Il CS di Fadi

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous

    due-cuori-immagine-animata-0044

    Il mio Cuore selvaggio



    Edited by fadibi - 26/8/2019, 02:07
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous

    pXxMJj2Il primo incontropXxMJj2




    E’ notte fonda a S. Paolo ma nonostante una fresca brezza ,il caldo è ancora intenso.
    Tutto è avvolto dal silenzio ,anche il mare che scintilla come una lastra di cristallo, al chiarore lunare.
    L’uomo accende un sigaro e la debole fiamma per un attimo squarcia l’oscurità, mentre appoggiato al balcone della sua casa sulla spiaggia, riflette su sé stesso…è molto soddisfatto, finalmente non deve più viaggiare e vivere contro legge, adesso potrà permettersi ciò che più desidera al mondo.
    Juan del Diablo ,come è chiamato da tutti , per il suo carattere impetuoso e le sue ambigue frequentazioni , grazie ad anni di duro lavoro ora potrà commerciare onestamente, ha molti clienti, soldi, una bella casa in paese, una villa sul mare, magazzini, barche, negozi in varie isole dell’arcipelago e presto con la faccenda del suo cognome ormai sistemata , potrà sposarsi!
    Domani partirà per stipulare gli ultimi accordi , poi al suo ritorno finalmente …potrà avere la famiglia che gli è sempre mancata.
    Ma Juan non è l’unico insonne ,quella notte anche Andrea Aleardi della Valle nel suo letto a Città del Messico, non riesce a chiudere occhio ,è troppo preoccupato per la cugina Beatrice .
    Andrea si alza e si reca in camera della madre, le si avvicina per udire meglio il suo respiro, poi tranquillizzato, siede alla scrivania ed inizia a preparare i documenti che gli serviranno l’indomani,egli sà che ormai il sonno non arriverà più.
    Mamma Sofia era una signora dolce ed affettuosa ma purtroppo di salute molto cagionevole,la donna vedova da tempo , lo aveva allevato attingendo alla sua dote personale, sacrificandosi pur di farlo studiare e laureare in legge.
    Proprio pensando a lei, aveva acconsentito a dare il cognome di famiglia al fratellastro Juan del Diablo, il contrabbandiere nato da una relazione extraconiugale del padre .
    La mamma lo desiderava da tempo ma non aveva mai osato proporlo al figlio del marito ,si vergognava di parlare di certe cose, era timida ed all’antica ,e Juan con il suo comportamento non le aveva certo facilitato il compito.
    I due fratelli non si erano mai conosciuti, Andrea era cresciuto convinto di essere figlio unico ed aveva completato i suoi studi in collegio, poi al compimento dei 20 anni, Sofia e l’avvocato Manera gli avevano dato la lettera scritta dal genitore prima di morire e che per suo espresso desiderio non doveva essergli consegnata prima.
    Il giovane dopo l’ovvia sorpresa ,aveva saputo tutta la triste storia dal legale e dalla mamma, ma con suo grande dispiacere non era mai riuscito ad incontrare il fratello che rifiutava orgogliosamente qualsiasi contatto con loro.
    Così lui aveva sistemato tutto tramite l’avvocato e concluse le pratiche burocratiche, mentre la madre accompagnata dal signor Nicola si recava dal giudice, aveva ultimato i bagagli ed era poi partito con Sofia per la capitale, dove lo aspettava un posto presso uno studio notarile e dove l’aria sarebbe stata sicuramente più favorevole alla salute della malata.
    Andrea intendeva avviarsi alla carriera di magistrato, fare della giustizia la fede a cui attenersi ,diventarne un paladino, voleva rimediare ai molti errori del padre ed in quest’ottica aveva trovato giusto dare il cognome al fratello , prima di iniziare il viaggio aveva anche espletato uno sgradevole compito, salutare la zia Caterina e la cugina Beatrice.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Come aveva fatto una tenera creatura come Beatrice a nascere dalla zia Caterina, era un fatto che Andrea ancora non riusciva a spiegarsi, la terribile donna ,vedova anch’essa, era brusca e sempre di cattivo umore, inoltre comandava a bacchetta l’unica figlia e i servitori.
    Caterina era abbastanza ricca per vivere più che agiatamente, era però molto avara e raramente comprava qualcosa di nuovo a Beatrice che era cresciuta frequentando solo il vicino convento o la casa della zia Sofia e finendo così per attaccarsi moltissimo al cugino ,i due giovani infatti si amavano come fratelli e ad Andrea era dispiaciuto di lasciarla a S. Paolo ,la ricordava bambina…giovinetta…i suoi pensieri lo riportarono indietro nel tempo…all’inizio della vicenda.
    Come ogni mattina Beatrice senza alzare lo sguardo da terra ,si era recata in chiesa accompagnata dalla domestica , dopo la funzione si era attardata a mettere i fiori freschi nei vasi sull’altare, poi era uscita in fretta senza nemmeno togliersi lo scialle di pizzo bianco dalla testa, sapeva che a casa doveva passare Andrea con la madre.
    Juan si era vestito elegantemente per l’occasione, quella era una giornata da ricordare, finalmente con il tanto agognato cognome avrebbe avuto tutti i diritti di un essere umano!
    Era andato dal notaio dove lo aspettava l’avvocato Nicola Manera, l’uomo che lo aveva allevato come un vero genitore e la signora Sofia, la vedova del suo padre naturale, le formalità erano state rapidamente sbrigate ed ora sentendosi una persona nuova si dirigeva con il legale ed i suoi amici a pranzo ,per festeggiare in allegria.
    Il giovanotto attraversava pigramente la piazza, camminava con una mano in tasca ed il sigaro nell’altra, ascoltando distratto il signor Nicola ,quando improvvisamente con la coda dell’occhio aveva colto un movimento alla sua destra, quasi un lampo bianco e mentre i suoi sensi da predatore lo costringevano a girarsi …Beatrice era lì che usciva sul sagrato dalla chiesa.
    La ragazza si era avviata velocemente verso casa assieme alla cameriera, nel muoversi lo scialle le era scivolato dalla testa e i biondi capelli avevano brillato sotto il sole, l’indumento era caduto ma una bimba che le passava accanto, lo aveva raccolto porgendoglielo , la giovane aveva riso emettendo un suono gentile e cristallino ,quindi si era chinata per baciare la piccola, mentre Juan…Juan abbagliato da quel viso radioso era rimasto immobile ad osservare rapito la scena, poi Beatrice aveva salutato la bambina ed era scomparsa in fretta in una strada laterale.
    <<juan! Juan! Mi ascolti?>> La voce dell’avvocato lo aveva scosso dallo stupore, egli aveva fatto fatica , non riusciva a riprendersi ,era stato tutto così rapido e si domandava se fosse stato un sogno.
    Beatrice intanto giunta a casa, aveva subito naturalmente i rimproveri di Caterina e poco dopo erano arrivati Andrea con la madreEmojiF48B_16
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    La zia Sofia era commossa, le aveva promesso che appena sistemati l’avrebbero invitata alla capitale, Caterina irritata come sempre aveva sgridato Andrea :-Se tu fossi stato ricco avresti potuto sposare Beatrice, almeno i miei soldi sarebbero rimasti in famiglia ed io avrei potuto contribuire alla loro gestione ma questo è un paese di morti di fame ed anche nelle vicinanze sono tutti più poveri di me! Non posso farla sposare con nessuno, non voglio che un marito povero dilapidi il mio patrimonio!
    Il giovanotto era dispiaciuto:- Ma zia ancora questo discorso! Beatrice è così bella, perché pensate che la chiederebbero in moglie solo per i suoi soldi? Esiste anche l’amore!
    La donna aveva replicato:-Amore, amore, a che serve l’amore in un matrimonio? Con il sentimento non si mangia e non si compra, certo mia figlia è graziosa ma la sua bellezza non è molto mmmm…diciamo… appariscente…anzi a volte è proprio ben nascosta! Comunque non importa ,ormai ho deciso che rimarrà zitella!.
    Beatrice aveva preso la parola: -Madre mia ,forse sembrerei più carina se mi permetteste di acquistare ogni tanto un vestito , ma non ho denaro,non posso neanche prendere dei nastri nuovi per ravvivare un vecchio cappellino!
