Il CS di Ipazia

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    “ Il mio Cuore Selvaggio ”
    di Beatrice Aleardi




    Roma, dicembre 2014 (la vita presente)




    Sono appena tornata da Londra e già ne è al corrente tutto il condominio. E dire che è bello popoloso. A volte penso a cosa si sono perse la CIA e l'MI5: mia mamma settantenne e le amiche sue coetanee sarebbero state dei 007 perfetti! Raccolgono (e divulgano) informazioni alla velocità della luce. Proprio come nei telefilm polizieschi che seguono tutti i pomeriggi alla TV.

    Magari lavorano in incognito, chissà..

    Non credo, però, perché ricchi non siamo. Anche se, per qualche strana ragione, il solo fatto di essere emigrata mi ha resa quasi un'eroina! Sono passati ben 18 anni: partii che ero poco più di una bambina..! Finché stavo qui non mi conosceva nessuno, una volta sparsa la voce che oramai vivevo all'estero sono diventata quasi un mito :) Solo col tempo mi sono resa conto di aver esaudito il sogno di molti, quello di cambiare vita.

    Chissà perché, però, si tende a vedere l'erba del vicino sempre più verde della nostra: emigrare in fondo non è tutto rose e fiori, permettetemi il gioco di parole... Quasi tutti gli italiani che ho conosciuto all'estero – con pochissime eccezioni – non sognano che di tornare in Italia. E quando ritornano poi, sognano di ripartire ancora! Ma questa è un'altra storia...

    Eh sì, insomma, per molti vivo una vita da film. In un certo senso è vero. La mia esperienza si avvicina a certi film. Quelli di Quentin Tarantino. Io cercavo qualcosa di ben altro genere, però!

    Cari lettori, io volevo una storia da Cuore Selvaggio, regia di José Rendón (altro che Quentin...!!!).

    E chi è questo Rendón, vi starete chiedendo. Ma se siete stati adolescenti nel lontano 1993 non potete non conoscere la telenovela più bella di tutti i tempi, quella con Edith González e Eduardo Palomo, diretta appunto dal grande José! Ci sono tante “cuoricine” che, come me, a più di venti anni di distanza, ancora dedicano fanart a questa stupenda opera d'arte. E, che, come me, non esitano a spendere i tanto sudati risparmi per andare a visitare i luoghi del set... in Messico!

    Proprio il 12 ottobre dell'anno scorso, cinquecentoventunesimo anniversario della scoperta dell'America (almeno di quella ufficiale), io partii sola soletta per la mia America: direzione Città del Messico e Cuernavaca.

    Avevo l'adrenalina in corpo, complice anche una buona dose di paura mista ad incoscienza. Ma non ero proprio sola: c'era Ernesto ad aspettarmi lì, il caro amico di penna con il quale corrispondevo sin dai tempi delle superiori. Finalmente era arrivata l'occasione di conoscerci, che bello!

    A dire il vero, ritengo una fortuna il fatto che ancora oggi Ernesto mi scriva dopo averlo obbligato a scattare non meno di mille fotografie dei luoghi della telenovela: 1.939 per essere esatti (a mia difesa, tra queste ce ne sono anche alcune di Londra).

    Credo di essere una celebrità ormai nell'hotel dove hanno girato le scene di Campo Real (le più suggestive per noi appassionate!): Ernesto ha detto che le mance che ho elargito per entrare nelle camere del set costituivano la metà dello stipendio mensile degli impiegati. A ripensarci mi vengono i brividi: adesso non potrei permettermi tanto scialacquare ma tant'è, non rimpiango nulla... nemmeno i commenti poco felici sulla mia salute mentale da parte del personale del suddetto albergo!

    In effetti, quasi mi aspettavo di veder sbucare Juan e Beatrice ad ogni angolo: alla taverna del Guercio, alla chiesa di Campo Real, a San Paolo... tutto è stato filmato qui!

    Un poco, devo ammetterlo, ci sono rimasta male. Speravo di vivere un grande amore in quella splendida cornice ma questo non è accaduto. Tuttavia devo rivelarvi un grosso segreto: ero io la vera Beatrice nella mia precedente reincarnazione... E Maria Zarattini, la sceneggiatrice della soap, deve essere venuta a conoscenza in qualche modo (un universo parallelo?) di quella mia vita ambientata nel Messico di fine '800. Immagino l'abbia poi riadattata a suo piacimento, perché le cose si svolsero in maniera leggermente diversa da quella “ufficiale”...

    Ho deciso dunque di raccontarvi la verità sugli eventi di quel lontano passato. Lo faccio approfittando di un concorso per novelli scrittori che termina, guarda caso, il 12 ottobre di quest'anno: destino!


    Magari Maria Zarattini mi leggerà. Difatti è già da un po' di tempo che penso di chiederle un risarcimento danni. Quelli alla mia psiche di adolescente che dal mito di Juan del Diablo non si è più ripresa!!




    Messico, fine Ottocento (la vita passata)




    Personaggi principali: tutti quelli della telenovela più amata - con lievi eccezioni - e con la partecipazione straordinaria di Antonia e Umberto, presi in prestito dalla soap “Amor Real” (originariamente Augusta e Humberto Peňalver, in questo racconto rispettivamente mamma e fratello di Anna, la coprotagonista).

    Personaggi minori: Francisco Aranda, papà di Beatrice; Rodolfo Sánchez, papà di Anna e dunque marito di Antonia e padre di Umberto.


    Luoghi principali: la tenuta di Campo Real, nelle cui vicinanze si trova il postribolo denominato “La Venta”, ed il villaggio di San Paolo.


    Parte I




    Beatrice chiuse la porta della camera dietro di sé. Non desiderava che sua madre la vedesse piangere, le avrebbe sicuramente fatto una ramanzina e lei non aveva, al momento, la forza di subire i rimproveri di Caterina. Parecchi pensieri le causavano preoccupazioni: le suore del convento in cui aveva deciso di prendere i voti avevano sospeso il suo noviziato raccomandandole una pausa di riflessione. Proprio quando avrebbe voluto allontanarsi da tutto e da tutti!

    La vita era proprio stata ingiusta con lei. Non era stato facile vivere all'ombra di Anna, la splendida cugina più giovane, che era riuscita a portarle via non solo l'affetto dei genitori ma anche quello del suo promesso sposo... Se solo fosse nata di lì a cento anni, in un paese moderno...!! Avrebbe lasciato tutto e sarebbe andata a vivere da sola, ecco! Almeno per un po'...
    Grosse lacrime le solcarono il volto mentre rammentava gli ultimi turbolenti anni della sua breve vita.



    Beatrice ed Anna appartenevano alla famiglia d'Altomonte, una nobile famiglia di San Paolo ben voluta e rispettata da tutti. Beatrice era la maggiore, figlia dei conti Caterina d'Altomonte e Francisco Aranda, piccoli proprietari terrieri caduti in disgrazie economiche a seguito della crisi che aveva arricchito a dismisura il padronato latifondista composto dai potenti hacendados.

    Anna invece era la figlia di Antonia d'Altomonte, la sorella di Caterina, e del generale Rodolfo Sánchez, uno degli uomini di fiducia del Presidente Porfirio Díaz.

    Anna era cresciuta nel lusso più sfrenato: essendo l'unica figlia femmina in una famiglia che vantava una lunga discendenza maschile (la ragazza aveva 3 fratelli), era stata oltremodo viziata da tutti. D'altronde era bellissima, vivace e di una intelligenza che vergeva sull'astuzia. L'esatto contrario di Beatrice, la cui dolcezza e quieta intelligenza venivano spesso sottovalutate proprio perché la fanciulla non era capace di esternare la sua esuberanza con la stessa facilità della cugina. Questo, purtroppo, la rendeva antipatica agli occhi superficiali della gente che ammirava maggiormente la simpatica freschezza con cui Anna riusciva a mascherare un carattere frivolo e vacuo rispetto alla serietà e affidabilità della più taciturna Beatrice.

    Tuttavia Beatrice era affezionata alla cugina e non era mai riuscita ad invidiarle l'evidente preferenza che tutti le manifestavano sebbene in cuor suo ne soffrisse assai... “Chissà se un giorno troverò qualcuno che mi amerà totalmente e assolutamente,” si ripeteva spesso e, anche adesso, quel pensiero non mancò di procurarle un tuffo al cuore, perché lei aveva creduto di aver trovato quella persona in Andrea...

    Ripensò al ballo di fine anno, l'evento primaverile che avrebbe dovuto precedere l'annuncio del suo fidanzamento col bell'Andrea, da lei atteso con trepidazione sin da quando la zia Sofia, lontana parente di sua madre, le aveva annunciato la decisione di averla scelta come sposa del suo unico amato figlio, il giovane più ambito e facoltoso del paese, proprietario della splendida tenuta di Campo Real...!

    Sì, zia Sofia aveva scelto lei e non Anna come tutti si aspettavano! Adducendo la labile scusa di voler rispettare l'antica tradizione di famiglia di far sposare tra loro i cugini di età maggiore per “mantenere il casato”. In realtà, tutti sapevano che Sofia non poteva soffrire Anna perché la nipote più giovane aveva il suo stesso carattere forte e fiero e la zia non era tipo da mettersi in secondo piano. Lo stesso accadeva con Antonia: Sofia infatti non perdonava alla cugina di essersi arricchita avidamente grazie all'appoggio politico del marito mentre lei era rimasta vedova in giovane età ed aveva dovuto lottare con le unghie e coi denti per mantenere il patrimonio di famiglia nelle salde mani del rampollo Andrea.

    Decisamente non correva buon sangue tra Sofia e Antonia...

    ~ ~ ~

    Caterina vide la porta della camera di Beatrice richiudersi dietro di lei e sospirò gravemente. Non avrebbe dovuto darle la colpa della rottura del compromesso con Andrea, ma a volte Beatrice la esasperava davvero! Ancora una volta la donna si ritrovò a chiedersi come mai quella figlia fosse caratterialmente così diversa da lei. Se solo assomigliasse un poco ad Anna...!!

    Quello era davvero un dilemma per Caterina. Le due cugine erano cresciute insieme, avevano frequentato la stessa scuola dalle suore eppure Anna era diventata una giovane donna spigliata e corteggiatissima mentre Beatrice era rimasta chiusa e taciturna. Non c'era da meravigliarsi che nessuno l'avesse chiesta in moglie! Quando Sofia aveva espresso la sua decisione di farla maritare con Andrea, Caterina e Francisco erano riusciti a malapena a nascondere il sollievo e la felicità che quel matrimonio così importante avrebbe comportato per la famiglia. Da anni il loro stile di vita si era notevolmente ridimensionato ed entrambi erano stanchi di dover dipendere economicamente da Rodolfo e Antonia, i loro parenti più prossimi. Anche perché Antonia non mancava mai di far pesare l'appoggio che dava loro, rifletté Caterina con rancore.

    Se solo quella sciocca di Beatrice fosse un poco meno seriosa e caritatevole! Tutto sommato, forse, era stato un errore mandarla dalle suore. In effetti Beatrice aveva assimilato un po' troppo quelle nuove idee filantropiche provenienti dall'Europa e si dedicava con troppa lena al volontariato, tralasciando la vera ragione della sua vita: un matrimonio che portasse in casa il tanto sospirato denaro! Che gioia insperata l'annuncio di Sofia! Sembrava troppo bello per essere vero! E, difatti, il fidanzamento era stato sciolto, pensò rabbiosa.

    “Se Beatrice mettesse la testa a posto non dovremmo subire le continue intrusioni di Antonia e di quel pomposo di Rodolfo!” E con quell'ultima osservazione marciò come una furia verso la camera matrimoniale.

    ~ ~ ~

    Andrea era rimasto un poco deluso dalla serata: non era riuscito ad appartarsi nemmeno un minuto con Anna! Aveva dato una festa nella sua casa di San Paolo e sua madre aveva assorbito tutta la sua attenzione! Anche quando era riuscito a sgattaiolare fuori dalla sala da pranzo se l'era ritrovata alle spalle con la scusa necessitasse una boccata d'aria: cosa assai poco caratteristica per Sofia, che amava aguzzare le orecchie durante le occasioni sociali per essere sempre informata sugli ultimi pettegolezzi.

    “Pazienza,”si disse. “Vorrà dire che vedrò Anna in chiesa questa domenica e farò in modo di rivolgerle la parola dopo la comunione.” Forse però non era una buona idea. Probabilmente Beatrice sarebbe stata presente...

    “Povera Bea!” la compatì il ragazzo.

    Andrea Aleardi della Valle era bello, alto e bruno, con penetranti occhi scuri che riflettevano un animo sensibile. Difatti il giovane avvertiva forti sensi di colpa per come aveva trattato la cugina. Ma da quando aveva rivisto Anna al ritorno da un lungo viaggio educativo in Europa il suo cuore non aveva fatto altro che battere per lei.

    La vera responsabile di tutto era sua madre! Che idea antiquata e classista voler decidere il suo matrimonio mentre lui era all'estero senza prendersi la briga di consultarlo! E tutto perché Sofia anelava al titolo nobiliare dei conti d'Altomonte! Persino in Europa questo tipo di accordi stava andando in declino. Possibile che il suo paese non riuscisse mai a stare al passo coi tempi?

    No, decisamente lui non era colpevole di quello che era successo, si consolò. Il suo vero dispiacere risaliva a poche settimane prima...

    Erano passati pochi giorni dal suo ritorno quando aveva scoperto le macchinazioni della madre. Sembrava che tutto San Paolo fosse al corrente del suo fidanzamento tranne lui, la parte interessata!

    Non che Beatrice non gli piacesse, anzi. Ma non poteva negare a se stesso di essersi innamorato di Anna appena aveva posato gli occhi su di lei. E anche lei si era innamorata di lui, glielo aveva fatto ben capire! Ciò rendeva ancora più complicata la situazione. Aveva pensato di proporre uno dei suoi amici quale marito per Beatrice per evitare uno scandalo. Poi, però, il destino era venuto loro incontro. Al ballo di fine anno si era appartato su uno dei balconi con Anna per rubarle un bacio per poi accorgersi che la sua promessa sposa, come era solita fare, sedeva nascosta in un angolo, assorta nei suoi pensieri!

    “Deve aver visto tutto,” pensò Andrea, rattristandosi. Da qui la decisione repentina di entrare in convento. Volente o nolente aveva illuso la cugina e questo lo faceva stare male. Ripensò agli amici scapoli più stretti. Chissà che non ci fosse un modo per uscire indenni da quella situazione incresciosa!

    ~ ~ ~

    “Amore mio, come hai potuto credere ti preferissi Beatrice... Sei tu la regina del mio cuore, dei miei pensieri, delle mie notti insonni...”


    Basta, basta, basta! Per quanto lo volesse, Beatrice non riusciva a scacciare dalla mente il ricordo delle parole di Andrea, parole che le avevano letteralmente trafitto il cuore e distrutto tutti i sogni di ragazza. Come un lungo incubo senza fine, l'immagine del suo promesso abbracciato ad Anna sul balcone della villa della marchesa de Salinas non smetteva di tormentarla.

    “Signore, perché proprio io? Che cosa ho fatto di male?” si interrogò. “Se non merito l'amore di Andrea questo lo accetto, ma perché vuoi rifiutarmi anche la consolazione di poterti servire dedicandoti la mia vita in convento?”

    L'immagine del crocefisso collocata al di sopra del letto della giovane rimaneva muta di fronte tali richieste. D'un tratto Beatrice si sentì sola al mondo, sola e disperata. Che ne sarebbe stato di lei...

