alla piccola stalla attigua alla casa e fuori di sé , saltò a cavallo urlando:-Fate portare la sella dalla contessa adesso non c’è tempo per metterla!
    Da lontano si udì il brontolio di un tuono, mentre cavalcando a pelo arrivò a destinazione.
    In casa c’era anche Andrea e nel vederlo il nostro marinaio s’irrigidì:- E’ la mia promessa sposa, mi occuperò io di lei! Tu, puoi anche andartene.
    L’avvocato lo rimproverò:-Calmati ,il signor Aleardi è qui non soltanto come parente ma nella sua veste di giudice, d’altronde questo non è il momento per le beghe personali, non credi?
    Andrea inviò uno sguardo grato a Manera e senza commentare illustrò la situazione al fidanzato della cugina:-Beatrice è uscita da casa stamattina presto per fare lezione a Camporeal, nel pomeriggio, dice Mercedes, sarebbe dovuta andare al barrio de los santos ,per poi tornare a casa dove la zia l’aspettava per cena…purtroppo non è rientrata.
    Caterina riprese a singhiozzare, mentre Sofia che era arrivata col figlio, insisteva per condurla a letto.
    Juan imprecò:- Maledizione! Le avevo detto di non andare da sola!
    Entrò Pietro a cui ordinò:- Raduna gli uomini, inviali a los santos, fagli setacciare l’intero quartiere, ogni singola casa, mi raccomando! Poi và dal guercio ,che passi parola agli altri propietari di osterie e locande, dall’entrata del paese fino al porto ,dì a tutti che è un ordine del capitano! Tu Edoardo resterai qui, potrei aver bisogno di te…Pietro? Mandami Gioacchino…e fammi avere notizie il prima possibile…và, adesso.
    L’uomo si allontanò per eseguire gli ordini:-Bene Juan!EmojiF48B_43
     
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    Sofia accompagnò Caterina nella sua camera e la fece stendere sul letto, sedutale accanto in una poltroncina, iniziò a recitare il rosario e poco dopo la contessa cadde addormentata.
    Nel salone Andrea, dimostrando tatto ed estrema comprensione, non discusse su chi doveva dirigere le operazioni di ricerca ,ma disse al fratello:- Se sei d’accordo ,uniremo le nostre forze per il bene di Beatrice, mentre i tuoi cercheranno qui, la gendarmeria la cercherà a Camporeal.
    Avevo già dato questa disposizione prima che tu arrivassi, è la zona più lontana da qui ,tra quelle dove dobbiamo cercare ,così li ho mandati subito ma probabilmente saranno ancora per strada…credo che per adesso non possiamo fare altro che aspettare, appena si troveranno delle tracce, decideremo il da farsi.
    …I minuti passavano lenti, scanditi dal ticchettio dell’ orologio a pendolo ,nessuno parlava e tutti erano immersi nei propi tetri pensieri ,solo Juan camminava in preda all’agitazione e mentre un forte vento si era alzato e si abbatteva ululando sulla casa, l’esperto marinaio che era in lui ,parlò preoccupato :- Si stà avvicinando un tremendo temporale, pensavo che dovesse piovere ma questo vento farà accumulare le nuvole e si scatenerà una terribile tempesta in terra ed in mare…dove sarà Beatrice?
    Qualcuno bussò alla porta e Mercedes introdusse Pietro, l’uomo aveva gli occhi bassi e l’espressione contrita :-Mi dispiace ma la signorina a los santos, non è mai arrivata.
    Il giovane curvò la testa sul petto e strinse i denti in un ringhio di animale ferito ,mentre accusava il colpo, poi con voce sorda domandò:- Sei sicuro?
    L’altro rispose: -Doveva andare dalla vedova Morales , per darle il cambio con i bambini malati ma la contessina non si è presentata.
    Juan suggerì, speranzoso:-Magari si è fermata prima, all’ultimo momento ha cambiato programma ed è entrata in qualche altra casa, lei frequenta anche altri poveri.
    Pietro scosse negativamente il capo:-Abbiamo chiesto anche ai sassi, indagato, minacciato, promesso una ricompensa ,nessuno sà niente e poi sai , quanti darebbero la vita per te, no Juan la tua fidanzata non è a San Paolo.
    Andrea si era alzato :- Avvocato noi andiamo, voi per favore rimanete qui, zia Caterina ha bisogno di una presenza amica che la rassicuri ,non possiamo lasciarla sola…
    L’anziano gli strinse la mano:-Naturalmente Andrea ,non preoccuparti.
    Anche Juan si avvicinò :-Signor Nicola…
    Manera capì e gli risparmiò le parole, lo abbracciò:-Và figliolo, sù…Beatrice ti aspetta.
    Il giovanotto annuì in silenzio, poi esclamò :- Gioacchino? Tu resterai a disposizione dell’avvocato, fà tutto ciò che ti dice.
    I due fratellastri uscirono e galopparono affiancati verso Camporeal, durante il tragitto non parlarono, Andrea rammentava la cugina, le sue urla quando le mostrava ragni e lucertole… lui che rannicchiato dentro l’armadio della mamma ,piangeva disperato per la morte del padre ,lei che ancora bambina, lo abbracciava sussurrando parole di conforto… oppure quando sfidando zia Caterina, nascondeva i pasticcini per il tè e li dava ai figli dei domestici, cara, dolce Beatrice! Era stata la sorella che non aveva mai avuto, una sorella ideale!