    Caterina era furiosa: -Come ti permetti? Non usare più questo tono con me, sai! Altrimenti saprò io come punirti! Torna al tuo lavoro e zitta!.
    La ragazza con gli occhi lucidi ,aveva abbassato la testa sul suo ricamo a punto Richelieu ,il cugino però da dietro le spalle di Caterina le fece segno di non prendersela ed imitò la zia con una smorfia spiritosa, Beatrice gli sorrise cercando d’inghiottire il nodo che aveva in gola mentre chiedeva a sé stessa:-Come farò senza Andrea? E’ il mio solo amico, il mio confidente, quante volte mi ha difeso con la mamma!
    Ancora non era partito e già le mancava.
    Poi Sofia aveva cominciato a raccontare di Juan del Diablo ,quello a cui avevano dato il cognome ,il contrabbandiere il cui solo nome le incuteva paura, la giovane ringraziava Iddio di non averlo mai incontrato ,chissà che tipo losco, volgare, sporco, brrrr!
    Intanto Andrea era andato direttamente in cucina ed aveva chiesto a Mercedes di fare dell’altro tè, dato che quello in salotto era ormai tiepido ed aveva portato lui stesso la bevanda bollente alla cugina , l’aveva obbligata a sorbirlo sollecito come sempre, quindi l’aveva condotta in giardino dove sapendo la passione di Beatrice per i fiori la distraeva parlando di botanica.
    Troppo presto arrivò l’ora di separarsi, Caterina li mandò a chiamare dalla cameriera, la giovane stringeva spasmodicamente la mano del ragazzo: –Non andare, ti prego non andare! Oppure portami con te! Mi occuperò della zia, vi farò da domestica, laverò anche i pavimenti ma ti prego Andrea non lasciarmi!
    Lui cercava di convincerla: -Sai che non posso, lo vorrei tanto ma non mi è possibile cara, abiteremo in una casa piccola ed in affitto, sono solo agli inizi, non guadagno molto e la mamma ha bisogno di cure costose, inoltre cosa direbbero le malelingue? Sì lo sò siamo parenti ma …due giovani sotto lo stesso tetto…non è per me, mi preoccupo di te della tua reputazione!
    Beatrice ebbe uno dei suoi slanci impulsivi: –Allora sposami! Sposiamoci Andrea ,così nessuno avrà nulla da ridire!
    Egli sorrise dolcemente:- No Beatrice, tengo troppo a te ,sò che non mi ami e che saresti infelice, vedrai il tempo passerà veloce ,ti scriverò tutti i giorni e appena le cose saranno migliorate verrò a trovarti, non devi farti ferire dalla zia Caterina, sai come è fatta.
    Prese il fazzoletto di bisso che lei aveva in mano, osservò con attenzione le iniziali che la ragazza aveva ricamato: – Pensa a decorare il tuo corredo piuttosto ,sono sicuro che presto ne avrai bisogno.
    Poi le accarezzò il viso , le asciugò le lacrime con il piccolo lembo di stoffa e lo ripose nella tasca interna del panciotto- Lo porterò sempre sul mio cuore.
    San Paolo era un piccolo paese, i giorni trascorrevano monotoni e la gente si conosceva tutta …o almeno è quello che aveva sempre creduto Juan che ancora s’interrogava:- Chi può essere quella ragazza? Deve abitare qui, ha imboccato sicura la strada, ha salutato quella bimba come se la conoscesse… eppure ho girato più volte i vicoli, le vie…la verità è che ho viaggiato troppo, fin dall’infanzia sono stato assente per mesi…dovrei domandarlo al signor Nicola ,oppure al guercio ma quale giustificazione potrei trovare? Chissà cosa commenterebbero alle mie spalle…e se è già stata promessa? Probabilmente , anzi certamente è già sposata! Quale uomo si farebbe sfuggire, una donna simile? Solamente uno che fosse diventato cieco, sordo o completamente folle!EmojiF48B_17
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    I giorni passavano ed il giovane capitano era sempre più ossessionato dal ricordo della bella ragazza bionda che rideva sotto il sole ma Juan era anche un uomo d’affari e per risolvere alcune questioni andò a consigliarsi con Manera.
    Mentre si avvicinava alla casa dell’amico, si guardava attentamente intorno ,nella vana speranza di notare la fanciulla dallo scialle bianco.
    Ormai erano passati vari giorni da quell’incontro, cominciava a dubitare d’incrociarla di nuovo e al solo pensiero di averla persa ,un peso gli gravava sul petto, doveva fermarsi e respirare profondamente, doveva calmarsi, reprimere l’istinto di piombare come un falco nella taverna del guercio, radunare gli uomini e spedirli alla ricerca di lei .
    Non la conosceva, l’aveva vista appena, eppure l’eventualità di non vederla più, gli era intollerabile.
    Juan era irritato e disgustato di sé stesso :-Dio com’era possibile ridursi così? Lui che aveva fama di incutere terrore al demonio! Se soltanto uno dei suoi marinai si fosse a comportato in quello stesso modo, lo avrebbe buttato in mare senza esitare !
    Legò il cavallo, si sistemò il lungo pugnale che teneva sempre al suo fianco e salì di corsa le scale del legale.
    Andrea era partito e Beatrice soffriva acutamente per la sua mancanza, si scrivevano tutti i giorni ma lei lo faceva di nascosto dalla madre, sapeva che la donna non avrebbe gradito ciò che giudicava una sciocchezza inutile .
    La giovane si era scontrata varie volte con Caterina, cercando di farle cambiare idea, lei non voleva rimanere zitella, veramente non voleva nemmeno sposarsi, tolto Andrea non aveva avuto molte occasioni di frequentare giovanotti, le rare volte che ne aveva conosciuti si era sentita molto in imbarazzo ed era diventata tutta rossa!
    Era talmente disperata che aveva pensato anche di farsi suora ,finirla con tutto e tutti, ma la madre non lo avrebbe mai permesso ,non voleva che le monache ereditassero i loro soldi
    Caterina era stata innamoratissima del marito, il conte Alberto di Altomonte, il loro era stato un matrimonio molto felice, egli era la versione maschile di Beatrice, biondo ,occhi azzurri, affettuoso , gentile e con un meraviglioso sorriso .
    Una notte di pioggia torrenziale il nobile ritornava da un viaggio, avrebbe potuto fermarsi in una locanda ma pur di raggiungere la moglie che amava teneramente ,aveva proseguito , accanto al convento però improvvisamente, si era spezzato il mozzo di una delle ruote della carrozza.
    La strada era un fiume di fango ,l’uomo aveva cercato di aiutare il cocchiere ma senza esito ,alla pioggia si era aggiunto il vento e così si era diretto al portone del monastero, aveva bussato, suonato la campanella che sporgeva all’entrata, dopo aver intravisto il chiarore di una candela dietro le sbarre dello spioncino, aveva gridato il suo nome per presentarsi ,ma inutilmente .
    Il conte Alberto nel giro di una settimana era morto di polmonite e Caterina da allora non aveva più voluto sentir parlare di suore e di conventi.
    Come tutte le giovinette romantiche ,Beatrice aveva molto fantasticato sul suo futuro marito ma a differenza delle sue coetanee ,non lo immaginava come un bel principe azzurro su di un cavallo bianco, ricco, generoso nei regali, simpatico ed affettuoso.
    No, Beatrice lo desiderava forte e determinato, un uomo eretto su un grande cavallo nero , con uno sguardo freddo ed altero, capace d’incutere rispetto e paura con la sua sola presenza, un terribile principe che avrebbe saputo intimorire sua madre e finalmente portarla via da quella casa, dove per lei non c’era altro che infelicità.
    Nel tentativo di mitigare le borse ,frutto di una intera notte di pianto, la fanciulla si bagnò più volte gli occhi con dell’acqua fresca, poi mentre indossava un abito bianco ornato di merletti blu e con una fascia dello stesso colore in vita, d’impeto prese la sua decisione, in mattinata doveva andare con la mamma dall’avvocato, ne avrebbe approfittato per lasciargli una richiesta d’aiuto.