    Che crudele il destino! Fino a poche settimane prima era al settimo cielo perché il suo sogno di sposarsi stava per avverarsi e per di più con Andrea, di cui era sempre stata segretamente innamorata. E ora invece... Aveva fallito in tutto, non era nemmeno stata capace di aiutare la sua famiglia. Che senso aveva vivere...

    Aprì la finestra e l'immensità del mare che intravide sembrò avvolgerla in un incantesimo. Improvvisamente seppe con certezza cosa doveva fare.

    ~ ~ ~

    L'uomo spense il sigaro con un gesto brusco. Quella sera niente sembrava dovesse andare per il verso giusto. Stava per concludere un affare allettante con un contrabbandiere con il quale aveva trattato per mesi ma poi, all'ultimo momento, questi si era rimangiato la parola! Codardo!
    Di sicuro aveva temuto rappresaglie da parte del capitano Leopardi: da tempo quel farabutto cercava di incastrarli!

    Juan tentò inutilmente di calmarsi. Il carico d'oro sarebbe servito a sfamare i poveri di San Paolo, i quali erano ancora più numerosi a causa della riforma latifondista.

    Quanto odiava i nobili proprietari terrieri che si arricchivano alle spalle della gente!

    Non voleva generalizzare, ma lui ben sapeva quanta meschinità si celasse dietro pizzi e broccati. Era contento di non fare parte di quel mondo. Ma il denaro... quello sì, di quello si aveva sempre bisogno.

    Tirò un lungo sospiro. Era una notte senza stelle, fredda per essere una notte di primavera. Dalla sua casa sul mare soffiava una leggera brezza che lo fece rabbrividire.

    “È la notte del diavolo," pensò sarcastico. "Tutto può accadere...”

    ~ ~ ~

    Beatrice corse verso il mare, quella scappatoia che, a poco a poco, le si faceva più vicina. Avvertiva il freddo pungente e intenso dell'aria gelida penetrarle la sottile veste di seta bianca, ma non le importava. Tra poco non avrebbe avuto più freddo... Non voleva pensare troppo, quello che stava per fare costituiva un peccato mortale e, se si fosse fermata, non ne avrebbe più avuto il coraggio...

    ~ ~ ~

    L'uomo si affacciò dal balcone: gli era parso di vedere una figura bianca muoversi tra le palme della spiaggia. “Chi può essere a quest'ora della sera?” pensò.

    Juan del Diablo aveva molti nemici – la sua era una vita sul filo del rasoio, doveva sempre essere pronto a guardarsi le spalle. Era grazie a quell'arte appresa in strada sin dall'infanzia che il giovane poteva vantarsi di essere ancora vivo.

    “Molto strano,” si disse. Nessuno normalmente osava avvicinarsi alla sua casa, nemmeno le guardie del capitano Leopardi... ecco di nuovo quella strana figura bianca, esile e sottile. Ma che cosa stava facendo!?

    Con uno scatto felino l'uomo saltò dal balcone e atterrò sulla sabbia sottostante, lanciandosi all'inseguimento della fanciulla che si faceva strada tra le onde dell'oceano.

    ~ ~ ~

    L'acqua era calda in confronto all'aria notturna, Beatrice quasi non sentiva più freddo. Presto sarebbe tutto finito, il tormento che l'attanagliava non avrebbe avuto più senso, il Signore avrebbe capito e perdonato il suo insano gesto. Era meglio così, non avrebbe ostacolato la felicità dei suoi cari e forse anche i suoi genitori avrebbero compreso...

    “Perdonatemi...” fu il suo ultimo pensiero prima di tuffarsi in quel mare inclemente.

    ~ ~ ~

    Una mano d'acciaio la afferrò per il braccio tirandola fuori dall'acqua e strappandole un grido di dolore.

    “Siete forse impazzita?? Che diavolo state facendo?!”

    L'uomo che la stringeva con tanta forza e urlava rabbioso sembrava l'incarnazione di Satana con gli occhi rosso fuoco ridotti a due fessure e l'espressione furente sul bel volto virile. Il cuore della giovane parve fermarsi: ella non aveva mai compreso prima d'allora cosa fosse la paura.

    “Lasciatemi!” gridò a sua volta, divincolandosi come una furia, ma lui era più forte e si ritrovò prigioniera delle braccia dello sconosciuto che, senza tanti riguardi, la sollevò e riportò a riva.

    “Voi dovete essere pazza!” Juan apostrofò la donna senza tanti complimenti: gli aveva fatto prendere un bello spavento! Per un attimo aveva pensato di non raggiungerla in tempo...
    “Ma cosa vi è passato per la mente? Vi rendete conto di quello che stavate per fare??” continuò, furioso e preoccupato. Non avrebbe dovuto urlare in quel modo ma quella ragazza si era proprio comportata come una sconsiderata. Vederla tremare incessamente però gli suscitava anche tanta tenerezza. Si tolse la camicia e gliela poggiò sulle spalle: “Dovete coprirvi oppure rischiate di ammalarvi,” le disse più gentilmente.

    Come in trance Beatrice vide il giovane spogliarsi della camicia per fargliene dono. Una miriade di pensieri e sentimenti la pervasero ma d'istinto fu la rabbia a prevalere: “Come vi permettete??” lo accusò. “Chi vi ha chiesto di intromettervi?? Non avevate nessun diritto di fermarmi!”

    “Forse no,” le rispose piccato Juan. “Ma considerando che viviamo in un paese dove la povera gente muore di stenti, ho voluto risparmiare al buon Dio l'anima di una ragazzetta viziata che indossa seta e gioielli e non esita a buttarsi in mare chissà per quale sciocchezza!”

    ~ ~ ~

    Beatrice arrossì e chinò la testa. Quel tipo aveva ragione. Era stata quella sensazione di impotenza e terrore a spingerla a rispondere in quel modo.

    Rimase seduta in silenzio. L'enormità dell'atto inconsulto che stava per compiere le sopraggiunse in tutta la sua pienezza e si vergognò profondamente di se stessa. D'improvviso si rese conto che quell'uomo era rimasto a torso nudo per averle offerto la camicia: che vergogna! Ma come aveva potuto comportarsi così...?

    “Mi dispiace, davvero,” si scusò distogliendo lo sguardo. “Non so cosa mi sia passato per la testa.” Gli restituì l'indumento con un gesto aggraziato. “Tenete,” gli disse con voce flebile. “Io... io... vorrei tornare a casa...”

    Juan la scrutò con attenzione. C'era qualcosa di familiare in lei ma non riusciva a focalizzare bene cosa fosse. Aveva conosciuto molte donne nella sua vita ed era un uomo sensibile nonostante l'aspetto rude: quella ragazza non avrebbe tentato qualche altro gesto folle appena rimasta sola. La osservò meglio: era imbarazzata ora e questo lo divertì nonostante la circostanza.
    “La notte del diavolo,” rammentò di aver pensato poco prima. E invece gli era apparso quello che sembrava un angelo...

    Si alzò di getto e le tese la mano: “Venite, vi accompagno.”

    Beatrice accettò l'aiuto di Juan ma l'inadeguatezza di quella situazione la disorientava assai. “Non potreste indossare la vostra camicia?” si azzardò a consigliare.

    Juan fece un mezzo sorriso: “Siete bagnata, è una notte fredda: è meglio che vi copriate se non volete prendervi una polmonite. Vi prometto di scortarvi a casa e di mantenermi a debita distanza: a quest'ora non dovremmo incontrare gente perbene in strada se temete che qualcuno possa vedervi assieme a me,” ribatté con una vena di sarcasmo.

    Beatrice arrossì nuovamente ma non rispose. Era meglio non peggiorare la situazione. E poi, stranamente, si sentiva sicura accanto a quello sconosciuto. Avvertiva un senso di protezione tanto forte quanto irrazionale.

    Camminarono fianco a fianco ciascuno immerso nei propri pensieri finché arrivarono a destinazione. “Ecco, abito qui... ” sussurrò la donna.

    Un lampo attraversò gli occhi di Juan. Quella era la dimora dei conti Aranda d'Altomonte!

    “Vi ho riportato a casa sana e salva, contessina Beatrice! Fate in modo di rimanere tale, la prossima volta potreste essere molto meno fortunata!” le disse beffardo allontanandosi nell'oscurità della notte mentre la giovane, sbigottita, rimase a seguirlo con lo sguardo.

    ~ ~ ~

    E dunque quella fanciulla era la promessa di Andrea Aleardi!
    Juan strinse i pugni fino ad avere le nocche bianche. Un moto di rabbia lo assalì ferocemente.
    Scacciò ogni ricordo inviso e si diresse verso la taverna del suo amico Facundo, detto il Guercio.



    Qualche mese dopo


    “Signora Anna, siete bellissima!” esclamò Carmen, la sua cameriera personale. Si trovavano a San Paolo per fare compere e Anna ne aveva approfittato per passare dalla modista a provare i vestiti che suo marito aveva fatto recapitare da Parigi esclusivamente per lei. Che cosa meravigliosa essere la signora Aleardi della Valle! Era proprio vero che le cose si aggiustano da sé, pensò compiaciuta. Le chiacchiere su Beatrice si erano spente dopo che si era venuto a sapere che la giovane non avrebbe potuto condurre vita monacale a causa della sua fragile costituzione (eccellente trovata, quella della zia Caterina!) e anche sua cugina sembrava diversa... Ad ogni modo il suo matrimonio con Andrea era tuttora oggetto di discussione nei salotti importanti e lei aveva ottenuto quello che voleva: divenire la padrona dell'immensa tenuta di Campo Real, ove risiedeva col marito, e dunque la prima signora del paese, colei a cui tutti dovevano portare ossequio... persino suo padre, il generale Rodolfo! Beh, se si escludeva la zia Sofia che disgraziatamente viveva con loro all'hacienda, rammentò rabbuiandosi ma decise di non soffermarsi troppo su quello scomodo pensiero.

    “Pensate debba far restringere il corsetto?” domandò alla modista, che annuì con fare critico.

    “Si tratta di un ritocco minimo, signora: se volete sarà pronto in settimana...”

    “Signora, dovete assolutamente indossarlo per la festa che darete sabato a Campo Real, sarete la più ammirata!” sospirò Carmen, da sempre soggiogata dalla bellezza della sua padrona.

    Carmen aveva ragione, quell'abito era proprio favoloso: un bel vestito viola a fiori colorati che esaltava il suo incarnato ed era così delicato da non contrastare con il colore rosso fuoco dei suoi capelli e l'azzurro dei suoi occhi. “D'accordo, fate in modo che sia pronto venerdì mattina, manderò qualcuno a ritirarlo. Intanto prendo questi,” disse rivolgendosi poi alla domestica una volta fuori dal negozio: “Che ne dici di passare al mercato? Ho proprio voglia di fare due passi!”

    Nonostante la diversa classe sociale, Anna infatti considerava Carmen una confidente: c'era poca differenza di età tra loro e la giovane cameriera non si scandalizzava se discuteva con lei di argomenti scabrosi come accadeva con Beatrice! Anzi, si era più volte rivelata una preziosa alleata essendo cresciuta tra la gente del popolo...“Guarda che belle queste stoffe, Carmen! Potremmo ricavarci una gonna nuova per te, che ne dici?”

    Com'era gentile la padrona, pensò Carmen felice. La sua attenzione però fu momentaneamente catturata dall'incedere imponente di un uomo che, a grandi passi, attraversava la piazza del mercato. Era alto, abbronzato, con muscoli possenti appena celati dalla camicia bianca che indossava. “Juan del Diablo,” lo riconobbe. Doveva ammettere fosse veramente divino! E sospettò che la sua signora pensasse altrettanto visto il modo in cui lo stava osservando!

    “Avete visto Angelica?” l'uomo interrogò i venditori ma ricevette solo cenni di diniego.

    Anna non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal nuovo venuto. Juan se ne accorse e le si avvicinò: “Buongiorno signora, mi permettereste una parola con la vostra cameriera? Vorrei chiederle se ha notizie di una conoscente comune che devo rintracciare con una certa urgenza...”

    “Che impertinente!” pensò Anna. Come si permetteva quel tipo qualunque di rivolgerle la parola? Però non poteva negare fosse l'uomo più affascinante che avesse mai incontrato. Un brivido sconosciuto le corse lungo la schiena. “Prego, fate pure,” sentì la sua voce annuire come se fosse dotata di volontà propria.

    Juan prese Carmen in diparte: “Sai dov'è Angelica? Devo assolutamente trovarla.”

    “No signore, io non l'ho vista. Sono giorni che non vado al convento,” rispose la fanciulla. Lei e Angelica frequentavano la nuova scuola delle suore dedicata alle giovani orfanelle analfabete. La signora Anna era stata così cortese da concederle il permesso di frequentarla quando si trovavano a San Paolo, forse perché le interessavano i racconti di quello che succedeva in paese.

    Juan era stizzito. Quella mattina doveva salpare con il Satán, la barca di cui era capitano, per concludere un affare in una vicina isola. Ma se non trovava Angelica... Voleva sincerarsi delle condizioni di quella ragazza, una vera e propria spina nel suo fianco! Rivolse l'attenzione alle due donne: “Vi ringrazio della cortesia, signore. Vi auguro buona giornata,” disse allontanandosi, non senza aver lanciato ad Anna una lunga occhiata di ammirazione.

    ~ ~ ~

    “Chi era quell'uomo, Carmen?” l'apostrofò Anna appena furono lontane da orecchie indiscrete.

    “Juan del Diablo, signora. Lo conoscono tutti qui,” rispose la ragazza, un poco agitata.

    “Il contrabbandiere?!” Anna spalancò i begli occhi azzuri. Certamente la fama di Juan del Diablo era ben risaputa in paese. “E come mai vi conoscete?” domandò con fare accusatorio.

    ~ ~ ~

    “Che donna magnifica,” pensò Juan rimirando l'immagine di Anna nella sua mente. Veramente degna del cognome Aleardi: non c'era da dubitarne, Andrea aveva gusti impeccabili... se ammirava le donne frivole e mondane, si disse sprezzante.

    Per quanto bella una donna fosse, lui non avrebbe mai potuto innamorarsi di una testolina vuota. Per un attimo si ricordò dell'altra contessina... Seccato, si chiese come mai pensasse spesso a lei. Lui ammirava le donne di carattere e una ragazza tanto sciocca da volersi suicidare per una passione non ricambiata – perché Juan era certo fosse quello il motivo per cui ella aveva tentato di togliersi la vita – non rientrava certo nei suoi canoni. Strano che non l'avesse riconosciuta quella notte, però. In fondo abitavano vicini... Ma a quanto pare la signorina Beatrice era assai diversa dalla cugina e preferiva le preghiere alla vita mondana, almeno questo si mormorava in paese.

    “Perché sto perdendo tempo con questi sciocchi pensieri?” si domandò. “Devo trovare Angelica al più presto...”

    ~ ~ ~

    Beatrice si aggirava tra le vie del porto con circospezione. Si sentiva un poco in colpa perché aveva taciuto a Suor Giuliana il fatto di non avere un accompagnatore per quella mansione: le piaceva prendersi cura delle famiglie povere e portare loro del cibo come si usava al convento ogni lunedì. Aveva continuato ad occuparsene anche dopo che le era stato impedito di prendere i voti.
    La mamma però non era d'accordo con la sua decisione e proprio quella mattina si era rifiutata di procurarle alcun tipo di chaperon.

