Il CS di Ipazia

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    Roma, agosto 2015 (la vita presente)


    Di ritorno dalla Puglia, ospite di amici. Mi sono trovata benissimo: i pugliesi sono veramente ospitali! Unica pecca: 8 ore di pullman per me sono troppe: e meno male si tratta di una corsa super rapida!! Magari un giorno inventeranno il teletrasporto... Mi piacerebbe sperimentarlo in una vita futura.

    Eh, sto invecchiando. Una volta mi piaceva viaggiare. Oh, intendiamoci, mi piace anche adesso: vorrei solo eliminare la parte dei trasporti verso cui ho una vera e propria fobia. Difatti penso spesso che se ambientassero un reality tipo Pechino Express a Roma, la vera missione consisterebbe nell'arrivare puntuali alla tappa utilizzando la metropolitana nell'ora di punta, credetemi!!! Anche se questo non è l'unico problema che devo risolvere ora che sono tornata a vivere in questa splendida città...


    Davvero non mi spiego le difficoltà nella mia vita presente: mi sono comportata bene in quella passata! Come mai mi trovo ad affrontare tante peripezie in questa attuale, invece del ben meritato riposo...? Se i tempi del concorso me lo permetteranno, vi racconterò le numerose avventure vissute a Londra... che nulla hanno da invidiare a quelle messicane di due secoli fa!
     
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    Messico, fine Ottocento (la vita passata)

    Parte VI




    “Dio Mio, che cosa è stato?” Antonia sedeva in salone assieme a Rodolfo, Umberto e Caterina.

    Umberto impallidì: “Si direbbe uno sparo...”

    Caterina si alzò prontamente e scattò verso la portafinestra: “Presto, andiamo a vedere!”

    ~ ~ ~

    “Che cosa hai fatto, che cosa hai fatto!” urlò Anna singhiozzando incessantemente. Juan giaceva a terra colpito all'addome.

    “Per l'amor del cielo...!!!” gridò Caterina, sgomenta. Sofia ed Alberto rimasero immobili l'una accanto all'altro. Andrea tremava come una foglia e aveva in mano l'arma da cui doveva essere partito il colpo. Il suo sguardo incuteva timore: era duro come l'acciaio.

    Fu Rodolfo ad intervenire: “Andrea, cos'è successo?”

    “Chiedetelo a vostra figlia!” rispose questi, senza voltarsi.

    Rodolfo cercò gli occhi di Anna. “Papà... Papà...!” spiegò lei tra i singhiozzi. “Basilio voleva parlare con me, non so cosa avesse in mente, giuro non lo so papà! Ma qualcuno l'ha ucciso!!”

    Umberto indietreggiò spaventato: “Madre!” mormorò.

    Sofia si voltò verso Antonia, il cui volto esprimeva terrore e preoccupazione: “Non è possibile!!! Non penserai che...” rispose quest'ultima, riprendendosi immediatamente appena accortasi dello sguardo di Sofia.

    Andrea fu lesto a capire: “Voi sapevate...! Sapevate tutti...!?” esclamò furioso, ignorando i gesti di diniego della madre.

    “Signor Alberto, fate qualcosa!” supplicò Caterina. “Non vedete che Juan è ferito?”

    “Andrea, adesso basta! Bisogna chiamare un medico.” La voce ferma di Alberto ebbe il potere di scuotere il gruppetto immerso in quella scena surreale.

    “No! Non lo voglio a casa mia! Che siano i suoi uomini ad occuparsene!!”

    “Andrea, ma è ferito, non ti rendi conto?” Sofia tentò inutilmente di calmare il figlio.

    “Questo farabutto merita ben altro... Ha sedotto Anna... Sì!” ribatté lui, zittendo Rodolfo che stava per protestare. “Mia moglie e questo bastardo che chiamavo fratello si sono comportati ignobilmente. Non voglio più vederli in vita mia!”

    Sofia lanciò uno sguardo di puro odio alla famiglia della nuora. “Alberto,” mormorò all'orecchio dell'uomo, “vai a chiamare gli uomini di Juan. Che lo portino dalla guaritrice qui vicino. Voi,” continuò con voce più alta, rivolgendosi ai consuoceri, “seguiteci in salone. Caterina, dove sono Francisco e Beatrice?”

    “Sono andati a trovare Mercedes e la sua famiglia,” rispose la donna, ancora scossa.

    “Bene. Potremo parlare liberamente. Vieni figlio mio,” disse Sofia abbracciando il giovane ancora tremante.

    ~ ~ ~

    “Ma com'è successo??”

    Pietro era preoccupato. Si trovavano dalla curatrice: grazie a Dio la ferita era superficiale.

    “Non so nulla Pietro,” rispose Gioacchino.“Il signor Umberto ha detto che è partito un colpo di pistola mentre il signor Andrea era a caccia... sembra che il capitano ci sia andato di mezzo. Certo è tutto molto strano...”

    “È evidente che le cose non possono essere andate in questo modo!! Il colpo deve essere stato sparato a distanza ravvicinata... quindi se il signor Andrea avesse voluto ammazzare Juan non avrebbe potuto sbagliare mira! No, qualcosa deve essere accaduto in connessione con la morte di Basilio... Se solo avessi immaginato... Avrei fatto meglio a sorvegliare la casa di Basilio piuttosto che quella di Castaldo!”

    “Non è colpa tua... Il capitano aveva affidato a me la sorveglianza di Basilio...” Gioacchino non riusciva a scacciare i sensi di colpa per non essersi trovato sul posto nel momento di maggior bisogno.

    “E perché non lo avete tenuto d'occhio???” si arrabbiò Angelica. “Sapevate che Basilio ce l'avesse a morte con Juan, soprattutto dopo che lo aveva rimpiazzato come amministratore!! Edoardo dov'è...?”

    Pietro sospirò: “È di ritorno da Città del Messico, sarà qui a breve.” Non aveva intenzione di rivelare ad Angelica che Edoardo era riuscito a sventare un tentativo del capitano Leopardi di incastrare Juan per la sua attività di contrabbando. C'erano ancora troppi punti da chiarire in quella storia, come i rapporti sempre più fitti tra Castaldo e Alberto Carrara. “Come sta Juan?” chiese infine alla ragazza.

    “Augusta, la curatrice, dice che è fuori pericolo ma non potrà muoversi per giorni. Cosa facciamo?? Io non torno a Campo Real!” disse Angelica con tono di sfida.

    “Forse è meglio che rimaniamo qui, almeno fino a quando le acque non si saranno calmate,” concordò Gioacchino. Non era riuscito nel compito affidatogli dal capitano ma come poteva immaginare che Basilio fosse in pericolo...?

    ~ ~ ~

    “Questa è la soluzione migliore,” sottolineò Sofia, dura.

    “Ho già detto che dobbiamo ascoltare la versione di Anna e Juan: non permetterò che mia figlia sia trattata ingiustamente!” rincarò Rodolfo con tono autoritario.

    “È l'onore di mio figlio quello di cui stiamo discutendo! La lettera parla chiaro! Senza contare Anna non sarebbe andata a casa di un semplice servitore se fosse stata innocente! No, o la allontanate con una scusa finché Andrea non si sarà calmato oppure non so se riuscirò a contenere la situazione!”

    Sofia ribolliva di rabbia. Andrea avrebbe armato uno scandalo, e a ragione! Avrebbe volentieri ammazzato quella sgualdrina di sua nuora!

    “È vero, Rodolfo,” disse cautamente Antonia. “È meglio che Anna venga da noi per un periodo. Sono sicura che Sofia farà di tutto per evitare una catastrofe!”

    Sofia dovette trattenere a stento la propria ira. Non aveva senso discutere con Rodolfo proprio adesso. E poiché non poteva prendersela nemmeno con Umberto che sedeva quieto in un angolo fu con Caterina che si sfogò: “Tu! Devi fare in modo che Beatrice dimentichi Juan. Dobbiamo evitare altri spargimenti di sangue tra lui e mio figlio! Dirai a Beatrice che quel maledetto è fuggito dopo aver cercato di sedurre sua cugina! Non le dire che è stato ferito o potrebbe venirle in mente di cercarlo comunque. Mi aspetto che tu e Francisco glielo impediate con tutti i mezzi: è chiaro??”

    Caterina non sapeva cosa rispondere. Sconsolata, si ritrovò ad annuire.

    ~ ~ ~

    “Bisogna avvertire l'avvocato Manera,” ripeté Edoardo, giunto con il Guercio e Serafino al cospetto di Juan.

    “Ci vado io,” si offrì Facundo.

    “Fai presto Guercio,” raccomandò Pietro. “Non mi piace questa storia di Juan e la signora Anna a casa di Basilio. Sospetto vogliano incolpare il nostro capitano della sua morte!” La guaritrice era stata chiara: Juan doveva rimanere a letto per diversi giorni. E se fossero venuti i gendarmi ad arrestarlo...?! Il capitano aveva molti nemici, forse più di quanti immaginassero.

    ~ ~ ~

    Beatrice era rientrata da poco quando udì qualcuno bussare. Aprì la porta della camera da letto sorridendo beata: si aspettava fosse Juan, invece era sua madre.

    “Madre, scendo subito! Datemi il tempo di rinfrescarmi un poco, sono appena rincasata.”

    “Beatrice...” sussurrò Caterina con un tono preoccupato che non sfuggì alla figlia.

    Beatrice si voltò: “Cosa c'è? Non vi sentite bene?”

    “Siediti figlia mia. Devo darti una terribile notizia...” Caterina si fece forza. Mentire non era mai stato il suo forte ma qui ne andava di mezzo l'onore del loro casato. Era meglio agire come concordato con la sua famiglia: “Beatrice, Juan ci ha ingannato. Ci ha mentito. Andrea è distrutto. Tutti lo siamo, ma forse è meglio così. Juan è fuggito, amore mio. È fuggito per evitare che Andrea lo uccidesse...”

    “Andrea!? Madre, ma che dite?? Dov'è mio marito??” si agitò la giovane.

    “Tesoro, non fare così te ne prego... Juan è andato via per sempre, piccola mia. Ha sedotto tua cugina... Ti ha sposato per assicurarsi il cognome degli Aleardi e per avere la possibilità di vivere accanto ad Anna...” terminò Caterina con un singhiozzo.

    Beatrice ammutolì. Fu come se una spada le avesse trafitto il cuore. Juan... e... Anna...?!
     
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    Parte VII



    “Juan... Juan!!!” Angelica gli fu accanto in un attimo. Juan aveva aperto gli occhi e sembrava cosciente: “Angelica...” mormorò con un filo di voce.

    La ragazza si inginocchiò accanto al suo giaciglio e gli accarezzò il viso: “Stai tranquillo, va tutto bene. La ferita non è profonda. Augusta è molto brava e poi ci sono anche Pietro e gli altri qui,” gli disse dolcemente per rassicurarlo un poco.

    “Beatrice... Dov'è Beatrice?” chiese l'uomo, il viso contorto in una smorfia di dolore.

    Angelica guardò Gioacchino. Il giovane si avvicinò al capezzale di Juan: “La signora non è qui, capitano. Ma non preoccupatevi: vado ad avvertirla”.

    “Beatrice...” chiamò Juan, prima di perdere conoscenza e cadere in un sonno senza sogni.

    ~ ~ ~

    “Non voglio tornare a San Paolo: che dirà la gente?” domandò Anna tra i singhiozzi.

    Antonia non si lasciò commuovere: “Certo che tornerai con noi: è normale che una figlia si rechi in visita presso i genitori! Rimarrai fino a quando tua zia riuscirà a calmare Andrea. E ricordati che, se ci troviamo in questa situazione, la colpa è tua!”

    Anna lanciò uno sguardo di sfida alla madre: “Siete dei poveri illusi! Non conoscete Andrea! Non mi perdonerà mai! E io non voglio vivere rinchiusa solo perché ho commesso una sciocchezza!”

    “Una sciocchezza la chiami tu?! Ma come hai potuto cercare di sedurre tuo cognato, Anna?? Che Dio mi perdoni, sei mia figlia ma stavolta l'hai combinata grossa e nemmeno tuo padre è riuscito a smuovere Sofia! Bisogna aspettare che la tempesta si calmi. Chiama Carmen e fatti preparare subito le valigie. Dobbiamo andarcene al più presto”.

    “Ma io non voglio andarmene da Campo Real! Non so nemmeno se Juan sia vivo o morto!” gridò Anna, angosciata.

    Antonia le si avvicinò minacciosa: “Stai zitta, stupida! Devi dimenticarti di quell'uomo, hai capito? Andrea gli toglierà il cognome ma non illuderti,” continuò indovinando i pensieri della figlia, “non potrai rivederlo: non tornerà qui con Beatrice. A lei è stato detto che ha cercato di sedurti e sarà meglio per il bene di tutti che Juan del Diablo sparisca per sempre!!”

    ~ ~ ~

    Beatrice attese che la zia uscisse dalla camera di Anna. Come una furia bussò alla porta della cugina.

    “Tu!” esclamò Anna, il volto ancora rigato di lacrime.

    Beatrice fissò la cugina negli occhi: “Dimmi la verità, Anna: sei stata l'amante di Juan?” Che sforzo enorme le costava il solo pronunciare quelle parole!!

    Anna non perse l'occasione di sputare tutto il suo veleno: “Sì! Io e Juan ci amiamo da tempo e lui pur di starmi vicino ha commesso l'enorme sacrificio di maritarsi con te! Non riuscirete mai a separarci!” affermò con tono di sfida.

    “Non ti credo!” rispose Beatrice indietreggiando. “Sei una bugiarda, Juan ama me! Perché avrebbe dovuto ingannarmi??” Il cuore le batteva forte nel petto ma doveva sapere!

    Anna le rivolse un sorriso di sufficienza: “Sei una sciocca romantica, lo sei sempre stata. Quanto abbiamo riso io e Juan di te! Ci siamo conosciuti ed innamorati dopo le mie nozze. Abbiamo provato inutilmente a stare lontano l'uno dall'altra! Quando Juan si è visto costretto ad imbarcarti sul Satán, ha pensato bene di proporti il matrimonio per poter venire a vivere assieme a me a Campo Real! Tutti hanno creduto fosse per stare vicino ad Andrea: quale copertura migliore?” concluse trionfante, felice di infierire sulla cugina. Se lo meritava! Come poteva una donna così insulsa avere il rispetto di tutti quando lei si ritrovava adesso in quella situazione senza via di uscita?


    Pallida come un fantasma, Beatrice si voltò e lasciò la stanza.



    Qualche settimana dopo


    Juan si vestì in tutta fretta. Era tempo di cercare Beatrice. Era evidente che le avessero tenuto nascosto ciò che era accaduto: nessuno dei suoi uomini era riuscito ad avvicinarsi alla tenuta. Anche l'avvocato Manera aveva tentato di parlare con lei ma né i genitori di Beatrice né tantomeno Andrea glielo avevano permesso. Sembrava che la giovane fosse sparita nel nulla. Juan sospettava le impedissero di uscire o, peggio, la avessero allontanata sia da Campo Real che da San Paolo: nessuno era stato in grado di fornirgli informazioni precise. Adesso che finalmente era guarito, non ci sarebbe stato un solo angolo della terra che non avrebbe smosso per ritrovarla.

    ~ ~ ~

    L'avvocato Manera non si sentiva a posto con la coscienza. Aveva mentito a Juan, sebbene lo avesse fatto per il suo bene. Beatrice era tornata a San Paolo e gli aveva chiesto di avviare le pratiche per l'annullamento del matrimonio visto che a suo marito sarebbe stato tolto il cognome. Era rimasto senza parole di fronte all’indifferenza con cui la giovane aveva avanzato quella richiesta. Sapeva che Beatrice nutriva dei sentimenti veri e sinceri per Juan ma, probabilmente, lo scandalo e le chiacchere del paese erano più importanti per una giovane di quella posizione sociale. Si era cercato di evitare maldicenze ma Andrea era stato determinato: non voleva che Juan si chiamasse Aleardi. A nulla erano valse le sue proteste: tutti i documenti erano in mano ai suoi superiori per un accurato vaglio. Pareva esistesse una lettera di José in cui disconosceva Juan e, soprattutto, il testamento che indicava Sofia come unica erede... togliendo di fatto ogni diritto ai figli del suo defunto amico.

    ~ ~ ~

    Beatrice si sentiva morta dentro. Si alzava, si vestiva, si preoccupava dell'andamento della casa e dell'assistenza ai bisognosi ma il suo cuore non vi partecipava. Si sentiva vuota e profondamente ferita. Per quanto si sforzasse di apparire gaia e serena, il tradimento del suo sposo le pesava addosso come un macigno. Si era fidata di Juan, aveva messo da parte le sue reticenze perché gli aveva creduto...! Come aveva potuto essere così crudele?? Perché illuderla se in realtà amava Anna?!?

    Un raggio di sole rischiarò la sua vecchia cameretta di ragazza, illuminando le perline bianche che adornavano la copertina del suo diario: il risultato fu un'allegra irradiazione di colori vivaci.
    Il cuore della fanciulla si alleggerì. Angelica e Carmen le avevano restituito il quadernetto che avevano ritrovato ripulendo la camera di Juan. Si era sempre dimenticata di chiedergli perché l'avesse lui, ma oramai non aveva più importanza... Ricordò i momenti felici trascorsi sul Satán: Juan le aveva confessato che si era innamorato di lei durante quei giorni in altomare...

    Beatrice sussultò. Che ottimo attore era stato! Eppure... Rammentava benissimo le amorevoli parole che le aveva rivolto il giorno della sua fuga: avrebbe giurato fossero sincere...!

    Doveva ammettere che a volte le cose non le quadravano. Era stata dall'avvocato Manera decisa a chiedere l'annullamento del matrimonio per costringere Juan a farsi vivo, ma lui non si era mai presentato a far valere i suoi diritti e questo comportamento non era decisamente tipico di suo marito. Anche il signor Nicola le era apparso vago e contradditorio... Aveva la sensazione che tutti le stessero nascondendo qualcosa... o forse voleva solo illudersi...?

    ~ ~ ~

    Era sera oramai. Juan aveva fatto ritorno alla casa sulla spiaggia. Era riuscito ad appurare che Beatrice già da tempo si era trasferita a San Paolo e finalmente l'avvocato Manera si era deciso a rivelargli la verità. Non riusciva, o meglio, non voleva crederci. Beatrice non poteva averlo dimenticato... Lei lo amava, ne era sicuro...


    Il giorno dopo


    “Allora hai capito bene? Non voglio assolutamente mettere in pericolo la vita di mio figlio!”

    Sofia era agitata. Aveva ottenuto quello che voleva, ma a che prezzo! Quella sgualdrina di sua nuora gliel'avrebbe pagata: sarebbe stata capace di attendere anni, se necessario! Ma ora bisognava prevenire la vendetta di Juan...