    Da che ricordava, lei era sempre stata accanto a lui e adesso ,forse rischiava non vederla più…come avrebbe fatto senza la piccola Beatrice?
    Anche la mente di Juan era occupata dalla ragazza, la memoria lo riportò al giorno in cui l’aveva vista sul sagrato o quando l’aveva fatta piangere perché era arrabbiato con Andrea… l’ansia di averla come moglie, il suo profumo…la conosceva da poco e non avevano nulla in comune ma non riusciva nemmeno a pensare ,a concepire la sua vita senza di leiEmojiF48B_44
     
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    I soldati intanto ,avevano interrogato molta gente a Camporeal , figli e genitori avevano riferito che tutto si era svolto come al solito ed alla fine della lezione ,la maestrina aveva chiuso la scuola e ripreso la via del ritorno.
    Dopo aver ascoltato il rapporto dell’ufficiale, Andrea e Juan furono concordi nell’osservare che qualcosa doveva essere successo tra Camporeal ed il paese! Ma cosa?
    Juan incurante della pioggia battente ,uscì dalla scuola dove si erano riuniti per fare il punto della situazione ma il fratellastro lo fermò:-Aspetta! Dove vai?
    L’altro mordeva il freno:-Beatrice potrebbe essere ferita, magari è entrata nella boscaglia per cercare riparo, vado a cercarla!
    Il razionale Andrea obiettò:-Ma forse è stata rapita e tra gli alberi ti aspetta una banda di delinquenti pronti ad ucciderti.
    Juan salì a cavallo:-La vedremo ,non ho paura di nessuno!
    Il fratellastro si fece serio:-Mia cugina, assieme a mia madre, è ciò che ho di più caro al mondo, anch’io temo per lei ma non l’aiuterai comportandoti avventatamente.
    L’ex contrabbandiere replicò:- Io adesso andrò a cercare Beatrice, puoi essere d’accordo o no, non m’interessa ma né tu , né il demonio m’impedirete di farlo!
    Il cavallo emise un lungo nitrito mentre si alzava sulle zampe posteriori ed annaspava nell’aria con quelle anteriori, un lampo squarciando le tenebre, illuminò cavalcatura e cavaliere , poi Juan con un piccolo colpo delle staffe partì al galoppo.
    Senza ribattere,Andrea lo seguì nella notte.
    I 2 giovani percorsero la strada da Camporeal fino al paese , andavano piano, al piccolo trotto.
    Erano bagnati fradici e con le lanterne cercavano di scorgere qualche cosa utile alla loro ricerca ma se pur qualche traccia c’era stata, la pioggia doveva averla lavata via, senza contare che i gendarmi avevano già ispezionato la zona.
    Il giudice Aleardi considerò:- Non c’è nessun indizio, potrebbero averla portata via su di un carro, potrebbe essere stata attirata tra quei cespugli, o essersi allontanata di sua volontà per qualche ragione che ci è ancora oscura …mettiamo a riparo i cavalli sotto quel grande cipresso ed entriamo nella boscaglia, io direi di camminare parallelamente ma distanziati di circa 5 m. l’uno dall’altro, andiamo verso la scuola ed intanto perlustriamo una fascia di terreno, se non troviamo nulla, una volta arrivati a Camporeal , ci spostiamo all’interno di altri 5 m. e ripetiamo la via all’inverso, riprendendo la strada verso San Paolo.
    In questo modo non dovrebbe sfuggirci niente ma è un metodo lungo e faticoso, te la senti?
    Il fratello maggiore rispose:-Che stiamo facendo ancora qui?
    Sistemarono i cavalli e cominciarono il tragitto, ambedue tesi e concentrati ,osservavano il terreno che era pieno di sterpaglie ma non troppo bagnato, in quanto i fitti rami delle piante ,avevano limitato la penetrazione dell’acqua.
    Non sapevano che ora fosse e Juan aveva paura di controllare l’orologio…improvvisamente, vide un indumento ai piedi di un grande masso, si avvicinò trattenendo il respiro e si chinò a raccogliere quello che invece era l’ombrellino della fidanzata, chiamò Andrea :-Vieni, Beatrice non dev’essere lontana.
    I due controllarono attentamente il terreno lì attorno, più sù c’era un ramo ,evidentemente spezzato di recente ed a poca distanza un brandello di tessuto blu ,pendeva da un arbusto.
    Il fratello minore gli disse:-Hai notato? Non è sola c’è uno strano scalpiccio accanto alle sue orme.
    Juan si morse le labbra e questò tradì il suo nervosismo:- Ho visto, cerchiamo di non far rumore, forse qualcuno la minaccia.
    Silenziosamente ,si scambiavano cenni quando incontravano altri segnali del passaggio della giovane e senza risparmiarsi ,proseguirono la difficoltosa marciaEmojiF48B_45
     
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    Dopo una camminata estenuante la fanciulla ed il bambino erano arrivati a destinazione, avevano impiegato più tempo del dovuto ma avevano attraversato la jungla boscosa ,non avevano stivali e non possedevano un machete per tagliare i folti arbusti che invece avevano dovuto aggirare e la strada si era così , allungata.
    Angelito le aveva raccontato che il padre era caduto da un albero di papaya ,su cui era salito per cogliere qualche frutto, temendo il peggio ,avevano accelerato il passo ma cammin facendo era scesa lo stesso la notte.
    Beatrice era sempre andata alla vecchia casa dei fantasmi passando per una via accanto al paese che poi s’inoltrava nella campagna e non le era stato facile orizzontarsi nell’oscurità rischiarata solo dalla luna.
