Fantasmi del passato

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    CAPITOLO 14
    Era domenica, gli occupanti di casa Aleardi erano pronti per uscire. Andrea era diretto alla tenuta, da quando aveva sollevato Basilio dall'incarico di amministratore per aver rubato la lettera di suo padre, si recava spesso a Campo Real per organizzare il lavoro dei braccianti ed Alberto lo avrebbe accompagnato. Sofia, Caterina e Dolores si sarebbero recate a messa. La signora Caterina tentava di convincere sua figlia ad andare con loro.

    -Che ti prende piccola mia? Sono giorni che non esci da questa casa. Non stai bene?

    -No, madre. Ma non mi va di venire in chiesa. C'è troppa gente alla messa delle 10, andrò nel pomeriggio.

    -Se vuoi posso restare qui con te, non mi piace lasciarti sola.

    -Andate pure madre, potete stare tranquilla, starò bene.

    -Come vuoi tu, Beatrice. Ci vediamo dopo, allora.

    Le tre donne si avviarono per andare in chiesa, scortate da Mercedes, quando Dolores si rese conto di aver dimenticato la sua borsetta in salotto.
    -Zia, ho lasciato la mia borsetta sul divano. Vado a prenderla.
    -Mercedes accompagna la signorina Dolores a casa.
    -Non è necessario zia. Andate pure, vi raggiungerò a messa.
    -A tra poco, allora.

    Era quasi giunta a casa Aleardi, quando venne avvicinata da Juan.
    -Buongiorno. Dov'è Beatrice? – le chiese l'uomo, cogliendo di sorpresa Dolores.
    -Buongiorno... È in casa.
    -Come sta? Volevo parlare con lei... Ma non è mai uscita da questa maledetta casa. Come mai? Andrea le impedisce di uscire? Se è così, io...
    -No, no, non è colpa di Andrea, ve lo posso assicurare.
    -E allora? Non ditemi che si trova così bene con gli Aleardi che...
    -No, anzi. Se avesse la possibilità di andarsene, lo farebbe di corsa.
    -Ditemi cosa sta succedendo... io ho bisogno di parlarle, ma non voglio avere altri problemi con la giustizia... però se l'unico modo per vedere Beatrice è entrare in casa Aleardi...
    -Non pensateci nemmeno, sarebbe una follia. Volete peggiorare la situazione? Cosa credete che abbia Beatrice? Tutto quello che è successo l'ha scossa profondamente... capisco la vostra premura nel voler parlare con lei, però vi prego di pazientare un po’... non createle altri problemi, è l'ultima cosa di cui ha bisogno. Ora andatevene e datemi ascolto. Tengo molto a Beatrice. Trovate il modo di conciliarvi con lei, ma per favore, niente pazzie.
    Detto questo, la donna riprese il suo cammino verso l'abitazione degli Aleardi, sperando che Juan le desse ascolto.


    Rimasta sola in casa, prese un libro dalla biblioteca degli Aleardi e si mise a leggere. Le piaceva rifugiarsi nella lettura, lo faceva fin da quando era bambina. Leggere l'aiutava a non pensare. Aveva divorato molte pagine del romanzo che aveva scelto quando iniziò a sentire una musica in sottofondo... aveva già sentito quei suoni, tanto tempo prima... ricordava Anna volteggiare nel salotto della loro casa al suono di quella melodia, Andrea le aveva regalato un grammofono per farla contenta. A sua sorella mancavano le feste di Città del Messico e il ragazzo, innamorato com'era, le aveva donato quello strano strumento in grado di produrre musica. Anna non aveva perso tempo, non appena Beatrice era tornata dal convento le aveva mostrato paonazza il regalo fattole da Andrea. Rideva mentre ballava, mentre Beatrice la guardava con invidia e la madre la supplicava di spegnere quello strumento infernale.
    Era la sua immaginazione a farle brutti scherzi o era reale la musica che stava ascoltando? Si alzò dal divano sul quale era seduta, cercando di capire da dove provenissero quei suoni.