    “Non vi preoccupate Sofia. È tutto a posto. Nessuno dubiterà della colpevolezza di Juan del Diablo. Andrà in prigione molto prima che vostro figlio abbia la possibilità di sfidarlo a duello,” la tranquillizzò Alberto.

    “Voglio sapere esattamente quando! Io non posso impedire ad Andrea di raggiungere Juan a San Paolo: ci sono riuscita finora con la scusa di affari urgenti qui alla tenuta ma Andrea non è uno stupido! Ha tolto il cognome a quel bastardo per indurlo allo scoperto ma non sa che quel disgraziato ha lasciato ieri la casa della guaritrice quasi certamente per andare da Beatrice! Spero che Francisco e Caterina impediscano a quei due di parlarsi o ci sarà un'altra tragedia e forse, questa volta, sarà Andrea ad andarci di mezzo!” si disperò Sofia.

    “Vi prego, fidatevi di me: non vi ho forse dimostrato che potete? Non avete ragione di temere: Juan andrà in prigione oggi stesso,” rispose Alberto sorridendo.

    ~ ~ ~

    “Beatrice, dove stai andando?” chiese Caterina alla figlia che era pronta per uscire.

    “Vado a messa, madre. Mi accompagnate?” disse la giovane con sguardo innocente.

    Caterina, come Beatrice ben sapeva, non aveva nessuna voglia di presenziare alla funzione religiosa. Si rivolse alla domestica: “Teresa, accompagna mia figlia in chiesa. Però dovete assolutamente rientrare a funzione terminata: ci sono ancora tante cose da sistemare per il trasloco e non posso occuparmi di tutto da sola. Vi voglio di ritorno entro un'ora, è chiaro? Tuo padre sarà qui per pranzo quindi vedi di non tardare Beatrice,” insistette la donna in un tono che non ammetteva repliche. Non dovrebbero esserci problemi, pensava intanto. Se Juan non si era fatto vivo fino ad allora... Lei e Francisco dovevano assolutamente evitare eventuali spiegazioni tra i due, per il bene di tutti. D'altro canto non potevano obbligare Beatrice a vivere da reclusa.... Ci si poteva fidare di Teresa: le passava regolarmente una bella mancia affinché sorvegliasse la sua bambina!

    Beatrice sorrise alla madre. Prese il cappellino ed il prendisole e si avviò con Teresa verso la chiesa di San Paolo.

    Una volta raggiunta la oltrepassò e si diresse verso il mercato nelle cui vicinanze si trovava la casa dell'avvocato Manera.

    ~ ~ ~

    Andrea non si dava pace. L'avevano preso in giro, ingannato nel peggiore dei modi! Per quanto avesse tentato, non c'era stato modo di avere notizie di quella canaglia di Juan, protetto com'era dai suoi uomini e dalla gente del popolo! Avrebbe dovuto ucciderlo! Ma all'ultimo momento l'ultimo barlume di coscienza gli aveva impedito di ammazzare un animale che, per sua disgrazia, era imparentato con lui... L'avrebbe sfidato a duello questa volta, il maledetto! Aveva già provveduto a fargli togliere il cognome ed ogni diritto sulle terre di loro proprietà... Ma questo non bastava a placare la sua ira. Quel genere di onta andava lavata col sangue...

    ~ ~ ~

    È vero che Andrea vuole far togliere il cognome a Juan?”

    Anna era stanca di essere sempre l'ultima a sapere le cose. Ne aveva abbastanza di essere costretta ad espiare le sue colpe: in fondo non aveva fatto nulla di male! I suoi genitori avrebbero fatto meglio a parlare con Andrea invece di castigarla...

    “Sono già in atto le pratiche: si tratta di una questione di giorni... Sai, stavo pensando al diario di Bea... Che fine gli hai fatto fare?” indagò Umberto.

    Anna alzò le spalle: “Angelica ha insistito affinché fosse restituito a Juan. Ho detto a Carmen che potevano darlo a Beatrice: anche se lei scoprisse la falsificazione delle date verrebbe comunque incolpato Basilio che non esitava a ricattare a destra e a manca. Tra l'altro l'alterazione di un diario è ben poca cosa come movente per un assassinio...” Lo sguardo della giovane incrociò quello del fratello, il sospetto non del tutto celato.

    “Hai fatto bene,” rispose Umberto guardando fisso la sorella. “Meglio non avere documenti scomodi tra i piedi. Piuttosto dobbiamo pensare a come risolvere la tua situazione. Credo che Andrea voglia sfidare Juan a duello.”

    “Se Andrea morisse sarei la padrona di Campo Real e quest'incubo terminerebbe!” controbatté Anna con voce dura.

    “Non essere sciocca! A parte il fatto che la zia smuoverebbe mare e monti per non lasciarti nulla, sono convinto che non lo pensi veramente. Sinceramente, sono stanco di tutta questa storia. Vorrei proprio lavarmene le mani. Già abbiamo rischiato troppo,” continuò, accorgendosi che la ragazza continuava ad osservarlo di sottecchi: “D'altronde dubito che un signore importante quale Andrea Aleardi possa venire accusato di tentato fratricidio.”

    Anna lo guardò con orrore. “Pensi che condanneranno Andrea???” domandò con voce strozzata.

    “Non credo, ma non dimenticare che anche Juan sia di fatto un Aleardi. Egli potrebbe benissimo denunciare il fratello per tentato omicidio. È solo perché conosco il suo carattere che non penso lo farà. Ci conviene mantenere la calma ed attendere lo svolgimento degli eventi, magari dando loro una piccola mano se necessario affinché tu ti riappacifichi con tuo marito come ti conviene,” sentenziò Umberto.

    ~ ~ ~

    “Signora, vi prego di non tardare troppo: non vorrei che vostra madre mi scacciasse,” si lamentò Teresa afferrando il denaro che Beatrice le tendeva, ben sapendo che la padroncina l'avrebbe coperta qualora la signora Caterina avesse scoperto l'inganno.

    “Non preoccuparti, Teresa. Saremo puntuali come un orologio. Lasciami parlare con l'avvocato Manera,” disse Beatrice bussando forte alla porta del signor Nicola, con ogni intenzione di scoprire la verità.

    ~ ~ ~

    Juan si diresse verso l'abitazione di Nicola Manera. Gli avrebbe chiesto di invitare Beatrice presso di lui in modo da poter avere l'occasione di parlarle. Non dubitava che Andrea e tutta la sua famiglia gli stessero tendendo qualche tranello: doveva essere molto cauto. Non era affatto facile combattere con potenze quali gli Aleardi e i Sánchez, pensò sarcastico.

    ~ ~ ~

    “Beatrice, che sorpresa,” esclamò l'avvocato, sinceramente stupito.

    La giovane lo fissò seria: “Signor Nicola, non ho molto tempo: devo essere a casa entro mezz'ora. Voglio che mi diciate la verità: perché mio marito è fuggito da Campo Real?” inquisì, altera e fiera.


    Juan si servì dell'entrata laterale com'era solito fare. Si fermò sulla soglia dello studio: la voce di Beatrice! Senza un attimo di esitazione, aprì la porta ed entrò a passo svelto nella piccola sala.

    ~ ~ ~

    “Beatrice...” sussurrò cercando lo sguardo della moglie. Stava per abbracciarla ma l'espressione gelida che lesse sul viso di lei lo fece tornare sui suoi passi. “Beatrice,” la chiamò ancora.

    La giovane osservò freddamente il marito: “Ti trovo bene, Juan. Ero appunto venuta a chiedere all'avvocato Manera di affrettare le pratiche per annullare il nostro matrimonio visto che ho sposato un uomo non solo privo di cognome, ma soprattutto di onore e di decenza,” disse dura, voltandogli le spalle.

    ~ ~ ~

    Teresa fremeva. Se la signorina Beatrice avesse tardato ancora solamente un miracolo avrebbe potuto salvarla dall'ira della signora Caterina!!! Ma cos'era quel baccano proveniente dalla piazza del mercato?!

    ~ ~ ~

    “Signor Nicola volete scusarci?” chiese Juan all'amico che fece l'atto di lasciare la stanza.

    “Preferirei che rimanesse,” si intromise Beatrice con tono autoritario.

    Gli occhi di Juan erano ridotti a due fessure: “Molto bene,” esclamò freddamente. “Io non ho niente da nascondere. Non so cosa ti abbiano detto ma il giorno in cui è morto Basilio sono stato convocato a casa sua dove ho trovato Anna inginocchiata presso il suo cadavere! Sembra ci abbiano teso un tranello per far credere che fossimo amanti. Quando stavamo rientrando Andrea mi ha ferito con un colpo di pistola e fino a pochi giorni fa non riuscivo nemmeno a muovermi! La prima cosa che ho fatto appena ho potuto camminare è stato cercarti Beatrice... Devi credermi!!” concluse disperato.

    Beatrice sussultò. Squadrò il marito da capo a piedi per sincerarsi delle sue condizioni, l'atroce dubbio ancora vivo nel cuore: “Perché dovrei?? Anche ammettendo che fosse vero ciò che dici, come mai nessuno dei tuoi uomini è venuto ad informarmi?? Persino Gioacchino e Angelica sono spariti lo stesso giorno in cui sei sparito tu!” lo accusò, fremente di rabbia e di dolore.

    “Beatrice, io non ero in condizioni di capire nulla... E sia tua madre che Andrea hanno impedito a Pietro e agli altri di avvicinarsi a Campo Real... Nessuno sapeva darci informazioni precise sui tuoi movimenti. Sono ricorso all'avvocato Manera ma anche lui ha ritenuto necessario ritardare le spiegazioni... Signor Nicola, vi prego, dite a mia moglie come si sono svolti veramente i fatti!”

    L'avvocato prese le mani della donna tra le sue: “Beatrice, ciò che dice Juan è la verità. Non ti abbiamo detto nulla perché volevamo attendere si rimettesse completamente, non potevamo correre rischi... Andrea cerca vendetta per qualcosa che non è accaduto se non nelle intenzioni di Anna. Non era prudente agire finché Juan non fosse completamente guarito.”

    La ragazza si voltò verso Juan: “Cosa provi per Anna...” chiese in un sussurro.

    L'uomo le si avvicinò e la guardò dritta negli occhi: “Da quando ti ho conosciuto sei stata l'unica donna ad occupare i miei pensieri ed il mio cuore. Non c'è spazio per nessun'altra...”

    Un forte colpo alla porta li fece trasalire.

    “Aprite immediatamente: abbiamo un mandato di arresto contro Juan del Diablo!" sbraitò una delle guardie che circondavano la casa dell'avvocato.

    ~ ~ ~

    “Juan!” gridò Beatrice.

    “Signor Nicola...” le fece eco il marito.

    “Vi prego, state calmi. Andrò io a parlare coi gendarmi,” disse l'avvocato tentando di nascondere la propria agitazione.

    “Avvocato, questo è un tranello degli Aleardi, ne sono sicuro! Non posso permettere che mi vedano! Devo trovare subito il modo di uscire di qui!” esclamò Juan. Non riusciva a capacitarsi: proprio adesso che aveva ritrovato la sua sposa! Maledetto il giorno in cui aveva deciso di fidarsi di Andrea!

    “Signor Nicola, che dobbiamo fare...?” Beatrice era spaventata. Perché la sorte si accaniva contro di loro...? “Non possiamo lasciare che arrestino Juan,” disse, il cuore che le batteva a mille. “Possono davvero entrare qui senza il vostro permesso...?”

    “Se la casa è circondata non abbiamo speranze... Non ci sono vie di uscita nascoste. Potrebbero addirittura usare le armi da fuoco se Juan tentasse di scappare...” mormorò il legale, accorato. “Devo andare a parlare con le guardie e sapere perché vogliono catturarti,” concluse.

    “Ma questo è inaudito! Non permetterò che ti portino via!!” disse Beatrice avvicinandosi al suo sposo e abbracciandolo forte.

    “Amore mio...” Juan cercò di mantenersi razionale. Fosse dipeso da lui, avrebbe tentato la fuga ma non voleva che succedesse qualcosa a sua moglie o all'avvocato. “Signor Nicola, mi affido a voi. Vi aspetto qui con mia moglie,” disse infine, lo sguardo fiducioso rivolto verso l'amico di sempre.

    ~ ~ ~

    “Cosa sta succedendo qui?” chiese imperioso l'anziano legale appena varcato l'uscio della sua abitazione.

    “Juan del Diablo si trova presso di voi?” intervenne il comandante dell'operazione con lo stesso tono.

    “Vi ho chiesto perché abbiate circondato la mia casa! Con quale accusa intendete trattenere il signor Aleardi?” continuò Nicola Manera, sottolineando il cognome di cui ancora si avvaleva il suo protetto.

    “Abbiamo un mandato di cattura per contrabbando con l'ordine di condurre il signor Juan Aleardi dal capitano Leopardi. Il signor Aleardi è stato visto entrare in casa vostra usufruendo della porta di servizio,” rispose concitamente l'ufficiale.

    L'avvocato Manera valutò la situazione in pochi secondi: “Capisco. Non ho visto Juan. Vado a sincerarmi che sia in casa mia. Aspettate qui,” ordinò alle guardie.

    Il comandante lo fulminò con lo sguardo: “Avvocato, non credo debba ricordarvi che collaborare con la giustizia sia dovere di ogni cittadino,” sentenziò con tono minaccioso.

    Ma il vecchio legale non lo ascoltava nemmeno. Aprì la porta d'ingresso e la richiuse con prontezza alle sue spalle.

    ~ ~ ~

    I volti dei due giovani esprimevano una preoccupazione più o meno celata.

    “Juan,” disse Manera rivolgendosi al suo amico “sembra abbiano un mandato di cattura per contrabbando. Sono incaricati di portarti di fronte al capitano Leopardi.”

    Juan si irrigidì. “È una trappola, avvocato! Sono sicuro di aver distrutto tutte le carte compromettenti che concernevano la mia vita passata. Deve trattarsi di un tranello degli Aleardi, oppure dei Sánchez! Andrea non solo vuole togliermi il cognome e l'eredità, vuole rovinarmi, separarmi da Beatrice!” esclamò con fervore.

    “Sono pronti ad usare la forza, Juan. A mio parere non resta che andare dal capitano Leopardi ed esaminare tutti i capi d'accusa. Non dovrebbe essere difficile provare si tratti di una trappola se questo fosse il caso...”

    Juan volse lo sguardo verso Beatrice per poi posarlo nuovamente sull'anziano amico: “Mi accompagnerete, non è vero? Non possono avere nulla di concreto contro di me: sono sempre stato attento, questo lo sapete bene.”

    Beatrice era impietrita. Non voleva che imprigionassero Juan, colpevole o innocente che fosse! Aveva un passato da contrabbandiere perché privato del legittimo cognome! “Andrò io a parlare con Andrea! È colpa sua se ti trovi in questa situazione!” affermò decisa.

    “Beatrice, non voglio che ti accada nulla! Avvocato, sono pronto a venire con voi. No, cara... lasciami fare,” disse alla ragazza che stava per protestare. “Non so cosa succederà, signor Nicola. In ogni caso abbiate cura di mia moglie e contattate i miei uomini. Non intendo passare più di qualche giorno in prigione: sono certo che potrete smontare quest'accusa,” dichiarò Juan con fermezza stringendo Beatrice più forte ancora.



    Quel pomeriggio

    “Signor Andrea, la signora Beatrice è venuta a visitarvi,” disse Renata rivolgendosi al giovane padrone. Erano da poco arrivati a San Paolo: stavano viaggiando assieme alla signora Sofia ed altri servitori quando era giunta loro la voce di sommosse nelle vicinanze del carcere. Pareva che il signor Juan fosse stato arrestato dalle guardie del capitano Leopardi.


    Andrea fermò il bicchiere a mezz'aria. Aveva quasi terminato la bottiglia di liquore. Non voleva che Beatrice lo vedesse in quello stato ma, d'altra parte, aveva bisogno di parlarle: “Falla passare. Ma non dire niente a mia madre!” ordinò alla cameriera in tono grave.

    Beatrice chiuse la porta dietro di sé. Non perse tempo in convenevoli: “Oggi sono venuti i gendarmi dall'avvocato Manera per arrestare Juan. Voglio che la denuncia di contrabbando venga ritirata immediatamente... sai benissimo che Juan è una vittima in questa storia! Come puoi fargli questo? Non pensi alla nostra famiglia?”

    Andrea si alzò lentamente, un sorrisino beffardo in volto. Raggiunse Beatrice e le si parò davanti: “Strane parole, le tue. Credo che i primi a non aver pensato alla "famiglia" siano stati i nostri rispettivi coniugi, non trovi?”

    “Non crederai che Juan ed Anna siano amanti? Juan mi ha garantito che non c'è stato nulla tra loro e io mi fido di lui!”

    “Sei un'ingenua, cara Beatrice! Un uomo dal passato come quello di Juan... Pensavi veramente potesse cambiare?”

    “E tu sei ingiusto Andrea! Non sappiamo come siano andate realmente le cose ma io conosco mio marito. E, in fondo, lo conosci anche tu. Perché non parli con Anna? Sono certa debba esserci una spiegazione. Comunque non tollererò che accusiate Juan ingiustamente!”

    “Ingiustamente, dici? Hai forse volutamente cancellato dalla memoria il suo passato? Beh, ti do un consiglio: non farti raggirare come ho fatto io. Quel delinquente ci sa fare bene, soprattutto con le donne...” esclamò il giovane accigliandosi, le nocche bianche a furia di stringere forte il bicchiere che teneva ancora in mano.

    “Andrea,” supplicò Beatrice. “Non te l'ho mai detto, ma ho sofferto molto quando tu hai rotto il nostro compromesso...”

    L'uomo sobbalzò. Beatrice approfittò di quel momento di debolezza: “Ho pensato che sposando Juan potessi avere anch'io la mia parte di felicità. Ti prego di non ostacolarmi ancora una volta...”

    “È proprio per questo, Beatrice, che voglio mettere fine a questa vicenda una volta per tutte. Juan non è il marito adatto a te. Quando gli verrà tolto il cognome Aleardi – e, credimi, oramai si tratta di giorni – tu non sarai più legalmente sposata con lui. Ufficialmente non sarai mai stata sposata!”

    Beatrice impallidì. Non aveva pensato ad una conseguenza del genere!

    “Non puoi farmi questo! Non puoi sempre giocare con la mia vita!” gridò, arrabbiata come mai.

    “Un giorno mi ringrazierai, Beatrice. Presto capirai che tipo di furfante hai sposato!”

    “Ti ricordo che tutto è accaduto perché tu non hai tenuto fede alle tue promesse! Adesso, invece, credi solamente a ciò che ti conviene!”

    “Mi conviene, dici, MI CONVIENE?” rispose il giovane alterandosi. “Mi conviene pensare di aver sposato una sgualdrina ed aver dato fiducia ad un uomo che si è spacciato per mio fratello? Ti rendi conto di ciò che dici...?”