    La ragazza scrisse in fretta poche righe in cui implorava il legale di aiutarla, piegò il biglietto e lo nascose infilandolo nel guanto di pizzo blu che portava alla mano sinistra, era terrorizzata che sua madre se ne accorgesse ma sentire la carta che le sfregava piano il palmo la faceva sentire euforica, padrona della sua vita, come se nella mano reggesse anche il suo destino, una sensazione che ancora non conosceva.
    Agitatissima , Beatrice scese in salotto da Caterina ed uscite di casa, le 2 donne insieme con la cameriera ,presero la via che conduceva da ManeraEmojiF48B_18
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Il giovanotto era tentato di chiedere notizie della fanciulla che da tempo cercava, ma era incerto.
    Non aveva mai avuto problemi ad esternare il suo carattere estremamente impulsivo, però stavolta era un affare di cuore e tutto cambiava aspetto, non sapeva fino a quando sarebbe riuscito a reprimere la sua vera natura ed odiava temere il giudizio altrui ma le circostanze non permettevano di fare diversamente.
    Quando pensava a lei sentiva qualcosa allo stomaco, era una sensazione indefinibile e sconosciuta , lo coglieva una grande calma , tutto intorno a lui diventava più nitido e luminoso ,avrebbe voluto passeggiare con lei sottobraccio, regalarle dei fiori, essere la causa del suo sorriso e dei suoi desideri più intimi…
    Non voleva confessarlo nemmeno a sé stesso ma …era forse amore?
    L’avvocato lo accolse con la consueta affettuosa, cordialità e dopo aver discusso di lavoro, Juan accettò di buon grado l’invito del legale di prendere un caffè e con lui si trasferì in cucina.
    La cuoca come accompagnamento alla bevanda, servì anche un ‘abbondante fetta di dolce al cocco e avevano appena finito il gradevole spuntino ,quando la cameriera aveva avvisato che nello studio attiguo attendevano delle persone.
    I 2 uomini così si salutarono e mentre il legale andava ricevere Caterina e sua figlia, l’ex contrabbandiere ignaro,per non disturbare uscì dalla porta di servizio della cucina.
    Juan fece il giro dell’edificio e si accostò al cavallo, aveva quasi sciolto le redini ed era già con un piede nella staffa quando dalla finestra aperta dello studio, il suono di una risata argentina lo colpì dritto al cuore.
    Il giovanotto rimase immobile, una grande emozione si era impossessata di lui, poi la sua natura rapace prese il sopravvento, legò nuovamente il cavallo e si appostò guardingo con tutti i sensi all’erta, dietro l’angolo di un vicolo vicino.
    Juan sentiva l’energia repressa crescere in lui mentre i minuti passavano lenti…varie congetture gli attraversavano la mente, s’interrogava su di lei, temeva d’essersi sbagliato ma in cuor suo sapeva di non aver equivocato ,la fanciulla si trovava dal suo vecchio amico a poca distanza da lui …si era quasi deciso ad uscire dal nascondiglio per andare a presentarsi dal signor Nicola, quando ecco infine aprirsi la porta e con lo sguardo fisso sul profilo di Beatrice, la vide scendere con grazia le scale esterne ,fresca ed attraente nel suo vestito bianco rifinito di blu.
    La fanciulla era intenta a non inciampare nella lunga gonna dell’abito, poi improvvisamente un lungo ,strano brivido, le percorse la schiena e la mise in allarme, inclinò leggermente la testa già china, verso la strada …ed il suo sguardo s’incatenò ai verdi occhi di Juan.
    Per un attimo i due, furono soli tra la gente, le anime fuse e sospese nel tempo, i cuori che battevano all’unisono, poi la voce di Caterina riscosse Beatrice ,che arrossendo distolse a fatica lo sguardo e seguì la madreEmojiF48B_19
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous

    d4ra2zD7veCJHCsMJCZ4cKfhTQk45x25_4La scuola di Camporeald4ra2zD7veCJHCsMJCZ4cKfhTQk45x25_3



    Con il cuore in subbuglio Beatrice rientrò a casa, per tutta la strada aveva risposto a monosillabi alle chiacchiere della madre.
    Non le era mai capitato di essere fissata in quel modo da un uomo e ancora non sapeva ben definire le sensazioni che ciò causava in lei, lo strano è che non aveva avuto paura,anzi mentre ricambiava lo sguardo maschile quel momento le era sembrato così profondamente giusto e perfetto!
    Come se da tempo conoscesse quella persona e potesse affidargli con fiducia persino la propia vita…rise di sé, stava perdendo la testa?
    La sue giornate erano diventate così terribili da portarla alla pazzia?
    Sicuramente era stato un caso, quell’uomo chissà chi stava aspettando o facendo lì!
    S’impose di non pensarci più e per distrarsi cominciò a preparare i libri che doveva portare con sè alla scuola di Camporeal.
    A San Paolo c’era solo la scuola per signorine tenuta dalle religiose del convento, dove oltre a leggere e scrivere più che altro le monache insegnavano a ricamare, cucinare, ecc. insomma tutto quello che si pensava dovessero sapere le donne a quei tempi.
    Le poche famiglie che potevano permetterselo mandavano i figli maschi in qualche accademia militare o in collegi situati in Europa oppure nella capitale messicana ,ed i bambini poveri?
    Non c’era alternativa e la maggior parte di essi rimanevano analfabeti, o magari come in questo caso, potevano contare su scuole istituite e tenute aperte dalla buona volontà di qualche anima pia.
    A 5 miglia fuori dal paese c’era quel che rimaneva di un grosso appezzamento di terreno, originariamente durante i tre secoli della dominazione spagnola ,era stato uno dei tanti possedimenti sparsi in tutto il Messico appartenenti al vicerè, una grande e florida tenuta che produceva quella che allora era considerata la ricchezza della nazione :canna da zucchero e caffè.
    Per le coltivazioni di Camporeal erano stati impiegati migliaia di schiavi africani che provenivano da Panama, l’antico crocevia dei negrieri , dove venivano stipati e catalogati quei derelitti esseri umani ,per poter essere poi distribuiti su isole e continente.
    Anche tantissimi deportati avevano seguito lo stesso percorso,per anni schiavi e carcerati avevano lavorato fianco a fianco ed insieme era morti per aumentare la ricchezza di nobili e alti borghesi , poi con la fine dell’impero iberico, pian piano, la terra era stata smembrata in varie parti ed era passata in altre mani, così la piccola zona che aveva ospitato i dormitori dei braccianti e su cui c’erano ancora i ruderi del triste fabbricato era rimasta abbandonata.
    Beatrice si era data molto da fare ,aveva parlato con i contadini e li aveva convinti a riparare l’edificio.
    Non si era certo risparmiata, in riva al piccolo fiume che scorreva poco lontano,lei stessa assieme alle mamme ed ai bambini ,aveva raccolto le pietre occorrenti a riparare i muri trasformando il duro lavoro quasi in un gioco ,come quel giorno che aveva avuto l’idea di fare una gara :chi avesse scovato il sasso più bello e più grande ,avrebbe ricevuto in dono una squisita fetta di dolce all’ananas .
    Naturalmente si trattava della sua colazione ,aveva finto di mangiarla ,invece l’aveva trafugata e nascosta in fondo al suo cestino.
    Vi insegnava per buona volontà una maestra ormai sposata e che non esercitava più ma non che poteva assicurare sempre la sua presenza perchè aveva una famiglia ed una casa da curare, così Beatrice la sostituiva ogni volta che occorreva, andava di mattina presto, camminava allegra per 5 miglia ,già pregustando i sorrisi e le piccole voci infantili, faceva lezione e poi protetta dal suo grande cappello di paglia, ritornava stanca e accaldata per la lunga strada polverosa, anche se a volte le capitava l’insperata fortuna di incontrare qualche contadino che le offriva di salire sul suo carro.
