Il CS di Dharmaa

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    Il litigio

    -“ Madre non vi preoccupate tornerò presto” – “Beatrice……in questi ultimi giorni sei sempre in convento, non ti vedo mai e dobbiamo sistemare così tante cose prima del matrimonio: le partecipazioni, il banchetto…per non parlare dell’arredo della tua nuova casa” – “ Ve l’ho già detto io e Juan abbiamo deciso per una cerimonia semplice con pochi invitati; ho già discusso del banchetto con Mercedes ed Edoardo e per quanto riguarda la nostra casa Juan se ne sta occupando in questi giorni, quindi vedete, è tutto apposto. Non preoccupatevi di queste cose, cercate invece di riposarvi, mi sembrate un po’ stanca. E ora, se volete scusarmi, sono già in ritardo”.- E, preso il cappellino di paglia Beatrice chiuse la porta dietro di sé e si diresse verso il convento. Durante il percorso non potè fare a meno di pensare a quanto stesse diventando esasperante sua madre; negli ultimi giorni non faceva che assillarla con i preparativi delle nozze. Non ce n’era motivo dal momento che lei e Juan avevano concordato insieme ogni dettaglio, ma la realtà era che Donna Caterina faticava ad accettare un matrimonio tanto modesto e poco mondano per la figlia “contessina” così ogni occasione era un pretesto per farglielo notare. Ma Beatrice era fermamente decisa; non avrebbe lasciato che sua madre si intromettesse creando in questo modo, problemi tra lei e Juan. Il loro rapporto era ancora tanto acerbo e lei desiderava sorvegliarlo e proteggerlo.

    Ogni mattina dopo colazione, si recava dalle suore, che appena saputo del fidanzamento si erano offerte di prepararle il corredo ed il vestito da sposa come regalo di nozze. Beatrice commossa da un gesto così pieno di affetto, a cui non era per niente abituata, aveva accettato con gratitudine a patto però di poter contribuire anche lei con il suo lavoro, e tutto ciò alla fine aveva rivelato diversi aspetti postivi. In primo luogo aveva evitato che Juan si occupasse anche di questo; ricordava ancora cosa aveva provato, quando lui, conoscendo la loro difficile situazione economica, con delicatezza aveva accennato al fatto di fare qualche acquisto per la futura sposa. Non le erano mai importate queste cose ma, in quell’occasione, forse per orgoglio, per dignità, si era sentita mortificata ; aveva accolto, quindi, l’inaspettato dono di nozze con entusiasmo e gioia. In secondo luogo trascorrere del tempo insieme a persone che la conoscevano bene e la capivano, le trasmetteva tranquillità; ne aveva bisogno dal momento che la sua decisione di sposare Juan non aveva ricevuto molto appoggio e ora che lui era in viaggio la solitudine e la tensione iniziavano a pesarle. Non ultimo, stare spesso fuori casa le permetteva di evitare la madre e le sue continue lamentele.

    Aveva trascorso anche quel giorno in convento cercando di allungare il lavoro fino all’ultimo, ritardando così il suo rientro il più possibile. Stava camminando verso casa, quando all’improvviso si trovò davanti una donna; era molto bella, forse un po’ più vecchia di lei, alta, con capelli lunghi corvini sciolti sulle spalle, occhi di un azzurro intenso e indossava degli abiti semplici ma eleganti. Beatrice non l’aveva mai vista prima ma passandole accanto, per educazione, le indirizzò un timido saluto. La donna non ricambiò, anzi inaspettatamente le sbarrò la strada con la chiara intenzione di impedirle di proseguire e dopo averle rivolto un sorriso poco amichevole le disse - “ Siete la signorina Beatrice D’Altomonte vero? Voi non sapete chi sono ma io vi conosco. Vi ho osservata molto in questi giorni….sì…volevo capire bene chi sarà la sposa di Juan Del Diablo” – “ Non comprendo….perché mi parlate con questo tono?…cosa volete da me?” – “ Già…voi non capite…..immagino che Juan non ve l’abbia detto…Se avrete la compiacenza di seguirmi, ogni cosa vi verrà chiarita. ”- Beatrice si sentiva confusa e intimorita dalle parole e dallo sguardo di quella donna…… sembrava penetrarle dentro; avvertiva un senso di pericolo e decise di dargli ascolto. - “Non intendo venire con voi da nessuna parte. Se avete qualcosa da dirmi fatelo qui e ora.”- Si stupì lei stessa della sua fermezza, ma era sicura, non doveva cedere o mostrarsi troppo spaventata. La cosa probabilmente sorprese anche la donna perché per qualche secondo i suoi occhi persero la decisione che avevano mostrato fino a quel momento, ma si ricomposero poco dopo - “ Bene, se le cose stanno così “contessina” sono costretta a dirvi , qui, in mezzo ad una strada polverosa che il vostro futuro sposo, a causa vostra, ha deciso di abbandonare suo figlio e la donna che glie l’ ha dato”- Dopo aver sottolineato le ultime parole con un gesto che indicava essere lei “quella” donna, si mise in trionfante attesa della reazione di Beatrice che come prima cosa impallidì visibilmente. La giovane, non riusciva a pensare, non riusciva a capire….”Cosa sta dicendo? Chi è? Perché parla così? Non è vero, non ci credo….Oh mio Dio….” Il cuore a mille, le tremavano le gambe, le girava la testa e le parole di quella donna continuavano a riecheggiare nella sua mente. Con un filo di voce riuscì a dirle: - “ Non so perché siate venuta da me e per quale motivo abbiate fatto queste affermazioni. Juan me ne avrebbe parlato ne sono sicura, lo conosco, non mi avrebbe mai nascosto una cosa del genere.” – “ Voi credete di conoscerlo, ma vi sbagliate. Lui non appartiene al vostro mondo, tanto meno a voi. Lasciatelo stare, lasciatelo libero e soprattutto non toglietelo a suo figlio. E se non credete alle mie parole potete pure domandare a chiunque di me, di Lupe..tutti ci conoscono, tutti sanno” -…e detto questo Beatrice la vide allontanarsi soddisfatta.

    _ “No madre, non ho fame, ma sto bene, ho solo un po’ di mal di testa e preferisco andare a riposare. Buonanotte” – Beatrice posò un leggere bacio sulla guancia della madre e corse in camera sua. Era troppo sconvolta, aveva un nodo alla gola e sentiva le lacrime pungerle gli occhi. Dopo il confronto con Lupe si era diretta verso casa e non sapeva bene come, ma era riuscita ad arrivarci; tutto le sembrava così confuso, irreale. Non riusciva a credere a ciò che le era stato detto; perché Juan non le aveva mai raccontato niente?….è vero si conoscevano da poco ma lui non era uno di quegli uomini che possono abbandonare un figlio soprattutto a causa di ciò che aveva vissuto sulla sua pelle…. e poi questa è una cosa importante come poteva avergliela tenuta nascosta? “ E’ancora in viaggio, non lo rivedrò che fra qualche giorno …non posso aspettare….devo sapere… Chiamerò il signor Nicola lui di certo è a conoscenza…..O no!!!!….anche l’avvocato è fuori in questi giorni….cosa posso fare?…..” – In preda all’agitazione si diresse in cucina – “ Mercedes avrei bisogno di un favore. Tu conosci Pietro?…è uno degli uomini di Juan…Sai dove vive? – “ Sì signorina Beatrice” – “ Bene, per cortesia, vai a chiamarlo ho bisogno di parlargli e ti prego fai in fretta” – Va bene signorina. Ma vi sentite bene? Siete così pallida? Volete che vi prepari qualcosa prima di andare” – “ No..no..ti ringrazio è meglio si ti avvii prima che diventi troppo tardi”-

    Beatrice era seduta sul letto lo sguardo fisso nel vuoto. Pietro se n’era appena andato. Aveva deciso di chiedere a lui perché sapeva essere l’uomo più fidato di Juan e non le avrebbe mai mentito su una cosa del genere……..Le aveva confermato tutto; sì Juan, anche se non aveva mai detto niente al riguardo, qualche anno prima aveva avuto un figlio da Lupe che all’epoca lavorava come cameriera in qualche bettola del porto e da allora si era sempre preso cura di loro comprandogli una piccola casa ma molto dignitosa e non facendogli mai mancare cibo e vestiti. “ Tutti ne sono a conoscenza signorina e poi…sa, Lupe non fa certo mistero della cosa.” queste erano state le parole di Pietro e adesso….adesso lei cosa doveva fare ? Avrebbe voluto gridare al mondo la sua rabbia; si sentiva presa in giro, tradita. Sposarsi?…aveva ancora un senso? ….come poteva unirsi ad un uomo che, quindi, lei davvero non conosceva e a conti fatti iniziava anche a disprezzare?…..Perché non raccontarle nulla? “….forse…..forse loro due ancora……lei è una donna così bella, mentre io…..Mio Dio…..mi sembra tutto così diverso….Juan ……avevo imparato a stimarti, credevo nella tua onestà e nobiltà d’animo e adesso…..mi sembri un’altra persona…..” Con movimenti meccanici e faticosi iniziò a svestirsi, indossò la camicia da notte e si mise a letto ma il sonno non arrivò ne quella notte né le successive.

    Erano ormai passati due giorni dalla rivelazione che le avevano fatto e Beatrice si era sforzata di continuare la sua solita vita ……..Il giorno dopo l’incontro con Lupe si era recata al convento come al solito, ma non era riuscita a reggere la vista del suo corredo, dell’abito da sposa e adducendo come scusa un forte malessere era rientrata a casa trascorrendo il resto del tempo in camera. Non riusciva a sopportare quello che provava; non capiva esattamente cosa fosse ma le faceva male, di continuo, senza sosta….le toglieva respiro e non trovava sfogo nemmeno nelle lacrime che continuavano a pungerle gli occhi, ma che non si decidevano ad uscire. Ricordava il dolore provato dal rifiuto di Andrea ma questo….questo non era neanche lontanamente paragonabile….l’idea di rinunciare a Juan…..alla loro vita insieme, che tante volte si era scoperta felice di immaginare, la opprimeva, la soffocava ma non riconosceva più l’uomo che… “Domani sarà qui e allora sarà tutto finito” Si guardò allo specchio; aveva un aspetto tremendo, era pallida, gli occhi spenti, il viso incavato. Si rendeva conto che avrebbe dovuto mangiare un po’, almeno per avere le forze necessarie ad affrontarlo, ma il nodo alla gola che ormai sentiva da giorni sembrava diventare sempre più grande, così anche quella sera si coricò sfinita e senza aver cenato.

    Juan era impaziente; non vedeva l’ora di correre da Beatrice. Durante il suo ultimo viaggio che si era prolungato più del previsto si era sorpreso più volte a pensare lei, a quanto le mancasse a come si sentiva all’idea che presto sarebbe diventata sua moglie. Da quando l’aveva incontrata e conosciuta erano cambiate così tante cose, lui era cambiato. Si sentiva un altro, si sentiva forte e capace di tutto; finalmente avrebbe avuto una famiglia tutta sua , sì ne era degno e questo grazie ad una donna che lo aveva reso consapevole e orgoglioso di sé…..”Caspita,, ma quanto ci mettono a scaricare la barca” – “ Edoardo, appena avete terminato con questa cassa, sistemate la cambusa e le funi di prua, poi andate a casa, cedo che anche voi abbiate voglia di rivedere le vostre famiglie. Io sarò dalla signorina Beatrice, nel caso ci fossero dei problemi” E salutato l’’equipaggio finalmente si diresse verso casa D’Altomonte. Si sentiva elettrizzato e agitato come un ragazzino; Beatrice le era mancata molto, il suo sorriso, i suoi occhi….i suoi baci e poi non vedeva l’ora di darle il piccolo pacchettino che aveva nel taschino interno della giacca “ Chissà se sarà contenta…”. Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si accorse dei due occhi che, nascosti, lo stavano scrutando da lontano e nemmeno del richiamo di Pietro…oramai era arrivato da lei.