    Nella stanza intanto era entrata Dolores che si avvicinò a Beatrice.
    -Che hai, Beatrice? Da dove proviene questa musica?
    -La senti anche tu?
    -Sì.
    -Davvero?
    -Certamente, perché non dovrei?
    Beatrice si lasciò cadere sul divano, sollevata.
    -Allora non sto diventando pazza... se la senti anche tu...

    La musica cessò di colpo e si udirono dei rumori provenire dal piano di sopra.

    -Calmati, Beatrice. Andiamo nella tua stanza. Lì parleremo senza che nessuno ci ascolti.

    Chiusa la porta della camera, Dolores porse un bicchiere d'acqua alla cugina, visibilmente scossa, chiedendole di raccontare cosa fosse accaduto.

    -Stavo leggendo, quando all'improvviso ho iniziato a sentire quella musica. Piaceva tanto ad Anna, la ascoltava spesso, diceva che le ricordava le feste nella capitale. Pensavo che fosse tutto frutto della mia immaginazione, ma l'hai ascoltata anche tu... e guarda caso, non appena sei arrivata, la musica è cessata di colpo.

    -L'ho notato anche io. Qualcuno era nascosto al piano di sopra e deve aver azionato il grammofono.

    -Credo che dietro tutte le cose strane che mi sono successe in questa casa ci sia lo zampino di Luana.

    -La cameriera? Ne sei sicura? E che motivo avrebbe?

    -Mia madre mi ha confidato che poco prima di morire, Anna aveva trovato Andrea a letto con Luana.

    -Davvero?

    -Sì. Anna era su tutte le furie, andò dalla zia Sofia a raccontarle tutto. Mia sorella credeva che la zia avrebbe cacciato Luana, invece la rivestì da capo a piedi, nominandola sua dama di compagnia.

    -Lo ha fatto certamente per far dispetto ad Anna. È evidente che non sopporti Luana.

    -Ho notato anche io un cambio nei suoi confronti, prima non le era così ostile. Deve essere successo qualcosa.

    -E perché pensi che ci sia Luana dietro agli strani avvenimenti degli ultimi giorni?

    -Credo che sia infatuata di Andrea e mi veda come una rivale. Non trovo altra spiegazione.

    -E cosa hai intenzione di fare?

    -Nulla. Dirlo a mia zia o ad Andrea servirebbe solo a farla andare via. E non è che questo ciò che voglio.

    -E cosa vuoi allora?

    -Voglio essere io a lasciare questa casa. Devo farlo al più presto.
     
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    CAPITOLO 15
    Ormai aveva deciso, doveva andare via da quella casa. Non riusciva più a sopportare le continue pressioni di Andrea e di sua madre, doveva trovare un modo per lasciare casa Aleardi. Ma come poteva fare? Non disponeva di denaro per poter prendere in affitto una stanza. Accompagnata da Dolores si recò alla messa del pomeriggio, con l'intento di parlarne con padre Domenico e trovare una soluzione. Terminata la funzione religiosa, andò in sacrestia insieme alla cugina per parlare con il sacerdote che fu molto felice di vederla.