    Appena metteva piede in casa, Caterina iniziava a strepitare ma lei si sentiva soddisfatta e felice ,mentre nella fresca solitudine della sua camera si lavava e si cambiava d’abito, progettava già di cosa avrebbe parlato la prossima volta a tutti quei musetti dolci ed attenti.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous

    d4ra2zD7veCJHCsMJCZ4cKfhTQk45x25_6Il satand4ra2zD7veCJHCsMJCZ4cKfhTQk45x25_5




    Juan aspettò che il gruppetto femminile sparisse in fondo alla strada ,poi si precipitò da Manera, quest’ultimo aprì la porta temendo che gliela buttasse giù:-Che furia! Cosa è successo? Perché questa urgenza?
    Il giovane afferrò l’uomo per le braccia quasi tremando per l’agitazione:-Come si chiama ? Vi prego signor Nicola, ditemi il suo nome!
    L’avvocato era sconcertato:-Si può sapere di chi diavolo stai parlando? Perché non ti spieghi una buona volta?
    Juan iniziò a camminare con ampie falcate nella stanza :-Avete ragione, devo calmarmi scusatemi, ve ne prego sediamoci.
    Il legale prese posto sulla sua poltrona e l’altro un poco più tranquillo, riuscì a dire: -Poco fà dalla vostra casa sono uscite 3 donne, una di loro, la più giovane, quella bionda con gli occhi azzurri…la conoscete? Sapete dirmi come si chiama?
    Manera era stupito: -Certo, non capisco perché t’interessa tanto, ma comunque posso dirti che si tratta della contessina Beatrice d’Altomonte ,curo da anni gli interessi della sua famiglia e…
    Juan aveva interrotto il discorso :–E’ sposata? Fidanzata ?
    L’altro era confuso:-No, non è né sposata, né fidanzata, che io sappia non è mai stata promessa ma…
    Il giovanotto aveva domandato ansioso: -Ne siete sicuro?
    L’avvocato cominciava ad innervosirsi:-Certo che ne sono sicuro! Conosco la famiglia di Beatrice da prima che lei nascesse! Ma insomma cos’è tutto questo interesse? Cosa te ne importa ? …Un momento! Non dirmi che hai delle mire su di lei! No, no, non pensarci nemmeno, togliti immediatamente quest’idea dalla testa!
    Juan dichiarò senza mezzi termini:- Lei è la donna che voglio sposare.
    Nicola era allibito :–La vuoi sposare? Ma che dici, sei diventato matto? E lo hai deciso tu, da solo, senza neanche chiederlo …Ma Beatrice? E la madre? Che ne pensano? O come al solito pretendi d’imporre il tuo volere a tutti ?
    Poi cambiò bruscamente tono:-Ti avverto Juan, smettila con questa assurdità ,questo matrimonio è impossibile !
    Juan fumava nervoso nella sua stanza alla taverna, aveva avuto una discussione lunga e burrascosa con l’avvocato ma adesso a mente fredda gli dava ragione e si rimproverava ,che ne sapeva lui di come si trattava una contessina ? Lui che del gentiluomo aveva soltanto l’abito, addirittura sposarla poi!
    La fanciulla rappresentava ciò che più disprezzava :ricchi e nobili.
    Se l’avesse sposata avrebbe dovuto frequentarli e non voleva, oppure allontanare la moglie dal suo mondo ,dai suoi affetti ,facendola soffrire.
    La terra era piena di belle ragazze e Juan del Diablo non aveva mai avuto problemi a prendere quella che gli piaceva, perché si ostinava con Beatrice?
    Beatrice...ripetè più volte quel nome ed ogni volta gli sembrava che il suono diventasse più dolce.
    Senza alzarsi dal letto chiamò Pietro ,l’uomo che aspettava sul pianerottolo , accorse subito ed il capitano gli ordinò :- Conosci la casa degli Altomonte? Metti degli uomini a sorvegliarla voglio sapere chi entra e chi esce, inoltre fai seguire la contessina Beatrice.
    Pietro era curioso :- la contessina? E perché ?Cosa abbiamo a che fare noi con…
    Juan lo guardò con gli occhi ridotti a 2 fessure: - esegui e basta.
    L’altro uscì a testa bassa dalla camera.
    Nel suo studio l'avvocato accese la pipa pensoso:- Quel benedetto ragazzo non cambia mai ed io stò diventando troppo vecchio per tenergli testa ma quella di oggi è davvero grossa! Sposarsi con Beatrice!
    Poi lo sguardo gli cadde sul fascicolo della famiglia d’Altomonte che era ancora sulla scrivania, l’angolo bianco di un foglio sporgeva dalla cartellina e preciso come sempre ,l’aprì per riordinare il documento, rimase però sbalordito nel vedere che il triangolino era invece la parte di un biglietto ripiegato più volte :- Ma tu guarda…e questo? Come è arrivato fin qui?
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Dopo qualche giorno, con il favore delle tenebre Pietro si recò a casa di Juan: - …Lei e la madre vivono con la servitù, non fanno vita mondana, sono agiate economicamente ma la signora Caterina è una nota taccagna, la domestica mi ha detto che maltratta tutti e lesina i soldi anche alla figlia che invece ,sempre secondo lei ,è un vero angelo, non manda mai via un mendicante senza dargli qualcosa, segue la messa , và spesso alla scuola dei contadini, sapete quella di Camporeal, dove sostituisce la maestra quando è malata o ha impegni , i bambini l’adorano!
    Juan ascoltava ,apparentemente ben poco interessato, mentre lucidava il suo pugnale .
    Pietro continuava il suo rapporto: - Io però ho miei dubbi che sia un angelo, perché la contessina quasi tutti i giorni spedisce una lettera o manda Mercedes a farlo, l’ho guardata bene , sembra afflitta e addolorata ,però quando riceve la posta è raggiante! Secondo me si scrive con l’innamorato, e pensare che la madre non si è accorta di nulla!
    L’accenno della risata dell’uomo fù interrotta dal sibilo del coltello di Juan ,che sfiorando i capelli di Pietro si piantò nell’infisso della finestra dietro di lui: - Attento, se osi ancora parlare in modo così irrispettoso della contessina d’Altomonte, l’amicizia che ci lega non m’impedirebbe certo di tagliarti la gola! E adesso esci, voglio restare solo.
    Senza profferire parola, l’altro si era allontanato ,ancora incredulo di essere vivo, il capitano non sbagliava mai la mira, evidentemente era stato un avvertimento e lui sarebbe stato ben attento a non provocarlo di nuovo.
    Rimasto solo ,Juan iniziò a camminare nella stanza come un leone in gabbia :- Lo sapevo, lo sapevo! Ama un altro! Come ho potuto credere che avere un cognome avrebbe cambiato la mia vita?
    Osservò l’orologio del padre che gli aveva mandato Andrea ,non aveva mai voluto niente dagli Aleardi , odiava quel donnaiolo spendaccione che era stato il genitore e portava rancore al fratellastro che il cognome e una famiglia l’aveva sempre avuti, certo non era ricco come lui , ma essere una persona stimata non valeva forse più del denaro?
    E Andrea era ritenuto una persona rispettabile e onorata , certamente più di lui.
    Juan era fiero di non dovere nulla a nessuno ma quella mattina in cui erano stati firmati i documenti ed era diventato anch’egli un Aleardi della Valle , non era riuscito a dire di no a Sofia: –Sò bene che Francesco non è stato né un buon padre né un buon marito, non posso darvi torto e non posso riparare ormai al male che vi è stato fatto ,sapete che pur non essendo d’accordo mio figlio ha sempre rispettato il vostro desiderio di non volere avere contatti con lui ,anche se non dispera che un giorno possiate cambiare idea, ma Andrea oggi vi prega attraverso me di accettare questo orologio, non come un misero ,inutile rimborso ma come simbolo del vostro legame, lui l’ha portato per anni, adesso tocca a voi che siete il maggiore, prendetelo e non dimenticate di avere un fratello che con la sua mamma ,sarà sempre pronto a ricevervi a braccia aperte.
    Il signor Nicola l’aveva guardato accennando di sì col capo e Juan aveva preso l’orologio ringraziando la donna.
    Ora quell’oggetto gli ricordava continuamente il suo status, aveva un cognome altisonante, quattrini…ma sarebbe rimasto sempre Juan del Diablo il figlio illegittimo di Francesco Aleardi della Valle, la verità era che nulla veramente era cambiato per lui.