    “ Signorina è arrivato il signor Juan.” – “ Grazie Mercedes digli che lo raggiungo fra poco”- Quando la ragazza richiuse la porta dietro di sé Beatrice si alzò dal letto, si avvicinò allo specchio e con aria affranta vide che il suo aspetto, se possibile, era peggiorato ancora. Cercò di sistemarsi i capelli, il colletto dell’abito e con due pizzicotti tentò di ravvivare il viso sempre più pallido. Fece un profondo e doloroso respiro, raddrizzò la schiena e ripetendosi che presto tutto sarebbe finito, si fece forza e si diresse nel salone. Juan sentendo i suoi passi, si alzò di scatto per andarle incontro, ma ciò che vide davanti a lui lo turbò a tal punto da non riuscire a proferire parola. Beatrice sembrava quasi uno spettro, il suo corpo si perdeva dentro l’abito troppo grande, il viso così sofferente e gli occhi freddi, cupi……i suoi meravigliosi occhi azzurri. Fece per avvicinarsi ma lei indietreggiò – “ Beatrice. Cosa sta succedendo?” – Si sentiva smarrito, perso, ma ancora di più, era spaventato nel vederla così. Lei non rispose. – “ Ti prego parlami, Beatrice…ti prego” - Senza spostare gli occhi dal pavimento e probabilmente grazie ai nervi che ancora la sorreggevano disse –“ Ho conosciuto Lupe. Mi ha raccontato di voi, di vostro figlio. Mi ha detto che lo abbandonerai a causa mia ma questo non succederà perché io non lo permetterò…..noi non ci sposeremo più” – Ecco l’aveva detto, era uscito tutto d’un fiato; per giorni aveva pensato a come comportarsi a cosa dire…e ella fine era stato più semplice di quello che credeva, ma non doveva guardarlo, non poteva. Aveva già dovuto faticare abbastanza per non corrergli tra le bracciadiventate tanto famigliari, soltanto sentendo il suono della sua voce e se lo avesse guardato…non avrebbe resistito anche perché le forze, sentiva, la stavano abbandonando.

    “Lupe….ma cosa?….” – “ Beatrice non so cosa ti abbia detto quella donna , ma ti posso assicurare che Juanito non è mio figlio. Sì è vero…..qualche tempo fa noi…….ma lei già aspettava un bambino e comunque dopo poco ho smesso di vederla anche se ho continuato ad aiutarla soprattutto per il piccolo. Ti prego di credermi è la verità” – “ La sua versione è leggermente diversa dalla tua ed inoltre anche i tuoi amici sanno di loro. Quando pensavi di dirmelo? Dopo sposati?…continuando a vederla?….so che molti uomini si comportano così, ma a me non interessa, non è questo quello che voglio. Desidero accanto a me una persona vera, onesta e che mi rispetti e tu non l’ hai fatto. Perché Juan? Perché?” - Disse tutto con rabbia, quasi con furia e poi alzò gli occhi verso di lui e il suo cuore ebbe un sussulto. Juan la stava guardando con…con cosa?…angoscia, rassegnazione, disperazione? Beatrice non capiva e non si aspettava ciò che stava provando. Perché non riusciva ad odiarlo? Perché vederlo così le straziava l’anima?…. “ No basta, devo andare, non ce la faccio….” Fu Juan ad interrompere il turbinio dei suoi pensieri - “ Vedo che mi hai già giudicato e condannato. Non mi hai nemmeno lasciato il beneficio del dubbio. Hai trovato un pretesto per rifiutarmi non avendo il coraggio di dirmi in faccia che non sono alla tua altezza vero? Preferisci credere ad una donna che non conosci, alle chiacchere piuttosto che ascoltare me. Hai ragione Beatrice credo proprio che non ci sposeremo…..di sicuro, il sospetto e i dubbi non possono essere la base per un matrimonio… ti credevo diversa. Pensavo che i pregiudizi non ti sfiorassero nemmeno……quanto mi sbagliavo”- Fece un inchino e se ne andò.

    Per fortuna Donna Caterina si trovava a Campo Real da qualche giorno per assistere Anna che lamentava una forte indisposizione così Beatrice fu libera di dare sfogo a tutta la tensione accumulata. Non appena Juan se ne fu andato la ragazza si lasciò cadere a terra e finalmente copiose lacrime iniziarono a rigarle il viso. Non riusciva a pensare a niente , ma continuava a vedere davanti a se l’espressione di lui, i suoi occhi pieni di disgusto e rassegnazione. Si aspettava di provare un senso di liberazione dopo il confronto ed invece l’unica cosa che sentiva era un vuoto profondo che le toglieva il fiato. Non riusciva a trattenere i singhiozzi che via via diventavano sempre più rumorosi fino a quando Mercedes le si fece accanto e con delicatezza dopo averla aiutata ad alzarsi l’accompagnò in camera. La giovane domestica, senza farle alcuna domanda le tolse l’abito, le fece indossare la veste da notte, le spazzolò i capelli e la mise a letto. Beatrice non riuscì ad opporsi a tutte queste attenzioni, anzi, come una bambina la lasciò fare…..non aveva più forze per nulla e chiuse gli occhi. Poco dopo per, ricordando ciò che era accaduto, gli occhi tormentati e tristi di Juan, una miriade di pensieri le si affacciarono nella mente ma erano incredibilmente chiari, limpidi, non più confusi come in precedenza e la costrinsero, forse per la prima volta, a prendere realmente coscienza di tutto…. Capì….capì cosa l’aveva veramente ferita e anche cosa voleva fare. Finalmente sentiva con tutta se stessa che non le interessavano le chiacchere o avere tutti contro; lei voleva credere a Juan, non voleva rinunciare a lui. Una nuova emozione l’aveva improvvisamente pervasa e questa volta era bella, forte e le dava speranza. Doveva parlargli, doveva spiegargli tutto……

    Certo fissare il soffitto della sua casa, dove era corso a rifugiarsi, non sarebbe servito a molto ma in quel momento non aveva voglia di fare altro. Si trovava lì, disteso sul letto da quando era tornato da casa di Lupe. Dopo aver incontrato Beatrice si era diretto furioso da quella donna per avere delle spiegazioni e lei sulle prime, indignata, aveva negato di averle parlato, ma davanti alla sua rabbia alla fine aveva dovuto ammettere tutto. Si era messa a pregarlo e scongiurarlo di non abbandonarla, di “scegliere” lei come moglie. Fino a quel momento non si era reso conto dei sentimenti che quella donna provava per lui; l’aveva conosciuta e poi aiutata, intenerito dalla sua triste storia e da quella del figlio “bastardo” di lei, ma nulla più…..non immaginava proprio sarebbe arrivata a tanto. Da lì se n’era andato amareggiato e “sconfitto”…si sentiva sconfitto dalle sue stesse azioni che, anche se fatte in tutta buona fede vedeva ritorcersi contro…..come sempre. Era tornato dal viaggio così colmo di speranze per il suo futuro; si vedeva già insieme a Beatrice sul Satan, a passeggiare lungo la spiaggia, nella loro nuova casa e finalmente provava un senso di appagamento che mai si sarebbe sognato di avere. Lei aveva reso tutto possibile; da quando l’aveva conosciuta anche per lui sembrava finalmente esserci un po’ di luce e ora…..Ricordava il suo viso stanco, smagrito, gli occhi pieni di tristezza, gli faceva male pensare alla sua sofferenza e al fatto di essere stato lui a causarla…..Ma ricordava anche le sue parole colme di rabbia e di….condanna. “ Anche tu, la mia dolce ninfa del mare, anche tu come tutti gli altri mi hai rifiutato”…..e per la prima volta da quando era bambino permise alle lacrime di bagnare il suo viso….



    Ritorno a Campo Real


    Beatrice alla fine, quella notte non aveva proprio chiuso occhio tanto grande era il miscuglio di emozioni che le era cresciuto dentro mano a mano che il tempo passava. Un velo le si era aperto davanti agli occhi: aveva finalmente visto le cose per come stavano davvero ed era stata onesta fino in fondo con se stessa come mai prima. Gli occhi affranti di Juan avevano provocato in lei uno scossone così potente da non poter essere ignorato. Di quegli occhi sofferenti era lei la causa ed era giusto lo riconoscesse. Aveva sempre pensato di se stessa come una persona generosa, capace di comprendere e fare sue le sofferenze delle altre persone, senza giudicare prima di capire ma doveva ammettere che la sua insicurezza questa volta aveva avuto il sopravvento anche rispetto al bene altrui e questo non era assolutamente giustificabile, quanto meno non più. Era stata una codarda, aveva colto la prima occasione per scappare e per rifugiarsi nella sua tranquilla realtà, evitando tutte le emozioni che vivere la vita insieme a Juan le stava regalando.....per paura, per paura....di essere ferita, delusa e di non essere all'altezza di quello che sentiva dentro di se.

    La sera prima, dopo che Juan se n'era andato Donna Caterina e Anna avevano fatto ritorno da Campo Real. Beatrice aveva scambiato poche parole con loro prima di ritirarsi in camera sua. Sua madre, come sempre stanca e affaticata, si era lamentata continuamente del viaggio che Anna aveva precipitosamente deciso di organizzare rimproverandola di essere troppo volubile e soprattutto di non tenere in nessun modo in considerazione le opinioni di suo marito. Beatrice seppur troppo stanca per conversare o prestare loro attenzione, aveva chiaramente capito le vere intenzioni di sua sorella che “guarda caso” aveva ritenuto opportuno tonare a San Paolo proprio quando Juan aveva terminato il suo viaggio. Alla luce di questo, si era ben guardata dal raccontare ciò che era accaduto tra loro poco prima; si era sforzata di mantenere la sua solita aria serena, cercando di estraniarsi dai loro discorsi anche durante la cena che comunque non aveva nemmeno toccato e non appena si era presentata l'occasione
    era corsa in camera sua.

    Quanti pensieri per lei da quel momento fino a quasi l'alba, quando l'aver capito così tante cose di se stessa l'aveva portata inevitabilmente alla decisione di porre rimedio a …..tutto. Aveva atteso le prime luci e approfittando dell'inattività della casa, vista l'ora, era uscita senza farsi notare. Si sentiva agitata ed emozionata per quello che stava facendo ma era decisa e sicura. Arrivata alla scalinata che portava alla casa di Juan si fermò un attimo sperando che lo splendido paesaggio che stava osservando l'aiutasse a calmare un po' il battito accelerato del suo cuore, poi con rinnovato coraggio prese a salire i gradini. Una volta in cima cercò di capire dove fosse la camera di Juan, pensando stesse ancora dormendo, ma dopo diversi tentativi, quando l'ebbe individuata, si rese conto che di lui non c'era traccia, da nessuna parte. Provò anche a chiamarlo ma non ricevette risposta. Si era illusa sarebbe stato più facile incontrarlo e parlare con lui, era impaziente di risolvere le cose.
    Pedro, già al lavoro da un po', l'aveva vista arrivare e l'aveva seguita – “Signorina Beatrice cosa ci fate qui?” - Per un attimo sorpresa, sobbalzò al suono della voce ma subito si riprese - “Cercavo Juan...io....devo parlargli, è importante Pedro e devo farlo subito” - “Ma signorina, il capitano non è qui a San Paolo, è partito ieri sera tardi. Per la verità mi è sembrato un po' precipitoso e sconvolto, non ha detto molto tranne che andava a Campo Real per parlare con il fratello” - A quelle parole si sentì come ghiacciare dentro, sapeva cosa era andato a fare: semplicemente doveva comunicare ad Andrea la rottura del fidanzamento, cosa che probabilmente aveva già fatto. Nonostante questa prospettiva decise di non arrendersi - “Mi ascolti Perdro, so che lei ha del lavoro da fare, ma le chiedo la cortesia di accompagnarmi da Juan subito, è importante” - “Certo signorina, mi dia il tempo di sistemare il calesse...se a lei va bene... noi qui ecco...non abbiamo un mezzo più comodo e accogliente”- L'uomo pronunciò queste ultime parole con un certo imbarazzo che Beatrice cancellò immediatamente prendendo quelle grandi mani tra le sue - “ Pedro l'assicuro che il calesse andrà benissimo, io posso solo ringraziarla di cuore per quello che sta facendo per me.” ….a quel punto, sollevato e sorridente si diresse verso la porta.

    Il viaggio per lei era stato un enorme groviglio di emozioni. Si sentiva parecchio agitata ; non sapeva come avrebbe reagito Juan, se l'avrebbe voluta ascoltare o se invece la sua reazione sarebbe stato un silenzio giustamente accusatorio e rompere quel muro non sarebbe stato per niente facile. Per fortuna era riuscita ad avvisare Mercedes della sua partenza, pregandola di giustificare la sua assenza con la madre e la sorella, con il desiderio di terminare al più presto la sua dote cosa che l' avrebbe trattenuta in convento per tutta la giornata. Almeno si era risparmiata una preoccupazione.