    La ragazza sospirò. Caterina avrebbe voluto che partecipasse a balli e feste per conoscere un marito facoltoso, ma Beatrice ne aveva abbastanza di essere paragonata a carne da macello.
    Aveva accettato il matrimonio di Andrea e Anna, vi aveva addirittura presenziato e, sebbene le fosse risultato difficile all'inizio, si era oramai rassegnata a quella che decretava fosse la volontà del Signore.

    Le cose erano cambiate molto dalla sera in cui aveva tentato il suicidio. Era stata certamente una notte incantata o maledetta, altrimenti non avrebbe saputo spiegarsi il perché del suo folle gesto. Le capitava ogni tanto di pensare al suo salvatore: quanto l'aveva spaventata!

    “Era davvero l'incarnazione del diavolo, mai nome si rivelò più adatto!” si ripeté per l'ennesima volta. Si era difatti cautamente informata sull'identità dell'uomo e aveva scoperto trattavasi nientemeno che di Juan del Diablo, il famoso contrabbandiere! Superato lo shock iniziale, si era resa conto che molti in paese lo rispettavano perché aiutava i poveri e dava loro di che sfamarsi.

    “Non dimenticherò mai il suo volto!” rifletté mentre riviveva gli attimi del salvataggio. Rammentò con vergogna ciò che le aveva detto dopo averla tirata fuori dall'acqua: in effetti a lei era stato dato tanto e non avrebbe dovuto compiere quel peccato mortale. Era certa che Dio avesse vegliato su di lei impedendole di commettere qualcosa di irreparabile e che, per qualche strano motivo, si fosse servito di quell'uomo...

    “Le vie del Signore sono infinite,” si disse. Doveva ammettere di non aver avvertito alcun timore più tardi quando Juan l'aveva riaccompagnata a casa, nemmeno considerando che fosse rimasto parzialmente svestito perché le aveva galantemente donato la camicia... La ragazza arrossì di nuovo a quel pensiero. Juan si era comportato come un vero gentiluomo con lei e, personalmente, non riusciva a disprezzarlo. Pur tenendo conto del fatto che non avesse un cognome rispettabile...

    Assorta in quelle riflessioni, non si accorse del tumulto nella piazza parallela al porto...

    ~ ~ ~

    “Attento Juan!” L'urlo di Angelica lo avvertì del pericolo imminente. Si dimenò dalla morsa dell'avversario e lo accoltellò nuovamente a sangue. “Da questa parte!” intimò alla giovane e al ragazzo che la accompagnava: lesti, lo seguirono nei meandri delle vie del porto.

    ~ ~ ~

    Cos'erano quelle grida confuse che udiva provenire dalla piazza antistante? si domandò Beatrice. Non sarebbe dovuta uscire da sola: già immaginava i rimproveri dei suoi genitori! Stava per voltarsi e tornare indietro quando udì qualcuno correre dietro di lei. L'urto fu improvviso e talmente violento che la giovane cadde a terra e la cesta dei viveri che portava con sé si riversò in strada, il contenuto che rotolava in ogni angolo della via.

    “Voi!!” esclamò una voce che avrebbe riconosciuto fra mille.

    ~ ~ ~

    Juan era incredulo. “Ci mancava anche questa!” brontolò tra sé. Non solo aveva incontrato Angelica e Gioacchino in fuga da quei bastardi di La Venta, il postribolo locale, ma si era anche imbattuto nella ragazza alla quale aveva salvato la vita mesi prima e di nuovo in una situazione di vita o di morte!

    “Sembra che io sia il vostro angelo custode, contessina Beatrice!” le disse affannato. “Svelta, dovete fuggire con noi!”

    ~ ~ ~

    Beatrice si alzò d'istinto; le sembrava di vivere un nuovo incubo. Questa volta Juan era coperto di sangue... E i volti dei giovani che erano con lui tradivano paura e disperazione... La ragazza si sentì mancare suo malgrado.

    “Non è questo il momento di svenire, svelta!” l'ammonì Juan e la trascinò con forza verso il molo, seguiti a breve distanza dagli altri due.

    ~ ~ ~

    Pietro osservò il gruppo giungere affannato verso il Satán ancorato a riva. Che cosa stava succedendo? Il capitano era ricoperto di sangue e non era solo... Lesto, estrasse l'arma che sempre portava con sé e si avvicinò a loro.

    “Pietro, presto, coprimi le spalle!!” gridò Juan. Per fortuna, il Satán non era distante. Si accertò che i fuggitivi stessero bene e diede ordini concitati ai suoi uomini, sopraggiunti nel frattempo.

    ~ ~ ~

    Beatrice non stava capendo più nulla. Possibile che stesse veramente vivendo quella situazione assurda? E chi era quella ragazza? Le sembrava di conoscerla... Non sarebbe mai dovuta uscire da sola!


    Angelica si guardava continuamente alle spalle. Aveva paura.. In che guaio aveva messo Juan?? Aveva appena ferito uno degli uomini di Roberto Castaldo, il padrone di La Venta! Quella era gente pericolosa... E tutto per colpa sua!

    ~ ~ ~

    “Imbarcatevi immediatamente, non c'è tempo da perdere!” ordinò Juan al gruppetto che, impaurito, lo guardava smarrito.

    Beatrice era certa di non avere capito bene. “Imbarcarci?? Ma io devo tornare a casa!”

    “Ascoltatemi bene, contessina. Non rischierò la vita della mia gente perché ogni volta le circostanze mi obbligano a vegliare su di voi! Salite immediatamente, è una questione di vita o di morte!”

    Atterrita, Beatrice obbedì.




    Parte II




    Il Satán salpò in fretta e furia. Non v'era traccia degli scagnozzi di Castaldo, si rassicurò Juan. Probabilmente si erano ben guardati dal seguirli al molo sapendolo sorvegliato dai suoi uomini.
    In che guaio si era cacciato! Angelica avrebbe dovuto dargli una spiegazione convincente o questa volta l'avrebbe davvero lasciata al suo destino, si disse, ben sapendo che non avrebbe mai potuto ripudiare quella giovane orfanella sfortunata che, per un malinteso, era stata la sua amante di una notte.


    Beatrice osservò la riva allontanarsi lentamente ma inesorabilmente. Era intimorita e avvilita. Possibile che attirasse sempre guai? Quanto tempo sarebbe stata prigioniera in mare? Che prezzo pazzesco stava pagando per avere disobbedito alla mamma!
    Se solo fosse rimasta in casa quella mattina!!


    Gioacchino ed Angelica si trovavano in coperta.
    “A cosa pensi?” le domandò dolcemente il ragazzo.
    “A niente,” sbuffò la giovane. In effetti non voleva pensare all'idiozia che lei e Gioacchino avevano combinato: recarsi a La Venta per cercare Mercedes! Non avrebbero dovuto rischiare tanto, si disse per l'ennesima volta. Ora Juan era nei pasticci per via del loro colpo di testa...
    “Io credo che dovremmo informare il capitano che Mercedes è costretta a prostituirsi nel locale di Castaldo,” suggerì Gioacchino.
    “Sei pazzo? L'abbiamo già coinvolto abbastanza! Ci deve essere un altro modo per aiutarla,” lo aggredì la ragazza, dubitando in cuor suo delle sue stesse parole.

    ~ ~ ~

    Edoardo, il braccio destro di Juan, era al timone del Satán . C'erano due donne a bordo del veliero... e una di queste era Angelica! A volte Juan i guai se li andava a cercare, considerò sconsolato.

    ~ ~ ~

    Juan si era cambiato. Sogghignò amaramente: fortunatamente non era ferito, il sangue apparteneva al suo avversario. Doveva riunire i suoi uomini per rivedere la rotta e decidere il da farsi. Prima, però, bisognava sistemare le cose con le tre persone che lo attendevano nel salone sul ponte superiore.

    ~ ~ ~

    Beatrice vide entrare Juan seguito dai suoi compagni di fuga. Notò che si era cambiato d'abito: se non altro aveva un aspetto meno inquietante... Si era rammentata della ragazza: era una delle orfanelle che frequentavano la nuova scuola delle suore. Chissà quali erano i suoi rapporti con Juan del Diablo.

    “Contessina, spero troviate la mia nave di vostro gradimento...” Juan le rivolse un sorriso sarcastico. Non sapeva il perché, ma gli piaceva punzecchiare quella donna: “Non era mia intenzione invitarvi per questo viaggio ma, visto che siamo costretti a dividere gli spazi per qualche tempo, cerchiamo almeno di convivere civilmente. Penso siamo tutti d'accordo su questo, no?” Più che una domanda era un ordine.

    “Angelica vi mostrerà la cabina che normalmente usa quando viaggia con me: la dividerete con lei,” continuò zittendo con uno sguardo l'orfanella che aveva aperto bocca per protestare, “vi presterà anche degli abiti. Mi sembra abbiate più o meno la stessa taglia.” E, con fare insolente, squadrò Beatrice da capo a piedi, per la seconda volta da quando si erano conosciuti.


    Beatrice non rispose. Quanto si era sbagliata sul suo conto! Che uomo arrogante e presuntuoso!! Non voleva dargli la soddisfazione di fargli vedere quanto fosse spaurita e vulnerabile.

    Gioacchino si intromise nella conversazione e domandò quello che le stava a cuore: “Capitano, quanto tempo credete rimarremo in mare?”

    Juan si fece pensieroso, lo sguardo fisso sulla contessa. “Ho un affare da sbrigare all'isola dei pirati. Credo che, considerando anche il tempo necessario a far calmare le acque, staremo via perlomeno un mese,” sentenziò infine.

    ~ ~ ~

    Beatrice salì in coperta: aveva proprio bisogno di una boccata d'aria! Un mese prigioniera di una barca denominata Satán! Stentava ancora a crederlo. Le sembrava davvero di vivere un sogno, o meglio, un incubo! Quasi come quello datato mesi prima, quando aveva origliato per caso la dichiarazione d'amore che Andrea aveva fatto ad Anna. E Juan poi! Come aveva potuto crederlo un gentiluomo?!

    “Spero che non vi venga in mente di gettarvi in mare, contessina: non credo avrò l'accortezza di venirvi in soccorso questa volta,” l'apostrofò l'oggetto dei suoi pensieri, giuntole alle spalle.

    Beatrice sentì la rabbia montarle in corpo. Ne aveva abbastanza di essere tiranneggiata! Perché tutti, a cominciare dai suoi familiari e a terminare con questo... questo... pirata!, si arrogavano il diritto di maltrattarla?!

    “Ascoltatemi voi adesso,” si rivolse, furiosa, a Juan. “Poco fa ci avete chiesto di comportarci civilmente. Cominciate voi a dare il buon esempio! Non tollererò nessun'altra mancanza di rispetto,” concluse, sorprendendosi per prima della propria audacia.

    Juan la guardò ammirato. E dunque la contessina aveva carattere! “Ero venuto ad avvertirvi che tra poco mangeremo... non aspettatevi agnello o ostriche stasera,” disse lanciandole un'ultima frecciatina prima di allontanarsi.

    ~ ~ ~

    “Un minuto, Angelica.” Juan richiamò la fanciulla, indaffarata con la preparazione della cena. “Voglio sapere esattamente cosa facevate tu e Gioacchino alla locanda di Castaldo... e che non ti venga neppure in mente di mentirmi!”

    Angelica conosceva Juan più di ogni altra donna. Non avrebbe commesso un errore questa volta. Tirò un lungo respiro e capitolò.

    ~ ~ ~

    Il Satán navigava già da alcuni giorni. Tra poco sarebbero arrivati a destinazione.

    Juan era preoccupato per Angelica: la ragazza le sembrava più cupa del solito. Non aveva certo un carattere facile. Doveva ammettere che era estremamente maleducata con Beatrice. Gli sfuggì un sospiro: appena tornati a San Paolo si sarebbe sincerato frequentasse la scuola delle suore.

    Ancora una volta si pentì di averla avuta nel suo letto quando, ignaro della sua giovane età, l'aveva scelta in uno squallido bordello della capitale. Se ne era occupato fin da allora, riscattandola dalla strada e trovandole un impiego come sguattera nella taverna del Guercio. Ma la fanciulla si era innamorata di lui, un sentimento che mai avrebbe potuto ricambiare per quanto provasse del sincero affetto per lei.

    I pensieri scivolarono su Beatrice. Non poteva negare che la contessina si fosse adattata molto presto a quella vita così lontana dagli sfarzi a cui sicuramente doveva essere abituata! La vedeva spesso indaffarata: riordinava, riassettava, cucinava...

    Si diresse verso il salone principale: sembrava fossero tutti lì riuniti, a giudicare dal gran baccano che vi giungeva. Aprì la porta e vide Edoardo, sconsolato, seduto in un angolo. Gli occhi dei due uomini si incrociarono: c'era forse una muta accusa in quelli dell'amico...?

    “Eccovi qui!” lo avvicinò Beatrice, rossa in volto. “Angelica mi ha raccontato di Mercedes! Che cosa pensate di fare?!” domandò perentoria.

    Juan cercò lo sguardo dell'orfanella che, lesta, finse di essere improvvisamente interessata a ciò che vedeva fuori dall'oblò.

    “Che cosa volete che faccia qui in altomare?” esclamò sul punto di perdere la pazienza. Angelica e la sua boccaccia!

    “Come, non siete forse voi il paladino della gente povera?” rincalzò Beatrice, incredula. “Come potete permettere che questo Castaldo rapisca le fanciulle di Campo Real per costringerle a lavorare in un... in un... postribolo??” terminò agitata.

    “Cara la mia contessina, non mi basterebbe una vita intera per riparare ai misfatti della vostra classe sociale! Siete voi cosiddetti "signori" che, per mantenervi nel lusso, non esitate ad esigere il sangue di chi lavora per voi! Se non sbaglio vostro cugino è il proprietario di Campo Real!” sentenziò Juan senza clemenza.

    Gli occhi di Beatrice si riempirono di lacrime. Era vero: Andrea e Anna erano i padroni della tenuta e sembrava che il loro amministratore, Basilio, fosse in combutta col padrone di La Venta. Come potevano essere stati tutti così ciechi ed egoisti? Lei stessa non si era mai resa conto di quello che succedeva sotto il suo stesso tetto...

    Juan fraintese le sue lacrime. Dunque Beatrice pensava ancora ad Andrea! Sebbene non gli piacesse ammetterlo nemmeno con se stesso, la cosa gli dava enormemente fastidio. “Vivete fuori dal mondo, Beatrice,” continuò imperterrito “d'altronde solo una fanciulla insensata come voi poteva vagare da sola per le vie del porto!”

    Gioacchino si morse il labbro. Non voleva contraddire il capitano ma lui doveva tanto alla signorina Aranda d'Altomonte. La sua famiglia era tra quelle a cui la contessina distribuiva viveri ogni settimana. Tempo addietro sua madre aveva confidato a Beatrice le difficoltà economiche per far studiare il figlio minore e la fanciulla non aveva esitato a donare dei gioielli affinché suo fratello potesse proseguire gli studi.

    “Perdonatemi se mi intrometto,” disse, paonazzo “ma la signorina Beatrice si trovava al porto per consegnare cibo ai poveri come fa di consueto ogni lunedì...” Ecco, ora che lo aveva rivelato cominciava a sentirsi meglio!

    Juan si volse a guardare Beatrice con ammirazione. Accidenti, quella donna gli riservava delle continue sorprese!