    Andrea glielo aveva donato per affetto ,per rammentargli che aveva un fratello.
    Juan invece lo teneva con sé per non dimenticare il torto che aveva subito.
    Ripose l’orologio nel taschino, aveva deciso di partire , non avrebbe pensato più a Beatrice e tutto sarebbe tornato a posto...Come ho potuto pensare di avere una donna come lei!... Forse è meglio, avrei sofferto troppo nel sentirmi rifiutato perché non appartengo al suo mondo, sì preferisco saperla già impegnata! Figuriamoci se avrebbe mai sposato uno sporco marinaio figlio di nessuno!
    Si fermò e con la mano strinse il pugnale ...Mi auguro solo di non incontrare mai il suo fidanzato!
    A quel pensiero i suoi occhi verdi diventarono talmente scuri da confondersi con quella notte senza lunaEmojiF48B_20
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    L’unico raggio di luce nella vita di Beatrice ,erano le lettere che si scambiava con Andrea…il riflessivo ,premuroso, caro Andrea, al suo ricordo subito le lacrime le pungevano gli occhi, si rimproverava, si diceva che era egoista, il cugino doveva giustamente pensare al suo avvenire ,alla zia malata, era un cuore nobile e sicuramente la sua professione di legale avrebbe giovato a tanti poveri indifesi, ma a volte la nostalgia della sua presenza rassicurante…diventava insopportabile!
    Poverino ,aveva tanta pazienza con lei, si scrivevano quasi ogni giorno ed egli trovava sempre il tempo di risponderle, nonostante i molteplici impegni .
    La ragazza gli chiedeva com’era la vita nella capitale e se aveva conosciuto qualche bella fanciulla, se avesse partecipato a qualche festa ,gli raccontava le sue giornate, i progressi dei piccoli scolari di Camporeal, gli avvenimenti del paese, si lamentava per le sfuriate della mamma, concludeva affermando che sarebbe morta piuttosto che rimanere a vivere con Caterina, infine mandava i saluti per la zia Sofia.
    Dal suo canto Andrea scorreva con vero piacere le missive della cugina, erano una boccata d’aria fresca tra i pesanti oneri della sua professione , le aspettava ansiosamente ,erano una fonte inesauribile di argomenti con cui distrarre la mamma e giudicava delizioso il modo di raccontare della giovane .
    Ma nonostante fosse interessato alle novità di San Paolo e alle notizie riguardanti conoscenti ed amici, era molto preoccupato per lei, nelle sue epistole ravvisava un tono forzatamente allegro e sereno che lo impensieriva.
    Naturalmente le aveva domandato ,aveva cercato di scoprire ma non era riuscito a sapere nulla di più.
    Andrea la conosceva molto bene ,perché non solo per la parentela ma anche per carattere erano sempre stati molto affiatati, si comprendevano con un solo sguardo, sapeva che nonostante il suo carattere dolce e remissivo , Beatrice se esasperata poteva diventare estremamente impulsiva e da quando era partito non c’era stata una sola lettera in cui la giovane non avesse espresso la volontà di agire per contrastare il volere della genitrice…
    A San Paolo quella mattina ,la funzione domenicale era finita ma Beatrice si era fermata per pregare ancora un poco, chiese perdono per essersi distratta pensando al cugino, poi si fece il segno della croce , si voltò per uscire ed ebbe un sussulto…sulla soglia della chiesa ,stagliato contro il sole, vide l’elegante profilo dell’avvocato Manera che l’aspettava giocherellando con il suo bastone da passeggio.
    L’avvocato aveva accompagnato Beatrice a casa e durante il tragitto era riuscito a farla parlare, lei non voleva, si era pentita di avergli chiesto aiuto scrivendo il biglietto, ma poi sollecitata garbatamente dall’uomo ,gli aveva raccontato tutto.
    Il signor Nicola le aveva promesso di considerare il suo caso e che l’indomani ne avrebbe parlato con Caterina, ovviamente Beatrice per la preoccupazione non aveva chiuso occhio ed il nuovo giorno l’aveva trovata agitata ma determinata a spalleggiare il legale se ce ne fosse stato bisogno.
    In casa non era riuscita a combinare niente, sobbalzava ogni volta che bussavano alla porta, cambiava continuamente idea, forse aveva sbagliato a scrivere quelle righe…ma poi si vedeva accanto alla madre ancora per molti anni e allora approvava quello che aveva fatto, se almeno ci fosse stato Andrea! Finalmente verso le 17.00 arrivò l’avvocato, chiacchierò del tempo, parlò dei documenti che erano stati firmati qualche giorno prima e poi introdusse abilmente l’argomento :-Che bel ricamo Beatrice! E’ per il vostro corredo? A proposito signora Caterina, scusatemi se mi permetto ,ma capirete bene che come legale di famiglia e quale vecchio amico mi auguro di essere considerato da voi, sono interessato per dovere ed affetto anche a questioni apparentemente più frivole, quindi vi chiedo, avete ricevuto molte proposte di matrimonio per la nostra cara Beatrice?
    Il tè era andato di traverso alla megera che aveva tossito , riprendendo però subito la sua aria arcigna :- Veramente nessuna e non mi stupisce in quanto mia figlia oltre a non brillare per la sua avvenenza, non è mai stata ad un ballo, non ha mai debuttato in società e non conosce giovanotti, in paese poi non c’è nessuno alla nostra altezza e certo non posso portarla altrove, anzi avvocato, giacchè avete preso questo discorso, vi confesserò che ho deciso di non farla sposare, non sono più giovane e presto avrò bisogno di qualcuno che si occupi di me a tempo pieno, se si maritasse dovrei assumere un'altra cameriera ,senza contare i soldi che dovrei sborsare per la dote e che correrebbero seri pericoli con un genero povero, no avvocato non protestate ,credetemi è meglio così!
    A sentir parlare in quel modo, quella sgradevole donna, Nicola avrebbe voluto torcergli il collo ,guardò Beatrice che teneva il capo abbassato sul suo lavoro e gli si strinse il cuore ,ma sapeva per esperienza che la violenza esacerbava solo gli animi e non conciliava i contrasti, quindi si armò di tutta la sua pazienza, poggiò i gomiti sui braccioli della poltroncina, unì le punte delle dita, vi poggiò il mento barbuto , si concentrò brevemente e cominciò la sua opera di convinzioneEmojiF48B_21
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Quella sera a cena ,l’avvocato solitamente molto parco nel mangiare e bere, stappò una bottiglia di
    quello buono ,poi lo assaporò con gusto, schioccando soddisfatto la lingua, ci era riuscito! Non sapeva bene come, ma aveva fatto il miracolo: Caterina aveva acconsentito a far sposare la figlia, sempre se qualcuno ancora più ricco ne avesse fatto richiesta, naturalmente.
    Certo era stato autorevole e convincente, aveva prospettato l’eventualità che per mancanza di eredi andasse tutto ad Andrea ,ben sapendo come Sofia fosse antipatica alla mamma di Beatrice ,o la possibilità che le suore del vicino convento, venendo a sapere della vita solitaria a cui era destinato la figlia , la convincessero a farsi monaca per mettere le grinfie sui suoi quattrini, oppure che Beatrice stessa ,una volta rimasta sola ,devolvesse tutto il patrimonio ai poveri.
    Nicola sempre così razionale ,aveva persino raccontato di un paio di rapine fatte in case dove c’erano solo donne, non risparmiando raccapriccianti particolari…per la verità inventandoseli ed alla fine la strega aveva ceduto! Ovviamente era convinta che Beatrice non sarebbe stata mai chiesta in moglie, vista la scarsità di materia prima nei dintorni, ma a questo avrebbe rimediato lui, conosceva tante persone, benedisse l’usanza di combinare i matrimoni, avrebbe passato in rassegna le sue conoscenze e concordato la cosa ,trovando un bravo, gentile, marito, alla bella fanciulla.
    Dopo cena Beatrice nella sua camera ,alla luce della candela ,scrisse una lettera più lunga del solito al cugino e per la prima volta non bagnò il foglio con le sue lacrime.