    Quando finalmente giunsero a Campo Real, Beatrice congedò Pedro invitandolo a recarsi presso le cucine per riposarsi un po' in attesa di avere sue notizie...in fondo poteva impiegarci davvero poco se Juan avesse deciso di non rivolgerle la parola e se avesse già posto fine a tutto, avendo già parlato con Andrea.
    Non sapeva esattamente dove cercarlo e voleva evitare di incontrare qualcuno, soprattutto il cognato, prima di vederlo. Si mise allora a camminare per la tenuta assecondando il suo istinto che la spingeva a dirigersi verso un posto preciso. Rivedere quei luoghi la stava emozionando molto; vi si era recata in varie occasioni nel corso degli anni, ma l'ultima volta era stata diversa, sembrava perfino un luogo diverso. Ovunque rivolgesse lo sguardo le tornavano alla mente i discorsi, gli scontri, addirittura le offese che si erano scambiati, ma non solo quelli però... perchè alla fine si erano capiti e avvicinati........ così ecco là il punto esatto dove si erano baciati la prima volta e inevitabilmente si sentì travolgere da una sensazione forte e travolgente che oramai le era diventata più che famigliare. Si sentiva così tremendamente in colpa per averlo giudicato e condannato...

    Alla fine il suo cuore l'aveva condotta al piccolo villaggio che ospitava i braccianti della tenuta. A quell'ora era già tutti al lavoro tranne i piccoli che per fortuna erano a scuola; lei e Juan si erano battuti tanto affinchè fosse concessa loro la possibilità di un'istruzione quantomeno basilare e così dopo varie discussioni con Andrea avevano ottenuto il loro esonero dai lavori più pesanti e l'autorizzazione alla ristrutturazione di una vecchia baracca da convertire in scuola. Seguendo il suono allegro di voci vivaci ed entusiaste Beatrice si era avvicinata all'edificio con il cuore pieno di emozione; da una piccola finestra riuscì ad intravedere ciò che stava accadendo all'interno ed eccolo là anche lui, seduto in un angolo ad osservare quei bambini mentre tra una risata e l'altra cercavano di leggere qualche lettera emettendo suoni stranissimi e divertenti. Rideva anche lui ma da un'osservazione più profonda non si poteva evitare di scorgere nel suo sguardo un velo di malinconia. Tempo qualche secondo e i loro occhi si erano già incrociati. Juan era sorpreso, sì davvero tanto sorpreso. Beatrice...beh lei aveva paura, in quel momento aveva paura di tutto.

    Lui uscì ed in silenzio si incamminarono verso una piccola radura, un po' fuori il villaggio. All'altezza di una grande palma era stata posizionata una semplice panchina di legno e dopo qualche esitazione vi si accomodarono. Beatrice si stringeva nervosamente le mani ma nonostante tutti i suoi timori, si impose di guardare Juan dritto negli occhi; voleva che lui leggesse dentro di lei...senza filtri, barriere. - “ Perchè sei qui? Sei venuta per parlare con Andrea? Guarda che....” - “ No, no, io sono qui per te. Questa mattina sono stata a cercarti a casa tua e Pedro mi ha detto che eri partito per venire qui. Gli ho chiesto di accompagnarmi , avevo bisogno di parlarti” - “ Dopo ieri sera? Dopo avermi mostrato tutto il tuo disprezzo? Hai altro da aggiungere?” - Era ironico, offeso.......lo vedeva bene e aveva ragione, ma doveva terminare ciò che era venuta a fare, poi restava a lui decidere del loro futuro. - “ Ti chiedo scusa. So di averti giudicato male. Non ho avuto fiducia in te, ho scelto di dare credito a parole di altre persone e so perchè l'ho fatto; io volevo tirarmi indietro, volevo una scusa per scappare e non dover confrontarmi con....con quello che c'è tra noi, con il tuo passato, con Anna. In fondo in fondo, ho sempre paura di non essere alla tua altezza e di non meritare ciò che provo quando sono insieme a te ….. io sono sempre stata spaventata ma la mia paura più grande ora è quella di perdere te, per cui se puoi, se vuoi, se non è troppo tardi Juan, perdonami.” - Teneva ancora gli occhi nei suoi, ma non riusciva a capire cosa gli passasse per la testa. Aspettava una sua reazione e alla fine non tardò ad arrivare - “ Beatrice, non so cosa dirti. La tua mancanza di fiducia nei miei confronti, anche se per certi versi comprensibile, non l'accetto. La prossima volta cosa ti farà vacillare? Dici di non sentirti alla mia altezza ma dubito sia realmente così...forse è il contrario. Non farò mai parte della tua classe sociale e io nemmeno lo voglio ma questo per te ha un peso. Le nostre diversità sono troppo profonde e insuperabili.” - “ Quello che dici è ingiusto, io non sono così, e lo sai, te l'ho dimostrato più volte. Certamente sono giunta alle conclusioni sbagliate per una mia grande mancanza, ma tu hai avuto una vita così movimentata , sto iniziando a conoscerti e per farlo ho bisogno di tempo, ho bisogno di averti vicino, di parlare...” - “Beatrice, in tutta onestà sono davvero amareggiato e non” - Non riuscì a finire la frase. Furono interrotti dall'arrivo di Andrea che aveva incontrato Pedro e saputo del loro arrivo si era messo a cercarli - “ Juan, Beatrice, ma che bella sorpresa, vi pensavo impegnati nei preparativi per il matrimonio. Come mai qui?” - Dunque Andrea ancora non sapeva, ma forse era questione di attimi. Beatrice, avvolta nella magia che Campo Real aveva avuto su di lei da quando l'aveva “condivisa” con Juan non smetteva di sperare con tutto il cuore che anche lui l'avvertisse e si facesse guidare dalle sue stesse sensazioni....dipendeva tutto dalle parole che a momenti avrebbe pronunciato........

    Edited by Dharmaa - 22/2/2021, 20:36
     
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    Ciao Mara letto d'un fiato il continuo.....
     
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    Grazie Mara....spero ti sia piaciuto!!
     
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    Bellissimo, Dharma!!! Ricordavo bene il tuo stile!! Adesso anche io sono curiosa di conoscere il seguito... e più che mai vorrei pubblicare i nostri lavori! Torno a parlarne sull'altro topic.
     
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    Grazie anche a te Ipazia!!
     
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    Dharma, scusami, mi facevano notare non si commenti qui: vuoi che cancelli questi ultimi miei post?
     
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    ....Ipazia figurati!!...lascia pure, ci sono anche altri commenti...magari la prossima volta postiamo nei "racconti di cs"😉
     
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    Bellissimo..ci sta un seguito...
     
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    Continua da "Ritorno a Campo Real"

    Il Viaggio

    Non aveva risposto al fratello, lo aveva guardato con quei suoi occhi sempre così pieni di sfida, poi si era girato verso di lei – “Beatrice, si sta facendo tardi e credo sia ora tu faccia ritorno a casa. Ti faccio chiamare Pedro e poi partirete subito. Io devo parlare con Andrea e dopo, se non è troppo sconveniente farò visita a te e a tua madre.” – Come spesso accadeva, lui ordinava, non chiedeva e suggeriva, semplicemente si aspettava che le sue parole non venissero contaddette e fossero accettate seza proteste. Lei si era sentita riempire di rabbia. L'ansia per tutta la situazione si era fatta insostenibile, non riusciva a capire le sue intenzioni e il suo atteggiamenro la stava facendo arrivare al limite di sopportazione. Non dimenticando però, che lei stessa era responsabile di tutto quello che stava accadendo, decise di tenere i suoi pensieri per se, annuì in verità con poca convinzione, salutò suo cugino con il sorriso più bello che in quel momento era in grado di fare e si diresse verso la tenuta.

    I due uomini, rimasti soli, si incamminarono insieme verso la casa del fattore; dovevano discutere dei prossimi raccolti e della gestione dei contadini che prestavano il loro lavoro. Per Juan le condizioni di quella povera gente restavano sempre una priorità e voleva assicurasi che tutte le indicazioni che aveva dato fossero state rispettate. Ne aveva già parlato con alcuni di loro e sembrava che le cose fossero migliorate notevolmente dall'ultima volta, ma la presenza di Basilio, seppur ridimensionato nella sua autorità, continuava a costituire un forte motivo di preoccupazione per tutti. – “ Andrea, qui mi dicono che quell'uomo continua a girare per la tenuta e a minacciare. Eravamo d'accordo su come procedere nei suoi riguardi. Quando intendi provvedere?” – “ L'ho già fatto, non ti preocuppare di questo. Oggi stesso si trasferirà presso un'altra tenuta; per convincerlo ho anche aggiunto una piccola somma oltre a quella che gli dovevo.....alla fine ci siamo accordati. Piuttosto, perchè non mi racconti cosa ci facevate qui tu e Beatrice? Ho avvertito una certa tensione tra voi e perdonami se te lo dico ma non l'hai salutata come si conviene ad un gentilumo” –.

    Poco ci mancava che a quel punto Juan perdesse del tutto quel po' di pazienza che gli era rimasta. Lui un gentiluomo? E poi...sempre ad intromettersi suo fratello. Era vero, era stato sul punto di mandare all'aria tutto per l'ennesima volta.....lei se lo meritava, si sentiva furioso ma proprio l'arrivo di suo fratello gli aveva fatto capire che non era disposto a rinunciare a quella donna, che voleva dare ancora una possibilità al loro futuro insieme. Lo stava facendo ammattire; presentarsi qui tutta scompigliata per un viaggio sicuramente disagevole , gli occhi accesi di speranza, parole di scuse e vergogna......era magnifica, bellissima e lui anche se a parole l'aveva respinta l'aveva ammirata, come poteva altrimenti. – “ Beh sai, il fidanzamento è un periodo particolare, volevamo prendere fiato da tutti quei grandiosi preparativi a cui la mia cara futura suocera non vuole rinunciare. Io sono arrivato presto per dare un occhio ai lavori nelle piantagione, Beatrice mi ha raggiunto più tardi e ha salutato i bambini della scuola a cui tiene tanto. Ora però vorrei fare in fretta con il fattore, credo sia più sicuro che la raggiunga sulla strada del ritorno...si sta facendo tardi” –

    Per fortuna il colloquio si risolse in fretta. Ogni cosa era stata stabilita in precedenza, restavano alcuni particolari da definire, ma non trovando ostacoli, in poco tempo riuscirono ad accordarsi e Juan non appena congedato dal fratello, si mise in viaggio con il suo cavallo cercando di accelerarne l'andatura dove era possibile, dal momento che la strada per niente agevole, non consentiva velocità sostenute. Lui però voleva raggiungere al più pesto la sua fidanzata. Era davvero impazzito....correre come un matto dietro una donna...LUI!! “Juan Del Diablo” ridotto come un qualsiasi uomo infatutato di una donna. Se solo lei si fosse resa conto di quale presa aveva su di lui, sarebbe stata la sua fine. Una volta faccia a faccia doveva impedirle di leggergli dentro come solamente lei sapeva fare o avrebbe perso anche quel poco di lucidità che conservava per difendersi........

    “ Chissà cosa si staranno dicendo.....magari ora è tutto finito. Non so proprio cosa pensare......però mandarmi via in quel modo....poteva almeno dirmi qualcosa, farmi capire se c'era ancora qualche speranza, se c'è ancora, se mi ha perdonata....però davvero è stato prepotente!!! In fondo lo è sempre....sempre...”.......e niente, Beatrice non era riuscita a trattenersi e d'istinto aveva sferrato un piccolo calcio da gentildonna all'asse del calesse che la stava riportando a San Paolo. – “ Signorina? Va tutto bene?” – “ Pedro, sì, scusami ero un po' sovrapensiero e in effetti anche non molto bendisposta..” Non si era proprio accorta di aver ceduto a quel gesto così poco signorile ma in quel momento era proprio arrabbiata e non le importava di aver perso la sua compostezza davanti a qualcuno. – “ Dovete avere pazienza con lui E' un uomo buono e generoso ma ha avuto una vita tanto difficile e sì.....insomma....non ha un bel carattere...” – Beatrice si era limitata a sorridergli per quelle affermazioni ma non era riuscita a dire altro.