    “Edoardo è già al corrente dei miei piani,” informò i suoi compagni di avventura. “Non appena approderemo all'isola passerò dal signor López per concludere le trattative e, più tardi, andrò all'ufficio postale. Prima di imbarcarci ho chiesto a Pietro di raggiungere lo studio di Nicola Manera per metterlo al corrente dell'accaduto: conto di trovare un suo telegramma ad aspettarmi.”



    Beatrice si rincuorò alla menzione del nome Manera: conosceva l'avvocato sin da bambina, si era più volte occupato delle pratiche della sua famiglia. Sapeva anche che si era fatto carico dell'istruzione di Juan, rivestendo il ruolo di tutore del ragazzo. D'altronde chi non conosceva il buon cuore del signor Nicola, osservò con una punta di cattiveria. Inoltre sua mamma le aveva confidato un piccolo segreto: il signor Nicola era stato un suo spasimante in giovane età! Lei era stata sul punto di accettarlo, ma poi aveva conosciuto suo padre e se ne era innamorata. Forse era per questo che l'avvocato non si era più maritato, considerò meditabonda.


    “Non troveremo le guardie del capitano Leopardi al ritorno a San Paolo?” chiese Angelica, visibilmente preoccupata. Appariva stanca quel giorno.

    “Non credo,” disse Juan. “A Castaldo non conviene sporgere denuncia. Dovrebbe spiegare la presenza di Mercedes nel suo locale e dubito che voglia attirare troppo l'attenzione” aggiunse, amaro. “Non preoccupatevi, escogiteremo un piano per tirarla fuori da lì.”

    ~ ~ ~

    La contessina aveva cominciato i preparativi per la cena.

    Certo, non era stato facile adattarsi a quella vita frugale ma in fondo non le dispiaceva. Le mancavano molto i suoi genitori, soprattutto perché li immaginava assai preoccupati. Aveva nostalgia anche del convento, di Suor Giuliana, di Padre Domenico, delle famiglie che visitava settimanalmente. Se solo Juan fosse stato meno canzonatorio! A volte i suoi commenti la esasperavano proprio: era un bruto, un rozzo, un tiranno! Ma Beatrice era essenzialmente una persona onesta. Si rendeva conto che da quando era salita sul Satán si sentiva finalmente viva.


    Juan si appoggiò allo stipite della porta della cambusa. Osservò Beatrice mondare le verdure, non si era accorta di lui. Gli piaceva la grazia con la quale si muoveva. Molto meno bella della cugina – anzi, non si poteva esattamente definire bella – aveva però un qualcosa che lo attraeva immensamente. Sotto quell'aria apparentemente fragile nascondeva una volontà di ferro, guai a farle cambiare idea! E questo gli piaceva... gli piaceva troppo.

    Non doveva farsi illusioni, pensò, seccato per quei pensieri. Non era da lui perdere la testa per una donna, e un'aristocratica tra l'altro! Ancora innamorata di quel damerino di Andrea Aleardi!
    Si ritirò silenziosamente così come era arrivato.

    ~ ~ ~

    Juan stava per coricarsi quando udì Gioacchino bussare con urgenza alla sua porta: “Capitano, capitano! Accorrete! Angelica sta male!” Con movimenti rapidi afferrò la candela ancora accesa e si diresse verso la cabina delle fanciulle.


    “Angelica,” Juan si inginocchiò al capezzale della giovane. Le mise la mano sulla fronte: “Ha la febbre alta, dobbiamo approdare al più presto e cercare un medico!” asserì preoccupato, accarezzandole il viso.

    Beatrice e Gioacchino, toccati, osservavano la tenera scena. La ragazza si avvicinò a Juan e gli disse, gentile: “Non preoccupatevi, non è grave come sembra. Arriveremo domani all'isola dei pirati: basterà che voi mi procuriate delle erbe e la febbre sparirà in 24 ore. So di cosa parlo. Le suore al convento ci hanno mostrato come utilizzare le piante in situazioni come questa” lo rassicurò.

    Juan la guardò grato. Non voleva allontanarsi da Angelica: “Vi ringrazio, contessa. Vorrei vegliare su di Angelica se non vi spiace. Posso chiedervi l'enorme favore di usufruire della mia cabina per stanotte? Domani vi porterò tutte le erbe di cui avete bisogno.”

    Beatrice dolcemente assentì.

    ~ ~ ~

    Juan si fermò un attimo a guardare il mare. Erano le due del pomeriggio.

    “È quasi ora di riprendere la rotta,” si disse ammirando il sole che si rifletteva sull’acqua cristallina.

    Le condizioni di Angelica erano andate migliorando: si sentiva più tranquillo ora che aveva le erbe con sé, acquistate assieme alle provviste. E poi c’era Beatrice, che si prendeva sempre cura della sua protetta... Sì, poteva stare tranquillo, pensò mentre si incamminava verso il Satán. O, almeno, fino a quando non avrebbe dovuto mostrare alla contessina il contenuto esplosivo del telegramma del signor Nicola.

    ~ ~ ~

    Edoardo vide il capitano avvicinarsi. Qualcosa doveva essere andato storto, glielo si leggeva in viso. “Cos'è successo Juan? L'affare non è andato in porto?”

    Juan aveva una strana luce negli occhi. Sfilò dalla tasca della giacca il telegramma dell'avvocato Manera. “Peggio, Edoardo. Vogliono fare di me un uomo onesto. L'avvocato Manera mi offre il suo cognome affinché possa sposare la signorina Beatrice Carlotta Augusta d'Altomonte della casa dei conti di Aranda,” annunciò serafico.

    ~ ~ ~

    “Questo matrimonio non s'ha da fare!” squittì Caterina, dimenticando anche la grammatica nell'agitazione. Era in corso una riunione a casa di suo cognato Rodolfo. La famiglia era quasi al completo: la cugina Sofia, in piedi presso il camino di marmo, impassibile come sempre; sua sorella Antonia ed il figlio Umberto, seduti sul comodo divano di broccato; gli uomini (Rodolfo e suo marito Francisco) assisi dinanzi al pregiato tavolo d'ebano. Mancavano solo gli altri figli della sorella, arruolati nell'esercito, e Andrea e Anna, che erano dovuti rientrare forzatamente a Campo Real.

    “Calmati mia cara, il dottore ti ha raccomandato di evitare le emozioni forti,” le ricordò il consorte.

    Calmarsi! Come se fosse possibile quando la sua bambina era sulla bocca di tutti! Rapita da un contrabbandiere!!!

    “Francisco ha ragione, Caterina,” le disse la sorella con voce mielata. “D'altronde non avevi perso le speranze che Beatrice si sposasse? Il cognome Manera non è da disprezzare: certo, non è un cognome nobile né vanta enormi ricchezze ma in fondo è un nome amato e rispettato da tutti, non credi, cara?” continuò Antonia con un tono pieno di significati reconditi.

    Piccola serpe! inveì Caterina silenziosamente, rammentando la sua infatuazione giovanile per l'avvocato Manera. Come se sua sorella non avesse scelto lei stessa un matrimonio di convenienza! Antonia assomigliava alla zia Augusta di San Cayetano: una vecchia strega che aveva obbligato la figlia a sposare un ricco signorotto di 30 anni maggiore di lei! A poco era valso: l'altro figlio aveva sperperato l'intero patrimonio di famiglia al gioco delle carte, pensò soddisfatta. Meno male che vivevano lontani!

    “Qui non si tratta di un problema di genealogia, Antonia,” intervenne Rodolfo. “È inaudito accogliere nella nostra famiglia un contrabbandiere! Completamente fuori discussione!” ripeté autoritario.

    “Ne abbiamo già parlato Rodolfo,” la moglie gli lanciò una occhiata feroce. “Metteremo tutto a tacere con l'elargizione di una grossa somma di denaro come dono di nozze. Con l'oro tutto si compra, anche il rispetto. È l'unica cosa da farsi per evitare di gettare fango sul nostro casato! Chi altri darebbe un cognome a quel pirata? Vuoi forse che le nostre famiglie siano sulla bocca di tutti? Beatrice è stata vista salpare assieme a quell'uomo, hanno dormito sulla stessa barca! Se ci troviamo in questa situazione, nostra nipote è l'unica responsabile!” disse malevola, rivolta a Caterina.

    “Che cosa stai insinuando, Antonia? Mia figlia stava solamente svolgendo una mansione per conto delle suore, come si conviene ad una fanciulla modesta e caritatevole! Cosa che non si può certo dire della tua Anna!” ribatté velenosa la sorella.

    “Andiamo Caterina, se lo sa tutto il paese che cercavi un marito danaroso per Beatrice! Questa è l'unica soluzione possibile,” si intromise Sofia, che aveva i suoi buoni motivi per non ostacolare quell'unione.

    “Signore, vi prego!” intervenne perentoriamente Rodolfo. “Vi state comportando come donne di ben altro lignaggio. Qui bisogna trovare una soluzione a questa deplorevole situazione.” Si voltò speranzoso verso Francisco.

    Le due sorelle abbassarono il capo, ancora fumanti di rabbia. Sofia aprì il ventaglio per coprirsi il volto. Non ne poteva più dei suoi parenti! Gente con più soldi che intelletto!
    Bastava vedere Francisco: che uomo di poco carattere! Anche adesso, invece di partecipare ad una conversazione che aveva come oggetto sua figlia, sedeva con l'aria di un cane bastonato perché la partita a scacchi iniziata con Rodolfo era stata interrotta per decidere il da farsi. Caterina era sempre stata quella ad indossare i pantaloni in famiglia, riconobbe Sofia. Ma perché preoccuparsi, l'importante era che quella soluzione venisse adottata... di certo a lei conveniva.

    “Forse ci sarebbe un'alternativa...” suggerì la voce di Umberto, rimasto in silenzio fino ad allora.

    ~ ~ ~

    Juan osservò Beatrice immergere il panno pulito nel catino d'acqua fredda. Con che dedizione si dedicava ad Angelica! Si rammentò della notte e della circostanza in cui l'aveva conosciuta: ricordò di averla paragonata ad un angelo... Un angelo per il figlio del diavolo...

    Ancora una volta si meravigliò con se stesso di quanto desiderasse ardentemente averla in moglie: lui, che non aveva mai creduto nel matrimonio! Quella donna lo aveva stregato. Ma non doveva dimenticare che era stata la promessa di Andrea Aleardi. E che probabilmente lei lo amava ancora...

    “Beatrice...”

    La contessina si voltò, sorpresa. Non accadeva spesso che Juan le si rivolgesse chiamandola per nome. E con quel tono poi!

    “Beatrice, dobbiamo parlare. In privato.”

    ~ ~ ~

    “Concorderete con me che questa sia la soluzione migliore, signor Nicola,” cinguettò Caterina.

    Si trovava nello studio dell'avvocato dopo che la proposta di Umberto era stata accolta da approvazione generale. Si trattava di informare il legale e poi le cose si sarebbero aggiustate, si disse speranzosa.

    L'avvocato Manera non sapeva cosa pensare. Come gli era stato richiesto, aveva avvertito Juan del clamore susseguito alla fuga di Beatrice e della soluzione proposta dagli stessi genitori della ragazza: ora la signora Caterina veniva per rimangiarsi tutto! Forse era meglio così: egli non aveva la più pallida idea di come avrebbe reagito quel ragazzo. Era una continua fonte di guai; quando si sarebbe deciso a mettere la testa a posto e vivere una vita tranquilla? Da anni si era offerto di adottarlo, invano: preferiva farsi chiamare il figlio del diavolo o recuperare il suo vero cognome! Come se fosse facile..
    Quest'altra idea bislacca, poi! Maritare Beatrice con Alberto Carrara! Figuriamoci se non partiva da Umberto, un altro a cui piaceva bere e divertirsi!

    “Perdonate l'ardire, ma Alberto vi sembra la scelta giusta? Sapete che gode fama di libertino... Non credo che sia lo sposo adatto ad una fanciulla come Beatrice.”

    “Avvocato, mi permetto di parlarvi liberamente. So che siete... affezionato al vostro protetto, ma non è certamente la persona che possa far felice mia figlia. Voi capirete: la diversa estrazione sociale, lo stile di vita... Alberto è un aristocratico, sicuramente saprà proteggerla, comprenderla...”.
    Non c'era bisogno di aggiungere altro: questo era esattamente ciò che era accaduto tra loro anni prima, rammentò la nobildonna. Sarebbe stato bello se avesse potuto seguire il suo cuore ma – ahimè! - la posizione sociale era assai più importante...

    “Mi permetto di differire, contessa. Juan è un uomo nobile e generoso e sarebbe sicuramente un marito migliore di Alberto. Ma sono del parere che dovrebbero essere i due giovani a decidere del loro futuro,” asserì convinto.

    “Signor Nicola, dite così per l'affetto che provate nei suoi confronti e vi capisco. Ma oramai la nostra decisione è presa. Volete essere così gentile da sciogliere questo malinteso?” lo supplicò.

    La risposta dell'avvocato fu secca e definitiva: “Ve l'ho già detto signora Caterina, nessuno è in grado di influenzare le decisioni di Juan.”

    ~ ~ ~

    Nicola accompagnò la sua ospite alla porta, poi chiese alla governante di portargli un bel caffè bollente. Buffo come Alberto fosse d'un tratto divenuto un buon partito!

    In che mondo viviamo, pensò amaro. Una fanciulla piena di qualità come Beatrice, costretta al nubilato perché senza una dote cospicua, venduta ad un farabutto qualunque: l'importante che fosse di nobili origini! Senza parlare degli zii della ragazza, che si erano finalmente decisi ad allentare i cordoni della (ricca) borsa solamente perché lo scandalo avrebbe leso anche la loro famiglia!

    Ripensò alla signora Caterina: con che tatto aveva fatto riaffiorare ricordi ed emozioni... Si rammentò di quando, giovinetto, aveva avuto l'audacia di chiederla in moglie. Aveva davvero creduto di essere innamorato allora, totalmente e ciecamente come tipico di quell'età. Ma l'amore, quello vero, era arrivato molti anni dopo. Era il volto di Maria Grazia che, ancora oggi, non riusciva a scacciare dalla memoria... non che lo desiderasse veramente, pensò.

    ~ ~ ~

    “Sposarci?! Ma sono impazziti?” esclamò Beatrice. Era ammutolita. Tutto si aspettava tranne questo!

    Juan si adombrò. “Dite la verità, contessina: la vostra generosità non arriva fino al punto di sposare un bastardo, non è vero?” la accusò, amareggiato più di quanto volesse dare ad intendere.

    La ragazza arrossì, imbarazzata. “Non si tratta di questo,” sussurrò. “È che noi ci conosciamo appena...”

    Juan le sollevò il mento, costringendola a guardarlo negli occhi: “Sapete, Beatrice... io penso che questa proposta possa convenire ad entrambi...”

    E, senza nessun avvertimento, avvicinò le labbra a quelle tremanti di lei.

    ~ ~ ~

    Anna era affacciata alla finestra della sua camera da letto. Scostò meglio la tendina: che bello era il parco di Campo Real! Le sarebbe piaciuto scendere in giardino con Andrea. Magari dopo cena...

    “Anna, sei lì?” la chiamò suo marito dalla tromba delle scale. Poi entrò di corsa nella stanza: “Cara, devo tornare subito a San Paolo.”

    Anna sbuffò: ma come, proprio adesso che la zia Sofia era scesa in paese e avevano finalmente la casa tutta per loro! Tipico di sua suocera architettare qualcosa affinché il figlio accorresse ai suoi ordini!