    Ella gli raccontò varie cose, gli elencò quali fiori stessero sbocciando in giardino ,gli descrisse nei minimi particolari ,una conchiglia che aveva trovato sulla spiaggia ma non mise Andrea al corrente di quello che voleva fare, non voleva preoccuparlo e in fondo al suo cuore temeva che non l’avrebbe approvata.
    Dopo le preghiere si mise a letto fantasticando sul suo futuro marito ma passò una notte agitata perché stranamente, sognò due occhi verdi che accigliati la fissavano nell’oscurità minacciosa.
    Il legale prese l’agenda poggiata sulla sua scrivania ed iniziò a sfogliarla, doveva fare un elenco dei possibili pretendenti , impugnò la penna e fissò il foglio bianco mentre si soffermava a pensare alle qualità che avrebbero dovuto avere i pretendenti, i soldi, l’età… poi sorrise tra sé, chi l’avrebbe mai detto, il serio e maturo avvocato Manera , che dedicava le sue energie a trovar marito ad una dolce fanciulla!
    Ma improvvisamente su quel foglio vide Juan! Sorpreso ,scosse bruscamente la testa chiudendo gli occhi e quando li riaprì… l’immagine era scomparsa.
    Dopo qualche giorno l’avvocato aveva completato la sua lista , gli scapoli appetibili erano una decina e cominciò quindi la sua opera di verifica ma purtroppo già nelle prime 2 settimane gli aspiranti mariti si ridussero della metà.
    Aveva scritto per saggiare il terreno ,ovviamente senza palesare le sue intenzioni, delle brevi missive di saluto a loro o ai loro padri e fratelli maggiori ,in cui chiedeva amabilmente notizie dei congiunti, così aveva saputo che qualcuno si era sposato, uno era deceduto dopo essere stato investito da una carrozza ed un altro si era appena fidanzato, passarono altri giorni ,arrivò dell’altra posta ed alla fine i papabili diventarono soltanto 2.
    Speranzoso ,Manera si mise in viaggio e si recò a trovarli per controllare personalmente e si accorse che il primo beveva troppo ,l’ultimo rimasto invece, viveva dignitosamente ma aveva malauguratamente perso con investimenti sbagliati gran parte della sua fortuna economica, così scoraggiato, fece mestamente ritorno al paese.
    Don Nicola era molto stanco ma non riusciva a prendere sonno, dopo essersi girato varie volte nel letto, andò nello studio ma il pensiero di Beatrice lo tormentava, non riusciva a togliere dalla mente il suo sguardo disperato, l’accento accorato della sua voce quando gli aveva chiesto aiuto ma ciò che più si rimproverava era di averle dato delle speranze, speranze che l’indomani avrebbe dovuto distruggere.
    Sospirò, le situazioni difficili erano il pane della sua professione , ci era abituato ,doveva solo trovare le parole giuste per farla pazientare ancora un poco ,era affezionato a quella ragazza e gli dispiaceva farla soffrire ma non le avrebbe mentito, Beatrice meritava di essere trattata con rispetto e sincerità da chi le voleva beneEmojiF48B_22
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Beatrice arrivò alla messa con abbondante anticipo, aveva appuntamento con il signor Nicola e non vedeva l’ora di avere notizie ,non che fosse felice di sposarsi così,avrebbe preferito una storia d’amore come quelle che leggeva la sua amica Teresa ma era disposta a tutto pur di lasciare la sua casa.
    Il legale l’avrebbe aspettata alla fine del rito religioso ,avrebbero finto un incontro casuale e per lei finalmente sarebbe finita quell’orribile vita! Nel giro di qualche settimana, Manera avrebbe organizzato un incontro tra le 2 famiglie, predisposto ciò che si doveva per il fidanzamento, si sarebbe steso il contratto matrimoniale, definita l’entità della dote…
    Beatrice fantasticava senza sosta ,improvvisamente al pensiero di conoscere un ragazzo le guance le si accesero per l’imbarazzo ,s’impose di restare calma ,poi pregò la Madonna che il suo futuro marito piacesse alla madre e che fosse buono con lei.
    Ma quando incontrò Manera ,le bastò guardare il suo viso serio per comprendere…non c’era più speranza, era condannata ad una misera vita accanto alla mamma e quando la genitrice sarebbe passata a miglior vita ,lei sarebbe stata ormai una vecchia zitella commiserata dalle amiche e dalla gente, corteggiata dalle suore per i suoi quattrini…gli occhi le si riempirono di lacrime e l’avvocato le disse :-Su, su Beatrice, non abbattetevi mia cara, non tutto è perduto, cercherò ancora e vedrete che stavolta troverò un bravo giovane degno di starvi accanto!
    La giovane si asciugò gli occhi e come quella mattina che aveva avuto l’ardire di scrivere il biglietto ,un moto di ribellione la scosse: -Vi ringrazio avvocato, ma anche se il mio destino è stato scritto da mia madre non lo subirò passivamente! Non m’importa se non avrò un marito ,ormai ho deciso ,andrò via da casa!
    L’uomo esclamò :-Andare via? Cosa dite Beatrice? Non sapete a quali pericoli potreste andare incontro, rimpiangereste vostra madre! No, no, portate ancora un po’ di pazienza, avete aspettato 18 anni, potrete ben aspettare ancora qualche tempo, no? Per una fanciulla ci sono solo 2 soluzioni, il convento o sposarsi, vorreste forse privare un brav’uomo di una bella moglie come voi?
    Beatrice a mani giunte rispose: -Allora cercate signor Nicola, ve ne prego cercate ,in nome di Dio e della Madonna, non ce la faccio più sono disperata! Ogni volta che sono a casa mi sento soffocare, ho l’istinto di fuggire, aprire la porta e correre via, correre lontano a perdifiato senza fermarmi! Pensateci bene, voi conoscete tutti anche nei paesi vicini, non è possibile che non esista un uomo scapolo e di buona famiglia!
    La ragazza scoppiò in un pianto convulso , il legale era preoccupato, non sapeva cosa fare per consolarla , cercò di farla ragionare :-Calma ,calma Beatrice ! Certo che esistono dei giovanotti , perciò vi esorto a non disperare, ad avere pazienza, vedrete che prima o poi lo troveremo ! Ma ricordate la condizione che ha messo la signora Caterina? Il vostro futuro marito deve avere un patrimonio maggiore di vostra madre! Ed il punto è proprio appunto questo, per un motivo o per un altro, quelli così ricchi non sono disponibili! Oppure ve ne sono di ricchi ma non certo di buona famiglia ,ad esempio conosco benissimo l’uomo più benestante di S.Paolo ,ma non posso suggerirlo, egli è anche celibe ma ha una pessima fama e quindi capirete bene che non si può prenderlo in consideraz…
    Beatrice lo interruppe:-Chi è? Perché non me lo avete detto prima ? Lo conosco?
    Nicola scosse la testa:-No non credo , non siete dello stesso ambiente e lui è stato quasi sempre fuori per lavoro, però è giovane, scapolo ed ha più soldi di vostra madre, quindi vedete che a volte non bisogna perdere la fidu…
    Beatrice quasi gridò:-Accetto!
    L’avvocato rimase interdetto:- Beatrice ve ne stavo solo parlando come esempio e voi accettate? La mia non era una proposta, se non vi ho neppure spiegato …no mia cara, non avete ben capito, inoltre un matrimonio non è uno scherzo, dovete pensarci bene, non potete decidere così su 2 piedi senza neanche sapere di chi si tratta!
    Ma lei rispose :-Neanche la vita con mia madre è uno scherzo ed io sono ben temprata alle difficoltà!
    Manera corrugò la fronte e la guardò dritta negli occhi :–Per amor del cielo ragazza mia! Io stò parlando di Juan del Diablo !
    Sentendo quel nome, la fanciulla ebbe un piccolo sussulto ,poi alzò il mento e ricambiò ferma, lo sguardo dell’anziano amico :-Come vi ho appena detto, accetto il signor Juan del Diablo come futuro marito, se mi vorràEmojiF48B_23
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    A nulla erano valse le rimostranze dell’avvocato :– E’ vero che non sarebbe il primo matrimonio combinato tra 2 persone che non provengono dallo stesso ambiente ,ma la vostra estrazione sociale è troppo diversa, le abitudini completamente differenti, non c’è nulla che vi unisca !