    Ed eccoli lì!!! Li aveva raggiunti in poco tempo, per fortuna. Incredibile come solamente scorgerla da lontano lo agitasse tanto. Juan continuava a negare a se stesso dei sentimenti che invece si facevano prepotentemente strada dentro di lui e questa lotta continua non faceva che renderlo nervoso e spesso anche aggressivo. Non sapeva davvero come affrontare quell'enorme marasma che era diventato lui stesso e quindi si comportava nell'unico modo che conosceva. Era vero anche che così le sue azioni apparivano illogiche e gli si ritorcevano contro.....il più delle volte. “ Bene....ora fermo il calesse, scambio il mio posto con quello di Pedro e chiariamo la questione una volta per tutte!!” Detto fatto, li aveva bloccati, aveva parlottatto con il suo amico che subito dopo era ripartito in groppa al suo cavallo, lui si era comodamente seduto accanto a Beatrice e lei nel frattempo aveva assistito alla scena prima con sgomento e poi superato il momento, assumendo un'aria talmente bellicosa da intimorire, anche se poco, il suo impavido fidanzato.

    – “ Non ti preoccupare per le convenienze Beatrice, quando arriveremo a San Paolo diremo a tua madre che avevi bisogno di un po' di aria per riprenderti dalle fatiche che ti richiedono tutti quei preziosi preparativi per le nostre nozze e che quindi abbiamo deciso di fare un giro in calasse e non ci siamo accorti del tempo che passava... Cosa ne dici? Può andare bene come scusa?” – “Mmmm....dunque c'è ancora un matrimonio?.....allora nonostante questo tuo tono sempre così derisorio nei miei confronti, intendi ancora sposarmi? Mi hai perdonato allora? Hai creduto alle mie parole?” – Faticava davvero molto Beatrice a tenere la calma. “ Ma come si permette!!!....mi tratta in quel modo, mi manda via, poi come se niente fosse si piazza qui vicino a me per fare un bel rientro in paese.... e poi sono io quella che guarda alle apparenze!!”. Non fece in tempo però ad esternargli il suo risentimeto perchè in un attimo si trovò catapultata fuori dal calesse, rendendosi conto solamente che la caduta al suolo sarebbe stata parecchio rovinosa. Non fu così, perchè quando atterrò al suolo non era sola ma Juan, abbracciandola le aveva fatto da cuscinetto, attenuandole notevolmente il colpo che altrimenti avrebbe ricevuto.

    Beatrice si sentiva così bene, così accolta, che faticava ad aprire gli occhi ma quando lo fece e si accorse di essersi completamente abbandonata a Juan che continuava e restare immobile sotto di lei, non perse tempo e con vigore iniziò a scuoterlo. Dopo poco si ritrovò a fissare due occhi verdi che la guardavano con un trasporto tale da sconvolgerla in tutto il suo essere; si trovavano così vicini e lui era così bello e lei desiderava così tanto baciarlo che.....lo fece.....incurante di tutto. E con quel bacio, lo sapeva, voleva trasmettergli tutto ciò che provava, dalla rabbia, al dispiacere, alla tenerezza e Juan questo l'aveva capito libero dalle sue solite incertezze e paure e le aveva risposto. – “ Beatrice, mi piacerebe davvero molto continuare quello che stiamo facendo ma ormai è quasi del tutto buio, siamo in mezzo alla strada e dobbiamo spostarci da qui o rischiamo seriamente di venire travolti se qualcuno soppraggiungesse. Tu stai bene? Sei ferita?” – Lei nemmeno si era resa conto di dove si trovasse e non senza una certa riluttanza e con un po' di vergogna accettando la mano che lui le offriva si rimise in piedi e lo seguì verso quello che restava del calesse. – “ Sto bene....non mi sono fatta niente” – La controllò personalmente tastandole le braccia, le gambe e sosservandola con attenzione e preoccupazione –“ Bene. Sembra sia tutto apposto. Pare invece che qualcuno qui abbia voluto giocarci un brutto scherzo; si vede chiaramente che il montante di una ruota è stato tranciato con un atrezzo di precisione, per fortuna la nostra andatura ci ha permesso di limitare i danni e anche i cavalli sono rimasti tranquilli sebbene siano feriti entrambi alle zampe. Sarebbe potuto davvero andare peggio” – Dicendo queste parole si era di molto rabbuiato guardandosi intorno come in cerca di qualcosa – “ Penso proprio che l'autore di questo gesto sia qui in torno per assicurasi di aver fatto un bel lavoro....vorrei mettermi a cercarlo ma a questo punto sarà meglio trovare un rifugio per la notte....non riusciremo a tornare a casa” – “ Oh mio Dio.....Juan ma chi potrebbe voler farmi del male io...non capisco proprio....” – “ Magari non era diretto proprio a te ma a me.... ho tanti nemici sai, e non si fanno scappare le occasioni per colpirmi anche attraverso le pesone a me vicine. Ora però è meglio andare, al resto penseremo quando saremo al sicuro”

    Dopo aver sciolto i cavalli e averli assicurati ad un albero vicino le afferrò la mano e con le dite intrecciate tra loro si misero in cammino. A vederli sembravano semplicemente due ragazzi innamorati non certo appena scampati da un pericolo; Beatrice al di la di tutto si sentiva perfettamente al sicuro e nonostante non avesse ancora ricevuto rassicurazioni sul loro fututro insieme si sentiva estremamente positiva e quel bacio poi..... Juan era ancora concentrato sull'accaduto e attento a tutto ciò che li circondava, ma anche sul suo viso affiorava un sorriso quasi sciocco che forse era carico di belle promesse. –“ Dove stiamo andando? Abbiamo lasciato la via principale.. – “ Qui vicino abita Dona Mirela; la conosco fin da quando ero un bambino e ci ospiterà sicuramente per la notte. Con lei vive un ragazzo molto sveglio, lo manderò ad avvisare Pedro dell'accaduto così poi lui penserà a tranquillizare tua madre che forse ora ti darà già per compromessa” – “ Non essere sciocco, davvero ora come ora mi importa poco di cosa pensa mia madre e forse lei nemmeno si è accorta della mia assenza presa com'è dal controllare Anna..Tu piuttosto come stai...mi sono accorta che camminare ti procura fastidio...” – “ Non è nulla e se averti tra le mie braccia signica procurarmi qualche ferita allora son ben disposto a soffrire un po'” – Beatrice seppur lusingata da quelle parole e il suo rossore ne era una prova evidente, si staccò da lui con impeto decisa a proseguire a distanza di sicurezza per evitare di schiaffeggiarlo o.....baciarlo ancora. …..e Juan....e Juan rideva, rideva come era tanto non gli capitava!!

    Raggiunsero subito la casa di Dona Mirela che seppur piccola, semplice e più somigliante ad una baracca che ad una vera abitazione, era pulita e ben tenuta, assolutamente piena di dignità. La donna, appena visti arrivare si fece loro incontro – “ Caro ragazzo, quanto tempo!!! Ma cosa ci fai qui a quest'ora?” – Fu allora che si accorse di Beatrice, rimasta indietro sull'uscio ad osservare la scena – “ Lei è la contessina Beatrice D'Altomonte, la mia fidanzata” – Se anche la notizia sorprese la donna, non lo diede a vedere e con un sorriso accogliente e un piccolo inchino salutò Beatrice. Juan poi si mise a raccontarle del loro incidente chiedendole ospitalità – “ Ma certo!!! Dovrete accontentarvi della modestia di tutto quello che ho da offrirvi ma sicuro non vi farò mancare nulla” – “ Mi dispiace recarvi tanto disturbo signora; desidero aiutarvi con la cena e la sistemazione per la notte, sono abituata la lavoro, prima però vi chiedo la cortesia di controllare la schiena di Juan. Io non posso farlo, ma per voi che lo avete cresciuto è diverso. Anche se non lo vuole ammettere cadendo dal calesse si è fatto male....” – Juan si voltò a guardarla, non se l'era aspettato ma sembrava compiaciuto del suo interessamento così si avvicinò a Dona Mirela e senza tante cerimonie si tolse la giacca, il cravattino, la camicia, facendo a Beatrice un piccolo occhiolino che non mancò nel farla arrossire in maniera poco decorosa.

    Sulle prime lei rimase impietrita: era la prima volta che vedeva un uomo in quella situazione, soprattutto che vedeva Juan in quella situazione. Il suo viso tradiva vera ammirazione perchè...beh....perchè era bello, proprio bello, ma nonappena la sua attenzione venne catturata dalla schiena, e non tanto da un piccolo livido che si capiva appena procurato, ma dalla miriade di cicatrici che la solcavano, la sua espressione si riempì di commozione e pena infinita. Davanti ai suoi occhi c'erano le prove di quello che aveva passato e che a livello fisico aveva superato. Ma quelle erano anche le cicatrici della sua anima e Beatrice si rese conto di quanto anche le sue parole gli avessero fatto male, perchè quelle ferite lui ancora non le aveva superate. Si girò per non mostrare le lacrime che minacciavano di irrompere da un momento all'altro ed era certa Juan le avrebbe interpretate come pietà causando un danno che a quel punto sarebbe stato irreparabile. – “ Ecco fatto. Ora, Juan va a paralre con Felice; è fuori, sta portando le bestie al ricovero e mandalo subito ad avvisare a casa. Io e la signorina ci daremo da fare con il resto. Su su....vai” – Così dopo aver terminato di vestirsi Juan si mise alla ricerca del ragazzo – “ E' un brav'uomo sapete; ne ha passate tante, ma ha saputo mantenere intatta la sua anima buona. Voi siete fortunata, ma da quello che vedo lo è anche lui”– “ Sì, ho compreso il suo valore . Più lo conosco più mi rendo conto di che persona speciale sia....spero solo di non aver rovinato tutto” – La donna la guardò con stupore e una certa allegria – “ ohhhhh.....non credo proprio....vi guarda in un modo....” –

    Cenarono in un'atmosfera piacevole; Juan e Dona Mirela chiaccherarono molto, ricordando tanti episodi in cui le numerose imprese di Juan bambino sempre in cerca di sfide e guai non facevano che stupire Beatrice, poi, terminato il pasto lui le afferrò la mano e le chiese di seguirla nel porticato......avrebbe avuto la risposta che tanto aspettava e temeva – “ Domani mattina partiamo all'alba....prima arriviamo a San Paolo prima daremo a tutti le dovute spiegazioni e prima io inizierò le mie ricerche per fare luce sull'incidente. Beatrice io credo...beh credo di aver capito la tua reazione e spero che anche tu abbia compreso la mia......vorrei continuare con i preparativi, non ho cambiato idea su di noi....” Beatrice con il cuore in gola riuscì a rispondergli” – Sì......va bene. Ti ho già chiesto scusa e se necessario lo farò ancora. Mi sono resa conto del peso che hanno avuto le mie parole.....e penso che anche questa piccola disavventura mi abbia aiutato a conoscerti un pochino di più” – Non riusciva più a reggere la forte emozione che stava provando così si girò per nascondere il viso a Juan....si sentiva strana, agitata, profondamente scossa, ma dopo poco le dita di lui erano sul suo viso che sfioravano, accarezzavano.....e alle dita seguirono le sue labbra, sui suoi occhi sulle sue guance sulla sua bocca.....Si erano ritrovati ancora una volta, durante un viaggio che entrambi avevano fatto chissà quante volte, con diversi stati d'animo, con altre persone. Questa volta erano loro due insieme, mano nella mano, ancora sconosciuti l'una all'altra ma legati da qualcosa che seppur non riuscivano a comprendere appieno, ne percepivano la grande intensità.

    Edited by Dharmaa - 19/11/2019, 12:00
     
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    Un amico

    Beatrice
    Cerco di aprire gli occhi ma proprio non ce la faccio. Mi fa tanto male la testa e mi sembra di non sentire più il mio corpo, a parte il freddo che mi fa tremare tutta. C'è tanto silenzio attorno a me. All' improvviso qualcuno deve avermi sollevata perchè mi sento sballottare e una nausea tremenda mi assale. Cerco di trattenermi e allo stesso tempo impiego le poche forze che mi sono rimaste per sollevare la testa e poi...più niente. Ancora torpore, dolore, freddo e buio.
    Ed ecco finalmente un po' di luce. D'istinto mi metto a sedere e anche se mi sento confusa mi rendo conto subito di aver perso conoscenza, perchè ora , anche se con molta fatica, riesco a mettere a fuoco, e guardandomi attorno non riconosco assolutamente il posto dove mi trovo e soprattutto la persona che mi sta seduta accanto. Come sono arrivata qui? E così , io che di solito cerco di non farmi prendere dalla paura, inizio a sentirmi sopraffare da una brutta sensazione.