    “Tesoro, non ti adombrare,” la consolò Andrea. “Ci sono avvenimenti di cui non ti abbiamo messo al corrente per evitare di preoccuparti ma ora ho il dovere di sistemare le cose...” spiegò aggiornandola sugli ultimi eventi.


    Anna non poteva crederci. Che storia assurda! Non era possibile, non era giusto... Quell'uomo così virile, così... così... vivo, stava per maritarsi con quella scialba e insignificante di sua cugina?? L'aveva sempre sospettato: Beatrice era una vipera! Una smorfiosa subdola e calcolatrice!

    Un moto di immane quanto irrazionale gelosia si impadronì della giovane. Si gettò tra le braccia del suo sposo: “Ti prego, ti supplico: fa' che Beatrice non sposi quel bandito!” gemette inconsolabile.

    ~ ~ ~

    Beatrice non riusciva a prendere sonno. Pensava e ripensava alle parole di Juan, alla vita che avrebbero potuto condurre assieme. Sembrava tutto così assurdo eppure... lui aveva ragione: loro due si assomigliavano molto. Entrambi desideravano aiutare la povera gente e la dote offertale dagli zii poteva essere utilizzata per quello scopo. Anche Juan aveva mezzi sufficienti per condurre una vita più che decorosa e si era offerto di acquistare una casa come dono di nozze. Le aveva rivelato il passato di Angelica e chiesto se le dispiacesse assumerla come domestica assieme a Gioacchino, affinché anche loro potessero avere una vita decente.

    Sì, avrebbe sposato quell'uomo e sarebbe diventata la signora Manera.

    Anche perché il suo cuore aveva cessato di battere quando lui l'aveva presa tra le braccia e baciata come mai nessuno prima di allora.



    Due giorni dopo

    Juan tirò un lungo respiro. Stavano per giungere a San Paolo ove avrebbero trovato l'avvocato Manera ad attenderli. Prima però avrebbe dovuto parlare con Angelica. E sapeva che suo malgrado l'avrebbe ferita assai più della malattia da cui si era appena ripresa.

    ~ ~ ~

    Gioacchino acciuffò il braccio della fanciulla per evitare che lo schiaffeggiasse: “Bugiardo! Stai mentendo! Juan non ha nessuna intenzione di sposarsi!”
    Con uno strattone Angelica si liberò dalla stretta del giovane e corse in cabina a cercare Beatrice.

    ~ ~ ~

    Beatrice era intenta a rammendare l'orlo del vestito contuso che indossava. Doveva ammettere fosse molto comodo rispetto a quelli che portava di solito, quasi le dispiaceva restituirlo ad Angelica... oh, ecco che stava tornando! Le avrebbe chiesto se desiderava le impreziosisse l'abito con qualche ricamo, le avrebbe donato...

    “Voi! Una monachella che crede di poter rendere felice un uomo come Juan! Scommetto non sappiate nemmeno cosa succede quando un uomo e una donna dividono lo stesso letto!”

    Angelica era davvero infuriata. Beatrice, spaventata, lasciò cadere il cestino da lavoro a terra. Non capiva una sola parola di quello che la fanciulla le stava illustrando con dovizia di particolari.

    ~ ~ ~

    Il Satán ancorò al tramonto.

    Juan ripensava al viaggio appena trascorso: sicuramente il più avventuroso, non c'era da dubitarne! Guardò Beatrice: aveva un'aria assorta stasera, d'altronde poteva ben immaginarne le emozioni. Era letteralmente saltata al collo del signor Nicola appena lo aveva visto: doveva avere sofferto molto la lontananza, si disse. E Angelica... ancora non si erano chiariti ma era evidente la ragazza sapesse...

    “Venite Beatrice, vi accompagno a casa. Noi ci vediamo tra un'ora nel mio studio,” intimò l'avvocato a Juan, rimasto per una volta a corto di parole.

    ~ ~ ~

    “Figlia mia, figlia mia!” urlò Caterina, correndo ad abbracciare Beatrice.

    “Mamma, papà!” La fanciulla si gettò tra le braccia dei genitori. Quanto le erano mancati! Non vedeva l'ora di raccontare loro tutto ciò che era accaduto in quei giorni.

    ~ ~ ~

    “Forse non hai capito Juan: se sposi quella donna io mi butto in mare!” minacciò Angelica.

    Eccone un'altra! Esasperato, Juan si accese un sigaro. Si voltò ad osservare l'orfanella, seduta a gambe incrociate sul divano della sua casa sul mare. Non poté fare a meno di intenerirsi. Spense il sigaro e le si avvicinò.

    “Angelica,” disse prendendole le mani tra le sue. “Nulla potrà cambiare il sentimento che provo per te. Sarai sempre la mia amica, la mia sorella, la mia protetta. Non permetterò a nessuno di farti del male perché sarebbe come se ne facessero a me. Ma non posso darti quell'amore che cerchi...”

    La fanciulla lo guardò, gli occhi pieni di lacrime: “Perché, Juan?” gli chiese con voce flebile.

    “Io sono un uomo e tu appena una ragazzina. No... Non interrompermi. È così e basta. Ma non ti accorgi di ciò che hai a portata di mano? Non vedi come ti guarda Gioacchino? È un bravo ragazzo. Prova a dargli una possibilità.”

    Angelica si alzò di scatto e si diresse verso il balcone: “Gioacchino? Ma se a lui piace Mercedes!!”

    ~ ~ ~

    “Con Alberto?? Volete maritarmi con Alberto??? Non ci credo!” Beatrice era interdetta. Cosa stava succedendo?

    “Beatrice, cara, ragiona. Alberto è nobile... colto... e lo zio Rodolfo si occuperà della tua dote: questo è un dono del cielo! Non sarai costretta ad abbassarti a sposare un contrabbandiere!” cercò di rassicurarla Caterina.

    “Ma madre, avrà il doppio dei miei anni! E non l'avete sempre criticato per la sua immoralità?!” esclamò la fanciulla, ancora allibita.

    “Ora basta, Beatrice!” intervenne il padre, categorico. “Siamo i tuoi genitori, sappiamo ciò che è meglio per te! Sposerai Alberto e l'argomento è chiuso!”

    Un moto di ribellione si impadronì della giovane: “Non lo farò mai! Mi avete sempre detto che non mi avreste obbligato come ha fatto zia Augusta con Matilde! Se lo farete rifiuterò Alberto sull'altare! Allora sì che ci sarà uno scandalo!” E salì di corsa le scale che portavano alla sua cameretta.

    “Beatrice! Beatrice!” gridò Caterina. “Hai forse perso la ragione?? Vuoi farmi venire un attacco di cuore?? Beatriceee!”

    Ci risiamo! Sua madre la stava nuovamente ricattando con la scusa della sua presunta cagionevole salute. Che ci pensasse il papà una volta tanto!

    ~ ~ ~

    “Non sarò l'eterno zimbello di quella famiglia!!!” Juan era furioso. L'avvocato Manera aveva appena terminato di informarlo della visita della signora Caterina e della proposta di Umberto.

    “Ragiona, Juan! Come potresti sposare Beatrice, una contessa! Sai bene che non lo dico per una questione di classe sociale, quanto per una questione di educazione! Siete cresciuti in ambienti diversi, avete abitudini diverse: non sono aspetti da sottovalutare! Cerca di non farti guidare dall'orgoglio, è un cattivo consigliere!”

    Nicola era sorpreso. Juan si era intestardito nello sposare Beatrice, proprio lui che di matrimonio non aveva mai voluto sentir parlare!

    “Non si tratta di orgoglio ma sono stanco di permettere agli Aleardi di intromettersi nella mia vita! Andrò subito a Campo Real a parlare con Andrea,” asserì il giovane, raggiungendo la porta con scatto felino.

    L'avvocato fu altrettanto lesto: “Dove pensi di andare a quest'ora della notte! Vuoi fermarti un minuto a riflettere??”

    “Mi dispiace avvocato, ma è tempo che la verità venga a galla. Non c'è altro modo per evitare che Beatrice sposi quell'infame di Alberto.”

    Nicola si riconobbe sconfitto. Guardò a lungo il suo protetto: “E sia. Andrea non si trova a Campo Real. È qui nella sua casa di San Paolo,” gli rivelò infine.

    ~ ~ ~

    Renata si destò e si coprì le spalle con un grosso scialle. Chi poteva bussare così forte a quell'ora tanto tarda?

    “Vengo da parte della contessa Beatrice Aranda d'Altomonte. Voglio parlare col signor Aleardi. Gli dica che è urgente,” comandò Juan alla cameriera entrando imperioso nel salotto.




    Andrea era preoccupato. Quali notizie di Beatrice poteva recargli uno sconosciuto alle undici di sera? Si vestì in fretta e furia e scese in salotto.

    “Sono Andrea Aleardi, che notizie avete di Be...” Non gli riuscì di terminare la frase. Quel volto... Non era possibile!!

    “Buonasera Andrea. Mi scuso per l'ora inopportuna ma è tempo che tu faccia la conoscenza di tuo fratello maggiore. Sono Juan Aleardi della Valle, figlio illegittimo di nostro padre José Aleardi e futuro marito della signorina Beatrice Aranda d'Altomonte.”


    ~ ~ ~

    Che cos'era quel baccano proveniente dal piano di sotto, si chiese Sofia. Quatta quatta indossò la vestaglia e scese a controllare.

    ~ ~ ~

    Andrea era visibilmente scosso ma non del tutto sorpreso. Aveva sempre avuto la sensazione che qualcosa di importante gli fosse stato nascosto.

    Qualcosa...! rise amaramente tra sé. Nientemeno che l'esistenza di un fratello maggiore!!

    D'altronde non dubitava della veridicità delle parole di Juan, che ora sedeva accanto a lui e lo osservava preoccupato. La rassomiglianza coi ritratti di suo, anzi, del loro padre, era impressionante. Rammentava certi comportamenti di sua madre così come certi discorsi della servitù improvvisamente interrotti al suo passaggio... Sempre, sempre aveva saputo esistesse un segreto che nessuno voleva rivelargli!

    Ricambiò lo sguardo del fratello. Dio, che effetto strano il solo pensare quella parola...!

    Cosa poteva fare? L'avvocato Manera avrebbe potuto confermare il racconto di Juan...
    E c'era Beatrice a cui pensare. Beatrice, che aveva già sofferto abbastanza per colpa sua.

    ~ ~ ~

    Sofia si fermò a metà scala. Non riusciva a credere ai suoi occhi: “Voi...! Come vi permettete di presentarvi a casa mia! Andatevene o chiederò ai nostri servi di scacciarvi!” ordinò perentoria all'ospite inatteso.

    “Madre, sono contento vi siate alzata. Ci sono diverse cose sulle quali dobbiamo far luce,” disse Andrea invitando la genitrice a sedere sul divano accanto a lui e a Juan.

    ~ ~ ~

    Non c'era nulla da fare, pensò inviperita Sofia, chiudendo la porta della sua camera da letto. Non avrebbe dovuto insistere affinché Andrea studiasse in Europa, si era riempito la testa di assurde idee liberali! Non solo aveva sciolto il fidanzamento con Beatrice, rinnegando così la sua potestà genitoriale, quello scriteriato adesso avrebbe senz'altro riconosciuto il fratellastro! Ma all'onore di sua madre non pensava?! Si era appena fidanzata con José quando lui perse la testa per quella... quella donnaccia! Non era certo colpa sua se quella libertina, già maritata, era morta di parto e lo sposo tradito non ne aveva riconosciuto il figlio.

    Ricordi invisi riaffiorarono alla memoria...

    José avrebbe voluto adottare il bambino quando, a distanza di anni, era venuto a conoscenza di esserne il vero padre. Ma era deceduto prima di poterlo fare.
    E adesso...!?
    Pensare che si era tanto adoperata per allontanare quel bastardo e mantenere saldo il patrimonio di famiglia! Se Juan avesse sposato Beatrice avvalendosi del cognome Manera lei avrebbe impedito ogni rapporto coi due sposini: d'altronde avrebbero frequentato ambienti diversi e le chiacchiere sulla somiglianza di Juan con José sarebbero presto terminate come era già accaduto in passato... Invece Andrea stava per accogliere un selvaggio che poteva reclamare metà dei beni Aleardi!

    “Non devo assolutamente permetterglielo,” giurò a se stessa.



    “Luana,” Sofia si rivolse alla fedele cameriera, accorsa al suono della campanella “Voglio che domani mattina faccia venire immediatamente tuo zio da Campo Real: ho bisogno di una commissione urgente. E che non ti venga in mente di farne parola con mio figlio!” aggiunse imperativa.

    ~ ~ ~

    Basilio si recò furtivamente nel salottino privato della signora Sofia. Capitava raramente che lo riscattasse da Campo Real, doveva trattarsi di una questione della massima urgenza...
    Avrebbe fatto qualsiasi cosa per la signora, ne era sempre stato affascinato sin da quando, ancora fanciullo, la osservava muoversi con eleganza nella tenuta ove lui era nato e cresciuto. Senza dubbio era una persona che ispirava soggezione e riverenza.

    “Basilio, immagino tu conosca un abile falsario in paese. Voglio che riproduca questa lettera nella grafia del mio defunto marito: qui c'è un documento scritto di suo pugno. Va da sé che pretendo la massima discrezione. Sarete entrambi ricompensati profumatamente per i vostri servizi e a te elargirò inoltre un lauto vitalizio in modo che possa vivere una bella vecchiaia a Campo Real,” ordinò Sofia al suo subalterno, ben sapendo cosa avesse a cuore il fidato amministratore.



    Un paio di giorni dopo

    Andrea non riusciva a prendere una decisione. Aveva un fratello illegittimo... e fuorilegge, per giunta!

    Il signor Nicola gli aveva anche rivelato la difficile infanzia del ragazzo: maltrattato dal padre adottivo, un losco contrabbandiere, Juan era venuto a conoscenza della verità attorno ai 12 anni. Il padre prima di morire lo aveva maledetto quale figlio bastardo di José Aleardi della Valle, lasciandolo di fatto in balìa di se stesso.

    Nello stesso periodo José, un caro amico dell'avvocato, era stato informato dell'esistenza di Juan: l'uomo desiderava che crescesse assieme ad Andrea, di pochi anni minore. Sofia si era opposta con tutte le sue forze ma poco avrebbe potuto fare se non che la morte improvvisa del marito permise alla donna di evitare l'incontro tra i due fratelli. Da quel momento Manera aveva rivestito il ruolo di tutore del giovane Juan.

    Andrea non rammentava molto di quegli anni, tuttavia ricordava bene le ultime sibilline parole del papà, anch'esse pronunciate sul letto di morte: “Promettimi di occuparti di tuo fratello...”

    Appena udita quella frase, Sofia l'aveva allontanato bruscamente. Quando, più tardi, lui le aveva chiesto spiegazioni, sua madre gli aveva fatto credere che José stesse delirando e sognasse il secondo figlio che avevano tanto desiderato ma che mai era arrivato.

    È facile ingannare un bambino, pensò tristemente Andrea. Ma ora la situazione era diversa. Bisognava anche affrontare lo scandalo che la fuga di Beatrice aveva sollevato... e questo lo preoccupava assai. L'avvocato la pensava come lui: Beatrice non meritava un marito inaffidabile come Alberto. Sembrava non esserci altra soluzione che riconoscere Juan... Sua madre non avrebbe potuto impedirlo questa volta!