    Beatrice ascoltatemi vi prego, Juan ha un carattere particolare, ha sofferto e lottato molto, ha un cuore nobile e generoso, che però potrebbe diventare freddo e spietato e fare di voi una sventurata, perciò aspettate un altro po’,vedrete che presto ci sarà qualche altra occasione di maritarvi, aspettate con pazienza , vi prometto che impiegherò ogni mia risorsa per aiutarvi ma non insistete e non parliamo più di Juan, volete?
    Ma la fanciulla fermamente intenzionata a sposare il famigerato Juan del Diablo, era arrivata al punto d’ accusare il brav’uomo di essere un ulteriore causa della sua infelicità perché non voleva aiutarla, poi pentita si era scusata ma era veramente sconvolta.
    La sera precedente infatti aveva avuto un’altra sgradevole discussione con la madre e sentiva di aver toccato davvero il fondo, la sua pazienza ed il suo spirito di sacrificio erano inutili contro il muro di cieca prepotenza della genitrice.
    Caterina furiosa perché aveva osato contraddirla , l’aveva mandata a dormire digiuna e senza nemmeno una candela, così aveva dovuto spogliarsi ,cercando la camicia da notte al buio e non aveva neppure potuto scrivere ad Andrea.
    La mattina seguente ,dopo una notte insonne che almeno le era servita per riacquistare un poco di calma, Teresa venne a trovarla per riportarle un libro, Beatrice la fece accomodare in giardino e Mercedes servì un succo di mango molto fresco, di quelli conservati nella gelida cantina dell’ edificio , appena rimasero sole però , la contessina le chiese : -Teresa cosa sai di Juan del Diablo?
    L’altra smise di bere e frettolosamente si fece il segno della croce :- Madre de Dios! Il pirata? Non ne sò molto in verità ma su di lui si dicono cose terribili ,perché lo chiedi, è successo qualcosa?
    Beatrice non voleva mentire alla sua più cara amica, quindi si mantenne sul vago : No ,è solo che mi è capitato di sentire quel nome e mi sono incuriosita, tutto qui.
    Teresa le si avvicinò, le prese le mani , con aria guardinga gettò occhiate a destra ed a manca, poi a bassa voce le riferì :- Si dicono tante cose su di lui, pirata, contrabbandiere, attaccabrighe, il suo miglior amico è un lungo coltello che tiene accanto a sé anche quando dorme…è il capo indiscusso di una banda di delinquenti che gli obbediscono ciecamente…e pensa Beatrice, non è mai stato battezzato! Puoi crederci? Non ha mai ricevuto nessun sacramento !E’ un figlio illegittimo cresciuto in mezzo alla strada, sai che mio padre lavora in tribunale, bene, una volta ha raccontato che l’avvocato Manera lo ha tirato fuori dal carcere!
    Dopo qualche altra chiacchiera inutile, Beatrice accompagnò l’amica al cancello e la salutò, poi ritornò pensosa verso casa.
    Non vedeva altre soluzioni e si sarebbe sposata comunque ma adesso…aveva delle perplessità, Beatrice poteva essere impulsiva ma non era una sciocca , aveva bisogno di sapere ,si disse, a chi poteva domandare ,con chi poteva parlare?
    Mercedes stava preparando il pranzo, Beatrice entrò in cucina, bevve un bicchiere d’acqua e le domandò a bruciapelo : -Dimmi, hai mai sentito parlare di un certo Juan del Diablo?
    La domestica sorrise dolcemente: - Dove avete sentito questo nome?
    La fanciulla alzò le spalle ed iniziò a tagliare l’ananas :¬-Non ricordo bene, devo averlo sentito allo studio dell’avvocato, lui lo conosce, è anche il suo legale…ma è davvero così orribile ? E’ vero che è un pirata?
    Mercedes smise di mescolare il riso :- Secondo i punti di vista a volte le cose possono cambiare completamente…è un terribile pirata ,un uomo senza nome e senza Dio… oppure chissà? Potrebbe essere una persona buona e generosa a cui la vita ha fatto solo del male ,talmente sensibile che non riesce a curare le sue ferite ,che odia l’ingiustizia e protegge gli oppressi.
    Beatrice la fece accomodare sulla panca accanto a sé :- Cosa sai di lui?
    Quel giorno a casa Altomonte si rischiò di far bruciare il pranzo, Mercedes raccontò alla padroncina la sua versione di Juan del Diablo, le disse che aiutava i poveri e che quando poteva ,trovava loro lavoro, le descrisse come nel suo ambiente fosse amato e rispettato , l’affetto che lo legava a don Nicola, la festa che gli avevano fatto gli amici quando finalmente gli era stato concesso il cognome a cui aveva diritto, gli parlò delle sue attività e della barca di cui era l’incontrastato capitano, il SatanEmojiF48B_24
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Con la scusa di una leggera emicrania, appena mangiato ,Beatrice si ritirò nella sua camera.
    Mercedes le aveva detto così tante cose di Juan che adesso aveva bisogna di riflettere ed assimilare le varie informazioni contrastanti.
    La contessina era dotata di una mentalità aperta e senza pregiudizi di classe, per cui non si stupì delle diverse opinioni da parte della domestica e di Teresa , naturalmente girando per il paese, dalla scuola di Camporeal al mercato , le erano arrivate delle voci sul contrabbandiere ma non le aveva mai messe in relazione con quell’uomo.
    Sapeva da tempo ,del figlio che lo zio Francesco aveva avuto fuori dal matrimonio e conosceva qualcosa sulla faccenda del riconoscimento ma certo non avrebbe mai immaginato che il fratellastro di Andrea fosse un marinaio di dubbia fama!
    In casa non se ne era mai parlato apertamente , Caterina e Sofia ne discorrevano bisbigliando e lei per paura di ferire il cugino non gli aveva mai chiesto nulla a riguardo, nemmeno il nome.
    I suoi pensieri non si erano mai soffermati più di tanto su quella questione, allora sembrava tutto così lontano da lei che quasi aveva dubitato che esistesse davvero…che sciocca che era stata!
    Ed ora invece aveva osato troppo, non solo si era offerta ad un fuorilegge, ma ad uno che odiava la loro famiglia!
    Cercò d’immaginare la sua reazione , l’avrebbe sicuramente rifiutata per umiliarli…oppure avrebbe accettato per vendicarsi su di lei… cosa doveva fare? A chi credere? Era meglio parlare con l’avvocato, scusarsi e mandare tutto a monte o andare incontro al destino che aveva costruito lei stessa ? Improvvisamente si alzò dal letto , scese più silenziosamente che potè le scale , si recò in cucina e lì disse alla domestica :- Mercedes, accompagnami al porto per favore, voglio vedere il Satan!
    L’altra spalancò gli occhi : -Cosa dite signorina ! Non potete farlo, e poi cosa diremo alla signora vostra madre?
    La giovane però era intenzionata ad andare ad ogni costo :- Mia madre stà riposando, usciremo e rientreremo dalla porta sul retro, quella del giardino, non se ne accorgerà nemmeno e nel caso inventerò qualcosa, non preoccuparti, ti difenderò io , dirò che ti ho ordinato di seguirmi e che tu hai dovuto obbedire, ti prego Mercedes, è molto importante !
    Il Satan era la barca di Juan del Diablo e come lui era inconfondibile, anzi gli assomigliava molto, di media grandezza ,lo spazio maggiore era stato riservato alla stiva per contenere più merce possibile, di forma slanciata , agile ,perciò velocissima e facilmente manovrabile ,era l’ideale per seminare le vedette dei soldati a caccia di contrabbandieri, i fuorilegge più comuni in quel braccio di mare ,ricco d’isole.
    Essa si notava subito perché aveva grandi vele colorate a tinte sgargianti, quasi sfacciate, come se volesse provocare ed intimorire al tempo stesso.
    L’imbarcazione proveniva dalla Martinica francese ed era una rielaborazione dei famosi gommier, i natanti costruiti con il legno degli alberi della gomma, le piante che ricoprivano in abbondanza le terre caraibiche.
    Quando l’aveva comprata, Juan era intenzionato da tempo a mettersi in proprio ma non voleva una barca a noleggio.