    Strisciando sul letto dove mi trovo, arretro fino a poggiare la schiena contro il muro in un inutile tentativo di fuga perchè adesso ricordo, ricordo che era proprio quello che stavo facendo prima di tutto quel buio...- “ Non abbiate paura signora....emmm non voglio farvi del male. Vi trovate a casa di Antonia, la guaritrice......ora è fuori a cercare qualche erba. Vi ho trovata giù al porto, a terra, incosciente con una brutta ferita alla testa, così vi ho portato qui.”-
    Faccio per alzarmi ma un forte capogiro unito a due mani forti e decise mi obbigano a sedere....due mani che mi ricordano tanto altre mani e all'improvviso eccolo, di nuovo, quel nodo alla gola che mi costringe a fare respiri profondi tanto è doloroso. L'uomo sembra turbato, quasi spaventato dalla mia pena e in un attimo è fuori dalla porta. Dopo qualche secondo compare Antonia; la conosco, è una brava donna, vive con pochi mezzi ma si occupa dei più deboli con generosità e calore. - “Signora Beatrice come vi sentite? Avete una ferita alla testa ma passerà con qualche medicamento e un po' di riposo”. -
    Cerco di capire in che stato mi trovo, tastandomi il capo, ma Antonia mi ferma e nel farlo mi guarda con quei suoi occhi chiari, che sembrano leggermi dentro. Tento con tutta me stessa di trattenere le lacrime che minacciano di uscire da un momento all'altro - “ Signora, so, conosco il vostro dolore e l'angoscia che vi tormeta, ma abbiate fiducia, tornerà, lui tornerà.”- Lei sa tutto, sono corsa qui a cercarlo appena ho potuto e da allora ci stiamo aiutando in questa, che se all'inizio era una ricerca frenetica, con il tempo è diventata una lotta su più fronti. - “ Antonia....da quanto tempo sono qui?...devo avvertire a casa...Oh Mio Dio!!...non devono scoprire niente!!” - “ E' tutto sistemato. Abbiamo avvertito la vostra cameriera. Ha raccontato a vostra madre che avete deciso di fermarvi dalle Suore del Convento per una veglia di pregiera di qualche giorno. La Madre Superiora naturalmente è d'accordo. Come vedete è tutto apposto. Potete restare qui fino a quando avrete recuperato le forze.” - Non mi ero accorta di trattenere il respiro fino a quando finalmente mi rilasso contro il cuscino e rilascio il fiato . -“ Mia cara ragazza, riucite a ricordare cosa vi è accaduto? Thomas vi ha trovato quando già eravate priva di sensi..”-

    Vorrei risponderle ma la mia attenzione viene catturata dall'uomo che, appena rientrato, con naturalezza si accomoda sulla sedia accanto al letto pronto ad ascoltare cosa ho da dire. Sono incerta, ha un bell'aspetto, è alto, biondo con gli occhi chiari, il suo abbigliamento seppur semplice è ordinato e dignitoso, ma ho tantissimi dubbi. Così rivolgo il mio sguardo ad Antonia che come sempe comprende tutto. Mi fa un piccolissimo cenno di assenso, e decido di fidarmi di quegli occhi che a guardarli bene trasmettono una grande bontà, anche se dietro un velo di sofferenza.

    - “Come prima cosa vi ringrazio signore. So che siete stato voi a portarmi qui ..”- Fatico a proseguire un po' per il pulsare alle tempie un po' per l'agitazione e lui spazientito mi incalza - “ Signora.....cosa ci facevate giù al porto da sola? Cos'è un nuovo passatamento per nobildonne annoiate quello di vagare per vicoli bui e sporchi?”- Sobbalzo, sinceramento non mi aspettavo quest' aggressione ma non posso nemmeno contaddirlo a meno che non gli riveli la verità. Ancora una volta Antonia accorre in mio soccorso - “ Signora potete fidarvi...penso anzi che potrà darci una grossa mano.”- Adesso Thomas sembra sorpreso e arrabbiato. - “ Conoscete il capitano Juan Aleardi? Ecco, io e lui......beh stiamo aiutando i bambini senza famiglia, che vivono per strada...li incontriamo parliamo e cerchiamo di derscrivere loro una vita diversa da quella che stanno conducendo. Non è semplice, ma spesso ci danno retta e conquistata la loro fiducia, riusciamo a trasferirli in un posto sicuro, in campagna, dove vengono accolti, nutriti, e dove possono frequentare la scuola.”- Ora viene la parte peggiore...quella che ho raccontato tante volte e che non finisce mai di straziarmi dentro. – “ Purtroppo questo non piace a tutti e c'è chi ci impedisce in ogni modo di aiutare quei piccoli. Per quella gente i bambini sono...”- “ Lo so signora cosa sono....lo vedo tutti i giorni.”- Continuo - “ Circa due settimane fa Juan....il signor Juan è sparito mentre faceva uno dei suoi soliti giri per incontare i bambini...So, sono certa, gli è capitato qualcosa...così da allora lo sto cercando insieme ai suoi amici....Anche oggi stavo parlando con dei ragazzini che mi giravano intorno, chiedevo di lui e a quel punto qualcuno deve avermi aggredito, ho cecato di scappare ma non so...io non ricordo altro.”- Mi sfugge un singiozzo ma per foruna il giovane uomo accanto a me non sembra troppo disgustato da questa mia reazione anzi mi guarda in un modo strano...un po' mi mette a disagio...conosco altri occhi che sanno scavare dentro alle persone nello stesso modo. -“ Mi chiedo signora, in che genere di rapporti siete con Juan? Perdonate la mia franchezza ma il vostro coinvolgimento non mi sembra opportuno per una dama come voi.”- Come me....quante volte mi sono sentita ripetere che Juan non è come me....già è vero...lui è molto, molto meglio di me.- “ Comprendo ciò che dite.... ma, perdonatemi, non vi devo alcuna spiegazione tranne che la più semplice: noi siamo promessi.”- Lo guardo dritto dritto in viso. Credo di essere arossita fino alla radice dei capelli. Sì sono orgogliosa di essere la fidanzata di Juan e la completezza che questo pensiero mi ragala mi fa capire che tutto andrà bene...che lo troverò....che al di la di tutto e tutti quello che abbiamo noi due è prezioso e raro.

    Thomas
    Mi guarda con quello sguardo fiero quasi di sfida proprio di chi non ha paura...e io ne resto incantato. Non lo do a vedere certo....lei però mi confonde. E' bella. Di questo me ne sono accorto subito, quando l'ho raccolta in quella strada dove l'unica cosa pulita era una sagoma di donna stesa a terra priva di sensi. E in questi giorni l'ho osservata....il suo viso non è certo appariscente, tutt'altro...non ha nemmeno traccia di tutti quei belletti che usano le donne dell'alta classe.....e io non riesco a distogliere gli occhi da lei. Cerco di controllarmi mostrandomi sdegnoso o arrabbiato quando in realtà mi sento sempre più....non lo so....catturato da lei così tenace e compassionevole......No No No!!!!! Devo interrompere questo filo di pensieri....non può portare a niente...niente.

    Mi sento parecchio sottosopra ma mi costringo a dire - “ Se lo desiderate, se...beh...se questo può farvi star tranquilla, andrò giù al porto. Conosco Juan e i suoi amici. Non siamo mai stati presentati, ma ho rispetto del capitano...ne conosco il valore ed è molto probabile che abbia “pestato i piedi” alle persone sbagliate. Cercate di riposare e presto vi porterò notizie.”- Mi guarda incerta, un po' dubbiosa....e anche così è bellissima. “ Non so cosa dire. Voi nemmeno mi conoscete. Non credo sia giusto corriate dei pericoli a causa mia. Non è il caso. Quelle persone sono senza scupoli. Non voglio vi accada qualcosa...mi avete già aiutato abbastanza.”- “Ohhhh di questo no vi preoccupate. So cavarmela.”- Mi alzo e me ne vado prima di “sciogliermi” crogiolandomi nella sua preoccupazione. Che caspita mi prende! Non va bene. Non va bene!! Sono sulla porta quando mi sento chiamare. Devo per forza girarmi.- “Thomas!! Fate attenzione!!.”- Mi dice con espressione preoccupata e allo stesso tempo piena di fiducia...ecco...sì..voglio restare impassibile ma adesso è davvero davvero difficile.

    Esco dalla capanna e non saluto.....se ci provo chissà che figura faccio...sono troppo agitato. Mentre mi dirigo al porto ci penso su. Tutto questo è strano perchè di donne ne ho conosciute tante, in fondo anche più belle, eppure sento questa cosa per una sconosciuta, in cerca di guai peraltro. La mia testa è in completa confusione e mi sento invadere da una sensazione che con sgomento inizio a riconoscere: paura, tanta attanaglianete, paura. E come un 'onda arrivano tutti i ricordi più brutti, anche quelli che non sapevo di avere; io che cammino da solo in cerca di cibo per i vicoli dell'East End di Londra, la fame che morde sempre perchè mai soddisfatta, lo sguardo disperato di vecchi e donne perdute....No non voglio ricordare, ne sono fuori ormai. Sono fuggito da lì, non corro più quei pericoli eppure....Mi girano per la testa le sue parole sui bambini....anche io ero uno di loro, e quel dolore che ogni santo giorno nascondo in fondo a me stesso per sopravvivere è tornato più prepotente che mai.
    Rallento l'andatura e di pari passo lentamente, prendo coscienza di cosa mi sta capitando. Beatrice..... “è speciale anche il suo nome”...lei rappresenta una luce per quei bambini, non li fa più sentire soli, lotta per loro, li ama...e forse anche io posso essere amato così.....forse anche io sono degno di una donna come lei... lei che ama uno come me. Mi rendo improvvisamete conto che averla incontrata, non è stato un caso ma un regalo che non voglio sprecare.
    Questo pensiero sembra quasi liberarmi il cuore da un peso che ignoravo di avere. Aumento il passo, che diventa più sicuro, più veloce.....ormai è una corsa....

    Beatrice
    E' trascorsa una notte da quando Thomas è uscito per cercare Juan. Sono qui ormai da due giorni, ma oggi mi sento molto meglio; sono uscita sul portico e seduta resto in attesa. Non posso fare ritorno a casa; il livido si vede ancora, e mia madre non deve sapere niente. Ma non è questo che mi preoccupa. Sono in pena anche per Thomas. Non dovevo permettergli di aiutarmi, soprattuto dopo quello che mi ha raccontato Antonia. Anche lui come Juan....due bambini indifesi in balia di persone malvage e senza scrupoli. Thomas gli somiglia molto. Dietro il suo aspetto sicuro, a tratti ostile e minaccioso, nasconde un animo sensibile e altruista. Ma quello che ho raccontato deve avergli riportato a galla tanti dolorosi ricordi. Mi spiace averlo ferito. Antonia, a cui ho espresso il mio rammarico afferma invece che ogni cosa, dal nostro incontro alle parole che ci siamo scambiati, può solamente avregli fatto bene. Lo conosce da molto, e ritiene che tutto questo lo aiuterà a trovare la sua strada.- “Signora, sono anni ormai che Thomas viaggia per il mondo. Si è allontanato dal suo paese, con la scusa di procacciarsi grossi affari quando in realtà era un modo per non dover affrontare il suo passato; ora è arrivato il tempo per lui di fare ritorno a casa. E' diventato un uomo ricco, e non aggiungo anche rispettabile perchè lo era già ma......adesso ne è consapevole.”- Sì, forse ha ragione......forse......se solo tornasse sano e salvo.....insieme a Juan....

    Ed ecco che da lontano scorgo due figure. Il cuore inizia a battermi all'impazzata, mi manca il respiro. Le due sagome si fanno sempre più distinte fino a quando riesco a scorgene i volti....e allora non mi trattengo più. Mi precipito verso di loro. Due braccia si aprono verso di me invitanti....come posso negarmi. Mi lascio avvolgere dal calore, dal profumo di quest'uomo che giorno dopo giorno è diventato tutto il mio mondo....lo guardo, gli accarezzo il viso che porta i segni delle sofferenze appena vissute, ci sarà tempo dopo per le spiegazioni. Le sue labbra si avvicinano alle mie, all' inizio sono un po' esitanti, poi con una dolcezza infinita accorciando le distanze, si posano sulle mie. Così va bene, così siamo noi.