    ~ ~ ~

    Juan si sentiva un leone in gabbia. Come avrebbe reagito Andrea...? Si rendeva conto che il suo futuro con Beatrice dipendeva dalla decisione del fratello... Ma era pronto a combattere contro tutto e contro tutti pur di sposarla!



    L'indomani


    “Io proprio non ti capisco, Juan: cos'è tutta questa mania di sposarti adesso? Sei sempre stato allergico al matrimonio! Spero tu non lo stia facendo per vendicarti: Beatrice non lo meriterebbe!” asserì convinto l'avvocato mentre consumavano il caldo pasto che aveva fatto preparare per il loro pranzo.

    “Signor Nicola, sapete bene quanto desiderassi recuperare il cognome che mi spetta di diritto.”
    Juan appoggiò il cucchiaio sul tovagliolo e guardò il suo ospite: “Sapete anche quanto mi riterrei onorato di portare il vostro cognome perché vi voglio bene come a un vero padre, d'altronde lo siete sempre stato per me,” gli disse, gentile. “Ma non trovo giusto che, per le macchinazioni di una donna come la signora Sofia, sia io che Andrea siamo stati privati della possibilità di conoscerci e amarci come fratelli. Non l'ho mai cercato finora perché non volevo né recarvi un dispiacere né che Andrea pensasse stessi mirando al denaro degli Aleardi. Ma adesso che mi sono innamorato di Beatrice le cose sono cambiate... Spero possiate capirmi”.

    L'avvocato Manera lo guardò commosso. “Sai che ti amo come un figlio, Juan. Un cognome non cambierà mai i rapporti tra di noi. Ma è questa la vera ragione per cui ti ostini a sposare Beatrice? Sei davvero innamorato di lei?”

    Il giovane poggiò la mano sopra quella del suo anziano amico e annuì.

    ~ ~ ~

    Beatrice fissava il suo volto riflesso nello specchio della toilette.

    Si era rifiutata di cenare dopo l'ennesima discussione in casa. Le cose non erano andate come previsto, considerò pensierosa. Proprio non riusciva a capire come i suoi genitori volessero darla in moglie al signor Carrara! Possibile non desiderassero un marito migliore per lei? Non facevano alcuno sforzo per venirle incontro: Beatrice sapeva che non era la figlia che avrebbero voluto e questo la faceva soffrire molto.

    Si era spesso sentita in colpa per averli delusi. Come tutte le ragazze della sua età, aveva obbedito ciecamente al papà e alla mamma, certa che loro sapessero cosa fosse meglio per lei.
    Tuttavia aveva cominciato a dubitarne durante il noviziato quando, per forza di cose, si era dovuta allontanare da casa: piano piano, si era accorta che l'amore vero non poneva condizioni...

    Quella intuizione era poi divenuta una certezza durante il viaggio sul Satán: in poche settimane grazie a Juan aveva compreso cosa le stesse veramente a cuore... Per questo si era profondamente innamorata di quell'uomo. Come non lo era stata nemmeno di Andrea, riconobbe con vergogna.

    Perciò non avrebbe mai potuto sposare nessun altro all'infuori di Juan. Era disposta a fuggire con lui, se necessario!



    Qualche giorno dopo

    Il rintocco delle campane segnò mezzogiorno. “È l'ora decretata dal capitano,” considerò il giovane Serafino, entrando nella taverna. Si avvicinò zoppicando al tavolo ove erano seduti Facundo il Guercio, Pietro ed Edoardo: “Svelti, il capitano ordina di raggiungerlo immediatamente a La Venta per liberare Mercedes!”

    I tre si guardarono meravigliati. Fu Edoardo a parlare per primo: “Ma come pensa di fare? È pieno giorno, non possiamo preparare un'imboscata!”

    “Non ce ne sarà bisogno: mi ha detto che si avvarrà della sua nuova identità,” rivelò enigmatico il ragazzo mentre scostava una sedia per appoggiarvi la gamba ferita.

    ~ ~ ~

    “Andrea, fermati. C'è una cosa che devi sapere prima di passare dal nostro legale.” Il tono di Sofia non ammetteva repliche. “Questa è la lettera con la quale tuo padre disconobbe Juan come suo figlio. L'ho conservata tutto questo tempo, sperando non avessi mai bisogno di utilizzarla, ma vista la tua testardaggine mi trovo costretta a mettere da parte l'orgoglio affinché si rechi giustizia...!”

    “Madre, dovete smetterla coi vostri intrighi. Non sono più un bambino da comandare a vostro piacimento, ma un uomo privato dell'affetto di un fratello nonostante la volontà paterna. È inutile che tentiate di negare l'evidenza, ho raccolto le mie prove. Vi prego di appoggiare la mia decisione di riconoscere Juan: nessuno vi deriderà come temete anzi, il vostro gesto nobile e generoso non potrà che recarvi onore,” disse il giovane recuperando il cappotto dall'appendiabiti e avviandosi per il suo cammino, lasciando Sofia impietrita sull'uscio della veranda.

    ~ ~ ~

    Anna intimò al cocchiere di velocizzare l'andatura dei cavalli. Non ne poteva più di rimanere sola a Campo Real. Andrea avrebbe dovuto darle delle spiegazioni per essersi allontanato per così tanto tempo, e che fossero convincenti!

    ~ ~ ~

    “Buongiorno Andrea. Ti ringrazio di essere venuto.”

    “Buongiorno a te, Juan.”

    I due fratelli si guardarono a lungo. Fu Andrea a rompere il silenzio: “Più tardi raggiungeremo il notaio per sistemare la questione del cognome. Adesso andiamo da Castaldo. Io insisto che dovremmo denunciarlo...”

    “Credimi, è meglio di no: anche se lo facessimo, questo non servirebbe a fargli chiudere il locale. I contadini ai quali sottrae le figlie non avrebbero il coraggio di deporre contro di lui...”

    “E allora sarà mia premura offrire loro il mio appoggio per mettere fine a questo orrore...!”

    “Certamente. Anche io vorrei fare qualcosa adesso ma è troppo presto, purtroppo. Limitiamoci a spaventare Castaldo e a liberare Mercedes. Avremo tempo per il resto...”

    Andrea lo fissò serio: “ Mi hai promesso di cambiar vita e dedicarti al commercio ora che sposerai Beatrice...” disse, imbarazzato.

    Juan gli rivolse un sorriso grato: “Apprezzo moltissimo il tuo sostegno e non devi preoccuparti, sono intenzionato a mantenere la mia promessa: desidero veramente vivere felice con Beatrice. Se finora ho condotto una vita al limite della legalità questo è successo solo perché non avevo altre alternative.” I due giovani tacquero, consapevoli dell'importanza di quei loro timidi approcci iniziali.

    “Andiamo,” riprese Juan. “I miei uomini ci stanno aspettando a La Venta. Ma prima, sappi che sono onorato di scoprire quanta nobiltà d'animo possieda mio fratello...” Al che, entrambi commossi, si abbracciarono per la prima volta.

    ~ ~ ~

    Che ci facevano gli uomini di Juan del Diablo a La Venta e a quell'ora per giunta? Il sorvegliante del locale era sorpreso ed indeciso. Forse sarebbe stato meglio chiedere aiuto... Ma quello era Juan in persona!

    “Annunciami subito al tuo padrone. Non ho tempo da perdere,” gli impose l'odiato nemico stagliandosi sulla porta d'ingresso.

    ~ ~ ~

    “Non ho tempo per Juan del Diablo, che se ne torni all'inferno!” esclamò Castaldo, furioso per esser stato disturbato durante un incontro amoroso. Mercedes, la ragazza che Basilio aveva rapito a Campo Real e che, a sua insaputa, era grande amica di Angelica, la protetta di Juan, aveva insistito per aiutare la cuoca quel giorno, adducendo la scusa di sentirsi poco bene per intrattenere clienti: se quel maledetto bastardo l'avesse vista sarebbero stati guai seri...

    “Castaldo!” si sentì chiamare dal piano sottostante. “Vengo a riprendermi Mercedes e non cercare di ostacolarmi: questa è anche la volontà di Andrea Aleardi. Vieni a parlargli di persona se non mi credi!”

    ~ ~ ~

    Mercedes piangeva lacrime di felicità: finalmente libera! Erano tutti lì, li conosceva di vista: il capitano e i suoi guardaspalle, il ragazzo zoppo e quel simpatico omone che gestiva la taverna in paese... Com'era loro grata!

    “Sarà meglio che rimanga qualche giorno nella taverna del Guercio, Mercedes,” le disse dolcemente Juan. “Hai bisogno di essere visitata da un dottore e di riposare, ti garantisco che ti porteremo al più presto dai tuoi nonni a Campo Real. Puoi stare tranquilla: Andrea Aleardi si è impegnato a licenziare Basilio e a nominare il signor Manera nuovo amministratore. La tua famiglia e quelle dei braccianti della tenuta non verranno più maltrattate, hai la mia parola.”

    La ragazza non riusciva a crederci: allora i miracoli accadevano davvero!

    ~ ~ ~

    “Francisco, Francisco, dove sei? Franciscooo!” urlò Caterina entrando di corsa in casa.

    Francisco, desolato, posò il giornale sul comò e si diresse all'ingresso: “Cara, mi vuoi dire cosa succede? Lo sai che non devi agitarti troppo...”

    “Non indovinerai mai ciò che ho appena appreso dall'avvocato Manera: Juan è il figlio illegittimo di José Aleardi della Valle! Andrea lo ha riconosciuto come suo fratello! Nostra figlia sarà la signora Aleardi!! La moglie del fratello maggiore! Non è meraviglioso...?!!

    ~ ~ ~

    Anna era certa di non avere capito bene. Sua suocera doveva essere sicuramente impazzita! Andrea aveva un fratello??

    “È così, ti dico, Andrea ha appena firmato il documento in cui riconosce Juan! Non c'è stato verso di fargli cambiare idea! E ora quel delinquente vuole completare l'opera sposando Beatrice! Non permetterò mai che metta le mani su metà dei beni di questa famiglia!” esclamò Sofia, alterata come non mai.

    “State tranquilla zia, ve ne prego,” rispose Anna, una luce dura negli occhi. “Parlerò io con Andrea. Non lasceremo che un criminale macchi l'onore del nostro casato!”

    ~ ~ ~

    “Sono preoccupato Guercio. Vorrei fare qualcosa per incastrare quel farabutto di Castaldo ma al momento ho le mani legate. Non posso mettermi nei guai con la giustizia e il capitano Leopardi è lontano parente di quel delinquente. Ti prego, abbi cura di Mercedes: è debilitata e non sarà in grado di affrontare il viaggio per Campo Real per alcuni giorni. Parlerò con Andrea per decidere il da farsi.”

    Facundo guardò pensieroso l'amico: “Juan, è vero quello che si dice in paese? Sei veramente il fratello del signor Aleardi?”

    L'uomo fece un mezzo sorriso: “Sì, è vero. Ma fondamentalmente sarò sempre un figlio rinnegato,” esclamò con amarezza.

    ~ ~ ~

    “Amore, adesso basta. Non voglio discutere anche con te. Ti ho già detto che Juan è figlio di mio padre e come tale è già stato riconosciuto. Sarà un perfetto marito per nostra cugina!” Andrea era esasperato. Ora ci si metteva anche sua moglie!

    “Tesoro, ascoltami. Sarà anche tuo fratello ma ciò non toglie che sia un poco di buono, non è l'uomo adatto per Beatrice! Possibile non ti interessi la sua felicità??” tentò Anna, l'angoscia che le montava in corpo.

    “Proprio per questo non voglio che sposi Alberto. Noi stessi le abbiamo causato danno ed è ora che ripariamo i nostri errori permettendole di scegliere chi più le aggrada,” le rispose seccato.

    Anna sapeva quando era il caso di lasciare cadere il discorso. Ci sarebbero stati altri modi e altri momenti per conseguire ciò che le stava a cuore. Non desiderava affatto che quell'uomo sposasse Beatrice! Sua cugina aveva tutte le fortune: un pretendente attraente, forte e determinato, ora si scopriva fosse persino nobile e ricco! Era troppo per quella monachella! Per un uomo simile ci voleva una compagna come lei, Anna...

    Andrea si era rivelato estremamente noioso e scialbo dopo il matrimonio, sempre succube della madre! Strano che si fosse ribellato al volere della zia Sofia in questo caso... Ma ciò stava ad ulteriore conferma di quanto risoluto fosse Juan...

    Anna si sentì avvampare. Non aveva dimenticato lo sguardo di ammirazione che quest'ultimo le aveva rivolto quel giorno al mercato, né la violenta attrazione che aveva avvolto tutto il suo essere...

    ~ ~ ~

    “Lascia stare Teresa, vado io ad aprire la porta: hai troppo da fare in cucina,” disse Beatrice alla cameriera, l'unica che potevano ancora permettersi di stipendiare. “Sarà l'avvocato Manera,” pensò schiudendo l'uscio. Sussultò, emozionata, quando si rese conto che il nuovo arrivato era il suo promesso sposo.

    “Juan...” sussurrò.

    “Non mi fai entrare?” chiese lui con un sorriso. Che fanciulla enigmatica era Beatrice! Era sicuro che fosse una donna passionale, ma aveva ancora così tante difese...

    Beatrice si guardò attorno con fare intimorito: “È che non sta bene se rimaniamo soli prima del matrimonio... Papà e mamma in questo momento sono in chiesa ed in casa c'è solo la nostra cameriera...”

    Juan entrò e richiuse piano la porta costringendo Beatrice ad arretrare di qualche passo. “Non ti sembra assurdo?” le disse. “Abbiamo praticamente convissuto per un mese intero e a breve ci sposeremo...” La giovane arrossì visibilmente. “Stai tranquilla, Beatrice,” continuò. “Nessuno può sapere che la cameriera non si trova in questa stanza con noi. E, se devo essere sincero, è un bene perché venivo a consegnarti questo...” Le porse una scatolina che la ragazza aprì con mani tremanti.

    “Ma è un anello di fidanzamento!” esclamò lei, il cuore che le batteva forte forte.

    “Beatrice, io sono emozionato quanto te,” le rivelò l'uomo con semplicità. “So che veniamo da ambienti diversi e che non abbiamo parlato sin dal giorno in cui ci siamo lasciati al porto, però ora che la faccenda del cognome è sistemata voglio che ci sposiamo al più presto. Forse perché ho paura tu possa cambiare idea...?” I suoi occhi rivelavano il timore appena espresso.

    Il cuore della ragazza si fermò per un istante. Si fece coraggio e guardò fissa il suo promesso:
    “Non c'è niente che possa farmi cambiar idea, Juan. Te lo dissi quando eravamo sulla tua barca e te lo ripeto adesso: io voglio sposarmi con te. Sono sicura che andremo d'accordo e che... che ci vorremo bene e faremo del bene come ci siamo promessi,” disse chiara e decisa.

    Juan le cinse delicatamente la vita. Fu inizialmente con dolcezza ma poi con passione sempre più crescente che la baciò. Beatrice pensò che non aveva mai vissuto nulla di così bello... Ed in quell'attimo sparirono tutti i dubbi affiorati dopo la conversazione avuta con Angelica quel giorno sul Satán: tutto ciò che proveniva da quell'uomo non poteva che essere meraviglioso!

    Edited by ipazia2010 - 8/25/2019, 09:44 PM
     
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    Londra, giugno 2015 (la vita presente)




    Ho sistemato tutte le pratiche del rimpatrio dopo varie peripezie. Non ve l'ho detto, ma questa volta tornerò in Italia per restare!