    “Non si è 'spacciato', lui è tuo fratello, che ti piaccia o no! E io farò qualunque cosa per farlo uscire di prigione... perché sono sicura gli abbiate teso un tranello!”

    Andrea non rispose per un lungo momento. Si voltò poi verso la cognata: “Nessun tranello. Juan ha un passato da contrabbandiere, è cosa risaputa. Verrà presto privato del nostro cognome grazie alla lettera in cui mio padre lo disconosce come figlio... tu non potrai fare assolutamente nulla per impedirlo.”

    Beatrice sostenne lo sguardo dell'uomo: “Non credo ad una sola parola, Andrea. È molto comodo che quella lettera venga fuori solo adesso, non credi...? Ma sono sicura che l'avvocato Manera saprà far luce sulla verità,” disse decisa.

    “Non mi interessa quello che credete. La verità è questa: mio padre al tempo aveva scritto una lettera ai nostri legali di Città del Messico per mettere a tacere le voci sulla sua presunta paternità. Per una ragione che non conosco decise poi di non servirsene ma adesso, con quello che è successo, non posso né voglio fare a meno di usarla! D'altra parte farò in modo che Juan venga scarcerato perché l'unica maniera per me di lavare l'affronto subìto è sfidarlo a duello!”

    La giovane rimase a bocca aperta: “Stai scherzando? I duelli sono proibiti dalla legge!”

    “Non scherzo affatto. Sarà mia premura assicurarmi che Juan esca presto di galera per poterlo uccidere con le mie mani!” urlò il ragazzo tirando il bicchiere contro la parete.

    Beatrice lo guardò con malcelata pena: “Non ti riconosco più, Andrea. Vedo che non c'è verso di farti ragionare. Sia ben chiara una cosa: niente e nessuno mi impedirà di ricongiungermi con Juan.” Si eresse in tutta la sua altezza e lasciò la stanza senza dare al cugino l'opportunità di contraddirla.

    ~ ~ ~

    “Madre!”

    Sofia sussultò, spaventata dal tono col quale Andrea le si era rivolto.

    “Madre! Siete stata voi a far arrestare Juan, non è vero?”

    “Andrea, come puoi pensare una cosa del genere? Io...”

    “Vi avevo già avvertito una volta di smetterla coi vostri intrighi!” gridò il giovane interrompendo la donna con un gesto brusco della mano. “Qualunque cosa abbiate fatto sappiate non servirà ad evitare che sfidi a duello quel farabutto! Vi proibisco, avete sentito madre, vi proibisco di intromettervi ulteriormente in questa faccenda e nell'intera vita mia privata!!”

    Detto questo, si allontanò sbattendo con forza la porta del salotto, la madre che lo osservava con una gravissima espressione in viso.

    Edited by ipazia2010 - 9/2/2020, 11:43 PM
     
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    , ❤️❤️ e poi....
     
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    Ciao Mara, provo a postare più tardi... sto rivedendo il seguito per non rivelare troppo presto chi sia l'assassino di Basilio ;)
     
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    Qualche tempo dopo

    Alberto sorrideva sornione. L'arresto di Juan del Diablo aveva sollevato non pochi tumulti in paese, ma le rivolte della povera gente erano state messe a tacere grazie al pronto intervento delle guardie del capitano Leopardi. L'accusa di contrabbando era stata facilmente smontata dall'avvocato Manera. Tuttavia quella di omicidio volontario sarebbe stata molto più difficile da difendere. Juan era stato difatti accusato dell'assassinio di Basilio González, il vecchio amministratore di Campo Real. Pareva infatti che quest'ultimo lo ricattasse per aver tentato di sedurre la moglie del signor Andrea Aleardi della Valle.

    Molto denaro era stato speso, ma questo non aveva costituito un problema. Sofia sapeva essere generosa quando c'era di mezzo il figlio. Castaldo aveva dovuto cambiare i piani in tutta fretta, tuttavia il risultato era stato lo stesso. Disponevano ora di larghi mezzi: bisognava solo far sì che Juan rimanesse in carcere per evitare che Andrea lo sfidasse a duello.

    ~ ~ ~

    L'avvocato Manera osservava il gradevole ambiente dove la signora Caterina l'aveva accolto. Chissà perché, pensava sempre prima a Caterina e poi a Francisco: in realtà l'ospite per tradizione era il padrone di casa. Ma la signora Caterina era talmente formidabile che ci si dimenticava facilmente dell'esistenza del marito. Per questo adesso provava pena per quella donna: pareva l'ombra di se stessa, gli occhi cerchiati come se non dormisse da molto tempo. Non era da lei. Ma come non capirla... Anche lui non riusciva a chiudere occhio la notte per via della situazione in cui si trovava Juan. Era quello il motivo dell'invito: anche Beatrice era presente. Tutti insieme stavano cercando una soluzione che pareva essere tanto più lontana quanti più tentativi facessero per trovare un appiglio, una opportunità a cui aggrapparsi.

    “Dunque Andrea ha detto che la lettera di José era indirizzata allo studio legale della capitale,” domandò infine a Beatrice che gli sedeva accanto, intenta a versargli della cioccolata calda nell'elegante tazzina dai bordi dorati.

    “Sì. Ha detto che mio zio scrisse quella lettera a suo tempo per mettere a tacere le voci sulla sua presunta paternità, testuali parole. Andrea insiste nell'affermare si tratti della verità: ha aggiunto che lo zio non se ne servì più, ma che lui, ovviamente, adesso intende sfruttarla...”

    “Questa è una cosa molto strana,” intervenne l'avvocato. “Sono sicuro che José avrebbe chiesto il mio parere su una questione così delicata. Ero io il suo legale nonché amministratore di Campo Real ai tempi... si serviva dello studio di Città del Messico solo per pratiche che esulavano la mia competenza. No, c'è qualcosa che non quadra. Ammetto che il mio amico fosse titubante a riconoscere Juan, ma mi era sembrato che i suoi sentimenti stessero cambiando... tanto è vero che lo avevo quasi convinto a far venire Juan alla tenuta. Poi, purtroppo, è caduto da cavallo ed è morto... Ma sono sicuro che prima di contattare Città del Messico avrebbe parlato con me.”

    “State dunque dicendo che quella lettera è un falso, avvocato?” chiese la contessa.

    “Tutto è possibile, signora Caterina. Ho già chiesto una perizia grafologica, spero venga accordata. Ci sono troppi punti oscuri in questa vicenda... come se più persone stessero tramando contro Juan.”

    Beatrice sussultò. Suo padre si interpose: “Avvocato, così spaventate mia figlia! Non vi sembra di esagerare?”

    “Padre, vi ringrazio, ma credo sia meglio vagliare tutte le possibilità,” esclamò la giovane ricambiando lo sguardo pieno di intelligenza del legale.

    “Difatti è così,” disse questi. “L'unica maniera per aiutare Juan è individuare i suoi nemici. Cui prodest? Perdonatemi se mi permetto, ma l'intera vostra famiglia temeva il mio protetto per via dell'eredità!! Veniamo alla lettera che Basilio ha fatto scrivere in doppia copia, quella che menzionava l'adulterio. Non che affermasse la verità,” si affrettò ad aggiungere notando il disagio dei conti seduti di fronte a lui, “l'ipotesi più probabile è che Basilio volesse rientrare nelle grazie di Andrea rivelandogli il presunto tradimento di sua moglie: grazie alla testimonianza di Luana sappiamo fu testimone di una scena abbastanza compromettente per Anna. Temendo di non essere creduto, avrebbe potuto organizzare l'incontro tra Juan e sua cognata premurandosi di avvertire Andrea...”

    “Perché due copie di quella lettera? Non ha senso, se ci si pensa bene...” ponderò Francisco.

    “Io credo che Basilio avesse inizialmente scritto a Castaldo per tutelarsi: forse temeva per la propria incolumità. Immagino volesse tenere la copia della lettera per sé nell'eventualità di servirsene in un secondo momento così come è stato. Tuttavia esiste anche un'altra possibilità: forse Basilio agiva per conto di terze persone...” suggerì Manera corrugando la fronte nel tentativo di riordinare i pensieri confusi che si affacciavano con prepotenza nella sua mente.

    “Intendete dire che qualcuno abbia architettato tutto questo con lo scopo di far ricadere la colpa su mio marito...?” lo interruppe Beatrice, che aveva compreso la preoccupazione dell'anziano amico.

    Egli soppesò le parole con cura: “Non è da escludere che Castaldo si sia servito di Basilio per ricattare Andrea in cambio del silenzio sulla condotta di Anna. Quel mascalzone potrebbe aver suggerito al compare di tastare il terreno con Andrea facendogli consegnare la lettera che accusava il fratello e la moglie di infedeltà, nella speranza di estorcergli denaro. Non è certo nuovo a simili imprese. E se avesse fatto sorvegliare vostro cugino...?!

    Provate ad immaginare la scena. Castaldo ordina ai suoi subalterni di tener d'occhio Andrea negli attimi in cui quest'ultimo viene messo al corrente della supposta tresca amorosa; è anzi possibile che se ne occupi personalmente oppure incarichi lo stesso Alberto, con il quale sembra aver stretto i rapporti negli ultimi tempi: non dimenticate che Alberto si trovava nelle vicinanze dello studiolo quel giorno. Forse quei due si aspettavano una reazione più guardinga da parte di Andrea, immaginandolo disposto ad elargire una grossa somma di denaro per comprare il silenzio di Basilio ed evitare così uno scandalo. Quando si rendono conto che Andrea non ha alcuna intenzione di pagare e, anzi, lo vedono afferrare una pistola, capiscono di dover uccidere Basilio prima che possa rivelare il loro coinvolgimento nel fallito tentativo di ricatto... approfittando della presenza di Juan sul luogo del delitto per accusarlo dello stesso...!”

    “Avvocato, non crederete che un gentiluomo come Alberto possa avere qualcosa a che fare con questa faccenda...!!” esclamò Caterina con aria scandalizzata.

    Beatrice si voltò verso il signor Nicola. Lo sguardo che gli lanciò era eloquente: pensare che i suoi genitori volevano maritarla con quell'uomo....!

    “Signora Caterina... dobbiamo esaminare ogni circostanza. Non possiamo escludere le cose siano andate proprio in questo modo: una volta appurata la reazione di Andrea, Alberto o Castaldo avrebbero avuto il tempo di sopraffare Basilio prima che Juan ed Anna fossero giunti al suo cospetto... ricordate che potevano avvalersi dei cagnotti del postribolo: forse Basilio era sorvegliato già da tempo... sarebbe bastato un cenno ad uno di quei farabutti per farlo togliere di mezzo,” spiegò l'avvocato dando concretezza ad uno degli scenari che più lo convincevano. Castaldo non avrebbe agito da solo contro famiglie potenti quali i Sánchez e gli Aleardi, ma con l'appoggio di Alberto che poteva vantare amicizie molto influenti... Sì, era un'ipotesi valida. Tuttavia egli propendeva per un'altra soluzione...

    Tirò un lungo respiro prima di continuare: “Potrebbe darsi che qualcuno abbia ucciso Basilio senza sapere del tranello da lui teso a Juan ed Anna... Quel mascalzone era sicuramente a conoscenza di molti segreti scomodi. Anche in questo caso quella persona si è ben preoccupata di far ricadere ogni colpa su Juan...”

    “Ma se così fosse potrebbero essere tutti colpevoli!” interloquì Francisco.

    Il signor Nicola decise di giocare a carte scoperte: “È proprio questo che mi preoccupa. Se posso parlare liberamente – e abbiamo convenuto sia necessario per venire a capo di questa situazione drammatica - per quanto riguarda l'assassinio, sia Sofia sia i Sánchez avevano un movente: non volevano dividere l'eredità degli Aleardi... Perché non ricorrere all'ex amministratore per escogitare un piano che potesse danneggiare Juan...? Conoscendo Basilio, niente gli avrebbe impedito di giocare sporco e trascinare anche Anna nel ricatto...!”

    “Adesso affermate che siano mia sorella oppure mia cugina ad essere coinvolte in un omicidio?!? È semplicemente inaudito!” esclamò la contessa, indignata.

    “Forse non fino a tanto... tuttavia vostra cugina aveva tutto l'interesse a far arrestare Juan per contrabbando: doveva evitare che il figlio lo sfidasse a duello. Non possiamo certamente negare che qualcuno desideri che Juan rimanga in carcere per un delitto che non ha commesso... ed in questo momento c'è solo una persona che lo odia tanto da desiderare la sua morte.”

    “Andrea...!! Ma se mi ha detto lui stesso che vuole far scarcerare Juan per sfidarlo a duello!”

    “Non dovete credere a tutto ciò che vi dicono, Beatrice. Di fatto, Andrea non ha ancora fatto nulla per far uscire Juan di prigione. ”

    “Avvocato, quello che dite è impossibile. Conosco mio nipote, non sarebbe capace di azioni tanto ignobili...”

    “Signor Francisco, quando un uomo è stato ferito come Andrea Aleardi non di rado perde la ragione. Mettetevi nei suoi panni: crede di essere stato tradito dalla moglie e dal fratello che aveva appena riconosciuto. Costretto poi a riprendersi la consorte in casa a causa delle pressioni esercitate sia dalla signora Sofia che dai consuoceri, consapevole che il matrimonio sia un vincolo indissolubile... Mi viene facile immaginare la sua voglia di rivalsa. Ovviamente non penso sia coinvolto nell'omicidio proprio perché non aveva allora motivo di dubitare di Anna e di Juan... Ma certamente adesso il suo desiderio di vendetta deve essere forte. Forse fino al punto di accusare il fratello del delitto pur sapendolo innocente.”

    “Pensate dunque che la storia del divorzio sia vera?” chiese Caterina, ancora furente per le accuse rivolte alla sua famiglia: “Dicono che Andrea voglia presentare una proposta di legge per separarsi da Anna...”
    Non aveva il coraggio di domandarlo alla sorella: vivevano come reclusi oramai per la vergogna! Non che Antonia incoraggiasse i rapporti fra le due famiglie: loro, i conti di Altomonte e di Aranda, venivano oramai trattati come appestati... e tutto per colpa di quel disgraziato di suo genero, checché ne dicesse l'avvocato! L'unica loro speranza era che Juan venisse riabilitato, nonostante il disprezzo che provava nei suoi confronti...

    “Non mi meraviglierei se Andrea stesse considerando l'ipotesi di divorziare... perlomeno si dice che nonostante abbia permesso che Anna rientrasse a Campo Real si comporti come se lei non esistesse... nello stato in cui si trova tutto è possibile,” concluse il legale.

    “Insomma, non siamo venuti a capo di molto,” riassunse Beatrice con aria sconsolata. “Tutti sembrano aver avuto un movente valido per uccidere Basilio... e le accuse contro Juan potrebbero essere state architettate da Castaldo per vendetta, da Alberto Carrara per far soldi facili, da zia Sofia o dallo stesso Andrea per odio... odio... questa è la cosa peggiore... tutto questo odio...” Gli occhi le si offuscarono di lacrime sebbene cercasse con ogni sforzo di trattenere il groviglio di emozioni che le ribolliva dentro.

    Nicola Manera posò la mano sul braccio della giovane: “Dobbiamo considerare i fatti se vogliamo aiutare Juan. Per quanto riguarda l'assassinio, io penso che solo Castaldo potesse trarne vantaggio... Basilio era a conoscenza dei molti loschi traffici del postribolo. Tuttavia quei due hanno sempre lavorato in combutta. A me desta sospetto la presenza di tutti questi documenti che sono venuti fuori contro Juan: la lettera di José, il testamento che non menziona i figli quali eredi... Il contenuto di queste carte non collima col ricordo che ho io del mio amico. Forse qualcuno ha eliminato Basilio perché sapeva qualcosa al riguardo? Su questo dobbiamo lavorare,” concluse l'anziano legale senza rivelare di aver già preso accordi con gli uomini di Juan in merito.

    ~ ~ ~

    Fu Beatrice ad accompagnarlo alla porta più tardi: “Signor Nicola,” disse a bassa voce per non farsi sentire dai genitori, “ho scritto a Juan: potreste consegnargli questa busta?”

    La giovane oramai aveva perso le speranze di poter essere ammessa in carcere. Gli ordini di Andrea e della zia Sofia erano stati categorici: ogni visita le era interdetta.

    “Non siete riuscita a contattare la madre superiora?” domandò l'avvocato. Sapeva che Beatrice aveva chiesto l'aiuto delle suore per riuscire a vedere il marito, magari con la scusa di portar da mangiare ai carcerati.

    “Sì. Ho proposto di recarmi al carcere con loro ma ho bisogno di un vestito da novizia... non devono riconoscermi,” gli confidò in un sussurro. “Sto aspettando una risposta. Vi prego avvocato, fate tutto il possibile per aiutare mio marito: lui è innocente!”

    “Non temere cara,” rispose l'uomo dandole del tu come faceva col suo protetto. “Sai che ti considero una figlia al pari di Juan. Dobbiamo continuare a tenere gli occhi aperti, soprattutto non fidarti di nessuno. Mi capisci, vero?”

    La ragazza annuì, seria in volto.

    ~ ~ ~

    Juan era stanco. Stanco di essere sempre l'ultimo, stanco degli innumerevoli sotterfugi a cui aveva fatto ricorso durante la sua vita. Sembrava che tutto si fosse magicamente risolto quell'anno: il ritrovamento del fratello, il matrimonio con Beatrice, nuove possibilità... Era forse chiedere troppo...? Era davvero nato sotto una cattiva stella?

    Sospirò. La cella in cui si trovava era angusta, senza nemmeno una finestra. Non si poteva certo dire che il capitano Leopardi lo trattasse coi guanti... quanto doveva godere della sua sfortuna! Leopardi era un funzionario corrotto fino al midollo, ma purtroppo nel suo paese quella era considerata la normalità... Lo aveva sperimentato più volte sulla sua pelle.

    Che amarezza, pensò. Non era da lui essere così pessimista. Sentiva che le forze lo stavano abbandonando. Era stanco di lottare sempre. Tuttavia non aveva mai abbandonato il campo di battaglia... troppa gente dipendeva da lui. Non avrebbe mai smesso di combattere per la giustizia. Soprattutto adesso che aveva sposato la sua donna.

    Beatrice...

    Aveva chiesto all'avvocato novità sulla domanda di annullamento del matrimonio che la moglie aveva presentato a suo tempo. Quel pensiero era una continua spina nel fianco: gli avevano tolto il cognome, dunque ufficialmente la loro unione non era più valida. Se questo fatto fosse stato avallato anche dalla Chiesa... No, non doveva pensarci. Beatrice lo amava.

    E, ora che il piano per la sua fuga stava per essere completato, l'avrebbe certamente rivista presto.