    Appena entrati a casa Ruiz, cominciò a piovere più forte, diluviava ,era buio pesto ormai e la ragazza aveva paura persino a muoversi in quell’edifico diroccato, mentre il figlio disperato, piangeva chiamando il padre .
    Un lampo più forte degli altri illuminò la sagoma dell’uomo, era riverso a terra, doveva essere scivolato dal misero giaciglio di foglie, ricoperte da un pezzo di stoffa, lacero e sporco.
    Beatrice chiamò il bambino:-Angelito ,l’ho trovato! Avete, qualcosa per fare luce?
    Questi rispose:- Sì, abbiamo qualche candela, sono in una delle sacche di mio padre .
    La ragazza lo invitò :-Riesci a prenderle? Ricordi dove erano le sacche? Prendile ed accendine almeno 2.
    Cercando a tentoni, il ragazzino fece come gli era stato detto, poi aiutò la fanciulla a sistemare meglio il genitore sul penoso letto.
    Lei si rese subito conto che il ferito, aveva entrambe le gambe spezzate, pensò al povero bimbo che faticosamente ,aveva trascinato il padre dentro casa ,all’angoscia dell’uomo che non potava più occuparsi del figlio ... ingoiò le lacrime che stavano per uscire e chiese:-Qual è il nome di tuo padre?
    Angelito mormorò:-Ignacio signora, Ignacio Torres.
    Il malato delirava per la forte febbre, poi a momenti cadeva in una specie di torpore in cui sembrava che neanche respirasse, le gambe erano in brutte condizioni e probabilmente l’infezione aveva già cominciato a propagarsi, Beatrice fece posizionare le loro poche stoviglie, 1 catino ,2 tazze di legno ed una piccola pentola di terracotta, sulle scale dell’entrata per raccogliere la pioggia che scendeva copiosa .
    Come tutte le massaie ,sapeva bene che si trattava di pura acqua distillata .
    I poveretti non avevano altro, al posto dei piatti , mangiavano su foglie di banano…quando avevano qualcosa da mangiare, perché generalmente si nutrivano di frutta e fagioli neri bolliti ,avvolti poi nelle tortillas che il padre cuoceva come gli antichi indios: su larghe pietre ,rese roventi dal fuoco.
    Con estrema cautela, mentre il piccolo reggeva una candela, la contessina ripulì le ferite usando strisce della sua sottoveste e fresca acqua piovana, poi dopo aver istruito il bambino su come fare, entrambi cominciarono a rinfrescare il corpo di Ignacio ,tamponandolo con la tela avanzata.
    In quelle condizioni ,non c’era altro che si potesse fareEmojiF48B_48
     
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    La notte sarebbe stata lunga, fuori continuava ad imperversare la tempesta, Angelito si era addormentato ma Beatrice continuava ad assistere l’uomo, cominciò a pregare e mentre lavorava senza sosta , chiese a Dio di salvare Ignacio e alla Madonna di aiutare Juan…qualunque cosa stesse facendo.
    Mezzanotte era passata da un pezzo, quando le sembrò che la fronte del malato scottasse di meno, forse era un’impressione ma anche il delirio si era acquietato, così mentre continuava la sua veglia, si permise di pensare ad altro.
    Era consapevole di aver causato un grosso pasticcio ma non aveva potuto fare diversamente, non era stato possibile avvertire e certo non poteva abbandonare il bambino e suo padre, a San Paolo sarebbero stati tutti in allarme per lei, le pareva di vederli e immaginarli la faceva sentire meno sola…
    La mamma si sarebbe infuriata, poi agitata e la povera Mercedes ne avrebbe fatto le spese.
    Il caro avvocato Manera sarebbe accorso con i suoi equilibrati consigli e la sua pacata presenza ,avrebbe portato conforto e buonsenso.
    E Andrea? Juan?
    Era dolente per il cugino ma non era preoccupata per lui, lo conosceva e sapeva che avrebbe affrontato la situazione con la grande forza d’animo che lo contraddistingueva.
    Da anni era il sostegno su cui contavano lei e la sua famiglia e così sarebbe sempre stato: un familiare premuroso, un amico fidato e gentile che non sarebbe mai venuto meno ad obblighi ed affetti.
    E poi c’era Juan, il suo irruente fidanzato, era in pena per lui, non meritava il disagio che sicuramente gli aveva procurato! Ma purtroppo era stato inevitabile, anche se le dispiaceva molto.
    Era un uomo giusto e generoso ,teneva a quello che era suo ed al suo onore, quindi avrebbe sicuramente partecipato alle ricerche, però non osava pensare alla sua reazione!
    Povero Juan! Si era intestardita a volerlo sposare, nonostante le chiacchiere ed i consigli dell’avvocato.
    Egoisticamente, lo aveva usato per sfuggire a Caterina, al suo destino di zitella, ai pettegolezzi del paese ed in seguito non aveva fatto altro che sfidarlo :perorando la causa di Andrea, cercando d’imporgli il cugino, continuando a recarsi al quartiere dei poveri e adesso questo…aveva fatto di testa sua ,si era comportata come una sciocca e tutti ne avrebbero pagato le conseguenze.
    Temeva di averlo disgustato e non riusciva a rassegnarsi, probabilmente le avrebbe reso la parola data e non l’avrebbe più voluta sposare!
    C’erano stati dei momenti in cui le era sembrato di scorgere dell’affetto sincero in lui, il ricordo del ballo ancora le metteva il batticuore e l’appassionata domanda di matrimonio che le aveva fatto, le era parsa un presagio per un futuro colmo d’amore ma le loro, erano nozze di convenienza.