    In disparte Antonia osserva la scena. Lei capisce e sa che cosa Thomas ha iniziato a provare. Lo vede triste mentre assiste all'inconto tra i due innamorati e nei suoi occhi scorge anche un velo di gelosia per quello che poteva essere; certo, lui per un po' soffrirà ma proprio grazie a questo potrà iniziare a vivere veramente... Poi, con un sorriso che raccoglie in se la gioia delle cose belle, la donna, silenziosa rientra in casa.


    Qualche tempo dopo....


    Beatrice
    - “Juan!!!...Juan!!!!....è arivata una lettera di Thomas!!”-.....e lui mi guarda con sospetto. E' grato all'amico di aver aiutato “i suoi uomini” a scoprire il covo dove Basilio lo teneva prigionero in attesa di farlo “sparire per sempre”.....ma resta sempre un po' sulle difensive nei suoi confronti. Penso sia geloso....sì geloso di me. Ancora oggi mi domanda cos'è successo esattamente tra noi in quei giorni in cui siamo rimasti da Antonia.....e non sembra mai del tutto soddisfatto delle mie risposte. Mi fa sorridere...e devo ammetterlo, questa sua gelosia mi lusinga anche se non ha fondamento.....forse. - “ Scrive che sta bene. Che il ricovero per bambini di Londra ormai è pronto e che fra poco finalmente potrà accogliere quei poveri piccoli. Non è una bella notizia?”- Lui mi guarda e con un sorriso stentato .- “ Sì....bravo il nostro Thomas.”- “ Dice anche che ha conosciuto una dama, gentile e caritatevole. Spera di farcela conoscere nel suo prossimo viaggio in Messico.”- Questa notizia gli piace....gli piace molto di più, lo dimostra ora il suo sorriso, che è proprio radioso.....e inevitabilmente anche il mio.
     
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    Il bacio in giardino

    Juan
    Sono qui da giorni…a guardare sempre questo mare in costante turbolenza e non posso….!!...non posso fare niente!! Caccio un pugno sulla scrivania e sebbene veda distintamente le nocche della mia mano, tutte escoriate e sanguinanti, non sento niente….dolore, fastidio…niente. Il pensiero che da tanto tempo ormai sia così, mi sfiora appena e certamente non mi procura nulla, se non la solita rabbia. Ma prima di colpire qualche altro oggetto, qualcuno bussa alla porta e mi affretto a nascondere la mano dietro la schiena.
    - “ Capitano, perché siete così agitato? Sapete bene anche voi che con queste condizioni non c’è scelta. Dobbiamo solo aspettare. Comunque è appena arrivata una lettera da Pedro e sembra che le tempeste si stiano esaurendo.” - “ Grazie Eduardo, speriamo davvero sia così; ho una gran fretta di rientrare a San Paolo e questo contrattempo non ci voleva proprio. Dove sono gli altri?....sempre in taverna? Dì loro di non bere troppo e tenersi pronti; al primo spiraglio di sole partiamo! Non ho intenzione di perdere ancora altro tempo” -
    Quando Eduardo esce, riprendo a guardare la mia mano e i miei pensieri ritornano a vorticare in testa, rabbiosi, a tratti confusi ma con sempre la stessa immagine davanti: Andrea e Anna. Da quando ho scoperto tutto, non riesco nemmeno a ricordare com’era stare con lei, amarla, non provo nessun rimpianto in tal senso ma mi assale solo una gran voglia di farla pagare….a tutti e due. Sì perché nonostante sappia chiaramente che Andrea è stato raggirato quanto me, alla fine lui ne esce bello pulito e come sempre rimango io l’unico a pagare le conseguenze. Questa volta però voglio fargli capire, che esisto, che ci sono……eccome se ci sono. Non vedo l’ora di arrivare a Campo Real…..

    Finalmente dopo giorni di attesa e di viaggio stiamo per attraccare al porto. Durante tutta la navigazione, non ho fatto altro che pianificare il mio arrivo, compreso il colloquio che voglio avere con Andrea; mi sono divertito parecchio ad immaginare la sua faccia, sempre così composta, contrarsi dalla rabbia per le belle cose che dirò di sua moglie. Prima però devo vedere l’avvocato, anche se non ho capito bene qual è questa questione così urgente di cui vuole discutere e che “deve avere la precedenza su tutto”, così ha scritto sulla lettera…..

    - “Juan, inizio a vedere il molo….e c’è un sacco di gente che ci sta aspettando”- Prendo il binocolo che mi porge Pedro…ed è vero….sembra che tutta San Paolo sia venuta ad accoglierci. Poi qualcosa cattura la mi attenzione; una piccola macchiolina bianca, ancora indistinta, ma che si fa sempre più chiara, mano a mano che ci avviciniamo. E alla fine la riconosco: è la “contessina” Beatrice. Un senso di fastidio si fa largo dentro di me. Chissà cosa vuole ancora quella ragazzina?....non ha ancora capito che mi deve stare lontano?....da me non otterrà sicuramente quello che vuole, soprattutto adesso che ho preso la mia decisione….E’ talmente ostinata nel voler proteggere Andrea dopo tutto quello che le ha fatto, da non rendersi conto che risulta ridicola e senza dignità….mmmm, oltre al fastidio adesso, provo anche una sorta di disgusto….

    Abbiamo appena attraccato, che me la ritrovo davanti - “Buongiorno Juan”- mi dice e io….giuro che davvero non me la ricordavo così, …..sorride, sembra felice, e dall’espressione intuisco che ha qualcosa da dirmi, ne è entusiasta. Non mi sbagliavo - “ Sono qui per accompagnarla dall’avvocato Manera”- aggiunge, mi fa un cenno di seguirla e io come un allocco la seguo senza proferire parola…Ma che mi prende?...pur rendendomi conto che dovrei quantomeno protestare un po’, non lo faccio, anzi le vado dietro in silenzio e così, lei tutta sorridente io, parecchio confuso, ci dirigiamo insieme verso la casa dell’avvocato. Da quel che capisco, stiamo fornendo uno spettacolo per la gente che incontriamo per strada; ci osservano con curiosità, soprattutto le signore che poi, si sussurrano nelle orecchie. In effetti io tutto scuro, lei così chiara ed eterea…..mah…siamo proprio un netto contrasto. La contessina, devo dire però, dimostra un certo carattere, perché cammina sicura per la strada insieme ad un tipo come me e non sembra per niente turbata. Io invece davvero non capisco cosa stia succedendo. L’ultima volta che ci siamo visti a Campo Real era tutta una supplica, una richiesta continua, di sparire e lasciare stare la novella coppia di sposi, in particolare il “caro Andrea” e adesso invece è tutto un sorriso gioioso e rilassato. In ogni caso io no che non mi rilasso!!...non mi fido proprio…..

    Beatrice
    Bene, stanno parlando già da un po’. Credo ormai che il signor Juan sia venuto a conoscenza delle ultime novità. Sono così contenta: finalmente vede riconosciuto il suo nome e grazie a questo potrà sistemare tante cose alla fazenda. L’ho visto, come lavora e come si batte per tutti quei poveri lavoratori…per quei bambini; spero tanto che mi permetta di aiutare. Ne ho parlato anche con Meche, che viveva lì fino a qualche tempo fa e anche lei è entusiasta di dare una mano, speriamo solo ce lo permettano. Appena finiscono il colloquio penso di proporre subito la mia idea. Sono un po’ intimorita, perché Juan è sempre così aggressivo e mal fidato, e temo non sarà facile convincerlo della bontà delle mie azioni….in ogni caso insisterò, non mi tirerò indietro facilmente.

    Ho aspettato tanto che finalmente tornasse dal suo viaggio….è stata una lunga attesa e più di una volta l’agitazione ha preso il sopravvento. Però devo ammettere che qualcosa nel frattempo è cambiato dentro di me. Nell’aiutare l’avvocato con le carte da preparare, la ricerca dei registri, le firme, ho avuto la possibilità di capire meglio quest’uomo, di conoscerlo un po’ di più. Manera mi ha raccontato della sua infanzia e giovinezza, delle cose che ha dovuto passare e di quelle che ha dovuto subire e devo dire mi ha sorpreso che nonostante tutto, Juan sia rimasto così fermo nei suoi ideali di giustizia e verità, che cerchi con ogni mezzo di proteggere i più deboli, quando lui stesso probabilmente ancora lo è, come in effetti la ferita che gli ha inferto Anna dimostra. Di quest’ultima faccenda, ho deciso, non voglio più discutere con lui, succeda quel che succeda, ho dato troppa importanza ad Anna ed Andrea, adesso ci sono altre persone che hanno bisogno e su di loro voglio impiegare le mi energie.

    Finalmente vedo uscire Juan e l’avvocato e mi avvicino subito per congratularmi con quest’ultimo, che accetta le mie parole senza però proferirne una a sua volta; ma non sembra contrariato solo un po’ confuso. - “ Juan vi prego di credere che sono veramente felice per voi.”- E nel dire questo mi avvicino e gli porgo la mano…il mio, mi rendo conto, è un gesto poco consono, ma in questo momento sento davvero il bisogno di fargli capire che il passato è passato e che….lo stimo, lo stimo davvero. Lui prende la mia mano e improvvisamente mi attira a se, mi guarda dritto negli occhi e ad un soffio dalle mie labbra mi sussurra – “ Contessina Beatrice, ora che sono un Aleardi, sono degno di parlarvi e perfino toccarvi?....bene, statene certa che lo farò con piacere”- e dopo aver baciato la mia mano fissandomi con quei suoi occhi che sembrano vedere e capire sempre tutto, sghignazzando si gira e se ne va. Guardo con stupore e vergogna l’avvocato che sembra parecchio contrariato, ma che riprendendo subito il suo solito contegno mi dice - “ Cara…..mmmmm…..non fate caso a quel ragazzo e ai suoi modi; deve ancora imparare molto. Vi chiedo il favore di seguirmi in casa per un momento, ho bisogno di parlarvi.”- Va bene, ecco, sono ancora….oh….ma cosa è successo…..va bene….sì, seguo l’avvocato…questo lo posso fare….

    Juan
    Ci rivediamo dopo qualche giorno su invito di Manera. Io, sinceramente non avevo intenzione di parlare ancora con quella “signorina”, ma sembra che lei abbia insistito tanto e alla fine la mia curiosità ha avuto la meglio. L’avvocato mi ha raccontato di come l’ abbia aiutato nel mese scorso per tutte le pratiche da sbrigare; non si è mai allontanata da San Paolo, mentre io credevo sarebbe stata attaccata alla giacca del damerino, pronta a soccorrerlo e proteggerlo. In realtà questo pensiero mi solleva molto anche se non capisco bene il perché…..cosa può importarmi di quello che Beatrice fa o pensa?…. In base a quello che mi è stato raccontato sembra anche che lei non abbia proprio più alcun interesse nel continuare a difendere Andrea, ma questo non significa che per lui noi non provi ancora dei sentimenti, perché era evidente fosse così…..mahhhhh…..devo smetterla con questi pensieri……

    La vedo arrivare e devo ammetterlo: la ragazza è non è male, anche se troppo “santa” per i miei gusti. La saluto prendendole la mano e chinandomi a baciarla; la guardo e il suo rossore mi diverte, ma mi piace perché non sembra infastidita. Lei, sorridendo, dice qualcosa alla sua accompagnatrice che dopo avermi lanciato un’occhiata di avvertimento, saluta e se ne va. Conosco da tanto Meche e questo atteggiamento protettivo nei confronti della sua padrona mi fa pensare che venga trattata bene da lei…….La faccio, allora, accomodare sulla panchina, quella che si trova nel più bel punto del giardino; fresca, all’ombra di un bell’albero, si può vedere il mare da cui si percepisce anche la brezza. La invito a parlare e da qui in poi è un fiume in piena. Mi racconta della situazione a Campo Real, delle condizioni dei lavoratori, dei bambini; mi descrive i suoi progetti per la costruzione di abitazioni quantomeno vivibili per i contadini e per la scuola di cui lei vorrebbe assumersi la piena responsabilità. E’ scioccata da ciò che ha visto, del modo in cui quella terra venga male amministrata, dove la violenza verso i più deboli sembra essere la normalità. Mi chiede di aiutarla a cambiare le cose: ora che sono un Aleardi ho il potere di imporre anche le mie decisioni e lei sembra certa che lo farò perché, così dice, sa che sono un uomo giusto. Mi propone di partire insieme al più presto ; dobbiamo parlare con Andrea che, a detta sua, sicuramente ci presterà ascolto. A parte il fastidio che mi provoca sempre il sentirlo nominare, sono letteralmente travolto dalle sue parole, che suonano piene di fiducia e rispetto nei miei confronti

    Quello che mi ha raccontato poco fa, per me non è una novità, l’ho vissuto sulla mia pelle, ma per lei non è così, e questa scoperta sembra averla ferita: i suoi occhi sono addolorati ma allo stesso tempo furiosi e pieni di determinazione…..sono occhi meravigliosi. Mi rendo conto di fissarla con intensità ma non posso farne a meno: è bella…..lei è davvero bella. Nonostante il suo aspetto semplice, poco appariscente, sembra una donna piena di passione e fermezza eppure ogni suo gesto è privo di malizia o di quella scaltrezza che appartengono invece a sua sorella. Mi domando se Beatrice sia davvero così o se invece…….