    Edited by ipazia2010 - 7/4/2019, 12:22 AM
     
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    Gli uomini di Juan erano riuniti nella taverna del Guercio.

    “Ci sono ancora le spie di Leopardi là fuori, Guercio?” domandò Pietro.

    Facundo si affacciò per chiudere la finestra. “Sì,” rispose avendo cura di non farsi udire all'esterno. “Si trovano ancora qui: fingono di vendere della merce. Siamo sorvegliati 24 ore su 24. Non mi aspetterei meno da quei farabutti...!”

    “Poco importa, abbiamo anche noi la nostra spia,” intervenne Edoardo. “Il fratello di Gioacchino non è sotto sorveglianza ed è riuscito a contattare uno degli uomini che porta il cibo ai carcerati, proprio come ci ha incaricato Juan. Si chiama Pablo: è disposto ad aiutarci in cambio del denaro pattuito. Ovviamente dobbiamo occuparci di farlo poi imbarcare per far perdere le sue tracce: desidera raggiungere la sorella all'estero.”

    “Non è affatto un problema. Molti odiano il capitano Leopardi e sono disposti a darci una mano: è successo tante volte!” rammentò Pietro. “Quella è la parte più facile. Dobbiamo invece calcolare i tempi alla perfezione dal momento in cui Pablo lascerà la cella aperta dopo aver servito la cena. Ci sono solo tre uomini di guardia la sera: basterà farli ubriacare. Ho già appurato i turni, interverremo quando lavorano i tre fratelli Vargas: sono quelli più tonti e dediti ai vizi. Rosa ci darà una mano...”

    “Non sarà rischioso? Rosa lavora qui alla taverna...” ragionò Facundo.

    “Sì, ma uno dei fratelli ha perso la testa per lei... Nessuno lo sa, non lo va certo a dire in giro! Ma Rosa è molto bella... E quei tre sono sensibili sia al fascino femminile che a quello dell'alcol!”

    “Rimane la parte più difficile: come intrattenere il capitano Leopardi?” chiese Edoardo, meditabondo.

    “Ci penserò io,” asserì Serafino.

    “Tu?” esclamarono gli altri all'unisono.

    “Sì. La signora Beatrice mi ha contattato. Si è ricordata che anche io frequento di tanto in tanto la scuola delle suore e siamo riusciti ad incontrarci più volte. Ha escogitato un piano per liberare Juan.”

    ~ ~ ~

    “È rischioso, ma mi sembra un buon piano,” approvò Edoardo dopo che Serafino aveva illustrato l'idea della signora Beatrice.

    “L'avvocato Manera ne è al corrente?” si intromise Pietro.

    “Non credo. La signora Beatrice mi ha raccomandato di non dirglielo: ha paura che il signor Nicola possa impedirle di agire,” rivelò Serafino.

    “Non se ne parla assolutamente. Bisogna che avvertiamo l'avvocato. D'altronde non è possibile agire senza rischi: a me comunque l'idea piace. Ci saremo tutti noi a proteggere la signora e anche te, Serafino,” esclamò Pietro.

    “Sicuro che la tua condizione non ti sia d'impiccio?” chiese Edoardo al ragazzo, ancora claudicante.

    “No,” rispose questi. “La mia mansione sarà semplicemente quella di accompagnatore. Il capitano Leopardi non mi teme proprio per via della mia infermità...”

    “E sia. Andrò io a parlare con l'avvocato. Siamo a fine mese, lo contatterò come d'abitudine per la contabilità della taverna. Anche se verrò seguito, non desterò sospetti recandomi allo studio legale coi registri da compilare!” disse il Guercio con fare deciso nell'approvazione generale.


    Il giorno dopo

    L'avvocato Manera non era per nulla contento. Il piano di Beatrice non era affatto sicuro, tuttavia doveva ammettere che fosse il più attuabile. Più ci pensava, meno gli piaceva: tutti avrebbero corso seri pericoli, soprattutto la ragazza. Per questo non doveva farne parola con Juan. D'altra parte non pareva esserci alcun'altra possibilità...

    Si alzò dalla poltrona, prese cappello e bastone e si diresse verso il carcere.

    ~ ~ ~

    “Signor Aleardi,” esclamò il capitano Leopardi con deferenza. “Quale onore... Come posso aiutarvi?”

    “Voglio vedere Juan del Diablo. Da solo,” disse Andrea, severo ed autoritario.

    ~ ~ ~

    Un lampo di sorpresa attraversò gli occhi di Juan: “Dunque hai il coraggio di farti vedere... Che cosa vuoi? Sono certo che non sia venuto per una semplice visita di cortesia,” disse beffardo al fratello.

    “Sono venuto a sincerarmi che non esca mai più di qui... Questa cella sarà la tua tomba. Anche perché, se così non fosse, non esiterei a spararti ancora... senza sbagliare mira stavolta!”

    “Dovrei forse esserti riconoscente?” lo canzonò amaramente Juan. “Per avermi risparmiato la vita senza che abbia fatto niente? Quando vorrai capire che tra me e Anna non è successo nulla? Basilio cercava solamente un modo per far soldi!”

    “Silenzio!” urlò Andrea. “Non riuscirai ad ingannarmi nuovamente. Sono venuto a dirti che divorzierò da Anna per sposare Beatrice mentre tu passerai la vita a putrefare in carcere come meriti!”

    Juan impallidì. “Lascia Beatrice fuori da questa faccenda o quanto è vero Iddio farò in modo di fartela pagare...!” disse minaccioso.

    Andrea sorrise: “E come, visto che non uscirai mai più da qui? Non illuderti: ho appoggi influenti e non mi sarà difficile ottenere tutto ciò che voglio. Beatrice inclusa!” incalzò dilenguandosi silenziosamente nell'ombra.

    ~ ~ ~

    Anche l'avvocato Manera si era recato in visita da Juan. Capì subito dal volto del giovane che qualcosa doveva essere successo.

    “Signor Nicola,” disse Juan prima che l'altro potesse aprir bocca, “Beatrice ha ritirato la richiesta di annullamento del nostro matrimonio?”

    L'anziano legale lo guardò sorpreso. Aveva pensato ad un altro genere di complicazioni... “Beh, le pratiche sono ferme,” rispose. “Non ne abbiamo più parlato dopo il tuo arresto.”

    “Dovete assolutamente chiedere a Beatrice di ritirare la domanda! Andrea è venuto qui a dirmi che intende divorziare da Anna per sposare mia moglie!!”

    Manera sobbalzò: “Non posso crederci! Ha detto proprio questo?!” Ma che diavolo era successo a quel ragazzo... aveva forse perso la ragione?!

    “Vuole la mia rovina, non lo capite? Vuole ferirmi, vedermi morto!!” disse Juan, amareggiato come non mai.

    “Calmati adesso. Sai che Beatrice non accetterà mai...”

    “Potrebbero farle pressioni, avvocato... Bisogna che fugga immediatamente da qui!”

    “Proprio di questo venivo a parlarti,” gli confidò Manera abbassando la voce.

    ~ ~ ~

    Anna era rientrata alla tenuta di Campo Real. Il timore dello scandalo era stato più forte dell'odio che la zia Sofia nutriva nei suoi confronti. Finalmente anche suo padre aveva deciso di far valere le sue ragioni: il vero carattere di Rodolfo Sánchez si mostrava solo nei momenti di grande tensione. Non per niente era il generale che più godeva della fiducia del dittatore Porfirio Díaz.

    Tuttavia lei avrebbe preferito mille volte rimanere a San Paolo: tutti la trattavano con sufficienza alla tenuta, inclusi i camerieri! Con l'appoggio della zia, era evidente... Sofia l'avrebbe uccisa se solo avesse potuto...! Doveva ringraziare il papà se la zia teneva a freno la lingua tagliente e si era decisa a riaccoglierla in casa: tutto, pur di non macchiare il nome del casato!

    Anna ritrasse le lacrime: non serviva a niente piangere sulla sua sorte. Aveva intuito qualcosa di importante: la felicità non dipendeva né dal cognome né dalla posizione sociale, ma dall'essere veri con se stessi. Per questo ora doveva riflettere sul da farsi. Forse poteva approfittare del fatto che Andrea stesse in paese per contattare Mercedes. Sicuramente la ragazza aveva notizie di Juan.

    ~ ~ ~

    “Chi terrà impegnato Leopardi mentre Rosa si occupa delle guardie?” chiese Juan all'avvocato.

    Nicola Manera abbassò gli occhi. “Mi verrà in mente qualcosa... Per adesso l'importante è istruire Pablo a menadito affinché se ne vada alle 8 in punto giovedì dopo aver servito la cena, lasciando questa porta aperta. Abbiamo già organizzato la sua partenza un'ora dopo la tua fuga...”

    Juan fissò l'amico con attenzione: “Avvocato, non volete dirmi cosa pensate di fare con Leopardi, non è vero? Io non voglio che mettiate a repentaglio la vostra vita o quelle dei miei uomini: quella canaglia non esiterebbe ad ammazzarci tutti adducendo legittima difesa! Ditemi la verità: cosa avete in mente?”

    “Niente di cui devi preoccuparti Juan,” rispose evasivamente l'anziano legale, “sai che non rischierei la vita di nessuno. Leopardi esce alle 7.30 ogni sera per andare a cenare a casa sua e ci rimane all'incirca un'ora... Giovedì saranno di guardia solo i tre fratelli Vargas. Qualora ci fossero cambiamenti verrò qui e dirò che devo vederti. In questo modo Pablo non agirà e rimanderemo la tua fuga anche se poi dovremo trovare qualcun altro che ci dia una mano perché ovviamente la partenza di Pablo non si può rinviare...” In effetti era quello che avevano intenzione di fare... sebbene non potessero permettersi di perdere quell'occasione d'oro.

    “Non agite avventatamente... Preferisco rimanere in prigione più a lungo che rischiare la vita di chiunque di voi. Mi avete detto che avete una lettera per me da parte di Beatrice...?” chiese il giovane, speranzoso.

    “Eccola qui,” rispose l'amico porgendogliela attraverso le sbarre della cella.

    Juan l'afferrò gelosamente: “Vi ringrazio, signor Nicola. Vi prego poi di fare in modo di contattare Edoardo: abbiamo discusso molto sui possibili mandanti dell'omicidio di Basilio e vorrei che vi incontraste: la situazione è complicata ma credo di sapere dove e cosa incominciare a cercare...”

    Edited by ipazia2010 - 7/4/2019, 06:10 PM
     
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    Il giovedì

    Beatrice cercò Serafino nelle vicinanze del carcere come concordato. Questa volta l'aveva davvero combinata grossa: era praticamente uscita senza dire niente a nessuno. Si era premurata di far sapere alla mamma che era arrivato "quel periodo" del mese: le aveva detto di sentirsi poco bene e che sarebbe andata a riposare. Le capitava spesso, però altrettanto spesso Caterina saliva in camera sua a controllare. Fortunatamente Caterina era estremamente puntuale anche nei controlli, perché prima di cena c'era il rito dei pettegolezzi con la vicina di casa che non mancava mai di tenerla impegnata per meno di mezz'ora. Beatrice ne aveva approfittato per far entrare Angelica nella sua cameretta: la ragazza si era interamente avvolta nelle lenzuola fingendo di dormire così da non destare sospetti qualora la mamma fosse salita. Anche Angelica desiderava ardentemente aiutare Juan e non aveva esitato a prestarle il suo aiuto.

    Meno male che la vicina non disdegnava di parlare ancora con loro dopo lo scandalo dell'arresto di Juan, pensò. Se la situazione non fosse stata così tragica l'avrebbe paragonata alla volta che, disobbedendo ancora, si era trovata costretta a fuggire sul Satán...

    Serafino la riscosse dai suoi pensieri: “Ecco il capitano Leopardi!” disse sottovoce. Si trovavano di fronte la prigione, nascosti tra gli alberi del bosco. Gli uomini di Juan sarebbero venuti di lì a poco.

    Ad un cenno di Serafino, Beatrice si appiattì sul tronco di una grossa quercia in modo che nessuno potesse accorgersi della sua presenza. Seguirono con lo sguardo Leopardi allontanarsi verso la propria abitazione. Dieci minuti più tardi, videro Rosa avvicinarsi al carcere con una cassa di vino pregiato. Presero dunque la direzione del sentiero che portava alla casa del capitano della prigione.

    ~ ~ ~

    Manuel, il più giovane dei fratelli Vargas, arrossì fino alla radice dei capelli. Quella ragazza con la cassa di vino era Rosa, la locandiera che lavorava dal Guercio! Com'era bella... Di tanto in tanto andava alla taverna per vederla, felice quando lei gli sorrideva e lo guardava con quegli bellissimi occhi neri... Guai, però, a confessarlo ai suoi fratelli... Lo avrebbero sicuramente deriso!

    Rosa adesso pareva fissare proprio lui. Il cuore gli fece una capriola in petto: gli stava sorridendo! Consapevole degli sguardi dei fratelli però, si mise sull'attenti.

    “Non può passare di qui, è vietato,” disse Renato, il fratello maggiore.

    “Mi scusi, volevo salutare il signor Manuel: ci conosciamo di vista,” rispose Rosa con voce mielata.

    Il volto di Manuel divenne color porpora: “Io... Ehm...”

    “Sto andando a lavorare... Ho qui con me del costosissimo vino francese ed ho pensato che fosse più prudente passare dal carcere ove sapevo ci fossero ufficiali in servizio: ho un po' paura ad andare in giro da sola con tutta questa merce...” disse la giovane in tono suadente.

    “Il Guercio non doveva affidarvi un incarico così pericoloso!” non poté fare a meno di esclamare Manuel.

    “Avete ragione, ma sapete com'è... Perché non facciamo una cosa? Lascio la cassa qui e vado a vedere se trovo qualcuno che mi scorti alla taverna. Vi posso dare un paio di bottiglie come ringraziamento: il padrone non se la prenderà a male. Dice sempre che bisogna ingraziarsi il capitano Leopardi. Se lasciassi una bottiglia per voi e una per il capitano...?” disse Rosa, ben sapendo che quest'ultimo se ne fosse già andato.

    I tre si guardarono l'un l'altro. Stavano pensando esattamente la stessa cosa.

    “Va bene, lasciate pure la cassa qui. Vi aspetteremo ma dovete far presto: bisogna che torniate entro mezz'ora,” decise Renato pregustando il pregevole vino che avrebbero assaggiato prima che il capo facesse ritorno.

    ~ ~ ~

    “Dobbiamo andare, signora Beatrice,” mormorò Serafino alla giovane che gli stava accanto. Il capitano Leopardi doveva aver terminato la cena e presto sarebbe tornato in carcere per i controlli serali.

    Beatrice si fece forza. Pensò a Juan ed al piano di fuga che aveva ideato coi suoi uomini e con l'avvocato. Non poteva tirarsi indietro. Fece un lungo respiro e si diresse verso la casa di quell'ufficiale corrotto.

    ~ ~ ~

    La porta fu aperta da una giovanissima sguattera.

    “Voglio vedere il capitano Leopardi, per favore” chiese Beatrice cercando di domare il panico che sentiva dentro.

    “Un momento, signora” le rispose la ragazzina con una espressione di meraviglia sul volto.

    Il capitano venne immediatamente. Era già pronto per rientrare al lavoro. Si fermò sulla soglia di casa osservando sorpreso Beatrice e il ragazzo zoppo, uno dei tanti sventurati che faceva comunella con Juan del Diablo.

    “Vengo a supplicarvi, capitano: abbiate pietà,” disse la giovane frettolosamente. Non doveva lasciar tempo a quell'uomo di indovinare la reale motivazione per cui lei e Serafino si trovavano lì: “Sapete che sono stata al carcere altre volte ma mi è sempre stato impedito di vedere mio marito. Vi prego, vi supplico: sono una donna disperata. So che siete comprensivo: anche voi avete una moglie dopotutto. Concedetemi di vedere il mio sposo, solo un minuto...”

    “Signora, sapete che ho ricevuto l'ordine di precludervi le visite,” rispose il capitano.

    Che seccatura, pensava intanto. Nemmeno a casa lo lasciavano in pace! Però non poteva permettersi di essere sgarbato con la moglie di Juan del Diablo: era pur sempre una contessa... “Vi chiedo di essere ragionevole. Io devo solo fare il mio lavoro,” continuò, persuasivo.

    Beatrice sapeva che doveva dare a Juan il tempo necessario per fuggire. Bisognava guadagnare minuti preziosi ed impedire che il capitano rientrasse troppo presto in carcere. Si prostrò dunque di fronte a lui: “Sono disperata, signor Leopardi. Non so davvero cosa fare... Sono fuggita da casa per venire a parlarvi, ho incontrato Serafino in strada che si è offerto di accompagnarmi... Pensavo che venendo a casa vostra avremmo potuto parlare più liberamente... Abbiate pietà, ve ne prego... Io devo vedere Juan!” gridò singhiozzando. Non stava fingendo totalmente: sfogava emozioni troppo a lungo represse.

    Il capitano si fece scuro in volto. Ci mancava anche questa! Non sapeva mai come comportarsi con le donne isteriche, lui. C'era poi qualcosa che non lo convinceva... doveva immediatamente disfarsi di quei due e tornare alla prigione: “Aspettate, vado a chiamare mia moglie. Lei saprà come aiutarvi,” disse infine.

    ~ ~ ~

    Era in ritardo di almeno venti minuti, pensò seccato più tardi quando riuscì a liberarsi degli ospiti indesiderati. Quella signora non aveva fatto altro che frignare tutto il tempo pur di ottenere il suo scopo...! Sembrava veramente angustiata: doveva amare molto quel farabutto del marito!

    Tuttavia l'istinto gli diceva di affrettarsi. E lui era un uomo che si fidava sempre delle sue sensazioni.

    Cominciò a correre come un forsennato verso la prigione, uno strano timore in corpo.

    ~ ~ ~

    Ciò che vide appena arrivato rischiò di fargli venire un infarto: i tre gendarmi sdraiati a terra, ubriachi...! Si diresse alle prigioni, la pistola in pugno. Ma le celle erano vuote.

    “Maledizione!” urlò sbattendo a terra le chiavi delle celle, che erano state sottratte alle guardie alticce.
     
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    Giorni dopo

    Caterina era furente. Se non l'avesse tenuta sempre con sé dopo il parto, avrebbe avuto seri dubbi che Beatrice fosse sua figlia!

    “Sei una scriteriata, una insensata!! Come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere? Non ti importa disonorare il nome della nostra famiglia...?!”

    Beatrice guardò la madre, fingendo un'innocenza che era ben lungi dal provare: “Io non sapevo... non volevo...”

    “Vallo a spiegare al capitano Leopardi!! Mia figlia! Sospettata di aver aiutato un reo a fuggire dal carcere!”