    Sapeva ,di non poter pretendere di più, non doveva illudersi, anzi era stata fortunata: Juan era bello, giovane , ricco, le aveva mostrato interesse e lei pensava di piacergli anche un po’,non era più che abbastanza?
    Si chiedeva il perché di quello stato di prostrazione solo all’idea di avergli recato sofferenza o quando appena pensava che lui la rifiutasse.
    Chissà cosa provavano le persone che si amavano ed erano riamati?
    Doveva essere magnifico…specialmente essere amata da Juan …ma lei aveva avuto un altro destino ed avrebbe avuto per sempre rimpianti e doloreEmojiF48B_49
     
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    Oltre gli alberi, s’intravedeva qualcosa, i resti di una grande casa.
    I 2 fratelli si scambiarono uno sguardo d’intesa, entrambi impugnarono la pistola e guardinghi si diressero verso la costruzione.
    Ancora non sapevano cosa aspettarsi, forse la fanciulla era tenuta prigioniera ,oppure vi aveva cercato riparo, certo era spaventata e non volevano farle paura.
    Beatrice si svegliò di soprassalto, stupita si rese conto che era mattina e non pioveva più, le sembrava di essersi addormentata solo da 5 minuti.
    Toccò Ignacio, la pelle era fresca e respirava tranquillo nel sonno, mentre il figlio gli dormiva accanto.
    Si sentiva stanchissima, doveva avere un aspetto orribile, chissà se c’era ancora acqua nel catino ?Sentiva il bisogno di lavarsi almeno il viso, si affacciò alla porta per prendere l’acqua ed in quel momento Juan vide la contessina uscire di casa :- Beatrice!
    In un attimo le fù accanto, mentre Andrea appoggiato ad un albero, rimase discretamente indietro e sorrideva , sospirando per il sollievo:- E’ sana e salva, Signore ti ringrazio!
    Il giovane strinse fortemente la fanciulla, nella morsa delle sue braccia, quindi le scrutò con attenzione il viso :-Come stai? Come ti senti, cara?
    Poi con orrore ,Juan sentì le lacrime che gli rigavano le guance .
    Lei aveva chinato la testa, mortificata per l’apprensione che sentiva nel fidanzato :-Mi dispiace, mi dispiace tanto, chiedo scusa a tutti…ma c’era quel bambino che si era perso e piangeva, il padre gravemente ferito, non potevo abbandonarli…
    Egli l’abbracciò di nuovo, soffocando un singhiozzo , incredulo di averla tra le braccia:- Non farlo più! Capito? Non farlo mai più!
    Lei alzò il viso, aveva il labbro inferiore che le tremava:-No Juan se…se ancora mi vuoi, non lo farò più.
    In quel preciso istante , lui comprese di amarla, al settimo cielo, le baciò la fronte:-Ti voglio e ti vorrò sempre.
    Solo qualche ora prima si era domandato se l’amava abbastanza, ora sapeva che l’amava più di sé stesso.
    Ed apprese che amore per lui voleva dire , guardarla negli occhi e provare qualcosa di unico ed inspiegabile, sentire un lungo brivido se anche solo lo sfiorava, essere felice perché semplicemente le era accanto e non aver bisogno d’altro.
    Anche Beatrice lo guardò e capì a sua volta d’amarlo, per l’emozione le mancò il respiro, gli baciò lieve le guance e mescolò alle sue lacrime, le propie.
    I loro occhi s’incontrarono , lei si sentì nel posto più sicuro del mondo ed avvertì nel profondo del suo cuore che senza parlare ,per la prima volta,stavano donandosi l’uno all’altra.
    E così mentre ancora una volta ,un uomo ed una donna si amavano davvero , il più grande mistero dell’universo si era compiutoEmojiF48B_50
     
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    pXxMJj2Il matrimoniopXxMJj2



    Arrivarono i gendarmi ,naturalmente Andrea gli aveva preventivamente dato disposizioni in merito e per evitare rumori che potessero mettere in allarme gli eventuali rapitori, gli uomini li avevano seguiti tenendosi lontano per mezzo miglio.
    Subito costruirono una barella di fortuna con rami e liane ,vi adagiarono una coperta e con cautela vi posero sopra il ferito, quindi il giovane giudice mandò uno dei sottoposti ad avvertire il dottore del loro arrivo ,questi partì al galoppo e appena terminato i preparativi, anche tutti gli altri si mossero per San Paolo.
    Andavano lentamente per non far subire pericolosi scossoni all’infortunato, il gruppo era capeggiato da Juan e Beatrice sullo stesso cavallo , ora egli non la stringeva più spasmodicamente ma la teneva tra le braccia come se fosse un fragilissimo cristallo , non gli pareva possibile di averla ritrovata ed intanto che Beatrice stanca ma rilassata, dormiva contro il suo petto, egli vegliava su di lei osservandola continuamente.
    Juan aveva fretta di arrivare a casa ,farla mangiare e riposare in un comodo letto ma d’altra parte avrebbe voluto continuare a sentire su di sé ,il ritmo del suo respiro per sempre.
    Dietro di loro c’era il drappello dei militari, quindi il sergente che con la sua cavalcatura , trascinava il letto improvvisato su cui giaceva Ignacio ed infine Andrea che aveva preso sul proprio cavallo Angelito e non perdeva di vista il malato, per prestare aiuto in caso di bisogno.