    -Che piacere vederti di nuovo Beatrice.
    -Anche a me fa molto piacere rivedervi padre. Vi presento mia cugina Dolores.
    -Piacere di conoscerla, padre.
    -Lo stesso vale per me. Sono contento che tu sia venuta da me Beatrice. Se non lo avessi fatto tu, sarei venuto io da te. Ho bisogno di parlarti di alcune questioni importanti...
    -Ditemi pure padre, potete parlare tranquillamente, Dolores è al corrente di tutto.
    -Accomodatevi figliole. Innanzitutto Beatrice raccontami qualcosa di te... non ho avuto tue notizie in questi mesi. Stamattina ho visto tua madre, mi è sembrata un po' affaticata.
    -Ha qualche problema di salute. Il clima della capitale ha aggravato la sua condizione, per questo motivo siamo ritornate a San Paolo.
    -E che mi dici di te?
    -Che vuole che vi dica, padre... può immaginare quanto siano stati difficili questi mesi. La morte di Anna è stata un duro colpo per noi. Per non parlare poi della mia separazione da Juan...
    -È proprio di questo che volevo parlarti. Ieri ho ricevuto una lettera dall'arcivescovato della capitale. Non mi capacito di come tu abbia potuto chiedere l'annullamento del tuo matrimonio.
    -L'arcivescovato già vi ha contattato?
    -Da quello che c'è scritto sembra che tu abbia detto a sua eminenza di essere stata costretta a sposare Juan. Ho celebrato io il vostro matrimonio e so esattamente come sono andate le cose.
    -Non ho detto niente di simile all'arcivescovo ...
    -E allora chi è stato?
    -Mia madre, potete immaginare l'opinione che ha di Juan... lo ritiene responsabile della morte di Anna.
    -Ma tu eri presente, dovevi dire che non era vero... Perché hai chiesto di annullare il tuo matrimonio?
    -È stato Juan a volermi allontanare da lui...
    -Sì, lo so, ho parlato con lui.
    -Davvero? Quando?
    -È venuto da me appena è uscito dal carcere. Voleva sapere se avessi il tuo indirizzo.
    -E non vi ha detto che sta corteggiando un'altra ragazza?
    -Ma di cosa stai parlando... quel ragazzo ti ama, è pentito di averti allontanato da lui... Mi è sembrato sincero e soprattutto... innamorato.
    -Padre sono successe così tante cose... Anna è morta, Andrea odia profondamente Juan e mia madre come potete immaginare lo incolpa di tutto quello che è successo.
    -E di te che mi dici? Quali sono i tuoi sentimenti? Non pensare ad Andrea, a tua madre o alla povera Anna. Sono i tuoi sentimenti quelli che contano. Non ami più tuo marito?
    -Vi mentirei se vi dicessi che ho smesso di amarlo.
    -E allora?
    -Come posso pensare di tornare con Juan se abbiamo tutti contro? Sono così confusa... cosa dovrei fare?
    -Nessuno può dirti quello che devi fare, Beatrice. Non sempre le cose sono facili. Il cammino verso la felicità a volte è tortuoso e pieno di ostacoli. Prenditi del tempo, rifletti e decidi cosa fare. Ma non lasciare che siano altri a decidere per te.
    -Avete ragione, ma... per farlo ho bisogno di allontanarmi da tutti. Non ne posso più delle ingerenze di mia madre e di Andrea. Non dispongo di denaro mio, ma non posso continuare a vivere in casa Aleardi.
    -Tuo marito non provvede a mantenerti? Anche se il matrimonio civile è stato annullato, è suo preciso dovere...
    -No – lo interruppe Beatrice – Juan voleva farlo, ma io non ho voluto ... forse voi e suor Giuliana potete aiutarmi a trovare qualcosa da fare.
    -Vuoi metterti a lavorare, Beatrice? - le chiese Dolores alquanto sorpresa.
    -Lavorare non è una vergogna – sentenziò padre Domenico.
    -Ho bisogno di denaro se voglio andarmene e non dipendere più da Andrea o da mia madre. Mi aiuterete padre?
    -Certamente... forse c'è un posto che potrebbe interessarti.
    -Di cosa si tratta?
    -Pazienza, figliola... saprai tutto quando sarò certo di poterti affidare quell'incarico. Intanto puoi passare da suor Giuliana, avrà sicuramente dei lavori di cucito da darti. Se non ricordo male sei molto abile con ago e filo.
    -Grazie mille, padre.
    -Ora vai da suor Giuliana e ricorda: solo tu puoi decidere cosa fare della tua vita. Lascia parlare il tuo cuore e metti da parte l'orgoglio e il risentimento. Il Signore guiderà le tue scelte.

    Le due ragazze salutarono il sacerdote e, congedatesi da suor Giuliana che affidò a Beatrice alcuni lavori di ricamo da fare, si avviarono verso casa Aleardi.
    -Sei sicura Beatrice di quello che stai facendo? - le chiese Dolores.
    -Totalmente.
    -Io pensavo che volessi chiedere a padre Domenico di ospitarti in convento.... Non avrei mai immaginato che la tua intenzione fosse quella di metterti a lavorare.
    -Non voglio nascondermi in convento come ho fatto in passato. Voglio uscire dal limbo in cui ho vissuto in questi mesi. Voglio riprendere in mano le redini della mia vita.

    Edited by XMari - 20/11/2021, 13:34
     
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