    Rimango però sconcertata: anche l'impiegato amministrativo al quale mi sono rivolta in Inghilterra sembra considerarmi un po' fuori di testa... proprio come i messicani di “Campo Real”!! Sto dando una falsa impressione di me in giro per il mondo.

    Mi sono sentita rimproverare perché avevo fatto troppe domande (si sa che la burocrazia è ostica, e non solo nel nostro paese...) ma, se andiamo a guardare, quando lavoravo io i clienti forse non si comportavano allo stesso modo con me? Mica perdevo la pazienza, io, quando mi chiedevano la stessa cosa per la centesima volta!


    Devo ammettere che mi spaventa molto pensare al futuro ora che, purtroppo, ho perso il lavoro (nonostante l'impeccabile background... ci tengo a farlo sapere all'impiegato inglese, non sia mai mi stesse leggendo!!!).

    Trovare un altro impiego alla mia età, in piena crisi economica, sembra essere un'utopia. Tuttavia each cloud has a silver lining, ogni nuvola ha una striatura d'argento e cioè non tutto il male viene per nuocere. Le difficoltà sviluppano il pensiero laterale, promuovono altri modi di pensare. E il nuovo millennio oltre a tanti problemi ha portato anche un nuovo credo, questo “pensiero positivo”: adottare la filosofia del bicchiere mezzo pieno a detta di molti aiuta ad attrarre la vita che vogliamo. Se non altro, male non fa! E allora proviamoci...

    Certo, mi rimane difficile accettare il fatto di essere costretta a lavorare per vivere in questa vita quando, solamente due secoli fa, ero una contessa riverita e servita...

    Mannaggia a me e alla mia voglia di indipendenza!!! Guarda te dove mi ha portato...
     
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    Messico, fine Ottocento (la vita passata)

    Parte III



    “Anna, sei pronta? Tra poco arriveranno gli invitati, Antonia e Sofia ti stanno aspettando per riceverli!”

    Che pazienza ci voleva con sua nipote, pensò Caterina. Fortunatamente tutto era pronto per il ricevimento di quella sera ove si sarebbe ufficialmente annunciato il fidanzamento di sua figlia. Certo, c'erano state delle chiacchiere in paese visto che il matrimonio si sarebbe officiato di lì a qualche giorno, tuttavia Andrea era stato così generoso e avveduto da organizzare un gran ballo nella sua casa di San Paolo dopo aver divulgato la notizia di un compromesso precedente la fuga di Beatrice. Fuga ovviamente perpetrata col nobile Juan Aleardi della Valle, ingiustamente accusato di contrabbando e privato per tanti anni del legittimo cognome a causa di un disguido legale abilmente risolto dall'avvocato Manera. In effetti, quel ragazzo era il ritratto vivente di José: nessuno avrebbe potuto dubitare fosse figlio di suo cugino.

    Eh sì, tutto era andato per il meglio, considerò Caterina soddisfatta salendo le scale per andare a vedere cosa stesse facendo la nipote.



    Anna udì la zia entrare in camera da letto. La accolse con un sorriso smagliante. Ci sarebbe stato da divertirsi al ballo. Quella monachella di sua cugina... Non poteva certo competere col suo indiscutibile fascino: nessun uomo le aveva mai resistito... e Juan, che di virilità ne aveva da vendere, non sarebbe stato da meno.

    ~ ~ ~

    Juan doveva affrettarsi: l'avvocato Manera lo attendeva, erano già in ritardo. Che seccatura dover partecipare a quel ricevimento, proprio lui, un contrabbandiere che aveva sempre odiato l'aristocrazia e la lussuria che faceva parte di quel mondo! Ma Andrea aveva talmente insistito...

    Ancora non riusciva a credere a quello che era accaduto in poche settimane: aveva recuperato il suo cognome e l'affetto di un fratello creduto perduto...

    Se non altro avrebbe rivisto Beatrice: che sforzo gli era costato evitare di recarsi a casa di lei nei giorni passati! Tuttavia, se l'avesse fatto, non avrebbe probabilmente resistito al desiderio di farla sua e questo non sarebbe stato giusto. Avevano diritto alla loro prima notte di nozze, pensò sorridendo dolcemente.

    Sapeva di non esserle indifferente (conosceva le donne troppo bene per non accorgersene), forse un giorno sarebbe riuscita ad amarlo come lui amava lei. Si era davvero innamorato follemente di quella donna tanto dolce quanto testarda. Il problema era dimenticare che Beatrice fosse stata talmente devota a suo fratello da voler entrare in convento dopo la rottura del loro fidanzamento. Anche il signor Nicola si era lasciato sfuggire qualche giorno addietro quanto la fanciulla ne avesse sofferto.

    Che dire poi del loro primo incontro... per quale altra ragione tentare il suicidio se non per una delusione d'amore?

    Juan sospirò. Non doveva pensare a questo. Tra una settimana Beatrice sarebbe diventata sua moglie: sarebbe riuscito a farla innamorare di lui, a qualunque costo.

    ~ ~ ~

    Che brusio nel salone, pensò indispettita Sofia. Come le seccava dover fare buon viso a cattivo gioco! C'erano le migliori famiglie di San Paolo nonché alcuni importanti funzionari della capitale, amici di suo figlio. Bel figlio si ritrovava! Dare più credito alle parole di un pirata piuttosto che a sua madre! E quell'intrigante di avvocato! Era andato persino a cercare testimoni di allora, vecchi camerieri ai quali magari era andato di volta il cervello, per comprovare l'adulterio di suo marito e dunque l'identità di quella canaglia! Era stata offesa, non bastava affermare si trattasse di fatti precedenti il suo corteggiamento.

    Eppure non era questo che la preoccupava maggiormente.... Doveva assolutamente impedire a quell'individuo di toccare un solo centesimo dell'eredità Aleardi e la lettera che le aveva fatto avere Basilio poteva ancora essere utilizzata a tal fine checché ne dicesse Andrea...

    ~ ~ ~

    “Il duca e la duchessa Montes de Ojas”
    “Il marchese e la marchesa de Reyes”

    Antonia era compiaciuta. La festa era pienamente riuscita, c'era la gente più importante del paese.
    Tra poco sarebbero iniziate le danze. “Speriamo che Rodolfo non si senta in dovere di invitarmi a ballare!” pensò, un poco preoccupata. Suo marito non ballava molto bene, era rigido proprio come un militare e infatti non amava quelli che chiamava futili svaghi, a parte le adorate partite a scacchi. Mentre Francisco, lo sposo di Caterina, sapeva muoversi con eleganza. Quella era una delle poche cose che invidiava alla sorella, Rodolfo poteva essere così pomposo a volte...

    Lo sguardo le cadde su Juan, che stava ricevendo gli ospiti. Doveva ammettere che tutte le donne in sala, nessuna esclusa, ne stavano ammirando la figura virile, il portamento elegante e sicuro di sé. Era davvero un gran pezzo d'uomo come d'altronde era stato suo padre, ammise sorprendendo se stessa. Ma rimaneva comunque un volgare bastardo che ora rischiava di togliere a sua figlia ciò che legittimamente era suo!

    Ne avevano discusso più volte in quei giorni: chissà che l'altro suo figlio, Umberto, non avesse escogitato qualche ulteriore intrigo, magari più efficace dell'idea di far maritare Beatrice con Alberto! A proposito, ma dov'era finita Beatrice...?

    “Madre, avreste un momento per me? Devo chiedervi un favore,” le chiese Anna, appena sopraggiunta, facendole capire di doverle parlare in privato.

    ~ ~ ~

    Umberto osservò sua madre e sua sorella confabulare. Sicuramente Anna stava per mettere in atto la prima parte del loro piano. Dopo essersi sincerato dell'assenza di Beatrice, prese un altro calice di vino e si avvicinò al gruppetto di invitati che brindavano accanto a Juan.
    “Alla vostra salute!” esclamò. “Dove si trova la mia cuginetta preferita, Juan? Forse è ancora in giardino? Tra poco inizieranno le danze!”

    Juan lo guardò torvo. Quel tipo non gli piaceva affatto. Ne avrebbe approfittato per allontanarsi e cercare la sua donna. “Vi ringrazio per le felicitazioni, signori. Torno tra poco con Beatrice di modo che possiate congratularvi anche con lei,” disse accomiatandosi con gesto elegante facendo cenno all'avvocato Manera di intrattenere gli ospiti.

    ~ ~ ~

    C'erano delle persone dietro la veranda. Gli sembrò che una di queste fosse Anna.

    “Madre, come può farmi questo? L'ho sempre detto io, Beatrice è un'ipocrita! È ancora innamorata di Andrea, non lo capite?”

    Juan si raggelò all'istante. Si preoccupò di nascondersi dalla vista delle due donne che parlavano nascoste dalla pianta di rose.

    Antonia era interdetta: “Anna, ti prego, calmati. Sono certa ci sia una spiegazione. Hai provato a parlare con tua cugina?”

    “Sarebbe inutile mamma, Beatrice di certo negherebbe tutto! Come può ancora dedicare delle poesie d'amore a mio marito?? Sono sicura si tratti della sua scrittura!” gemette la giovane.

    “Adesso calmati, non è il caso che la gente ti veda in questo stato. Asciugati il viso ed entra sorridente in sala. Io intanto vado avanti. Ne parliamo dopo,” rispose Antonia, perentoria.

    ~ ~ ~

    Quando Anna rientrò nel salone, Umberto le andò incontro come da precedenti accordi. “Siamo riusciti nel nostro primo intento?” le sussurrò all'orecchio.

    “Meglio di quanto previsto,” gli rispose lei. “Ho atteso che Juan arrivasse in giardino prima di recitare la mia parte alle spese della mamma. E Carmen oggi è stata a casa della zia Caterina per aiutarla coi preparativi della cerimonia: mi ha portato ciò che le avevamo chiesto. Non è stato difficile...”

    I due cospiratori si guardarono in viso e sorrisero.

    ~ ~ ~

    Beatrice era in ritardo: Carmen, che si era offerta di acconciarle i capelli, aveva perso tempo a cercare i guanti da abbinare al suo vestito. Stava scendendo le scale quando Juan le si avvicinò come una belva inferocita.

    “C'è forse qualcosa che devi dirmi prima di annunciare ufficialmente il nostro fidanzamento?” le chiese, rabbioso.

    Beatrice lo guardò stupita. “No, mi sembra tutto a posto. C'è qualche problema?”

    Juan fece uno sforzo per controllarsi. Doveva avere pazienza, si ripeté per l'ennesima volta. Anche il signor Nicola gli diceva sempre che l'orgoglio fosse il suo peggior nemico... “Non mi pare. Sicura di non avere ripensamenti?” le chiese fissandola intensamente.

    Beatrice sentiva che Juan era arrabbiato, ma non ne comprendeva la ragione. D'altronde stava cominciando ad abituarsi a quei suoi continui sbalzi di umore. Sua madre glielo aveva detto: gli uomini facevano parte di un altro mondo. Poco importa, si disse. Lei lo amava con tutto il cuore e gli avrebbe donato tutto quell'affetto che la vita gli aveva finora negato: “Certo che no. E tu?”

    “Nessun ripensamento. Ma stai attenta Beatrice. Non perdono chi mi inganna,” rispose lui con fare minaccioso.

    “Perché dici questo? Lo sai che voglio sposarti e condividere la mia vita con te. Ne abbiamo già parlato,” gli confermò con la ingenuità che la contraddistingueva.

    Per tutta risposta, lui la attirò verso di sé e la baciò con tenerezza: “Vieni, andiamo a ballare,” propose conducendola per mano.

    ~ ~ ~

    “Allora sorellina, quando pensi di consegnarlo a Juan?” domandò Umberto ad Anna attirandola in disparte mentre gli ultimi invitati montavano la carrozza che li avrebbe riportati a casa.

    “Sai che bisognerà apportarvi delle modifiche per quanto minori,” fu la risposta. “Comunque conto di farlo subito dopo il pranzo nuziale.”

    Umberto fischiò piano: “Così tardi? E come pensi di fare senza destare sospetti?”

    Anna gli rivolse un sorriso malizioso: “Beh, abbiamo convenuto si tratti della soluzione migliore. E sarà Angelica ad aiutarci nel nostro intento”.

    “Pensi davvero di poterti fidare di Angelica? È stata amante di Juan che io sappia,” incalzò Umberto.

    “Non preoccuparti, è molto amica di Carmen, la mia cameriera personale: figurati, frequentano la nuova scuola delle suore! Ho sempre pensato che permettere a Carmen di seguire le lezioni con la gente del popolo mi sarebbe tornato utile un giorno: si apprende ciò che realmente succede in paese! Sarà proprio Carmen, sebbene ad insaputa di entrambe, ad istigare Angelica per conto nostro!” sentenziò Anna.

    “Sarà, ma io credo che dovremmo anche pensare a qualcos'altro. Non possiamo essere certi della reazione di Juan. Non so, mi sembra tutto un po' campato in aria...”

    “Non essere sciocco, Umberto! Ti ho già detto che sia Andrea sia l'avvocato Manera affermano che quel selvaggio provi un sentimento sincero per nostra cugina – Dio solo sa come!! - e quelli non mentono neanche sotto tortura! Per quanto riguarda la scena alla quale Juan ha assistito stasera, abbiamo calcolato i tempi alla perfezione! Non dubito che mio cognato sia una testa calda... Se riusciamo a fargli credere che quella monachella di Bea non sia poi tanto casa e chiesa come vuol apparire, sarà facile per me sedurlo ed infine accusarlo di fronte ad Andrea. Di certo mio marito non esiterà a diseredarlo per un affronto del genere!” concluse Anna tutta compiaciuta.

    Umberto la guardò pensieroso: “Stai attenta sorellina, stai giocando col fuoco: non vorrei che ti scottassi più del necessario,” le disse serio.


    L'indomani

    “Come mi piacerebbe poter portare Beatrice nella mia casa sul mare!” confessò Juan all'avvocato mentre questi preparava le carte per l'acquisto della nuova casa degli sposi.

    “Juan, sai perfettamente che non è possibile: ci vorranno mesi prima di completare i lavori nella nuova abitazione e non puoi portare una contessa in un rifugio, non se ne parla! Sapevi bene a cosa andavi incontro quando hai accettato di sposare un'aristocratica, no?” cercò di farlo ragionare il legale. “Io insisto, accetta l'offerta di Andrea di soggiornare a Campo Real: tra l'altro vivrete in un'ala separata dell'hacienda se ti preoccupa la vicinanza della signora Sofia! Avrai non solo l'occasione di conoscere meglio tuo fratello, ma di poter seguire da vicino l'amministrazione della tenuta verificando le condizioni di vita dei braccianti: non era questo ciò che volevi?”

    Juan esitò. Sapeva come la pensava il signor Nicola ma proprio non riusciva ad accettare l'idea che Beatrice vivesse a pochi passi dal suo antico promesso. “Avvocato, mi considerate come un figlio e come tale mi rivolgo a voi: che fareste al mio posto? Vi ho confessato i miei sentimenti per la mia futura moglie ma voi non conoscete le circostanze in cui ci siamo conosciuti... Mesi fa Beatrice tentò il suicidio, poco dopo la rottura del fidanzamento con Andrea. Come posso cercare di farla innamorare di me se viviamo praticamente tutti lo stesso tetto?” si sfogò.

    Manera lo fissò inorridito. Povera Beatrice, che pene doveva avere sofferto!