    In paese ,il poveretto fu affidato alle cure del medico , anche Andrea si fermò nell’abitazione del dottore e non si mosse finchè tutto non fu terminato.
    Mentre aspettavano, il giovane trastullò Angelito , gli insegnò i primi rudimenti della dama e scrisse la documentazione inerente al caso, direttamente nello studio del sanitario, in quanto non voleva lasciare solo il bambino che era molto in ansia per la sorte del padre.
    Nel frattempo Edoardo che era rimasto di guardia, apriva la porta di palazzo Altomonte al suo capitano ,questi entrò in casa portando in braccio la contessina e mentre Caterina gli andava dietro protestando e rimproverando la figlia, il genero con gli stivali che scricchiolavano ,salì le scale che portavano alle camere ,dove con estrema cura ,depose la contessina sul suo letto .
    Entrò la domestica con acqua calda e asciugamani puliti, Juan annuì ,grato:-Grazie Mercedes .
    Salutò Beatrice con un bacio sulla fronte :- A dopo mia cara, più tardi passerò per sapere come stai.
    Quindi disse alla suocera :-Per favore signora, volete cortesemente seguirmi?
    Senza darle il tempo di rispondere ,la prese per un braccio e la portò nel corridoio:-Se osate ancora maltrattare o rimproverare ingiustamente la mia fidanzata ,approfittando del fatto che sfortunatamente siete la madre di un angelo ,vi giuro che dimenticherò il rispetto che l’amore per Beatrice mi costringe a portarvi e vi torcerò una volta per tutte ,quel vostro collo da vecchia gallina!
    Detto questo, scese velocemente al piano inferiore ,ordinò a Edoardo di procurargli un cavallo fresco e riferì gli avvenimenti a Manera.
    La suocera era rimasta impietrita, come in trance si ritirò nella propia camera, dove finalmente chiuse di scatto la bocca spalancata ,deglutì rumorosamente a vuoto e gridò :–Sofia!!!
    Quest’ultima si svegliò di soprassalto ed incredula che non le fosse venuto un infarto, esclamò:- Caterina! Cosa è successo? Devo essermi appisolata…ci sono notizie di Beatrice?
    Con voce lugubre la contessa ,annunciò:-L’hanno trovata, è nella sua stanza e si stà rinfrescando.
    Sofia si fece il segno della croce:-Grazie Madonna di aver ascoltato la mia supplica! Ho recitato il rosario per tutta la notte ma ne è valsa la pena ,non c’è potere più grande della preghiera!
    La contessa cominciò a piangere, prima sommessamente e poi con profondi singhiozzi, la signora Aleardi della Valle le si avvicinò commossa:-Su, su cara, non fare così…Beatrice è a casa ,è tutto finito…sei stata messa a dura prova, l’atroce ansia del tuo cuore di madre…
    Ma Caterina proruppe:- E’ una figlia ingrata! Da quando è nata mi ha dato solo guai! Non ho ricevuto mai nessun aiuto da lei, è disobbediente, pensa più ai suoi poveri che a me ed ora anche il suo fidanzato si permette di mancarmi di rispetto!
    Sofia era stupefatta:-Ma cosa stai dicendo ? Dovresti essere fiera di lei e ringraziare il Signore di averla ritrovata, è una ragazza adorabile!
    La contessa madre si lamentò:-Sai che dopo sposata ,vuole portare Mercedes con sé ed io dovrò trovare qualcuno che la sostituisca? Dove trovo un’altra orfana bisognosa? Conosci i prezzi dei domestici al giorno d’oggi?
    La cugina la redarguì:- Io non ti capisco,non ne saresti contenta anche tu? Per lei sarà importante avere vicino una persona amica che già conosce! Mi auguro che sia lo spavento provato che ti fà parlare così! Perchè non fai un riposino? Hai i nervi scossi ma vedrai che dopo, ogni cosa sembrerà diversa, intanto che ne diresti di una bella tazza di tè?
    L’altra che aveva aveva dormito della grossa tutta la notte,rifiutò:-No! Non voglio dormire!
    Sofia , le chiese gentile:- Allora che ne diresti di una bella tazza di tè?
    Caterina era ostinata:-No, non voglio niente!
    Donna Aleardi lo era più della cugina : -Ed invece una bella tazza di tè , però accompagnata da quei biscottini alle mandorle che ti piacciono tanto?
    La contessa era molto ben educata ed il galateo non le permetteva assolutamente di ricusare una così cortese offerta, l’altra si sarebbe potuta offendere irrimediabilmente e certo Monsignor della Casa si sarebbe rivoltato almeno 3 volte nella tomba, quindi per adempiere al proprio oneroso dovere, s’informò :- Quelli con le mandorle tritate fini ,fini ed il cacao?
    Sofia annuì:-Proprio quelli, scendo subito in cucina a prenderli, li ho preparati ieri perché sò quanto ti piacciono, faccio il tè e torno subito su, tu non muoverti di qui, intesi?
    Mai raccomandazione fu più inutile, Caterina stava già aspettando con l’acquolina in bocca e gli occhi asciutt
     
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    Il povero Torres rimase qualche giorno nell’abitazione del dottore, fu ricoverato nella stanza che era attigua allo studio e che il dottor Guillermo de Espinoza, teneva sempre pronta per eventuali emergenze.
    Le lesioni erano state disinfettate e suturate, le gambe steccate e poi strettamente bendate, ora che anche la febbre era andata via non rimaneva che aspettare.