    Beatrice
    Mi siedo accanto a lui, fingendo un’indifferenza che in realtà non provo proprio e questa sensazione, mi rendo conto, non mi è affatto nuova. Quando lo vedo anche da lontano, quando lo guardo come adesso, mi chiedo se si renda conto del piccolo terremoto che provoca dentro di me. Probabilmente sì…Juan è un uomo con esperienza e io che sono facile da capire, quasi sicuramente dovrò sembragli una sciocca ragazzetta….Mi esorta a parlare e trasportata da tutti i miei pensieri e progetti, gli racconto delle idee che ho avuto per Campo Real pregandolo di unirsi a me nel realizzare quest’importante ma necessario cambiamento per il benessere dei lavoratori della fazenda. I suoi occhi tradiscono un attimo di disappunto solo quando nomino Andrea, ma è un attimo, ritornano subito immediatamente attenti e incuriositi.

    Quando termino il mio discorso mi fermo e lo guardo in attesa di una risposta ma lui sembra assorto nei suoi pensieri e non accenna a dire niente. Mi faccio prendere dall’imbarazzo e così inizio a parlare del posto in cui ci troviamo e della sua bellezza. Spesso durante le giornate di lavoro insieme all’avvocato, venivamo a sederci in questa panchina per rinfrescarci e bere una limonata e nel frattempo Manera mi raccontava di come un ragazzino solo e pieno di rabbia avesse sistemato il vialetto, costruito le piccole mura di pietra attorno alla recinzione e di come con tanto ingegno avesse ideato e realizzato la panchina su cui sedevamo e le altre sparse per il giardino. Mi ritrovo ad accarezzare le iniziali che Juan tanto tempo fa ha inciso sulla seduta e che l’avvocato mi ha mostrato con tanto orgoglio e affetto. Sinceramente, con tutto quello che ho scoperto su di lui nei giorni scorsi, provo davvero ammirazione per quest’uomo e per come e cosa è riuscito a diventare nonostante tutto.

    Alzo lo sguardo e penso che in qualche modo lui riesca a capire cosa penso leggendolo dai miei occhi……poi all’improvviso inizia a fissarmi e il modo in cui mi guarda mi fa sentire bella…….. e questa sensazione sta entrando lentamente in ogni parte di me.…..e so, so cosa sta per accedere. Juan si avvicina e io non mi allontano, anche se volessi non potrei: adesso i suoi occhi sono un mare in tempesta da cui non posso fuggire e non voglio. Mi prende il volto tra le mani e mi guarda con un trasporto tale quasi da spaventarmi ed io non riuscendo a sopportare tutta questa intensità chiudo gli occhi cercando di calmare il mio cuore che sembra esplodermi dentro e poi……. poi all’improvviso sento le sue labbra sulle mie; sento che mi sfiorano, mi accarezzano ed io pur nella mia ignoranza cerco di fare altrettanto, in realtà mi viene istintivo, anche perché desidero con tutto il mio cuore trasmettere a quest’uomo tutto quello che in questo momento ho dentro di me, che seppur confuso è qualcosa di bello e importante. La mia parte razionale dura poco però; ad un certo punto, quando ad essere unite non sono più solamente le nostre labbra ma anche il resto di noi, qualcosa è cambiato ed io non riuscendo ad essere più presente a me stessa decido di affidarmi completamente a lui e mi sento davvero, davvero bene.

    Juan
    Glielo leggo negli occhi il suo turbamento e l’effetto che le faccio; sarei uno sciocco a non vederlo. Non voglio approfittarne ma mi sento attratto da lei, da questa sua semplicità anche nel non nascondere le sue emozioni. Mi rendo conto all’improvviso che anche l’idea di Anna non conta più poi molto, quando invece la donna che ho davanti emana una forza e una bellezza talmente potente da non riuscire a resisterle. Mi avvicino e lei non si ritrae. No ho più esitazioni e la bacio: all’inizio sono un po’ incerto ma poi…..proprio non so cosa mi capita. Cerco di mantenere il controllo ma ad un certo punto, quando mi rendo conto che forse per la prima volta in vita mia sto toccando qualcosa di unico, di vero, mi arrendo…..sì mi arrendo, perché lo voglio tutto per me questo qualcosa…..

    Lei ha delle labbra così morbide e dolci…… e il modo in cui risponde al bacio è allo stesso tempo talmente arrendevole e pieno di aspettative che mi fa sentire l’uomo più potente del mondo. Non so per quanto tempo restiamo così, io di certo ho perso totalmente il contatto con la realtà; d’un tratto però Beatrice si stacca da me tremante e scioccata. Temo di aver esagerato oppure che lei si sia resa conto di chi si trova davanti, ma…..dopo poco realizzo che ad interromperci sono state le urla e gli insulti che Anna sta rivolgendo alla sorella e di cui la presenza, preso com’ero, non mi sono accorto. Beatrice è in piedi pallida, ma fiera, non abbassa il capo ma controbatte con garbo e decisione. Io mi avvicino, le circondo la vita con un braccio e con mia stessa sorpresa mi ritrovo a dire: - “ Anna, credo tu debba smetterla di offendere tua sorella. Tuo marito, laggiù ti sta osservando e non sembra molto contento di quello che sta vedendo. Non stavamo facendo proprio niente di male; ti consiglio, da ora in avanti di portare più rispetto per la mia fidanzata……” Mi giro verso Beatrice, che mi guarda……. direi proprio scioccata, ma i suoi occhi seppur colmi di lacrime trattenute, con mio grande stupore risplendono; così mi azzardo, le offro la mano, lei la afferra con decisione e senza esitare mi segue in direzione di Andrea. Fra poco inizierà una bella battaglia, Beatrice sembra reggermi il gioco, vedremo cosa succederà….certo che già l’espressione di Anna ne è valsa la pena….e poi….e poi mi volto verso la donna che è qui accanto a me e di tutto il resto non mi importa più……

    Edited by Dharmaa - 31/10/2022, 18:54
     
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    Il viaggio era stato davvero estenuante; non capiva per quale motivo ogni visita a Campo Real si rivelasse sempre una battaglia contro tutto e tutti, perfino contro il tempo. Beatrice non riusciva a darsi pace per quello che aveva visto alla tenuta e per come le cose fossero andate a finire anche in quell’ultima occasione. Continuava a rivedere l’espressione minacciosa di sua sorella mentre le urlava contro di andarsene e di non intromettersi più nei suoi “affari”…..è sì aveva definito così il rapporto con suo marito e con tutti gli altri, compreso….no, no e no a lui proprio non voleva pensare. Come non detto, troppo tardi; eccola lì quella fitta dritta dritta al cuore e come faceva male, ma non voleva piangere, l’aveva fatto fin troppo e non era giusto. Meglio concentrarsi su altro, doveva farlo, anche perché se non avesse agito subito avrebbe perso del tempo prezioso. Quando aveva fatto visita al villaggio di contadini, si era resa conto immediatamente che qualcosa non andava; molti di loro erano stati colpiti da una febbre contagiosa che nel migliori dei casi li aveva lasciati deboli, privi di forze e incapaci di riprendere il lavoro, ma nel peggiore purtroppo si era rivelata fatale. Beatrice aveva contattato il medico delle tenuta, il Dottor Fuertes, che facendole il punto della situazione non le aveva prospettato un bel quadro: - “Qui, purtroppo siamo sprovvisti di tutto. Nei giorni scorsi, abbiamo terminato le scorte di medicinali e stiamo facendo il possibile per recuperare qualcosa nei villaggi attorno, ma anche da loro questa malattia ha iniziato a diffondersi. Dobbiamo fare qualcosa, prima che la febbre arrivi ai bambini e che i loro genitori anche se guariti perdano il lavoro. Si rende conto vero che questo non è solo un problema di salute ma che poi ha delle serie conseguenze anche su altri aspetti della vita di questi poveretti. Se non moriranno di febbre, lo faranno per la fame”- Nel corso degli anni Beatrice aveva imparato a conoscere e ammirare il Dottore che nonostante non fosse più tanto giovane, aveva mantenuto serietà ed entusiasmo per il suo lavoro. Aveva dedicato la sua intera vita nel curare quei pazienti che se non fosse stato per lui, sarebbero stati sicuramente abbandonati al loro destino. Lo aveva quindi ascoltato con grande attenzione già pensando a come muoversi, quindi si era diretta con decisione verso lo studio di Andrea individuando in lui l’unico a cui potersi rivolgere in una situazione di emergenza, sicura di ricevere accoglienza e supporto. Si sbagliava. Purtroppo si sbagliava. Messo un piede in casa si era imbattuta in una situazione che non avrebbe mai immaginato di trovare al suo rientro; cameriere tutte agitate che correvano in ogni parte, con bicchieri, vassoi, candelabri luccicanti e abiti sfarzosi.. Enormi tappeti venivano trasportati e stesi nei punti più ampi della sala, e vasi di fiori poggiati negli angoli. -“Cosa sta succedendo?”- “ Beatrice, cara sei qui. Su forza spostati o intralcerai i preparativi. Perché mi guardi così?....Ti avevo avvisato che questo pomeriggio sarebbero arrivati degli ospiti. Ma certo che te l’avevo detto! Il mio caro Andrea ha pensato questo ricevimento in mio onore, dice che sono troppo bella per tenermi nascosta e così fra poco inizieranno ad arrivare le famiglie nobili più importanti del circondario. Non sei felice?”- Anna non le aveva dato tempo di rispondere e girate le spalle aveva proseguito la sua ispezione dei preparativi. Poi con grosse difficoltà Beatrice era riuscita a raggiungere Andrea nel suo studio. Senza tanti preamboli aveva iniziato a raccontargli della grave emergenza in cui si trovava il villaggio, non accorgendosi della presenza di Juan che seduto vicino alla libreria, silenzioso la stava osservando. -“Andrea, sinceramente non capisco…non eri a conoscenza di cosa sta capitando alle persone che lavorano nelle tue terre? Com’è possibile organizzare una festa in questa situazione? Io davvero..”- “ Beatrice, cara. Mi sembri troppo agitata. Dovresti calmarti. Le cose non sono poi così drammatiche. E sì ne sono a conoscenza ne stavo proprio discutendo con il tuo fidanzato.”- A quelle parole Beatrice, troppo preoccupata per rendersene conto prima, scorse accanto a lei la figura di Juan, che alzatosi le si era fatto vicino e l’aveva salutata con un cerimonioso ed esagerato inchino a cui lei poi aveva risposto con un certo imbarazzo. – “ Bene, visto che la cosa sta a cuore ad entrambi, manderò Basile a controllare, ma non penso proprio ci sia nulla da preoccuparsi e comunque devo occuparmi anche degli ospiti. Quindi, se volete scusarmi raggiungo mia moglie”- Troppo scioccata da un comportamento tanto superficiale e irresponsabile Beatrice si era trovata incapace di reagire per qualche secondo, giusto per dare a Juan il tempo di interpretare, come sempre a modo suo, il suo silenzio – “ Eccola, la mia cara fidanzata. Sempre in adorazione ed obbediente. Ma sì non è niente, quegli uomini sono deboli e con poca voglia di lavorare. Giusto? Meglio lasciarli lì, non crede contessina?”- Parole, cattive, dure, piene di rabbia. Juan era ben contento di pronunciarle contro quella gente, che aveva tutto e stava lasciando morire nell’indifferenza chi invece non aveva niente. Poi era uscito dallo studio quasi correndo e Beatrice sulle prime fu tentata di seguirlo e iniziare a dargli spiegazioni, ma riflettendo su quale fosse la vera emergenza in quel momento, si diresse immediatamente nella sua stanza per organizzare il prima possibile, il rientro a San Paolo.