    Beatrice si infuriò: Juan era innocente! Ma era meglio non contrastare la mamma quando era in quello stato: d'altronde aveva anche ragione...

    “Beatrice, non uscirai più da casa senza me o la mamma,” intervenne Francisco. “Comunque, Caterina, non crederai seriamente che una fanciulla di società possa rendersi complice di tale misfatto. Hai sentito cos'ha detto Beatrice: voleva solo convincere il capitano a lasciarle visitare il marito. Anche quel ragazzo zoppo sostiene di averla incontrata nel bosco mentre si recava al carcere, ed insieme hanno deciso di muovere il signor Leopardi a pietà. L'avvocato Manera dice che non abbiamo di che preoccuparci...”

    “Facile dire questo, per lui! È tutta colpa del suo protetto... da quando nostra figlia l'ha sposato sono cominciati i guai!”

    “Madre! Questo non è affatto vero!” negò Beatrice, indignata.

    “Zitta, tu! Non ti permetto di parlare: hai già combinato abbastanza guai! Penserò io a sorvegliarti d'ora in poi!” minacciò la contessa, formidabile nella sua furia.

    ~ ~ ~

    “... E dunque il Guercio, nonostante la mole, è riuscito ad avvicinarsi di soppiatto alle spie del capitano e dar loro una bella botta in testa!” esclamò Edoardo narrando per l'ennesima volta gli eventi della sera della fuga.

    Juan sorrise: “Una bella impresa davvero, Guercio! Mi sorprende sempre constatare con quanta agilità ti muova sebbene sia un omone grande e grosso! E senza nemmeno farti vedere...”

    “Beh, erano solo in due quella sera... e così mingherlini che nemmeno ci ho preso gusto! È stato più difficile scortare Pablo al porto... ma abbiamo pensato a tutto! L'ufficiale rimasto di guardia presso la casa di Edoardo ha dovuto lasciar andare Serafino quando è uscito per recarsi dalla signora Beatrice, così Edoardo si è lasciato seguire per mezzo paese mentre io assieme a Pietro abbiamo raggiunto gli altri al carcere... Tanti uomini si sono offerti di aiutarti, Juan. In molti odiano Leopardi!”

    “Uno dei figli del fruttivendolo del mercato ha avvertito il signor Nicola che le cose stavano procedendo secondo i piani. Ci siamo serviti di lui per non insospettire l'agente che sorveglia lo studio legale,” spiegò Pietro.

    Juan si rabbuiò: “Se penso al rischio che ha corso Beatrice.. Non me l'aspettavo davvero dall'avvocato Manera!!”

    “Ragiona, Juan” disse Edoardo. “La signora Beatrice non ha mai corso seri pericoli alla sua persona. L'unico vero rischio era essere accusata di aver coperto la tua fuga... Il signor Nicola l'ha istruita ben bene in proposito: lei continuerà a sostenere che non ne sapeva assolutamente nulla! La parola di un'aristocratica ha ancora il suo valore, lo sai bene...”

    “Sì che lo so, ma l'avvocato non doveva permettersi...”

    “Era l'unica maniera per essere sicuri che i tempi coincidessero,” affermò Pietro con fare deciso. “La signora Beatrice è una signora coraggiosa, una moglie degna di te!”

    Juan sentì il cuore riempirsi d'orgoglio: “Avete ragione. Ora dobbiamo pensare al da farsi: non potrò stare nascosto a lungo e voi non riuscirete ad eludere le guardie per sempre. Voglio che chiediate al figlio del fruttivendolo di studiare i movimenti di Umberto, il fratello di Anna.”

    “Sei sempre di quell'idea, Juan?” chiese Edoardo.

    “Sì. Sono sicuro sappia qualcosa delle carte che mi accusano: l'ho visto troppo spesso aggirarsi per Campo Real per parlare con la signora Sofia. Non c'è stato tempo di verificarlo. Adesso dobbiamo fare in fretta.”

    ~ ~ ~

    L'avvocato Manera ringraziò la sua buona stella: aveva più volte rischiato un infarto in quei giorni, e non solo per il trambusto causato dalla fuga dei detenuti...!

    Tutti, ovviamente, sospettavano che gli uomini di Juan vi fossero coinvolti. Tuttavia nessuno aveva visto nulla: non c'erano testimoni contro la gente di Juan del Diablo né si poteva accusare Beatrice di complicità. Adesso bisognava parlare col nuovo giudice che sarebbe arrivato in paese di lì a poco...

    Manera sperava ardentemente che si trattasse un uomo onesto e giusto, ma in cuor suo ne dubitava assai... la "normalità" era ben altra cosa, considerò pensieroso domandandosi ancora una volta perché avesse scelto una professione piena di insidie come la sua, pur conoscendo bene la risposta.

    ~ ~ ~

    “Alberto, dobbiamo fare qualcosa per Andrea: è inconcepibile che beva tutto il santo giorno!”

    “Portate pazienza, Sofia: la fuga di Juan è stata un duro colpo per lui. Non credo abbia abbandonato l'idea di sfidarlo a duello: starà sicuramente pensando al modo di farlo uscire allo scoperto per affrontarlo...”

    “Bisogna assolutamente impedirlo e voi dovete aiutarmi!” esclamò Sofia con voce strozzata.

    ~ ~ ~

    Anna si nascose dietro la portafinestra del salotto di Campo Real. Non voleva che la zia o Alberto la vedessero. Aveva tutta l'intenzione di scoprire la verità riguardo le accuse mosse a Juan... solo così poteva dimostrare che quelle a suo carico fossero totalmente prive di fondamento. Era certa che Basilio avesse confidato a qualcuno ciò che aveva visto la sera in cui si era recata da Juan.
    Chi poteva godere della fiducia di quel mascalzone, escludendo Roberto Castaldo...?

    ~ ~ ~

    “Dobbiamo mostrarci comprensivi con nostra figlia, Francisco” disse Caterina cercando di catturare l'attenzione del consorte.

    Era passato qualche giorno da quando Beatrice le aveva quasi causato un attacco di cuore. Si rivolse nuovamente al marito, seduto nella poltrona preferita della loro casa di San Paolo: “Ci ho pensato molto e credo che sia nostro dovere fare qualcosa per risolvere questa malaugurata situazione...”

    L'uomo le rivolse uno sguardo interrogativo. Aveva cenato piacevolmente: sperava ardentemente che le elucubrazioni di sua moglie non gli facessero venire i dolori di stomaco.

    “La richiesta di annullamento del matrimonio di Bea si trova ancora nelle mani del signor Nicola,” continuò la contessa in tono cospiratorio, “tuttavia potremo contattare Padre Domenico affinché affretti le pratiche necessarie allo scioglimento del sacramento. Se ci mostriamo comprensivi con lei, può darsi che finalmente nostra figlia riacquisti la ragione e capisca questa sia l'unica maniera per riabilitarci agli occhi della gente...” Ma guarda cosa toccava fare, pensò contrariata. Loro, i conti d'Altomonte e di Aranda, messi alla berlina per colpa di un losco criminale!

    Francisco stette in silenzio per alcuni minuti. Disse infine: “La recente visita di Andrea ha qualcosa a che fare con tutto questo, Caterina?”

    “Sì,” ammise la donna con fare battagliero. “Mi ha garantito il suo appoggio e assicurato che sarà sua premura maritare Beatrice con una persona degna del nostro nome!”

    Francisco riprese il giornale che aveva lasciato sul tavolino da caffè: “Molto bene,” esclamò col tono di chi si accinge a chiudere una conversazione.

    Edited by ipazia2010 - 7/6/2019, 09:03 PM
     
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    Una settimana dopo

    Umberto stava rincasando. Aveva speso una fortuna quella sera al gioco! Doveva stare attento: suo padre era sempre meno paziente... Tutto a causa del pasticcio sollevato per colpa di Anna! Accidenti a lui e a quando si era lasciato coinvolgere!!!

    Un movimento brusco alle sue spalle lo fece voltare di colpo.

    “Non urlare se ci tieni alla pelle,” gli intimò una voce che riconobbe immediatamente.

    ~ ~ ~

    Il giovane cominciò a tremare suo malgrado. Conosceva molto bene la fama di Juan del Diablo. Valutò la situazione in un secondo: il sentiero era ricoperto di vegetazione e la casa troppo lontana per mettersi a correre. Gli uomini di Juan avevano approfittato dell'oscurità per tendergli un'imboscata: rammentava bene i tre che ora si paravano di fronte a lui...

    “Non vi conviene minacciarmi... Vi denuncerò!” esclamò, spavaldo.

    “Non credo,” disse Juan stagliandosi sotto la luce del lampione: “Dovresti dare troppe spiegazioni. Le cose non si sono messe affatto bene per la vostra famiglia... Anna vive come una reclusa a Campo Real, il nome infangato dalle chiacchere del paese. Andrea intende divorziare per sposare mia moglie... Sì...,” confermò, resosi conto della sorpresa con cui l'altro aveva accolto le sue parole. “È quanto mi ha detto in carcere: vuole approfittare del fatto che, privandomi del cognome, sarà come se io e Beatrice non fossimo mai stati sposati. Vedi dunque che non conviene affatto appoggiare la sua causa... L'unica cosa da fare è dire la verità: e cioè che tu, con la complicità della signora Sofia, hai incaricato Basilio di falsificare la lettera e il testamento di mio padre!”

    “Devi essere pazzo! Non rischierei mai la mia vita per uccidere un niente come Basilio!” tentò di difendersi l'aristocratico.

    “Lo so bene... Conosco i tipi come te! Ma non dubito che vi siate serviti dei servizi di un falsario al fine di togliermi il cognome!”

    “Non puoi dimostrare niente... Nessuno ti crederà!” disse Umberto, sempre più agitato.

    “Tu dici? Ci sono pochi falsari in paese... Ma se anche vi foste serviti di qualcuno a Città del Messico, non esiterò a scovarli ad uno ad uno finché avrò trovato quello che cerco!”

    Umberto impallidì. Sapeva che Juan aveva i mezzi per farlo. “Non puoi provare niente...” disse ancora.

    “Spera invece che lo faccia. Perché, altrimenti, una bella accusa di omicidio non te la leva nessuno! Farò in modo di dimostrare che avevi tutto l'interesse per tappare la bocca a Basilio dopo che ti eri servito di lui!”

    Il giovane deglutì a fondo. I tre compagni di Juan tenevano una mano sul coltello che portavano alla cintura e i loro sguardi non promettevano nulla di buono.

    “Se... (e dico se...) decidessi di aiutarti, cosa ne ricaverei?” chiese infine.

    “A me interessa solo ciò che di diritto è mio. Non cerco vendetta. Voglio il mio cognome e le mie terre. Sarò di nuovo il marito di Beatrice e riabiliterò il nome di Anna. Non ci sarà nessuno scandalo né alcun divorzio. Ma tutto questo avverrà solo se scopriamo chi ha ucciso Basilio...”

    Umberto guardò Juan con aria di sfida: “Non pensi che l'assassino possa essere una persona influente?”

    Juan gli si avvicinò pericolosamente: “Non credo che nessuno di voi Sánchez o Aleardi abbia il fegato di sporcarsi le mani di persona... Né tantomeno di usare Anna come pretesto. Tuttavia non dubito che solo a voi potesse interessare falsificare quelle carte. Dimmi quello che sai e prometto di lasciarti fuori da questa faccenda.”

    Il giovane aristocratico fece due rapidi calcoli. Infine capitolò e raccontò tutto.




    Roma, primi di settembre 2015 (la vita presente)



    Oggi è successo un miracolo. Mi è arrivata una lettera dall'ufficio tasse inglese: ho diritto ad un rimborso!! Quasi non ci credevo. Speriamo non sia come una decina d'anni fa: difatti al tempo mi restituirono duecento sterline... per poi chiedermene quattrocento un paio d'anni dopo.

    Ma tant'è, meglio essere positivi e festeggiare! Decido di prepararmi la mia bevanda preferita, la cioccolata calda (anche se fuori si sfiorano i 40 gradi).

    Afferro le tazzine delle grandi occasioni, quelle dal bordo dorato... neanche la mamma ricorda più chi ce le abbia regalate. Credo fossero del servizio della nonna della bisnonna o qualcosa del genere. Sono molto carine. Peccato non usarle mai per paura di romperle (un retaggio degli insegnamenti della nonna: però che senso ha avere le cose se poi non si possono usare...?).


    Il racconto sta andando molto bene. Sono soddisfatta. Ho ottenuto ciò che volevo: rivivere quei tempi. Mi sembra di essere ancora una volta lì con loro: col mio amato Juan e i suoi compagni, nella splendida cornice del territorio messicano. Che dispiacere, però, che lui non si sia reincarnato in questa vita...! O, forse, non ci siamo ancora ritrovati...?!

    Bando alle ciance, in fondo sono tanto contenta di stare con la mia famiglia attuale sebbene a volte mi facciano disperare anche loro! Devo affrettarmi: la scadenza del concorso si sta avvicinando e io non ho ancora finito di scrivere. Ho giocato a fare la Agatha Christie: per carità, non posso certo paragonarmi a lei, ma i suoi gialli mi piacevano molto... Ma vi immaginate Poirot che indaga su Juan del Diablo? Neanche io arrivo a tanto...



    Messico, fine Ottocento (la vita passata)

    Parte VIII



    Castaldo avvertiva sulla gola la pressione della lama del lungo coltello affilato.

    “Ascoltami bene,” disse Juan. “Voglio sapere esattamente il ruolo di Alberto Carrara in questa storia. Ti avverto che nessuno dei tuoi scagnozzi potrà accorrere in tuo aiuto. Allora?!”

    Maledetto bastardo! pensò Castaldo. Doveva essere entrato dalla finestra. Né i cani né le sue guardie del corpo erano stati in grado di proteggerlo da Juan del Diablo... E dire che si era circondato di guardaspalle proprio perché temeva quel criminale!

    “Non so di cosa parli...” tentennò.

    Un leggero rivolo di sangue gli scivolò sul collo. “Attento... Sai che non esiterò ad ucciderti se necessario. Non ho alcuna intenzione di tornare in carcere per un delitto che non ho commesso! Basilio ti aveva scritto prima di morire: perché?” volle sapere Juan.

    ~ ~ ~

    “Andiamo, Guercio: quel miserabile mi ha detto tutto ciò che sa,” disse Juan rivolgendosi a Facundo, rimasto di guardia all'ingresso del postribolo.

    Il Guercio gli lanciò un'occhiata: “Sembri sorpreso, Juan. Hai scoperto qualcosa?”

    “Credo di sì... Si tratta solo di un'idea, ho bisogno di pensare... Comunque adesso devo andare da Beatrice... ho aspettato sin troppo. Pietro ed Edoardo sono già lì?”

    “Sono partiti subito dopo aver messo fuori uso i cagnotti di Castaldo. Gli altri sono andati via...”

    “Non perdiamo altro tempo. Montiamo subito i cavalli. Sono mesi che attendo di riabbracciare mia moglie!”

    ~ ~ ~

    “Ci sono solo due guardie e fanno il giro di ronda ogni ora,” disse Pietro appena vide arrivare Juan.

    “Perfetto. Entrerò dalla portafinestra del terrazzino della camera di Beatrice. In caso di pericolo fischiettate come da accordi. Ho lasciato i cavalli al solito posto. È tutto chiaro?” mormorò l'uomo ai suoi compari. Con un ultimo sguardo di intesa, raggiunse il balcone e vi si arrampicò.

    ~ ~ ~

    “Beatrice...”

    La voce di Juan!

    La ragazza si voltò verso la portafinestra. La sagoma di lui era riconoscibile dietro la seta della tendina. L'uomo la scostò piano: “Beatrice...” ripeté.

    “Amore mio!!” Con un salto di gioia, la giovane mise le braccia attorno al collo del marito e lo strinse forte forte a sé, come se non volesse più lasciarlo andare.

    ~ ~ ~

    “Cosa fai qui, non è pericoloso?” gli chiese qualche minuto più tardi, dopo che si erano scambiati un lungo bacio appassionato.

    “Non ho molto tempo... Mi piacerebbe restare, ma non posso. Sono venuto a parlarti. Ci sono i miei uomini qua fuori.”

    “Vieni, siediti un momento qui sul letto accanto a me,” gli disse fissandolo con sguardo adorante. Quanto le era mancato! A volte aveva la sensazione di aver sognato tutto... Così poco tempo era stato loro concesso!

    “Ascoltami... Ho parlato con Umberto e con Castaldo...”

    La ragazza sobbalzò, seppur involontariamente. Juan si affrettò a rassicurarla: “Non preoccuparti, è tutto a posto. Umberto ha ammesso di aver incaricato Basilio di falsificare il testamento di mio padre dietro istigazione della signora Sofia. Sospetta inoltre che tua zia sia già ricorsa a tali sistemi in passato, cioè che la lettera in cui mio padre mi disconosce sia stata fabbricata ad arte!”

    La moglie lo interruppe: “Ma perché...?! Voglio dire, perché ricorrere ad un omicidio se con quelle carte potevano ottenere tu fossi diseredato?”

    “Quell'uomo era pericoloso, Beatrice. Castaldo afferma che Basilio non avesse intenzione di dire nulla ad Andrea delle carte o del presunto adulterio. Voleva prima tentare di ricattare Anna. Il giorno della sua morte, secondo Castaldo, Basilio progettava di spaventare tua cugina per poi estorcerle denaro a vita. E se il piano fosse fallito si sarebbe poi rifatto con Andrea. Umberto mi ha anche detto che quel disgraziato ha minacciato Sofia per via dei documenti fasulli... e che Alberto ne è stato testimone. Sembra dunque che molte persone avessero interesse a farlo fuori.”

    Beatrice lo ascoltava pensosa. “Credi che i miei zii abbiano qualcosa a che vedere in questa faccenda?” gli chiese con un filo di voce.

    “Non lo si può escludere. Tutti loro desideravano estromettermi dall'eredità degli Aleardi. Anzi, ho avuto l'impressione che Umberto volesse coprire qualcuno... E, mentre non credo che il generale Rodolfo sia capace di simili bassezze, non mi meraviglierei delle tue zie... Antonia e Sofia sono fatte della stessa pasta!”

    “Hai ragione... ma Anna ci è andata di mezzo! La mia famiglia non poteva certamente desiderare uno scandalo...!”

    “Potrebbero aver agito senza sapere che quel giorno Basilio mi avesse fatto convocare assieme a tua cugina....” rispose Juan, addolorandosi di darle un dispiacere. Beatrice voleva bene ai suoi parenti nonostante non fossero stinchi di santo... “Può darsi che Castaldo, d'accordo con Alberto, abbia approfittato delle confidenze di Basilio,” continuò. “Ricorda, l'originale della lettera dettata a Luana era in suo possesso. Ciò nonostante mi riesce difficile credere che siano implicati... Sono vili ricattatori, ma non folli al punto da mettersi contro tuo zio e tutti gli appoggi influenti che vanta grazie alla sua posizione! So che ne avete discusso con l'avvocato Manera... A proposito, cosa ne è stato poi della domanda di annullamento del nostro matrimonio?”