    Il malato aveva solo bisogno di riposo ,buon cibo per rimettersi in forze e tempo per far saldare le fratture, quindi si cominciò a pensare alla sua sistemazione.
    Andrea voleva portarlo a casa sua, il palazzo era grande e c’era molto posto ma Juan propose un’ altra soluzione:- Ho parlato con lui , ti ringrazia ma non vuole venire, è una persona semplice , si sentirebbe in soggezione, troppo fuori posto e poi tua madre non stà bene ,anche se aiutata dai domestici, per lei sarebbe un peso troppo gravoso…però non posso neanche portarlo a casa mia, presto mi sposerò e non voglio che Beatrice inizi la sua vita matrimoniale sfacchinando tutto il giorno, occupandosi di un malato.
    E ’già stata oberata abbastanza di lavoro dalla madre ,ho promesso a me stesso di farla vivere da signora e non dovrà più lavorare per nessuno , anche se lei lo farebbe più che volentieri, figuriamoci! Non saprebbe resistere ai dolci occhioni di Angelito!
    No…bisogna provvedere in un altro modo.
    Il fratellastro chiese:-Non conosci nessuno che può dare loro ospitalità e accudire Ignacio? Pagherei io naturalmente…
    Juan replicò:-Credi che i soldi siano un problema? Posso pagare anch’io…un momento ,ho trovato! Alvina! Alvina Morales!
    Andrea era interdetto:- E chi è?
    L’altro spiegò:- E’ una vedova che ha una prole numerosa e versa in pessime condizione economiche, Beatrice l’aiuta con i bambini, certo la casa non è granchè… manderò Pietro e gli altri ,farò controllare tetto e tramezzi, portare dei letti, cibo …tu pensa alle lenzuola, gli asciugamani e cose del genere, anzi prega tua madre di ordinarle direttamente al negozio, ci vuole l’occhio di una donna!
    Juan si apprestava ad uscire :- Io intanto vado a parlarle, se accetta di ospitarli in cambio di denaro, potrà guadagnare senza dover uscire di casa e seguire contemporaneamente i bambini, ti farò sapere la sua risposta prima possibile!
    L’impetuoso giovane andò fuori , diretto al quartiere della vedova, Andrea lo seguì:- Ehi ,dove stai andando? Aspetta Juan! Voglio venire anch’io a vedere la casa e a conoscere di persona la signora che dovrà occuparsi di Angelito…fermati, mi domando perché diavolo devi correre sempre? Juan!!! Te ne approfitti perché sei il maggiore!
    Il “fratello maggiore” si fermò e stringendo i pugni ,lo guardò male ma l’altro scoppiò in una sonora risata.
    I due giovanotti parlarono con la donna, le spiegarono la situazione e Juan fece accompagnare sul posto ,il medico da Edoardo.
    Il sanitario istruì Alvina su cosa avrebbe dovuto fare, le disse come girare il paziente nel letto, la consigliò sul vitto e l’ igiene personale, diede direttive riguardanti l’assunzione del laudano per lenire il dolore e descrisse i casi in cui avrebbe dovuto farlo chiamare con urgenza.
    Le lasciò un foglio con tutte le indicazioni ,la poverina era analfabeta ma grazie alle lezioni di Beatrice ,il più grande dei suoi figli ,avrebbe letto per lei.
    Insomma prima del tramonto ,padre e figlio Torres , stavano già gustando una fumante zuppa di peperoni, patate e formaggio, assieme a tutta la famiglia.
    Al povero Angelito pareva di vivere un sogno, abituato a ripararsi con il genitore in grotte e stalle, quella casa sembrava una reggia, egli mangiò di corsa ,perché aveva fretta di tornare a giocare insieme agli altri pargoli.
    Il dottor de Espinoza si era raccomandato ,il ferito aveva bisogno di calcio e la brava donna aveva subito preparato un piatto che ne era ricco, così mentre il figlio mangiava in cucina con gli altri piccoli, lei nell’altra stanza ,imboccava il padre che vergognoso teneva gli occhi bassi e non si azzardava nemmeno a guardarla in viso.
    Poco prima, mentre trasportavano l’uomo verso il letto, la signora Morales per un istante ,ne aveva incontrato lo sguardo ed ora che seduta accanto a lui, poteva vederlo da vicino , pensava:- Che ciglia lunghe e nere ! Però è un vero peccato che non alzi le palpebre…
    Sospirò ,mentre affondava il cucchiaio nella zuppa ambrata, le sarebbe tanto ,tanto piaciuto ,rivedere di nuovo i begli occhi espressivi d’Ignacio!EmojiF48B_51
     
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    La vita pian piano riprese il suo corso.
    Angelito ed il suo papà erano ben sistemati , l’uomo migliorava a vista d’occhio e il bimbo si stava integrando benissimo, aveva iniziato persino a frequenta re l’oratorio della chiesa grande, così Juan potè pensare un po’ a se stesso e dedicarsi ai preparativi del suo matrimonio.
    I signori Hernandez, possedevano un florido negozio al centro di San Paolo, era situato sulla piazza proprio dirimpetto alla chiesa e quindi tutti ,prima o poi ,ci passavano davanti ed anche le signore che si vantavano di fare acquisti solo a Città del Messico, non riuscivano a rimanere insensibili all’invitante vetrina.
    La coppia vendeva stoffe, nastri ,merletti ,accessori , materiale di merceria , ecc. e mentre Rufina si occupava delle vendite , il marito Gonzalo Hernandez, lavorava come sarto nel retrobottega .