    Più tardi, senza neanche preoccuparsi troppo di prendere concedo da Andrea e al sua famiglia, mentre insieme alla sua fidata Meche si stava dirigendo alla carrozza che le stava aspettando, le capitò di intravedere da lontano la sorella che con sfacciata allegria stava ricevendo gli ospiti ritardatari, anche loro vergognosamente spensierati e ossequiosi. Per l’ennesima volta chiuse gli occhi, strinse i pugni e salì sulla vettura, sperando in cuor suo di arrivare in città al più presto. Durante il viaggio silenziosa, ripercorse con la mente la discussione che aveva avuto con Anna e Andrea, in un ultimo tentativo di convincerli a rinviare i festeggiamenti. Non avevano voluto sentire ragioni e sua sorella come sempre, non aveva perso occasione per ferirla, mortificarla e alludere continuamente a Juan. E lui?...dov’era andato a finire? Non l’aveva più visto dopo il loro incontro nello studio, anche se immaginava sicuramente si stesse dando da fare al villaggio. Avrebbe voluto almeno sentire quali fossero i suoi piani ma non poteva perdere altro tempo nel cercarlo; lei sapeva cosa fare e doveva farlo subito. Così arrivata a San Paolo immediatamente si era diretta dall’avvocato Manera, che compresa subito la gravità della situazione, insieme a lei e ai soliti amici fidati di Juan aveva organizzato una raccolta di medicinali che con l’aiuto di qualche giovane dottore volontario sarebbero partiti subito per la tenuta. La ricerca era durata tutto il giorno, e Beatrice aveva lavorato instancabilmente fino a quando, rientrata dall’ incontro con l’ultimo farmacista, era crollata sul letto addormentata.

    Anche Juan, arrivato alla casa sulla spiaggia, appena chiusi gli occhi era caduto in un sonno profondo, che era durato troppo poco, almeno a lui sembrava così. In realtà era già giorno quando, disturbato da una voce insistente che lo chiamava, si era svegliato. – “Pedro, ma che diavolo succede?”- Il suo amico, di solito sempre controllato e impassibile, sembrava invece turbato. – “La signorina Beatrice….”- “Sì?”- Juan sapeva che anche lei il giorno prima era rientrata in città, e insieme ai suoi amici aveva contattato medici, farmacisti e organizzato l’aiuto per il villaggio; si era anche reso conto che, nello studio di Andrea, non le aveva dato la possibilità di spiegarsi, ma…..quando c’era di mezzo lei, non riusciva a ragionare, non riusciva a capirla….quella donna lo faceva diventare matto! – “ Ecco, la sua domestica Meche dice che ha la febbre e sembra che non riesca a svegliarla”- Il tempo di vestirsi e Juan si stava già dirigendo da lei. “ Quella sciocca! Non è stata prudente abbastanza!” I contadini del villaggio gli avevano riferito della contessina che era passata a trovarli e a rassicurarli e lui che già aveva dovuto affrontare emergenze simili, aveva subito intuito che, a differenza sua, lei non avesse osservato determinate accortezze per evitare il contagio. “ Sciocca, sciocca ragazza!!!”. Il suo cuore, di solito impenetrabile, era invece pieno di ammirazione per una donna che sembrava generosa e coraggiosa. Il suo cuore, di solito protetto da una dura corazza, iniziava ad avvertire qualche crepa che si faceva sempre più grande e che lo spaventava a morte. Il suo cuore tanto ferito e pieno di cicatrici, silenziosamente e senza che se ne rendesse conto, stava iniziando a guarire. Arrivato a casa D’Altomonte trovò l’avvocato Manera ad accoglierlo- “ Juan. Sei qui..”- “ Come sta? Ha ancora la febbre? Si è svegliata?”- Non aspettò nemmeno risposta e si diresse subito in camera da Beatrice, dove entrò senza nemmeno bussare. – “ Signor Juan. È così da ieri sera. Non riesco a svegliarla e scotta tantissimo. Il dottor Carlos insieme agli altri medici è alla tenuta, non torneranno fino a domani e non siamo riusciti a trovarle un medicamento efficace”- “ Sua madre? Dov’è?”- Non senza vergogna Meche rispose: “ La contessa è partita ieri per Campo Real. La signorina ha tentato di spiegarle la situazione ma sa….c’era il ricevimento, la signora Anna..”- Non serviva molto per capire cosa fosse successo, stanchezza, discussioni, dispiaceri…- “Adesso esci, vai da Pedro, lui ti spiegherà come prenderti cura della signorina cercando di evitare il contagio”- “ Pensate che anche lei sia vittima di quella febbre? Oh mio Dio….La mia signorina!!!”- “ Non possiamo saperlo con certezza, ma dobbiamo comunque stare attenti, adesso esci, poi ritorna con bende, spugne e acqua fresca, dobbiamo cercare di tenere bassa la temperatura”- Non senza esitare la cameriera, che non trovava conveniente lasciare i due soli, anche se fidanzati, si alzò e uscì dalla stanza. Juan finalmente libero di avvicinarsi a Beatrice, si sedette sulla sedia accanto al letto, e iniziò ad osservarla; respirava in modo affannoso, il suo volto appariva pallido, le labbra secche e screpolate, il suo corpo scosso dai brividi, segno che la febbre tendeva ancora a salire. Nonostante questo la trovava bella, proprio come aveva iniziato a vederla negli ultimi tempi, quando si ritrovava a pensare a lei nei momenti più inaspettati e sempre più frequenti. Ma solo in quel momento si rendeva conto che era diversa da come l’aveva sempre considerata, non era come Anna o come tutte le altre donne che aveva conosciuto…lei era lei. Era ancora sovrappensiero quando il suo sguardo cadde sulla mano di Beatrice adagiata sopra il lenzuolo. Si fece allora più vicino, voleva capire cosa tenesse tra le dita. Fu la sua mente a registrare il piccolo oggetto che lo interessava, ma fu il suo cuore a riconoscerlo; la piccola stella marina che lui stesso aveva intagliato tantissimi anni prima.

    Ricordava tutto perfettamente: aveva dodici anni, era in cucina a casa dell’avvocato, stava facendo uno spuntino tra uno studio e l’altro che il suo caro amico insisteva a fargli seguire, quando era arrivato in visita un nobile. L’uomo era disperato, cercava aiuto per la sua piccola figlia che da giorni aveva la febbre e sembrava che niente potesse aiutarla. Senza essere visto, aveva ascoltato tutto e di nascosto era corso a cercare un’erba che i pescatori dicevano essere miracolosa in casi di malattie difficili; impiegò quasi una giornata intera, arrampicato sulla scogliera, prima sotto il sole cocente e poi sotto una pioggia torrenziale ma alla fine era riuscito ad individuarla nascosta in mezzo ad altra vegetazione. Il giorno dopo Manera, si ritrovò davanti un ragazzino sporco, con graffi sul viso e braccia ma che mentre gli spiegava cosa teneva tra le mani continuava a sorridere felice. Qualche tempo dopo Juan seppe che la bambina proprio grazie al medicamento ricavato dalle erbe raccolte da lui, si era ripresa e che sarebbe presto partita per vivere in un’altra città; lui che nel frattempo, pensando alla tristezza che poteva provare una bambina costretta a letto, aveva intagliato nel legno una piccola stella marina la consegnò all’avvocato con la promessa di farla avere alla piccola. Non aveva più ripensato a quell’episodio fino a quel momento…..non aveva mai collegato quel ricordo a Beatrice, però in effetti la sensazione che aveva provato vedendola sulla spiaggia qualche tempo prima, il forte legame che sembrava tenerlo sempre e comunque vicino a lei, sembrava proprio avesse origine lontane. In quel momento un lamento della donna lo riportò al presente e questione di qualche secondo Juan sapeva esattamente cosa doveva fare; se quelle erbe avevano funzionato allora, sarebbero state efficaci anche adesso. Fino a quel momento si era trattenuto, ma ora che il suo cuore aveva compreso, non aveva più intenzione di farlo; si avvicinò al viso di Beatrice e sussurrò al suo orecchio: -“ Stai tranquilla. Riposa. Penserò a tutto io. Aspettami. Torno presto.”- Un bacio leggero sulle labbra come se fosse la cosa più naturale del mondo e Juan era già fuori alla ricerca.

    -“Signorina, non è ancora il momento di alzarsi. La prego si riposi ancora”- Il dottor Carlos tornato in città dopo che la situazione alla tenuta era migliorata, l’aveva visitata e l’aveva trovata un po’ indebolita ma sicuramente era riuscita a superare la fase di quella maledetta febbre a cui molti purtroppo non erano sopravvissuti . -“Meche, cara. Mi sento molto meglio e sono giorni che sono rinchiusa qui dentro; farò una breve passeggiata qui vicino….e no non serve che mi accompagni, prosegui con le tue faccende non starò fuori per molto”- Beatrice non resisteva più, doveva andare da lui, da Juan. Pe tutto il periodo della malattia aveva continuato a sentire le sue parole che l’avevano fatta sentire protetta e al sicuro. Pur nello sato di semi incoscienza aveva sentito tutto e mai una volta aveva dubitato che sarebbe tornato da lei, che tutto sarebbe andato bene. Poi quando si era ripresa, e non trovandolo vicino aveva chiesto di lui, le era stato detto che visto che le sue condizioni erano migliorate aveva deciso di tornare a Campo Real per verificare la situazione e controllare l’efficacia dell’assistenza che era stata organizzata. La sera prima però l’avvocato Manera l’aveva avvisata del ritorno di Juan proprio per quel giorno, così senza esitare si stava dirigendo verso casa sua. Ed eccolo lì seduto alla scrivania rivolta verso il mare; era talmente concentrato su qualcosa da non averla notata e lei in verità non voleva nemmeno che si accorgesse della sua presenza, ma voleva continuare ad osservarlo e silenziosamente ringraziarlo per averla salvata adesso come allora. Al suo risveglio aveva infatti trovato accanto a se un piccolo ciondolo a forma di stella marina, simile a quello che possedeva già, ma un po’ più grande e a cui stranamente sembrava mancasse un pezzo. Aveva chiesto spiegazione a Meche che le aveva detto essere un regalo del signor Juan e che per la verità trovava anche un po’ bruttino. Beatrice aveva avvicinato i due ciondoli e con gli occhi velati di lacrime aveva notato subito come si incastravano perfettamente l’uno con l’altro. Sapeva di quello che le era capitato da piccola, sapeva che era guarita grazie al coraggio di qualcuno che aveva lottato insieme a lei e il piccolo dono che le era stato dato era stato nel corso degli anni un prezioso ricordo a cui aggrapparsi nei momenti difficili. A quel tempo voleva trovare la persona che l’aveva aiutata, ma stava per trasferirsi in un’altra città, lei era troppo piccola e nessuno voleva aiutarla, nemmeno Manera che alle sue richieste rispondeva con un sorriso amareggiato scuotendo la testa. Ora capiva che in quel periodo l’avvocato, che stava crescendo Juan proteggendolo da tutti quelli che in qualsiasi modo potevano avere a che fare con gli Aleardi, non poteva di certo aiutarla, ma adesso poteva ringraziarlo liberamente. Fece un passo, due, verso di lui che smosso dallo scricchiolio delle assi di legno aveva finalmente rivolto lo sguardo verso di lei. Beatrice temeva di vedere nei suoi occhi il solito sguardo malinconico e diffidente ma non rimase sorpresa nello scorgere invece un sorriso dolce e accogliente a cui non seppe resistere. A Juan bastò allargare le braccia che lei era già lì con lui, insieme a lui. Due anime, che tanti anni prima si erano solo sfiorate ma che il destino, tenendole legate da sempre, aveva finalmente fatto riunire.
     
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