    “Io non ho più fatto pressioni al riguardo... Pensi dovrei avvertire il signor Nicola?” chiese la fanciulla, agitata.

    “È meglio di sì... per evitare ulteriori seccature, non credi?” disse Juan sorridendole. Non voleva turbarla ulteriormente rivelandole le minacce di Andrea.

    “Lo farò presto... Non preoccuparti, amore: sono sicura che, insieme, troveremo una soluzione.”

    “Lo penso anche io. Adesso abbracciami. Non ho molto tempo e voglio sfruttare al massimo quello che passo con te. Ti amo Beatrice! Non dubitarne mai.”

    “Mai più! Te lo giuro, Juan!” esclamò la giovane assaporando infine la felicità tra le forti braccia del marito.
     
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    La mattina dopo

    “Andrea, dove vai?” chiese Sofia al figlio, finalmente uscito dallo studio di Campo Real dopo giorni di reclusione.

    “Ho bisogno di andare in città. E che non vi venga in mente di farmi seguire!” le intimò il giovane alzando la voce.

    “Andrea, dobbiamo parlare... Mi fai preoccupare così, te ne rendi conto?? So cosa vuoi e io posso aiutarti...” disse Sofia, felice di aver catturato l'attenzione dell'uomo che si era fermato per ascoltarla.

    ~ ~ ~

    “Diamine, Juan, ma sei impazzito?? Come ti salta in mente di venire qui?” esclamò l'avvocato Manera, che si era appena seduto alla sua scrivania per esaminare dei documenti concernenti l'assassinio di Basilio. Edoardo si era premurato di raccogliere varie testimonianze e di fargliele recapitare, come accennato da Juan durante l'ultima visita in carcere.

    “Non preoccupatevi, signor Nicola. La guardia che vi sorveglia è dalla nostra parte: suo cugino era uno dei detenuti che ho aiutato a fuggire. Nessuno ne è al corrente, perché i due vivevano in città diverse. Questo fatto ci tornerà molto utile,” disse Juan sorridendo sornione.

    “Avevi detto che avresti smesso di vivere di espedienti! Mi farai venire un colpo uno di questi giorni,” lo accusò l'anziano amico.

    Juan si rabbuiò in volto: “Sapete bene che sono una vittima delle circostanze, avvocato. Vengo a parlarvi innanzitutto della domanda di annullamento del mio matrimonio: avete visto Beatrice?”

    “Non ancora, ma le pratiche sono ferme. Ho bisogno del suo consenso per avviarle e, a quanto vedo, non credo ce ne sia più bisogno o sbaglio?” disse Manera con un caldo sorriso sulle labbra.

    “No, grazie a Dio. Volevo essere rassicurato, perlomeno per quanto riguarda questa faccenda,” rispose Juan sedendosi di fronte l'amico. “Dobbiamo assolutamente scoprire chi ha ucciso Basilio: solo in questo modo sarò prosciolto dall'accusa di omicidio. Ieri sono stato a trovare mia moglie dopo aver estorto la verità ad Umberto Sánchez e Roberto Castaldo...”

    Il legale sussultò: “Ma te le vai proprio a cercare, figlio mio...!”

    “Ascoltate... Avevo bisogno di conferme... E poi dovevo vedere Beatrice, dovevo parlarle! Lei però è ancora troppo fiduciosa... Non vuole credere che la sua famiglia sia implicata in qualche modo. E nemmeno io credo che i Sánchez o gli Aleardi possano aver coinvolto Anna nei loro intrighi, sebbene abbia appreso che i documenti presumibilmente scritti da mio padre siano falsi,” continuò il giovane scambiando uno sguardo d'intesa con l'avvocato.

    “Dunque il testamento e la lettera di José non sono autentici...? Non sono affatto sorpreso: conoscevo bene il mio amico, non sarebbe mai venuto meno alle sue responsabilità...”

    “Umberto mi ha confermato che, d'accordo con la signora Sofia, aveva incaricato Basilio di alterare il testamento a favore della signora stessa, evitando di menzionare i figli. Sospetta che ella sia anche l'autrice morale della lettera in cui vengo disconosciuto come Aleardi. Mentre Castaldo sostiene che Basilio volesse ricattare Anna per il momento, senza rivelare ad Andrea ciò che aveva visto...”

    L'avvocato sospirò. “Dunque rimane solo la possibilità discussa con Edoardo...” disse piano. “Tutti avevano un movente ma nessun interesse a coinvolgere Anna nell'omicidio. A meno che...”

    “... a meno che Basilio non sia stato ucciso proprio da lei,” sentenziò Juan.

    ~ ~ ~

    “... Dunque a breve il nuovo giudice arriverà a San Paolo,” disse Sofia rivolgendosi al figlio. “Lo contatteremo e gli esporremo tutti i fatti. Faremo in modo che sguinzagli i gendarmi alla ricerca di quel bastardo, finanzieremo noi stessi l'intervento di un numero maggiore di uomini! Ti prometto che, una volta acciuffato, lascerò che sia tu ad occuparti di Juan.”

    Andrea la fissò con severità: “Anch'io ho intenzione di reclutare uomini per scovare Juan, ma per sfidarlo a duello! Sia ben chiaro, madre, che nessuno, nemmeno il nuovo giudice, potrà dissuadermi. Un'onta come quella che ho subìto va lavata solo col sangue!!”

    Sofia cercò di calmarsi. Doveva prendere tempo, proprio come suggerito da Alberto: “Lo so, caro. Proprio per questo dobbiamo avvalerci di tutti i mezzi a nostra disposizione: con l'aiuto del giudice, sono certa che sarà facile trovare Juan... Sicuramente impiegheremo molto meno tempo.”

    “Chi vi dice che vi ascolterà? Non sapete nemmeno di chi si tratti!”

    “Andiamo, Andrea! Sai bene che gli ufficiali di questo paese sono tutti corrotti. E noi siamo la famiglia più potente del circondario. Non ho dubbi in merito,” concluse la donna con durezza.

    ~ ~ ~

    Anna si affrettò ad allontanarsi dall'anticamera dello studio di Andrea. Aveva origliato abbastanza. Doveva assolutamente contattare Mercedes per metterla al corrente delle novità: la ragazza avrebbe poi pensato ad avvertire il Guercio, con cui era ancora in contatto dopo gli eventi del suo riscatto da La Venta.
    Non sarebbe stato affatto difficile: oramai nessuno faceva più caso ai suoi movimenti, pensò provando tanta pena per se stessa. Era diventata invisibile: non le rivolgevano mai la parola se non a monosillabi. Solo Alberto la trattava come si doveva ad una contessa... d'altronde era affascinato da lei, lo sapeva bene. Ma non avrebbe mai tradito la fiducia di sua suocera: quell'uomo amava troppo il denaro e zia Sofia ne aveva in abbondanza...

    ~ ~ ~

    “Capite, avvocato, questa è la situazione: gli Aleardi e i Sánchez hanno alterato i documenti a mio sfavore servendosi di Basilio, che tentò poi di ricattare la signora Sofia. Di questo episodio fu testimone Alberto Carrara. Sappiamo inoltre che Basilio avesse già scritto a Roberto Castaldo sia per cautelarsi sia per rassicurarlo che avrebbero potuto continuare a fare affari lucrativi assieme...

    Castaldo intanto faceva il doppio gioco: voleva farmi accusare di contrabbando dietro istigazione di Alberto Carrara - e con lo zampino della signora Sofia. Inoltre, voleva ricattare Anna come suggerito da Basilio... Se le cose si fossero messe male, quel bastardo avrebbe sempre potuto far ricadere la colpa sugli altri! Era Basilio che rischiava più di tutti: per questo si era premurato di tenere una copia della lettera che aveva dato al compare...”

    “Ne sei certo, Juan? Ho come la sensazione che questo sia un fattore importante...” lo interruppe l'avvocato.

    “Io credo di sì... Nella lettera originale dettata a sua nipote Luana, quella che poi verrà data a Castaldo, Basilio accusava Anna di essersi recata di notte nelle mie stanze. Inoltre menzionava gli incarichi ricevuti dalla signora Sofia e da Umberto relativi alla falsificazione delle carte. Così facendo, pensava di tutelarsi. Ne fece fare una copia alla nipote per usarla dapprima con Anna, e poi in caso con Andrea...”

    “Non so... mi meraviglia che Andrea abbia creduto ad una persona come Basilio senza ulteriori verifiche!”

    “Angelica mi ha detto che è stata Carmen a confermare i suoi sospetti: la cameriera di Anna era al corrente dei sentimenti che, apparentemente, mia cognata nutriva per me. E si era sincerata che questa avesse campo libero la notte in cui è venuta nel mio studio...”

    “Capisco,” mormorò lentamente l'anziano legale. “Basilio ha affidato la lettera originale a Castaldo per coprirsi le spalle. Luana ha detto che lo zio aspettava qualcuno quel giorno... Sappiamo da Castaldo che quella persona fosse Anna. E allora... perché Basilio avrebbe detto alla nipote di consegnare la copia della lettera ad Andrea quel pomeriggio, prima che avesse avuto modo di parlare con Anna? Perché tentare di ricattare anche te, sapendo che non sei certo il tipo da subire minacce?”

    “Ci ho pensato e ripensato... Basilio mi odiava! Lo avevo rimpiazzato come amministratore di Campo Real. Sicuramente voleva mostrarmi quello che credeva fosse il suo asso nella manica! Arrogante com'era, avrebbe goduto enormemente sapendo che io potevo fare ben poco se avesse accusato Anna di adulterio...”

    “D'accordo, ma perché istruire Luana a priori? Non aveva senso mettere la pulce nell'orecchio di Andrea a meno che...”

    “A meno che Basilio non volesse che mio fratello ci cogliesse con le mani nel sacco! Questa è la spiegazione più convincente: la stessa Luana disse che lo zio voleva ricattare sia me che Anna. Quale miglior vittoria, per lui, rivelare ad Andrea il presunto tradimento di suo fratello e di sua moglie? Avrebbe fatto qualunque cosa pur di riavere il posto di amministratore!”

    “Quindi credi che Basilio avesse ideato tutto questo senza dire nulla a Castaldo...?”

    “Io credo che inizialmente volesse proteggersi consegnando a Castaldo la lettera dettata alla nipote, come avete detto voi stesso. In seguito si è reso conto che non poteva ricattare la signora Sofia: neanche lei è tipo da subire minacce. Quindi ha fatto consegnare ad Andrea la copia della lettera in cui rivelava il presunto adulterio, sapendo che mio fratello si sarebbe immediatamente recato da lui per verificarne la veridicità. Andrea avrebbe trovato me ed Anna ad accoglierlo... con conseguenze ben immaginabili. Deve essere andata così. D'altronde lo stesso Basilio aveva detto a Luana che se ne sarebbero viste delle belle quel pomeriggio...”

    “E invece Anna, spaventata, l'ha ucciso...” mormorò piano l'avvocato. “Ma come ha fatto a sopraffare un uomo come lui?”

    “Mi ricordo di aver visto una caraffa vuota sul tavolo. Anna deve aver fatto ubriacare Basilio prima di ucciderlo con uno dei pugnali che lui teneva con sé...” ragionò Juan.

    Manera rabbrividì.

    “Sembra orribile, lo so,” continuò il giovane “ma nella mia vita ho visto la gente più disparata agire senza pietà se colta in trappola. Non mi meraviglierebbe se le cose fossero andate proprio così. Ho modo di conoscere il carattere impulsivo di mia cognata. Tuttavia c'è anche un'altra possibilità...”

    L'amico lo guardò interrogativamente: “Quale?”

    “Che qualcuno abbia assistito alla lite tra i due culminata nell'omicidio... ed abbia pensato bene di incastrarmi, incaricando Luana di convincermi a venire a casa di Basilio e dunque di dare la lettera ad Andrea...”

    “Non capisco, Juan... Di chi sospetti?”

    “Di tutti, avvocato. A parte Beatrice e suo padre, l'intera famiglia raggiunse il giardino in pochi minuti dopo che Andrea mi ferì. Si trovavano tutti nelle vicinanze dell'abitazione di quel farabutto!”

    “Però non ha senso... torniamo al punto di partenza. Ciascuno di loro avrebbe certamente evitato di coinvolgere Anna...”

    “Non c'era tempo per riflettere: chiunque sia stato ha agito in fretta. Si è servito di Luana per far sì che mi recassi da suo zio e che la lettera accusatoria fosse consegnata ad Andrea: certamente Basilio doveva averla con sé quel giorno, visto che progettava di ricattare Anna! Pensateci: quale occasione migliore per liberarsi di me...? Il figlio rinnegato di José Aleardi, il contrabbandiere che cerca di sedurre l'ingenua cognata a scapito del nobile fratello che lo aveva accolto a braccia aperte...!” sputò Juan in preda all'amarezza.

    “Pensi che se parlassimo con Anna lei confesserebbe...?”

    “Ne dubito. Però dobbiamo assolutamente avvicinare Luana! Sicuramente sta agendo per conto di qualcuno... Voi sapete bene a chi è sempre stata fedele...”

    “La signora Sofia,” disse piano l'avvocato.

    “O Alberto, che ne fa sempre gli interessi,” osservò l'altro.
     
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    Mercedes era preoccupata. Quello che le aveva raccontato la signora Anna non presagiva nulla di buono. Doveva avvertire Facundo al più presto. Tuttavia non era facile come in passato: c'erano gendarmi dappertutto dopo l'evasione dei detenuti dal carcere. Bisognava attendere fosse giorno di mercato, in modo da poter contattare i commercianti del paese fedeli al signor Juan.

    Campo Real era una tenuta splendida, ma troppo lontana da San Paolo, pensò angustiata.

    ~ ~ ~

    “È fattibile...” rifletté l'avvocato. “Sofia potrebbe aver pensato che informare Andrea del presunto adulterio fosse in quel momento il male minore rispetto ad un'accusa di omicidio a carico di Anna... perché avrebbe fatto in modo di incolparti di ogni cosa e infine di toglierti il cognome!”

    “Dirò a Mercedes di parlare con Luana! È ancora a Campo Real assieme ai nonni: ogni tanto ricevo aggiornamenti grazie ai contatti che ha mantenuto col Guercio e gli altri...”

    “No, Juan, non possiamo attendere ancora. Bisogna chiederglielo immediatamente. Non abbiamo molto tempo: andrò io stesso a Campo Real!” decise Manera alzandosi di scatto.



    Un paio di giorni dopo

    Il giudice Romero era appena giunto in paese. Non aveva ricavato una buona impressione di San Paolo: appena arrivato, era stato informato dell'evasione dei prigionieri avvenuta poco più di due settimane prima. Era evidente che una fuga così rocambolesca fosse da addebitare all'inefficienza dell'organizzazione del carcere. Aveva avuto modo di incontrare il capitano Leopardi e l'aveva subito catalogato come uno dei troppi ufficiali corrotti a servizio del corpo militare nazionale.

    Avrebbe avuto molto su cui lavorare, considerò stringendo meccanicamente i denti. Ma questo non lo spaventata: lui era un uomo tutto d'un pezzo. E ben intenzionato a far rispettare la giustizia nella sua pur piccola giurisdizione. A qualunque costo.

    ~ ~ ~

    “Ti piace la nostra nuova casa, Marianna?” chiese Maria Grazia alla figlia.
    La cognata del giudice era una bellissima donna di mezz'età. Aveva un'unica figlia che era il suo orgoglio e vanto. Ella era il bene più prezioso che possedeva: c'era una ragione particolare che la legava a Marianna, forse più importante ancora del rapporto d'amore che normalmente si instaura tra madre e figlia.

    “È stupenda, madre!” esclamò la ragazza, sinceramente entusiasta. “Pensate ci fermeremo qui a lungo? Mi piacerebbe tanto mettere radici in un posto piuttosto che essere costretta a traslocare ogni qual volta venga affidato un nuovo incarico allo zio!”

    “Cara, sai che dipende dal mandato di tuo zio. Dovremmo tuttavia rimanere a lungo qui. È un paese molto carino, non trovi?” disse Maria Grazia sorridendo dolcemente per smorzare l'ansia che aveva avvertito nelle parole della fanciulla.

    ~ ~ ~

    Nicola Manera era contrariato. Non aveva cavato un ragno dal buco a Campo Real. Luana, visibilmente spaventata, aveva risposto a monosillabi alle sue domande: lei non aveva visto nulla, non aveva sentito nulla, nessuno le aveva chiesto di chiamare il signor Juan o di portare la lettera di Basilio ad Andrea: aveva solo seguito le istruzioni di suo zio. Tutto questo sotto gli occhi vigili della signora Sofia che si era rifiutata categoricamente di lasciarlo parlare da solo con la sua cameriera personale.

    Nulla di fatto, pensò seccato. Tuttavia la giovane gli era parsa guardinga... Doveva trovare il modo per incontrarla a quattr'occhi. Chissà che il nuovo giudice non potesse aiutarlo in merito, si disse, pur dubitandone in cuor suo.

    ~ ~ ~

    “Ho visto il nuovo giudice in paese: è un bellissimo uomo! Si chiama Marcello Romero,” disse giuliva la signora Caterina, da sempre non immune al fascino maschile.

    “Davvero?” Beatrice alzò lo sguardo, interessata. “Come vi è parso?”

    “Alto, possente, con bei capelli corvini e occhi blu...” rammentò Caterina, ancora sognante.

    “Madre! Io intendevo come persona...”

    Caterina si ricompose: “Cosa vuoi che ne sappia... Mi è sembrato un brav'uomo. Ma poi vatti a fidare di questi funzionari: guarda l'avvocato Manera! Se non fosse stato per le sue insistenze non avrei mai permesso che tu sposassi un contrabbandiere!” disse con fare bellicoso, rammentando le cose come le convenivano.

    Beatrice sospirò. Ancora con quella storia! Doveva assolutamente trovare il modo di parlare col signor Nicola: sia per la questione dell'annullamento del matrimonio sia per ciò che concerneva la situazione di Juan. Forse il nuovo giudice avrebbe potuto fare qualcosa per suo marito...

    ~ ~ ~

    Juan si era informato sul passato di Marcello Romero. Pareva fosse una persona di grande integrità... ma una carriera senza macchia poteva anche essere comprata. Ciò nonostante, aveva un disperato bisogno di qualcuno che perorasse la sua causa...

    In quel momento prese una decisione che sapeva essere rischiosa, ma lui non si era mai tirato indietro di fronte al pericolo quando lottava per una giusta causa.



    Roma, metà settembre 2015 (la vita presente)



    Non ho parole - una tragedia, quando si scrive un romanzo!!