    L’uomo si prendeva molto sul serio, era fiero del suo lavoro e lo intendeva come una missione, una sacra crociata attraverso cui rendere elegante ,persino un rozzo bifolco, anzi i casi disperati erano il suo pane, stimolavano la sua creatività.
    Aveva imparato il mestiere in Argentina, presso un sarto italiano proveniente da Napoli, era ancora un bambino ma ricordava ancora il fascino che per lui emanavano le mani del principale ,quando con grande abilità ed estrema precisione, manovravano forbici ed ago .
    Juan si recò da lui ,per l’ultima prova del suo vestito di nozze, l’indossò e con aria critica si osservò nel lungo specchio ma non trovò nulla da dire.
    Gonzalo aveva superato sé stesso, il pregiato tessuto della giacca color antracite, era morbido ma sostenuto al punto giusto, il giro manica era perfetto ,le spalle cadevano che era una meraviglia ed il polsino della camicia spuntava di 1 cm abbondante, così come doveva essere.
    L’ex contrabbandiere distese il braccio...rispettando i dettami in voga, il limite inferiore della giacca raggiungeva metà del suo pollice e soddisfatto continuò la sua ispezione, i calzoni aderivano senza costringere, mentre l’orlo sfiorava il tacco delle scarpe nere di capretto…sì, nessuno avrebbe ravvisato in lui ,un povero marinaio cresciuto per strada...Beatrice non se ne sarebbe vergognata .
    Il nostro futuro sposo, pagò ,poi ricordò all’artigiano di fargli recapitare assieme all’abito, la cravatta di seta grigio perla ed uscì.
    Mentre attraversava il negozio, Rufina che stava mostrando gli ultimi bottoni arrivati ,a delle signore, lo salutò cordialmente:-Arrivederci signor Juan e auguri per il vostro matrimonio!
    Egli fece un piccolo cenno del capo :-Grazie signora, riferirò a Beatrice della vostra gentilezza.
    Si allontanò, non aveva ancora chiuso la porta che già le donne spettegolavano di lui e della fidanzata, la merciaia famosa per la sua dolce amabilità ,si fece però seria e le zittì:-Sono sicura che sarà un matrimonio molto felice ed io sono contenta per loro, la contessina è assolutamente deliziosa e lui è un bravo giovane ,bello e generoso, smettetela ,brutti uccellacci del malaugurio! E’ l’invidia che vi fà parlare!
    Juan già da qualche settimana aveva cominciato la programmazione per il giorno più importante della sua vita, adesso doveva occuparsi solo degli ultimi particolari.
    Così andò dal fiorista, l’uomo aveva preparato una piccola composizione per dargli l’idea di come sarebbe stato l’addobbo della chiesa e il promesso sposo l’approvò soddisfatto ,quindi parlarono del bouquet per Beatrice, lui era indeciso ,erano più adatti fiori rosa o fiori bianchi? Lei quali avrebbe preferito?
    Le fedi erano state acquistate nella piccola gioielleria del paese, erano di foggia classica ,perciò sarebbe stato inutile andare fino alla capitale.
    Adesso però, il fidanzato di Beatrice ,doveva andare dall’orefice per ritirare la demi parure in platino acquistata da tempo a Città del Messico ,l’aveva portata a pulire e a far controllare la tenuta dell’incastonatura ,dove alloggiavano i diamanti.
    Infatti per il matrimonio avrebbe donato alla futura consorte degli orecchini molto preziosi per ringraziarla del grande onore che gli aveva fatto , accettandolo come consorte ed una catenina con una croce ricca di pietre ,il matrimonio è soprattutto un‘ unione religiosa, un sacramento e quel ciondolo gli era parso un regalo significativo.
    La giornata ancora non era finita , Juan si attardò con il sacerdote per gli ultimi dettagli, parlarono anche delle musiche ,l’organista era il solito della parrocchia ma il futuro sposo sapeva bene che le famiglie abbienti ingaggiavano quartetti d’archi, piccole orchestre da camera, solisti, ecc. la ritenevano una raffinatezza e così aveva fatto pure lui, a Beatrice non doveva mancare niente e nessuno doveva trovare da ridire sulla cerimonia, il gruppo musicale avrebbe suonato nascosto nella balconata superiore, quella che dava sull’altare e dove solitamente era situato il coro.
    Padre Domenico era un appassionato musicofilo e dirigeva lui stesso i bambini ,quindi ne discusse con vero entusiasmo.
    Poi Juan passò da Beatrice per una breve visita ,la mise al corrente degli ultimi particolari e quindi si ritirò nella sua stanza, alla locanda del guercio.
    L’indomani mattina, l’infaticabile giovane s’interessò del cibo, il rinfresco era al chiuso per parenti ed amici stretti ma lui e Beatrice conoscevano ed erano amati da tanta gente ,così sicuro di far piacere alla sua sposa, aveva organizzato un pranzo all’aperto anche per tutti gli altri.
    Naturalmente era stato supportato dagli osti del porto ed il menu sarebbe stato semplice ma gustoso, le suore del vicino convento invece, si sarebbero occupate dei dolci.
    Infine andò a visitare l’avvocato Manera, il vecchio amico lo accolse benevolmente e versò per entrambi un bicchierino di buon Porto invecchiato :- Allora Juan, come ti senti? Molto presto diventerai un marito ,avrai finalmente una famiglia tua ,è una grossa responsabilità ragazzo mio ma sono sicuro che saprai esserne , perfettamente all’altezza .