    Anche se i prezzi per lui erano sempre troppo alti, rimaneva caparbiamente determinato ad acquistarne una e durante i suoi innumerevoli viaggi ad ogni porto che attraccava, non mancava mai di passare in rassegna tutte quelle che vi erano ormeggiate.
    Ma finalmente un giorno l’aveva vista!
    Era in disparte, dimessa e quasi nascosta, l’unica vela che le era rimasta era strappata , il ponte da riparare ,l’albero maestro spezzato e la vernice scrostata, il giovane si era avvicinato e dopo averla osservata meglio, tolti stivali e camicia , si era tuffato.
    Juan aveva inspirato più aria possibile, quindi si era immerso per controllare la chiglia, l’aveva accarezzata con la mano ,rilevando ruvide incrostazioni di molluschi e vecchi sedimenti depositati dal mare.
    Era tornato in superficie , nuotandole attorno si era reso ben conto delle proporzioni e dello stato del legno …infine aveva compreso che l’aveva trovata, quella sarebbe stata la sua nave!
    Si era perciò informato presso dei marinai che stavano ricucendo delle reti sul molo, aveva chiesto chi era il propietario e dove poterlo trovare, poi era andato in una delle tante taverne che disseminavano il quartiere del porto.
    L’uomo era un oste ed era stato ben lieto di liberarsi di quella che considerava una carcassa inutile , che nessuno voleva e che gli era stata ceduta per saldare un debito di gioco, così in breve, avevano concluso l’affare.
    Juan ed i suoi amici avevano sistemato la barca e lui stesso aveva scelto il nome .
    Il giovane era un marinaio figlio di nessuno, la sua infanzia era stata disastrata e non aveva la fedina penale perfettamente pulita ma grazie all’avvocato Manera, aveva studiato e la sua mente pronta e vivace, aveva recepito le varie informazioni avidamente e senza difficoltà alcuna , era quindi dotato di un ‘ottima cultura e sapeva perfettamente che fin dall’antichità alle navi erano state attribuite delle personalità propie e per questo motivo , erano dedicate a delle divinità di cui spesso portavano il nome, perché si credeva che così facendo quel dio fosse presente a bordo per proteggerne gli occupanti.
    Essendo la prua il punto della nave che si fà strada attraverso le acque che sono sempre potenzialmente pericolose, era lì che veniva posizionata la polena, la scultura in legno che rappresentava il nume tutelare che era stato scelto , e Juan del Diablo alla sua, volle porvi il demonio, Satan , appuntoEmojiF48B_25
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    31,446

    Status
    Anonymous
    Le due ragazze erano giunte al porto dove videro subito il Satan, la barca era stata scaricata completamente ed in quell’ora del primo pomeriggio in giro non c’era più nessuno, con quell’aria afosa e immota, tutti avevano cercato un riparo al fresco per fare la siesta o erano tornati alle propie dimore per il pranzo, dopo i tanti mesi d’assenza.
    La contessina si avvicinò esitando, quei colori, la polena demoniaca… il cuore accellerò i suoi battiti, in che guaio si era cacciata?
    Iniziò a salire la passerella per andare a bordo, Mercedes esclamò inquieta :- Dove andate signorina? Vi prego fermatevi e torniamo a casa! Se qualcuno ci vedesse?
    Lei respirò a fondo e continuò imperterrita ,così alla domestica non rimase altro che seguirla , finalmente arrivarono sul ponte , la giovane si guardò attorno, non era mai salita su un’imbarcazione e tutto la incuriosiva, scese i primi gradini che portavano alla stiva, scrutò nel buio ma con il poco chiarore che filtrava dall’apertura potè vedere ben poco: i barili per contenere l’acqua dolce durante il viaggio, vari rotoli di corde per fissare il carico , alcune casse probabilmente vuote, delle asce, un grosso martello…l’altra ragazza le si era attaccata alla gonna ma non parlava, quasi non respirava.
    Gironzolarono brevemente ,ben attente a non fare rumore, entrarono nella piccolissima cambusa,poi Beatrice trovò quello che cercava, la cabina del capitano.
    L’intrepida fanciulla rimandò allora su, per fare il palo, una recalcitrante Mercedes :-Attenta che non arrivi nessuno, sorveglia il piazzale e appena vedi qualcuno avvertimi, mi raccomando stai giù e non farti vedere, per favore!... E …Mercedes? Per amor del cielo, smettila di tremare ,altrimenti il rumore dei tuoi denti riuscirà a svegliare persino mia madre nel suo letto ed allora sì che avremo da temere ! Non aver paura, vai!
    Rimasta sola proseguì la sua perlustrazione, osservò attenta la cuccetta , il materasso non era molto spesso ma c’erano 3 grandi, alti cuscini e sul comodino vicino, varie candele ed una piccola pila di libri, evidentemente il pirata era amante della lettura, ne lesse i titoli : Historia de México, Los caminos del viento, Oliver Twist.
    Ai piedi del letto ,su di una panca era stato messo un catino che conteneva l’occorrente per fare la barba, Beatrice lentamente allungò la mano,cauta annusò il pennello ancora intriso di sapone, ma si sentì arrossire e senza capire perchè , lasciò di scatto l’oggetto come scottasse .
    Sul tavolo vi erano altre candele, una scatola di sigari ,un posacenere, la bussola, del rum ed un bicchiere <<almeno non beve dalla bottiglia >>pensò.
    Notò uno scaffale che conteneva alcune carte nautiche ben ripiegate ed una lucerna, uno stipo con 2 piccole ante ed alcuni cassetti che discretamente non aprì ,dato che non era certo venuta per spiare.
    Dietro la porta era appesa una cerata per ripararsi dalla pioggia ed accanto c’erano degli stivali di gomma, ,tutto era ordinato , pulito ed anonimo, non aggiungeva nulla a ciò che già sapeva.
    La padroncina ritornò delusa ,sul ponte :- Scusami Mercedes, ti ho costretto a farmi da complice inutilmente, chissà cosa pensavo di trovare! Gli uomini sono diversi dalle donne, non amano circondarsi di orpelli inutili che potrebbero identificarli, non sono così sentimentali …o probabilmente se lo fanno, agiscono in modo diverso, se come dici tu ,Juan del Diablo tiene molto a questa barca e vi ha persino abitato prima di costruire la sua casa sul mare ,forse…. si riconosce nel demonio …e se è così io sarò perduta.
    Mercedes non capiva:- Non sò di cosa state parlando ma non vi nascondo che le vostre parole mi preoccupano molto, posso assicuravi però che di qualsiasi cosa si tratti, potrete sempre contare sulla mia lealtà e sul mio aiuto, signorina per quello che riguarda il capitano … non date retta a ciò che dicono i suoi nemici o chi non lo conosce, sapete il vecchio adagio…il diavolo a volte non è brutto come lo si dipinge!
    Beatrice l’abbracciò grata: -Grazie, sò di potermi fidare di te! Andiamo adesso, torniamo a casa, prima che la mamma si accorga della nostra assenza, vieni!
    Alla chetichella ,riuscirono a scendere a terra e senza essere notate da nessuno, quasi correndo ,entrarono nel vicolo che le avrebbe riportate alla piazza, fecero appena in tempo perché mentre abbandonavano la zona del porto , Beatrice sentì alcune voci maschili, appartenevano a degli uomini che stavano uscendo in quel momento ,da una delle taverne.
    Edoardo accettò il sigaro offertogli da Juan: Grazie , non c’è niente di meglio ,dopo una buona mangiata! Il pesce arrosto del guercio era squisito come sempre! Allora ,sei davvero deciso a ripartire subito?
    Il giovane rispose :- Credevo d’aver finito con i lunghi viaggi ma adesso non vedo l’ora di ripartire, fà che tutto sia pronto il prima possibile, voglio salpare prima che scenda la sera.
    Sospirò con lo sguardo fisso sul Satan:-Forse il mare mi darà la pace di cui ho bisogno.
    Con una mano sul pugnale ed il sigaro nell’altra, si allontanò, figura solitaria nell’assolato pomeriggioEmojiF48B_26
     
    Top
    .
177 replies since 3/5/2019, 16:52   3991 views
  Share  
.