    Sono veramente basita: avevo accettato l'invito a cena di quello che credevo un amico, rivelatosi un vero e proprio troglodita. Anzi, troglodita non è nemmeno la parola giusta: significa "abitatore delle caverne" e quelle persone meritano/meritavano rispetto. Il mio (ex) amico è un villano vero e proprio: crede che se una donna accetta un invito a cena, debba accettare anche un invito tra le lenzuola...!!

    Forse sarò davvero ancora tanto ingenua come mi viene spesso fatto notare.. Ma per me un invito a cena è un invito a cena. Sono uscita spesso da sola con amici maschi in Inghilterra e non ho mai avuto problemi.

    A proposito, mi è capitato molte volte di sentirmi dire nel respingere attenzioni sgradite: “Ma sei vissuta a Londra...”, “sei stata all'estero tutti questi anni...”

    Vi chiedo dunque in questa sede: ma cosa vuol dire "vivere a Londra"...? Una persona che vive a Londra è più libertina di un'altra che vive altrove?

    Ognuno ha il suo carattere, e quel carattere se lo porta dietro ovunque vada: in Europa, in Africa, nelle Americhe, in Asia, in Oceania...

    Insomma, fatevene una ragione, signori miei...!

    Sarà che ero abituata ad uomini come Juan del Diablo... Ma non se ne trovano veramente più in giro... Quelli che gli somigliano - seppur in maniera remota - sono gay o sono fittizzi, tipo gli eroi dei cartoni animati o delle telenovele, per l'appunto! Non mi resta che perdermi nei ricordi... o sperare nella vita futura!
     
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    Messico, fine Ottocento (la vita passata)

    Parte IX



    Alberto, di ritorno da San Paolo, si diresse dritto nel salone dove era certo di trovare Sofia, intenta a ricamare: “È tutto a posto: non dovete preoccuparvi. Il giudice Romero ha acconsentito di venire a Campo Real per chiarire la situazione di Juan,” disse con aria soddisfatta.

    Sofia posò l'ago con cui stava lavorando. “Quando verrà?” chiese sbrigativa.

    “Oggi stesso: è di là che attende di essere ricevuto da voi,” rispose l'uomo con un sorriso soddisfatto.

    ~ ~ ~

    Beatrice non ne poteva più di stare con le mani in mano. Era passato più di un mese dalla fuga dei detenuti dal carcere e ancora non si conosceva l'assassino di Basilio. Non aveva più visto Juan dalla sera in cui si era arrampicato sul suo balcone per vederla...

    L'avvocato Manera, venuto di recente in visita, era riuscito a parlarle a quattr'occhi: suo marito si trovava in un nascondiglio sicuro. Era pericoloso per lui muoversi in paese dove lo conoscevano tutti.

    Tuttavia bisognava assolutamente parlare con Luana: era probabile che la ragazza fosse a conoscenza di informazioni di vitale importanza per Juan. Dovevano incontrarla e costringerla a rivelare ciò che sapeva. Mercedes era l'unica persona che potesse aiutarli, ciò nonostante nessuno di loro desiderava coinvolgerla in una situazione tanto rischiosa. Beatrice si chiese se potesse fare qualcosa lei... nonostante i divieti dell'avvocato e del suo sposo.


    La mattina dopo


    Il giudice Romero era pensieroso. La conversazione avuta il giorno prima con i signori Aleardi non gli era andata a genio, né, tantomeno, quel tipo che rispondeva al nome di Alberto Carrara: un viveur come tanti altri che aveva incontrato spesso nel corso della sua carriera. Sia la signora che suo figlio gli erano parsi spinti da motivi personali, non da un reale senso di giustizia, nella loro volontà di accusare l'uomo che si faceva chiamare Juan del Diablo.

    Si era premurato di raccogliere testimonianze su quel personaggio nei giorni passati: molta gente lo considerava una vittima degli eventi. Parevano non esserci dubbi fosse figlio di José Aleardi data la notevole somiglianza tra i due. Tuttavia non v'erano dubbi nemmeno sul fatto che avesse un passato da contrabbandiere, sebbene fosse sempre riuscito a farla franca. Quella storia, poi, dell'assassinio del vecchio amministratore di Campo Real... Bisognava vederci chiaro.

    Era per questo che aveva accettato un appuntamento con l'avvocato Nicola Manera quella mattina.

    E per un'altra ragione, del tutto personale.

    ~ ~ ~

    “Voi siete dunque il giudice Romero? Sono l'avvocato Manera. Vengo a parlarvi della condizione di un mio cliente, il signor Juan Aleardi.”

    Marcello fissò interrogativamente l'uomo di fronte a lui: “Che io sappia, il signor Juan Aleardi come lo chiamate voi è conosciuto in paese come Juan del Diablo... Stiamo parlando della stessa persona?”

    Manera deglutì. “Il signor Aleardi è stato privato del legittimo cognome per le macchinazioni di gente che aveva tutto l'interesse così fosse,” affermò fiero.

    “Questo è da verificarsi. Prima volevo chiedervi una cosa: siete forse l'avvocato Manera che esercitò i primi anni della professione nel paese di San Julián?” chiese Marcello con voce dura.

    Il collega gli rivolse uno sguardo sorpreso: “Sì... Come fate a saperlo? Avete forse chiesto referenze sul mio carattere?”

    “Non ce n'è stato bisogno: conosco molto bene la vostra fama!” lo interruppe il giudice con tono severo ed accusatorio. “Dubito molto che quello che direte possa essermi d'aiuto in queste circostanze...”

    L'avvocato si risentì. Domandandosi cosa diavolo avesse a che fare quell'uomo con San Julián, si rimise il cappello in testa e si avviò verso l'uscita: “Vedo che sto perdendo tempo qui. Vi auguro una buona giornata,” disse nascondendo la delusione per un aiuto sperato e non concesso.

    ~ ~ ~

    Maria Grazia non riusciva a credere alle sue orecchie: la nuova cameriera aveva appena menzionato l'unico avvocato del paese, il signor Nicola Manera. Che fosse lui...? Poteva mai essere... si chiese, il cuore che le batteva a mille.

    ~ ~ ~

    Juan attese che il giudice Romero finisse il turno. Lo vide indossare il soprabito e prendere la direzione di casa.

    Il giovane conosceva San Paolo a menadito: avrebbe fermato il giudice all'imbocco del sentiero isolato che conduceva alla sua abitazione. I suoi uomini sarebbero rimasti nei dintorni, pronti ad agire in caso di necessità. Eppure sperava ardentemente che questo non si rendesse necessario: lui desiderava solamente essere ascoltato...

    ~ ~ ~

    “Scusate... siete il nuovo giudice, non è così?”

    Marcello si voltò bruscamente. Vide un contadino con il volto parzialmente coperto da un largo sombrero. Istintivamente, portò la mano sull'arma che portava sempre alla cintura, pronto a difendersi.

    Juan se ne accorse: “Vi prego di ascoltarmi... non ho cattive intenzioni. Vi ho cercato per potervi parlare senza rischi. Sono un uomo ricercato dalla giustizia, ma innocente. Spero siate davvero all'altezza della vostra fama di uomo nobile e generoso. Il mio nome è Juan Aleardi, meglio conosciuto come Juan del Diablo. Siete disposto ad ascoltare la mia storia?”



    Pochi giorni dopo

    “Ho detto di no! Non se ne parla nemmeno!” esclamò l'avvocato Manera.

    Beatrice non l'aveva mai visto così infuriato. Era riuscita ad avere maggiore libertà di movimento grazie all'idea che le era venuta: aveva detto ai genitori che desiderava andare a Campo Real a trovare i cugini e Caterina aveva stranamente acconsentito, lasciandola di stucco. Anzi, la mamma si era addirittura ammorbidita nei suoi confronti, permettendole, qualche volta, di uscire da sola con la loro domestica: non poteva certo immaginare che lei in realtà volesse andare alla tenuta per parlare con Luana... Si era aspettata un diniego da parte del signor Nicola, ma non aveva previsto una reazione tanto violenta.

    “Ragionate, vi prego,” gli disse cercando di calmarlo. “Non sarò sola. Anna mi aiuterà, ne sono certa. Avremo molte più opportunità di parlare con Luana noi due rispetto a tutti voialtri...”

    “Siete voi che dovete ragionare, contessa! Juan vi proibisce categoricamente di intromettervi... e ancora non mi perdona il fatto di avervi coinvolta nella sua fuga. Adesso dovete obbedire. Andare a Campo Real è troppo rischioso, non vi rendete nemmeno conto quanto...”

    “Signor Nicola, ma dobbiamo fare qualcosa! Di questo passo Juan sarà costretto a fuggire per sempre! Tutti affermate che Luana sappia la verità... Perché non approfittare del fatto che io vada a trovare i miei parenti?? Vi ripeto, sono convinta che Anna possa aiutarmi... anche lei ha interesse a smorzare le chiacchere in paese! Se dimostriamo che Juan non ha ucciso Basilio, sicuramente...”

    “La mia risposta è NO. Non insistete,” la interruppe secco l'anziano legale.

    La giovane si sentì pervadere dalla rabbia e dalla frustrazione: “Non potete certo impedirmi di partire! La mamma mi ha dato il permesso!” disse alzando il mento in tono di sfida.


    Nicola Manera la osservò attentamente. Sicuramente Beatrice non gli avrebbe dato ascolto: degna moglie di Juan! Testarda, orgogliosa, pronta a tutto pur di seguire il cuore, riconobbe non senza ammirazione. C'era una unica maniera per dissuaderla: bisognava rivelarle tutto. I sospetti sul ruolo svolto da Anna e l'aiuto inaspettato offerto dal giudice Romero.

    ~ ~ ~

    “Madre, Beatrice verrà questo fine settimana. Voglio che la trattiate con le dovute maniere,” esclamò Andrea con un monito nella voce.

    Sofia lo fissò. Mille domande le si affacciarono alla mente ma sapeva quando fosse meglio tacere:
    “Come desideri. Farò preparare la stanza degli ospiti,” disse infine.

    ~ ~ ~

    “Dici davvero?” Anna era tutt'orecchi. Carmen le aveva appena rivelato che sua cugina era attesa a Campo Real! Questo fatto poteva tornarle molto utile...

    “Carmen! Ricordati che questa volta non tollererò nessuna scusa: che non ti venga in mente di andare in giro a raccontare le mie cose personali, per nessun motivo. È chiaro?” disse alla cameriera in tono minaccioso.

    Carmen cominciò a tremare. Sapeva bene che la signora Anna non l'aveva ancora perdonata per aver avallato le accuse della lettera del signor Basilio. A nulla era valso tentare di spiegare alla signora che aveva creduto di morire, tanto il padrone l'aveva spaventata!

    La giovane annuì silenziosamente, la paura che le attanagliava il cuore.

    ~ ~ ~

    Alberto vide Carmen uscire furtivamente dalla camera di Anna. Chissà cosa stavano tramando quelle due...

    Invidiava moltissimo Andrea per l'incantevole moglie: Anna era di una bellezza unica e si era spesso ritrovato a sospirare per lei. Peccato che avesse il cattivo gusto di preferire un delinquente come Juan! Tuttavia, ne ammirava l'audacia... era contento che Basilio non fosse riuscito nel suo intento di ricattarla.

    Quell'uomo era uno sciocco! Più volte gli era stato fatto presente che non si poteva andare contro il padre della donna, il potente generale Rodolfo Sánchez. Basilio però si era messo in testa che valesse la pena tentare...

    Tutto sommato, ad Alberto non dispiaceva la piega che avevano preso gli eventi. Doveva però informare Castaldo dell'arrivo imminente di Beatrice: era meglio tenersi alla larga dalle giovani braccianti di Campo Real per il momento. C'era tutto il tempo di rapirle per poi portarle a La Venta.

    Purtroppo, con Juan fuori dal carcere, le sue entrate erano considerevolmente diminuite. Bisognava fare in modo che il nuovo giudice riacciuffasse quel bastardo al più presto...

    Oppure scovarlo e consegnarlo ad Andrea.. che sapeva essere generoso come e più di sua madre.

    Edited by ipazia2010 - 7/18/2019, 12:43 PM
     
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    Tre giorni dopo

    Beatrice ripensava alla conversazione avuta con l'avvocato Manera. Ancora non riusciva a credere alle accuse che questi aveva lanciato: Anna non poteva essere colpevole! Lei la conosceva bene: frivola, egoista, superficiale... ma non un'assassina. Di questo ne era certa. Suo marito ed il signor Nicola stavano prendendo un abbaglio. Osservò di soppiatto il giudice Romero che le sedeva di fronte nella carrozza diretta a Campo Real. L'uomo si era offerto di esercitare la sua autorità per ottenere un colloquio privato con Luana, la nipote della vittima. L'avvocato lo aveva messo al corrente dei suoi sospetti.

    L'anziano legale era convinto che se la colpevolezza di Anna fosse stata comprovata Romero non avrebbe esitato a trattenerla. Era una persona che non subiva pressioni di nessun genere... un bene per ciò che riguardava Juan.

    Tuttavia l'avvocato si era detto pronto ad invocare la legittima difesa se necessario: questo non sarebbe servito ad evitare lo scandalo, ma, trattandosi della figlia del generale Rodolfo, la pena sarebbe stata certamente lieve... se non nulla.

    Beatrice si rattristò a quel pensiero: in che mondo vivevano! Lei aveva un alto senso di giustizia: i colpevoli dovevano pagare, seppur con le dovute attenuanti. Per questo le piaceva il nuovo giudice, a parte il fatto che fosse veramente un bell'uomo come aveva detto la mamma.

    Appoggiò la schiena sulla soffice spalliera imbottita e ripensò agli eventi più recenti, nella speranza di poter far luce sulla situazione...

    ~ ~ ~

    Juan aveva ascoltato attentamente il resoconto di Facundo sugli ultimi avvenimenti di Campo Real. Questi era difatti riuscito a mettersi in contatto con Mercedes, la quale gli aveva riferito degli incontri sempre frequenti tra Alberto Carrara e Roberto Castaldo nonché delle conversazioni origliate dalla signora Anna.

    “Non so se la testimonianza di mia cognata sia attendibile considerando ciò che sappiamo...”

    “Comunque non ci ha detto nulla di nuovo... Eravamo al corrente dei rapporti di Carrara con Castaldo e delle macchinazioni della signora Sofia e del figlio...” rispose il Guercio, dispiacendosi di dover ricordare all'amico il comportamento poco fraterno del signor Andrea.

    “No, però hai menzionato una cosa importante... mi è sfuggita, accidenti...! Qualcosa che ha a che fare con Castaldo...”

    “Ti dicevo che i clienti di La Venta sono in calo per mancanza di ragazze nuove,” confermò Facundo amaramente.

    Juan si alzò in piedi di scatto. “Ma certo! Guercio, dobbiamo andare immediatamente dall'avvocato!”

    “Sei pazzo? È pieno giorno, non passerai inosservato senza un travestimento! Non tentare sempre la sorte...”

    “Dobbiamo andare adesso! Dirgli di fermare Beatrice prima che vada a Campo Real!” gridò Juan uscendo di corsa dalla taverna.

    ~ ~ ~

    Beatrice accettò l'aiuto di Andrea per scendere dalla carrozza.
    “Grazie, Andrea. Buongiorno zia... Bentrovato, Alberto... So che mi aspettavate più tardi, ma il giudice Romero è stato così gentile da offrirmi un passaggio visto che doveva venire da voi,” disse con un dolce sorriso godendo dentro di sé degli sguardi sorpresi e diffidenti dei parenti giunti ad accoglierla.

    ~ ~ ~

    Anna scostò la tendina della camera da letto. Non era certo grande quanto quella che aveva condiviso con Andrea, ma non poteva lamentarsi: era comunque una bella stanza. Sospirò sconsolata: chissà quanto sarebbe durata, la sua reclusione! Andrea non le aveva più rivolto la parola da quando aveva fatto rientro a Campo Real...

    Pazienza, si disse. Ogni cosa a suo tempo. Sua cugina era appena giunta alla tenuta assieme ad un uomo che lei non aveva mai visto prima. Un signore alto e distinto. Doveva avvertire sua mamma e suo fratello, che aveva invitato in concomitanza con l'arrivo di Beatrice. Non era stato facile convincere la zia, tuttavia nemmeno Sofia poteva permettersi di inimicarsi i Sánchez...

    Non c'era tempo da perdere, considerò avviandosi verso le stanze di Antonia.

    ~ ~ ~

    Luana era terrea in volto. Fissava spaventata il nuovo giudice: come le appariva severo in quella posa tanto autoritaria! Si era rifiutato di sedersi obbligando gli altri a fare altrettanto. Con lui nel salone erano difatti presenti i padroni, il signor Alberto e la signora Beatrice.

    Si sentiva come un animale in trappola... già da quel maledetto giorno aveva temuto giungesse questo momento.

    Si fece forza inspirando a fondo. Esclamò quindi tutto d'un fiato:

    “È stato il signor Juan ad uccidere mio zio!”
     
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    Juan cavalcava rapido come un fulmine: l'istinto gli diceva di affrettarsi. La carrozza in cui viaggiava l'avvocato Manera non riusciva a stargli dietro, ma sarebbe comunque arrivata a destinazione. Incitò il cavallo ad andare più veloce e pregò in cuor suo che non fosse troppo tardi.

    ~ ~ ~

    Beatrice indietreggiò: “Menti!”

    “No signora, io non mento affatto,” spiegò Luana acquistando sicurezza ora che la sua verità era venuta a galla: “È stato vostro marito a convincere mio zio ad architettare un piano per screditare la signora Anna agli occhi del mio padrone. Il signor Juan voleva rovinare il signor Andrea, voleva che soffrisse come aveva sofferto lui da bambino a causa del mancato riconoscimento paterno... Mio zio ha avuto paura e si è tirato indietro all'ultimo momento... e così il signor Juan lo ha ucciso!”

    “Non è vero! Non ti credo!” urlò Beatrice, disperata.

    Il giudice intervenne con fermezza: “Siete disposta a venire in caserma per firmare un verbale di quanto dichiarato?”

    Luana tentennò. Sofia rispose al suo posto: “Certamente. Mio figlio e il signor Carrara la accompagneranno,” disse imperiosa.

    “Giudice...” Il lamento di Beatrice era pieno di significati reconditi. Romero ne comprese la muta domanda:
    “Non preoccupatevi, signora. Sarà con scrupolosa attenzione che vaglierò tutte le accuse contro vostro marito,” la rassicurò osservandosi attorno con cipiglio severo.

    “Un momento.” La voce di Antonia sorprese il gruppetto che non si era accorto dell'arrivo della donna e dei suoi figli: “Ho sentito bene ciò che ha asserito questa ragazza? Che Juan volesse accusare mia figlia di qualcosa che non ha commesso?” chiese, gli occhi che lampeggiavano.