    L’ex contrabbandiere si confidò:-Mi sento strano, sono nervoso e agitato ,però credo che questo sia normale, no? D’altra parte però ,sono anche felice ed eccitato ,non vedo l’ora di vivere con Beatrice, averla tutta per me, iniziare una nuova vita insieme a lei.
    Nicola sorrise e considerò la faccenda:-Bene, sono contento…ti senti strano…sai Juan, è così che succede quando si è innamoratiEmojiF48B_54
     
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    La contessa d’Altomonte era nervosissima, con la scusa che aveva bisogno d’aiuto, Beatrice aveva requisito Mercedes e per tale ragione, avrebbe dovuto cucinare il pranzo lei stessa!
    La povera Caterina era estenuata ,non ne poteva più delle stramberie della figlia ,però non le passava per la mente che una famiglia nobile e benestante ,avrebbe assunto uno stuolo di domestici per i preparativi matrimoniali e certo un’ altra contessina non si sarebbe messa a lavare i panni!
    Beatrice era nella quiete della sua camera, s’inginocchiò davanti all’antico baule di noce, ne accarezzò la superficie su cui qualcuno 1 secolo prima ,aveva scolpito delle ghirlande di rose…lo aprì e con cautela tolse i mazzolini di erbe odorose che erano ormai diventati secchi ,poi con religiosa deferenza, cominciò ad estrarre la biancheria del suo corredo.
    Insieme a Mercedes spiegò lenzuola, asciugamani e tovaglie , le stese sul letto , sulla poltrona, sul comò …arrossì nel vedere i lenzuolini da culla ,perciò si diresse rapidamente ad aprire la cassa in legno di cedro che era sotto la finestra, questa, di chiara fattura asiatica , era finemente intarsiata di madreperla e conteneva varie camicie e cuffiette femminili da notte, sottovesti, sottogonne, fazzoletti, vestaglie, ecc.
    Mandò la cameriera da Caterina:- Mercedes, per favore, vedi se la mamma ha bisogno di qualcosa ma torna tra mezz’ora, ti prego.
    Voleva rimanere sola, osservò tutto minuziosamente, quanti sogni aveva fatto su quei ricami! E questo? Non lo aveva lavorato lei, era il lenzuolo regalatole dalla madrina per la prima comunione, adesso ricordava… mentre quella tovaglia era appartenuta alla nonna…la vestaglia che aveva indossato anche la mamma ! Lino azzurro e verde acqua, cotone bianco e rosa , frusciante seta, mussola impalpabile ,rasatello avorio… le frange annodate dell’asciugamano, merletto e gale…
    La fanciulla chiuse gli occhi ed ascoltò, quel corredo le parlava, narrava una lunga storia fatta di lacrime , sangue , gioie e risate , amare illusioni, dolci ninne nanne , speranze, amore… e la storia era stata scritta dalle donne, da tutte quelle che lo avevano curato e conservato, che lo avevano fatto arrivare fino a lei e adesso era suo.
    Beatrice aveva già cominciato a contribuire ,ricamando altra biancheria ma ora avrebbe aggiunto un’altra pagina a quel lungo racconto, la sua pagina ...da tramandare alla figlia, se mai ne avesse avuta una.
    Nella fresca penombra, la fanciulla raddrizzò le spalle, spalancò la finestra e lasciò che il sole inondasse la stanza, poi fece un respiro profondo ,era pronta.
    Assieme a Mercedes trasportò tutto nella stanza adibita a lavanderia che era posizionata a pianterreno , sul retro della casa, molti panni col tempo si erano ingialliti ed alcuni indumenti, vari asciugamani e qualche lenzuolo ,avevano inoltre delle brutte macchie ocra.
    Beatrice mandò la domestica a comprare del sale e lei colse un cesto di limoni nel giardino, poi con pazienza intrise le macchie con molto succo di limone e le spolverò di abbondante sale fino.
    Mentre la soluzione faceva il suo dovere ,le due ragazze insaponarono scrupolosamente l’altra roba e la stesero al sole , ancora grondante di schiuma.
    Una volta asciutto e sbiancato dal sole , ritirarono il bucato e dopo averlo ben risciacquato, lo lavarono normalmente per poi stenderlo definitivamente, nel frattempo sale e limone avevano sortito il loro effetto, così trattarono anche quella biancheria con le saponate, le braccia dolevano per il gran torcere ,i polpastrelli erano raggrinziti per la troppa acqua…alla fine della giornata le giovani erano stravolte dalla stanchezza , si guardarono e pensarono che l’indomani avrebbero dovuto anche stirare una montagna di roba!
    Infatti il giorno dopo Beatrice e Mercedes ,madide di sudore, stirarono e piegarono fino a pomeriggio inoltrato.
    Furono aiutate da Serafino che nonostante il caldo, mantenne acceso il fuoco nel camino per rifornire i loro ferri di brace incandescente.
    Poi la fanciulla si recò nell’orto ,nell’aiuola assolata colse lavanda, timo e salvia, cercò la menta all’ombra della grande bouganville e dal cespuglio vicino al pozzo, prese le foglie di erba cedrina ,quindi compose dei graziosi mazzolini che fermò con del nastro lilla , li sistemò sulle lunghe pile di biancheria che aspettavano nei loro contenitori di legno e chiuse i coperchi.
    Finalmente a sera ,la contessina potè dire:- Serafino, avverti il signor Juan che può mandare a ritirare i bauli, per favoreEmojiF48B_55
     
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