    “Questo è quello che dice lei!” gridò Beatrice.

    “Voi siete il nuovo giudice di San Paolo?” domandò Antonia a Romero, ignorando la nipote.

    Egli annuì: “Sì. Ed ho il dovere di accompagnare questa giovane in questura per compilare una dichiarazione.”

    “Molto bene. Non perdiamo altro tempo allora,” disse Sofia rivolgendosi ad Alberto e ad Andrea, rimasto immobile.

    Umberto e Anna si scambiarono un rapido sguardo d'intesa. La ragazza stava per intervenire ma si trattenne ad un impercettibile cenno del fratello.

    Nessuno vide Juan entrare di soppiatto dalla finestra.

    ~ ~ ~

    “Tu!!” Andrea scattò come una belva inferocita. Stava per avventarsi sul fratello, ma fu trattenuto da Alberto nella concitazione generale.

    “Signor giudice, non voglio nuocere a nessuno. Sono venuto di corsa per proteggere mia moglie perché temo un'aggressione da parte della vera assassina: Luana!!!” esclamò Juan con veemenza indicando la giovane donna che aveva di fronte e che ora lo osservava con una espressione a metà tra quella di un animale braccato e quella furiosa di chi sa di essere stato sconfitto.

    ~ ~ ~

    Sofia fu la prima a riprendersi dalla confusione seguita alle rivelazioni dell'uomo: “Facile dire questo, per voi! Considerando che siete il maggiore indiziato per l'assassinio! Non crediamo alle vostre parole!”

    Il giudice prese la situazione in mano: “Lor signori desiderano un mio intervento ufficiale? Vi ricordo che le minacce fisiche e verbali sono contro la legge!” ammonì con tono di comando.

    Juan intervenne: “Non sono qui per vendicarmi, ma per rivelarvi cosa ho scoperto! Mercedes, la giovane bracciante che era stata rapita da Basilio per lavorare nel postribolo qui vicino, afferma che Basilio avesse minacciato la nipote di fare altrettanto con lei. È stata Luana a scrivere e a far recapitare la seconda lettera ad Andrea... abbiamo solo la sua parola che lo zio volesse una copia di quella già consegnata a Castaldo! Basilio voleva ricattare Anna, non si sarebbe mai messo contro il suo stesso padrone se non come ultima risorsa. Luana è stata abile a cogliere l'opportunità di assassinarlo facendo ricadere la colpa sugli altri: lo ha fatto ubriacare per poterlo pugnalare senza che opponesse resistenza ed ha poi scritto una lettera simile, ma non identica, a quella in mano a Castaldo. Si è sincerata fossi presente sul luogo del delitto per far sì che Andrea mi vedesse lì assieme ad Anna, l'unica persona che Basilio avesse realmente convocato quel giorno!! Tutto ciò proprio per avallare la tesi del presunto adulterio. È stata furba... ed altri ne hanno approfittato per farmi incarcerare!!”

    “Avete prove di quanto affermate?” domandò Romero.

    “Sì,” si intromise l'avvocato Manera, giunto da poco alla tenuta. “Questo signore qui con me è Florindo, il nonno di Mercedes. Quel giorno si trovava nei pressi dell'abitazione di Basilio: stava rincasando perché attendeva la visita di Francisco Aranda e di sua figlia Beatrice. Rammenta di aver notato un fatto inusuale: Luana che lavava la biancheria. Normalmente non era quello il giorno assegnato a quel tipo di lavoro. Ve lo confermerà lui stesso...”

    “È vero,” disse timidamente l'anziano signore. “La biancheria doveva essere cambiata l'indomani. Ricordo di essermi avvicinato, incuriosito perché mi era parso ci fosse del sangue sul grembiule di Luana e sugli stracci che stava pulendo... ma lei mi voltò le spalle. Pensai di essermi sbagliato e continuai per la mia strada,” proseguì prima di essere interrotto dai singhiozzi disperati della giovane cameriera sfortunata.

    ~ ~ ~

    “E così tutto è bene quel che finisce bene,” sentenziò Umberto più tardi. Era tornato a San Paolo assieme alla madre al termine di quella giornata piena di eventi.

    “Bene, dici...?! Non mi sembra: Juan ora andrà a vivere con tua cugina seppure Andrea non intenda affatto ritornare sulla decisione di togliergli il cognome. E dubito che quel selvaggio vi rinuncerà... vedrai se non ci saranno altre tragedie! Ma io sono preoccupata per tua sorella: Andrea sembra posseduto... non ragiona!! Anche se abbiamo ottenuto che la riprendesse con sé, non mostra il minimo interesse per lei!” si sfogò Antonia.

    “Madre, vi dico di non preoccuparvi: a Juan interessa solo Beatrice... ricordate? Era disposto a sposarla avvalendosi del cognome dell'avvocato. Decise di rivelare la verità ad Andrea solo quando proponemmo Alberto. Averlo saputo prima, non mi sarei azzardato a consigliare quella soluzione... ma allora non conoscevo Juan! Per quanto riguarda Anna, state esagerando. Mia sorella è molto bella ed affascinante. Col tempo si riappacificherà con suo marito.”

    “Speriamo sia come dici tu... Vorrei che fosse stata adottata la soluzione proposta da Luana, dove la colpa ricadeva interamente su quel farabutto...!! Lo odio ancora di più, se possibile: perché non ha sostenuto anche lui che Anna fosse innocente di ogni accusa? C'era bisogno di confermare che quel mostro di Basilio volesse ricattare mia figlia?”

    “Andiamo, madre! Andrea non è uno stupido: ha quasi picchiato Carmen per farla confessare! Non avrebbe mai creduto all'innocenza della moglie. E Juan poteva solo discolparsi con la verità. Sapete... per un momento ho pensato che foste stata voi...” disse piano. “Mi avevate detto che avreste contattato Basilio per minacciarlo di tenere la bocca chiusa riguardo la falsificazione del testamento e la condotta di Anna...”

    Antonia fissò il giovane, profondamente offesa: “Come hai potuto solo pensare una cosa del genere??”

    “Ma vi siete recata da lui, non è vero?” incalzò Umberto.

    La donna sospirò: “Sì, poco prima che venisse ucciso. Tentai di farlo ragionare, ma quello spudorato mi rispose con aria di sufficienza. Ebbe la sfrontatezza di dirmi che lui era fedele solo al suo padrone! E allora lo minacciai,” affermò con rabbia alzando la testa, orgogliosa come sempre.

    “Lo immaginavo... Quel giorno mi diceste che era andato tutto bene senza poter entrare in particolari. E più tardi, ad omicidio avvenuto, ho avuto paura...”

    “E non mi hai più chiesto nulla...” mormorò la donna.

    “No. Ma sono contento che le cose siano andate in questa maniera. Vedrete che Anna riuscirà a riappacificarsi con Andrea... Zia Sofia ci darà una mano: volente o nolente, anche a lei interessa evitare un altro scandalo!”

    Antonia lo guardò con rinnovato spirito battagliero: “Dobbiamo assolutamente evitare che venga fatto il nome di tua sorella al processo!”

    Umberto le sorrise rassicurante: “Non ce ne sarà bisogno. Luana ha ucciso lo zio per motivi del tutto personali. Comprovando l'innocenza di Juan, automaticamente verrà comprovata anche quella di Anna...”

    ~ ~ ~

    “Mi interessa sapere perché non avete ritenuto opportuno informarmi dell'esistenza di un testimone prima di giungere alla tenuta,” domandò Romero a Manera e a Juan, seduto accanto a Beatrice.

    Si trovavano nello studio del giudice: finalmente le prime carte della confessione di Luana erano pronte e tra poco sarebbero potuti rincasare. Era molto tardi e ciascuno di loro avvertiva la stanchezza di quella giornata così pesante.

    “Quando Juan mi ha esposto i fatti sotto una nuova luce ho pensato che Mercedes potesse dirmi qualcosa di più sul carattere di Luana... Quindi l'ho raggiunta dai nonni mentre voi parlavate con gli Aleardi. Solo allora Florindo mi ha confidato ciò che aveva visto. Lui non gli aveva dato molto peso... La sua vista non è affatto buona ma, soprattutto, è una persona semplice... incapace di credere che una fanciulla come Luana potesse essere un'assassina,” spiegò l'avvocato Manera.

    “Certamente col senno di poi avremmo dovuto pensarci prima,” intervenne Juan. “Nessuno di noi ha dato il giusto peso al fatto che fosse stata Luana a cercarmi quel giorno e a far recapitare la lettera ad Andrea... Anch'io, come Florindo, l'ho sempre considerata una ragazza inoffensiva, costretta al ruolo di cameriera perché povera...”

    Marcello sospirò: “Avremmo potuto evitare moltissimi problemi se quell'uomo ci avesse rivelato prima ciò che sapeva...” Fissò il giovane che sedeva di fronte a lui: “Sarà mia premura appurare la verità riguardo i presunti documenti firmati da José Aleardi. Tuttavia dubito che recupererete il vostro cognome senza testimoni che possano confermare le ultime volontà di vostro padre...”

    “Vi ringrazio. Per me l'importante è poter vivere una vita serena assieme a mia moglie. Se il prezzo da pagare è rinunciare al mio cognome, sono pronto a farlo,” asserì Juan. Aveva ancora vivido in mente lo sguardo pieno di odio di Andrea... non gli rimaneva che sperare di riappacificarsi col fratello un giorno non troppo lontano.

    “Andrea non mi ha rivolto la parola dopo il vostro intervento,” continuò. “Si è limitato a confermare all'avvocato la volontà di disconoscermi. Se questo non comporta l'annullamento del mio matrimonio con Beatrice, non ho intenzione di oppormi.”

    “Non credo che la Chiesa annullerà il vostro matrimonio. E se volete sposarvi civilmente con il vostro nome attuale, nessuno vi vieta di farlo,” chiarì Romero.

    Beatrice sentì la rabbia montarle in corpo. Tutto ciò non era affatto giusto! “Quindi dovremmo continuare a subire ingiustizie solo perché non ci chiamiamo Aleardi?” esclamò adirata.

    Marcello la fissò severo: “Non ho detto questo. È mio preciso compito far rispettare la giustizia nella mia giurisdizione. Solamente che a volte la vita non va come desideriamo, signora.”

    Beatrice arrossì: non voleva certo offendere quell'uomo! Era stato corretto ed imparziale con loro...
    “Cosa ne sarà di Luana?” chiese.

    “Verrà processata, ma considereremo tutte le attenuanti del caso...”

    Juan si alzò tendendo la mano al giudice: “Vi ringrazio. Avete dimostrato di essere un uomo d'onore. Vi sono debitore...” disse con gratitudine.

    ~ ~ ~

    “Aspettate prima di andarvene, avvocato. Ho bisogno di chiarire qualcosa con voi,” disse Romero a Manera. Juan e Beatrice erano appena usciti e l'anziano legale si apprestava a seguirli.

    “Non crediate che sia disposto a sorvolare sul vostro passato perché non ho alcuna intenzione di farlo,” continuò il giudice.

    L'avvocato domandò severo: “Posso sapere di cosa mi accusate?”

    Marcello scostò la sedia e fissò l'altro dritto negli occhi: “Non vi permetterò di frequentare né mia cognata né mia nipote, di cui sono il tutore. Non voglio che vi avviciniate a Maria Grazia e a Marianna...”

    Nicola sussultò, stupito e meravigliato: “Maria Grazia, avete detto...?”

    “Esatto. Sono sotto la mia potestà... e dunque vi proibisco di frequentarle,” dichiarò il giudice chiudendo il discorso.



    Il giorno dopo


    Nicola si fece forza e bussò alla porta. Si fece annunciare dalla cameriera che lo invitò ad entrare nell'anticamera in attesa della sua padrona. Si sentiva esattamente come allora: un giovinetto a cui la vita aveva fatto il regalo più grande...

    “Nicola...” La voce di Maria Grazia lo riscosse dai propri pensieri. Si voltò lentamente: “Perdonami se non sono entrato dalla porta di servizio, ma sono troppo vecchio per queste cose.”

    Maria Grazia sorrise, troppo emozionata per parlare.

    “Sei sempre bellissima...”

    “Ora non più...”

    “Sì che lo sei. Anche tua figlia deve essere bellissima. Quanti anni ha?”

    Maria Grazia arrossì e abbassò gli occhi.

    “È mia, non è vero?” chiese l'avvocato in un sussurro.

    ~ ~ ~

    Alla taverna del Guercio c'era soddisfazione per lo scagionamento di Juan.

    “Alla tua salute!” disse Facundo a Juan alzando il calice per un brindisi.

    “A Juan!” esclamarono in coro Edoardo, Pietro, Serafino, Gioacchino, Beatrice e Angelica.

    Mancava solo Mercedes: aveva ritenuto più sicuro rimanere alla tenuta coi nonni. L'innocenza di Juan era stata dimostrata, ma i signori Aleardi non l'avevano certo presa bene.

    “A cosa pensi?” chiese Beatrice al marito, che appariva assai meditabondo.

    “A questa notte... Finalmente staremo soli a casa nostra amore mio,” rispose Juan sorridendo, intenerito dal rossore sulle guance di lei.

    ~ ~ ~

    “Per anni ho portato rancore ai miei genitori che ci hanno divisi, Nicola... Mi hanno costretta a sposare il fratello di Marcello di cui oggi sono vedova... È stato buono con me, accettando di riconoscere la bimba che portavo in grembo. Gli ho voluto bene... ma non ti ho mai dimenticato.”

    “Nemmeno io, Maria Grazia. Ti ho cercata tanto, ma inutilmente. Oggi che ho ritrovato te e mia figlia non ho intenzione di perdervi di nuovo!”

    “Ti prego, non dire questo. Non voglio soffrire ancora... Marcello è stato categorico: non riesce a comprendere il sentimento che c'è stato tra noi...”

    “Capisco. Mi incolpa per non averti portato rispetto. Spesso l'ho pensato anche io... Sì, non interrompermi, è così... Ma ti amavo, ci amavamo troppo. E, almeno per me, è ancora così. Marcello non potrà impedirvi di uscire e di stare in paese e io sarò lì con voi... Sia se vorrai rivelare la verità a Marianna sia se vorrai mantenere il segreto. Io però vi sarò vicino...”

    Maria Grazia gli sorrise titubante, la speranza che le accendeva il volto.

    ~ ~ ~

    “Finalmente soli!” esclamò Juan entrando in camera da letto. Era stata un'impresa persino per lui portare Beatrice nella loro nuova casa: i suoi suoceri avevano scatenato il diavolo a quattro! Soprattutto la signora Caterina: c'era voluto l'intervento di Padre Domenico per farle capire che loro erano ancora sposati agli occhi di Dio!

    “Beatrice...” disse piano avvicinandosi alla moglie. “Mi chiamano Juan del Diablo, ho una barca denominata Satán... ma con te sono stato un santo finora! Nemmeno io so come abbia fatto... Hai paura se mi avvicino...?”

    Beatrice si voltò verso suo marito, lo sguardo pieno d'amore: “No... Più di una volta ho pensato che tutto ciò che viene da te non può che essere meraviglioso... Adoro quando mi baci, quando mi abbracci... Io... io... provo delle sensazioni bellissime quando sono con te...”

    Juan le prese il volto tra le mani: “Sono un uomo pieno di difetti, lo sai. Ma ti amo immensamente. Fare l'amore può essere splendido quando ci si vuole bene... e io ti desidero da impazzire...”

    “Lo so... All'inizio avevo paura di ciò che sentivo quando mi baciavi ma adesso... adesso so che è giusto e normale. Voglio condividere tutto con te, Juan... perché è con te che mi sento finalmente a casa,” gli confidò la fanciulla gettandosi tra le sue braccia.

    “Vieni...” disse lui prendendole la mano.








    Roma, 12 ottobre 2015 (la vita presente)



    Sul filo del rasoio, ma ce l'ho fatta... il romanzo è pronto!

    Cari lettori, mi spiace se ho dovuto affrettarne la conclusione: il tempo è tiranno! Chi conosce la telenovela sa che ci sono molti altri colpi di scena... e anche io volevo raccontarvi gli eventi successivi: il sofferto perdono di Andrea, la sorte di Anna, gli sviluppi sulla vicenda Manera/Romero, il gran finale...

    Ma la scadenza del concorso è, ahimè, improrogabile... sebbene la casa editrice abbia indetto una nuova selezione di opere inedite, aperta fino a novembre!! Vi propongo dunque un patto: se il racconto vi è piaciuto penserò ad un sequel, altrimenti, come già disse qualcun altro, vogliate bene ai suoi personaggi... :)

    Anche perché devo rivelarvi un ultimo segreto: essendo un'appassionata delle telenovele d'epoca messicane ho già in mente un approfondimento di Amor Real, Alborada e Pasión, interpretate dallo splendido Fernando Colunga!!! Fernando non lo ricorda, ma è stato lui il mio vero "Juan" in altre vite... Prima poi gli ritornerà la memoria, vedrete...!





    Quindi la storia continua...
































    Un punto imprecisato sulla Terra, anno 2900 (d.C.)




    Che seccatura, pensò Beatrice. Ma l'inventore del teletrasporto non aveva altro di cui occuparsi?!

    Grazie – si fa per dire – a quella sua diabolica invenzione, le toccava vedere i suoceri più spesso di quanto avrebbe gradito. E dire che abitavano a oltre 900 chilometri di distanza. Beati i tempi antichi, quando si viaggiava esclusivamente con l'automobile ed i mezzi pubblici...!

    Beatrice sospirò. In fondo voleva inspiegabilmente molto bene a Caterina e a Francisco (chissà perché, poi, si ostinava a pensare a loro in quell'ordine: Caterina e Francisco; non Francisco e Caterina). Tuttavia non poteva negare che, fosse dipeso da lei, non sarebbe andata a trovarli tutte le sante domeniche come voleva suo marito.

    Il volto le si illuminò come sempre quando pensava all'amato...

    … Juan...!


    Beh, le cose potevano andare peggio, si disse a mo' di consolazione: e se Caterina e Francisco fossero stati i suoi genitori, invece che i suoceri..?! Con la mentalità che si ritrovavano, l'avrebbero sicuramente tenuta sotto una campana di vetro! Lei, una astronauta di prim'ordine! Le venivano i brividi al solo pensiero!

    Meno male che avevano un unico figlio maschio. Quello era il loro grande merito: l'aver generato l'essere meraviglioso che aveva sposato. Era convinta fosse stato il destino a farli incontrare: lei e Juan erano anime gemelle... si augurava vivamente che vivessero a lungo circondati dall'amore e dall'affetto di tutti i loro cari. Suoceri compresi.

    Tutto sommato, un piccolo sacrificio si poteva anche fare, considerò chiudendo gli occhi e giungendo a destinazione in un battibaleno.











    :wub: Fine?! :wub:

     
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