    “Juan,” disse con tono gentile “questo è successo tempo fa. Sappiamo che Beatrice ha amato molto Andrea ma è con te che ha scelto di sposarsi. La conosco sin da bambina e so che è una ragazza onesta e sincera: se non ti ha rifiutato come ha fatto con Alberto significa che non è contraria a questo matrimonio, tu stesso la apprezzi perché ti sei reso conto di quanto abbiate in comune. Vedrai col tempo l'amore verrà, da quando in qua hai mai dubitato del tuo fascino?” lo canzonò in ultimo per spezzare la tensione impadronitasi del suo giovane protetto.

    Juan lo guardò con affetto: “Avete ragione. Penso che accetterò, ma solo a condizione che ci aiutiate con l'amministrazione della tenuta: Andrea è già d'accordo,” rispose il giovane tendendo la mano all'anziano amico.

    ~ ~ ~

    Beatrice si sentiva più sollevata: era stata a visitare Mercedes e l'aveva trovata in buone condizioni di salute. Avvertiva in quella ragazza tanta bontà ed era certa che sarebbero diventate amiche. Le piaceva frequentare la gente di Juan: come concordato, molti di loro avrebbero continuato a lavorare per suo marito dopo il matrimonio. Si trattava di decidere dove andare ad abitare per i primi mesi... Comunque presto avrebbero avuto la loro casa, pensò sorridendo.

    Voleva proprio scrivere qualcosa sul suo diario, d'altronde aveva molte cose da raccontare: stava per sposarsi...!! Era da tanto che non lo apriva...

    Peccato, perché quell'agenda poteva considerarsi la sua compagna di vita, una consuetudine tanto familiare da continuare anche durante il viaggio sul Satán quando, non avendo il diario sottomano, aveva scritto i suoi pensieri su dei fogli che al rientro aveva aggiunto al piccolo libricino prezioso.

    La verità era che provava vergogna a parlare delle sensazioni che le provocava la vicinanza di Juan: non era sicura che i suoi pensieri più audaci non fossero invisi al Signore e preferiva tenerli per sé piuttosto che metterli nero su bianco: in quel modo li avrebbe resi ancora più reali!

    Com'era diverso quando scriveva di Andrea... Quelle erano state solamente romantiche illusioni, solo adesso se ne rendeva conto...

    Tirò il cassetto del comò ove normalmente custodiva il diario: stupita, si rese conto che era vuoto. Com'era possibile?

    ~ ~ ~

    “Dai, fammelo vedere!” Umberto raggiunse la sorella che, con un risolino, si gettò sul divano del suo salottino personale tenendo tra le mani il diario di Beatrice.

    Si trovavano ancora a San Paolo ove di lì a poco si sarebbe celebrato il matrimonio: se lei, Anna, avesse giocato bene le sue carte, ce ne sarebbero state delle belle! Ma guarda che inezie scriveva quell'ebete della cugina:

    “Senti questa Umberto, qui parla di Andrea ai tempi del loro compromesso:

    Sei e sarai sempre il mio unico grande amore fino all'ultimo giorno di vita che Dio vorrà concedermi, fino al mio ultimo respiro...


    Che banale! Nostra cugina non si smentisce mai: che gatta morta! Cosa racconterà mai a quel vichingo la prima notte di nozze!” esclamò con cattiveria.

    Umberto rise di gusto: “Sei una strega Anna, anche se indubbiamente molto decorativa. Fammi dare un'occhiata, non abbiamo molto tempo e dobbiamo vedere se si può utilizzare,” le ricordò, pratico come sempre. Ubbidientemente Anna glielo passò.

    ~ ~ ~

    “Ma dove sarà? Sono sicura di averlo lasciato qui!” Beatrice proprio non capiva. Erano anni che teneva i suoi diari nei cassetti, non li lasciava in giro né li chiudeva a chiave, non ce ne era mai stato bisogno... Bisognava però dire che c'era stato tanto da fare coi preparativi della cerimonia, forse l'aveva messo da qualche altra parte e non se ne rammentava. Ad ogni modo se ne sarebbe ricordata... ora doveva raggiungere la mamma e insieme sarebbero andate alle prove finali del suo abito da sposa, pensò, raggiante come non mai.

    ~ ~ ~

    Un lampo di eccitazione attraversò lo sguardo di Umberto:

    “Anna, abbiamo un tesoro fra le mani! In queste pagine Bea dichiara il suo amore incondizionato per Andrea e solo nelle ultime accenna a Juan e in termini affatto lusinghieri! Guarda tu stessa!”

    Svelta, Anna afferrò il quadernetto dando una rapida occhiata agli ultimi trascritti.

    “Stai pensando quello che penso io, non è vero?” la incoraggiò il fratello, sempre più eccitato.

    “Non capisco, non parla assolutamente del matrimonio imminente, di Alberto, del riconoscimento di Juan...” osservò la donna, sorpresa. “Le ultime annotazioni sono su fogli separati e risalgono a quando ancora si trovava in barca con quel pirata! Leggi qui:

    Oggi Juan ha superato se stesso: che barbaro! Lo odio!!! Ci trovavamo tutti nel salone. Siccome Angelica mi aveva raccontato della povera Mercedes gli ho chiesto di fare qualcosa... mi ha risposto per le rime, sarcastico come sempre! Non lo sopporto più, è sempre scostante, beffardo, rude... Mi ha anche ricordato come in un certo senso Andrea sia responsabile di quello che è accaduto a Mercedes. Mi dispiace che pensi questo... Se lo conoscesse si renderebbe conto della persona meravigliosa che è, tutto il contrario di lui!!”

    Anna trattenne il fiato. Che fortuna avevano avuto! Chissà cos'era successo quel giorno per far sì che Beatrice fosse così arrabbiata...


    Umberto interruppe i suoi pensieri:

    “Dobbiamo alterare le date in cui parla di Andrea e buttare via gli ultimi fogli dove comincia ad apprezzare Juan! Fortuna vuole che non siano rilegati! Questo passaggio ad esempio proprio non va:

    Ho sbagliato a giudicare Juan in quel modo: non se lo merita. Ho capito che è burbero e scostante per via della vita che ha sempre condotto ma fondamentalmente è buono e generoso: lo dimostra l'attaccamento che la gente prova nei suoi confronti. Un uomo che aiuta i poveri non può essere cattivo. Ho notato poi che ultimamente è più gentile con me e ne sono contenta...

    Che ne pensi, sorellina?”


    “Dico che è strano che Beatrice non abbia scritto niente dopo il ritorno dal viaggio. E perché vuoi alterare le date?”

    “Scusami, ma non vedi che risalgono a tanto tempo fa? È meglio che Juan creda che la mogliettina stia ancora pensando all'antico promesso: quando un uomo si sente ferito nell'orgoglio è più facile che cada preda delle tentazioni e qui entri in gioco tu carissima. Non mi preoccuperei troppo del fatto che Bea non abbia più scritto nulla: sarà stata impegnata con tutto il casino successo dopo... Sai una cosa? Andrò subito a Campo Real.”

    “'A Campo Real?” Anna si alzò dal divano: “A fare che?”

    “A cercare Basilio. Sicuramente quel furfante conoscerà qualcuno in paese che possa alterare il diario senza che nessuno se ne accorga,” si accomiatò Umberto strizzandole l'occhio.
     
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    Il matrimonio

    “Sei bellissima mia cara! Non posso crederci! La mia bambina!” Caterina piangeva di felicità. Beatrice era splendida in abito da sposa. Una vera principessa.

    Francisco sentì un nodo in gola. Aveva tanto desiderato che Bea si sposasse e ora eccola lì... una nuvola bianca, un angelo che stava per abbandonare il focolare... Il peggio era che ora sarebbe rimasto solo con quella brontolona di sua moglie. “Il Signore dà e il Signore toglie,” pensò malinconico.


    Beatrice era felice. Si vedeva bella per la prima volta in vita sua. Aveva tanto atteso quel giorno: sarebbe finalmente diventata la sposa di Juan, dell'uomo che le aveva rapito l'anima. “Signore, ti ringrazio,” pregò tra sé col cuore pieno di gioia.

    ~ ~ ~

    “Me lo devi dare! Subito!” intimò Angelica a Carmen. “Non possiamo permettere che inganni Juan!!”

    “Te l'ho detto Angelica, io ho imparato a leggere da poco: magari ho capito male quello che c'è scritto! Cercavo l'agenda dove i signori annotano le spese del matrimonio e invece, per sbaglio, ho preso il diario della signorina Beatrice! Se mi scoprono mi cacciano!” piagnucolò Carmen ripetendo la scusa che la sua padrona Anna le aveva fatto imparare a memoria.

    “Ma non capisci che Juan non sposerà la signorina Beatrice se è ancora innamorata del signor Andrea?? Dobbiamo dirglielo subito!! Dammi il diario, lo mostreremo all'avvocato Manera! Ti prego, Carmen, è già troppo tardi!”

    Ma questo Carmen lo sapeva bene: si era premurata di incontrare Angelica solo dopo essersi assicurata che Juan fosse giunto all'altare in attesa della sua sposa, come da istruzioni ricevute dalla sua signora e dal signor Umberto.

    ~ ~ ~

    “Non osi separare l'uomo ciò che Dio unisce.”
    La voce del sacerdote risuonò soavemente nella chiesa di San Paolo, degna compagna delle note di musica sacra che ne permeavano l'atmosfera incantata.

    Juan era emozionatissimo. Lentamente, sollevò il velo di Beatrice e avvicinò le labbra a quelle della dolce moglie.

    ~ ~ ~

    “Anche questa è fatta,” sospirò Antonia. Anna le sembrava più tranquilla, probabilmente si era resa conto di aver esagerato la sera del ballo. Tra poco ci sarebbe stato il ricevimento nuziale e finalmente tutto si sarebbe aggiustato, almeno a sentire Umberto. Era stato talmente evasivo quando gli aveva chiesto cosa stesse macchinando per impedire a quel selvaggio di usufruire dell'eredità Aleardi, ma Antonia conosceva bene quanto furbo e spregiudicato fosse il figlio maggiore... non a caso il suo prediletto, riconobbe con un pizzico di vergogna.


    ~ ~ ~

    “Dobbiamo parlare Juan, è urgente!”

    Era pomeriggio inoltrato. L'allegra combriccola aveva raggiunto il parco di Campo Real per il banchetto nuziale. Angelica lo tirò in disparte: “Devo assolutamente mostrarti una cosa.”

    Juan prese la sua protetta sottobraccio. Il suo matrimonio doveva essere stato un duro colpo per lei e questo gli dispiaceva assai, ma non aveva intenzione di abbandonarla come le aveva promesso tanto tempo prima. “Potremo parlare più tardi in privato,” le disse facendo cenno agli invitati dietro di loro, “tra le altre cose dovrai contattare Beatrice per discutere le tue nuove mansioni.”

    “Sei tu quello che deve parlare con lei, anzi picchiarla!!” rispose la fanciulla, adirata come non mai. “Come ha potuto maritarsi con te quando è ancora innamorata di suo cognato, cioè di tuo fratello?!”

    Gli occhi dell'uomo si ridussero a due fessure: “Attenta Angelica, finora ho portato pazienza con te ma non sono disposto ad accettare che insulti mia moglie!”

    “Non sono insulti!! Leggi questo se non mi credi!” lo sfidò la giovane tirando fuori dalla tasca il piccolo diario di Beatrice.

    ~ ~ ~

    Angelica e Juan si erano allontanati per troppo tempo, pensò l'avvocato Manera. Non era un buon segno. Sapeva bene quanto quella ragazza potesse essere difficile: gliel'avevano affidata come cameriera fino a quello stesso giorno, poi avrebbe prestato servizio presso i novelli sposi.

    Seguendo un impulso improvviso si avvicinò alla porta dove li aveva visti entrare.

    ~ ~ ~

    Juan fissò sconcertato il diario di Beatrice. Ne aveva letto solo poche pagine, ma non gli riusciva di proseguire la lettura senza vedere rosso. Soprattutto si rifiutava di contemplare ciò che teneva nella mano destra: era una recente foto di Andrea apparentemente utilizzata come segnalibro.

    “Allora?? Cos'hai intenzione di fare con quella là?? Le permetterai di continuare a burlarsi di te?” continuò Angelica.

    Juan le rivolse uno sguardo d'acciaio: “Sta' zitta!” le ordinò, imperioso. “Torna in giardino. E non dire una sola parola di questo!”

    Spaventata dal tono velenoso con il quale le si era rivolto, Angelica si ritirò.

    ~ ~ ~

    L'avvocato Manera aveva assistito alla scena. Vide Angelica dirigersi verso il parco poi si voltò a guardare Juan. Non c'era bisogno di parole fra loro per capire che il giovane fosse stato ferito a morte.

    ~ ~ ~

    Beatrice sorrideva agli invitati che a turno le si avvicinavano per farle le congratulazioni. Non capiva dove fosse finito Juan. Forse era il caso di andare a cercarlo...?

    ~ ~ ~

    “Mi ha ingannato, lo capite? E io sono caduto nella trappola, nemmeno fossi un adolescente alle prime armi!”

    “Calmati Juan, non mettiamo le mani avanti. Ammesso e non concesso che Beatrice sia ancora innamorata di Andrea, è con te che si è appena sposata! Lo ripeto, per me si tratta di un grosso equivoco!” L'avvocato Manera era davvero preoccupato. Mai aveva visto Juan in quello stato.

    “No, signor Nicola: le date parlano chiaro! Nelle ultime pagine Beatrice mi copre di insulti e continua ad idolatrare mio fratello! E nonostante tutto non ha esitato a rispondere ai miei abbracci e ai miei baci! E sapete perché... Sono sicuro che Andrea abbia propiziato il nostro matrimonio... Ne abbiamo discusso a lungo dopo avergli rivelato la mia identità! Per non dare un dispiacere al suo amato e per salvare l'onore della famiglia la distinta contessina Aranda d'Altomonte ha accettato di sposare un uomo come me!” vomitò l'uomo, amareggiato come non mai.

    L'avvocato sospirò: “Ascoltami, quel che è stato è stato. Sono convinto che Beatrice ti ammiri e se ti ha accettato lo ha fatto perché crede la vostra unione possa funzionare. Tu stesso mi hai detto che avete tante cose in comune... Molti matrimoni vengono contratti per molto meno. Ti consiglio di calmarti e parlarne poi con tua moglie. Non sottovalutare ciò che il destino ha voluto offrirti: vedrai che col tempo tutto si aggiusterà...”

    Juan si accasciò su di una sedia e si prese la testa tra le mani. “Non so,” disse infine. “Davvero non so cosa pensare... Ero convinto che qualcosa di primordiale mi unisse a Beatrice: d'istinto ho capito lei fosse la donna per me, sebbene ammetta di non aver inizialmente dato peso a questa cosa. Ero certo che prima o poi lei stessa se ne sarebbe resa conto... d'altronde non era mai stata realmente fidanzata con mio fratello e conosco le donne: innamorate di un'idea, di una illusione... Ha cominciato ad acquisire sicurezze durante il viaggio sul Satán, ne sono certo. Perché adesso... questo??” aggiunse con voce spezzata.

    “Juan...”

    “Voi conoscete la mia storia, signor Nicola: pensavo fosse finalmente arrivata l'occasione di amare anche per me, che non ho mai avuto una famiglia... Evidentemente mi sbagliavo.”

    L'avvocato Manera non sapeva più cosa dire. Si sentiva impotente di fronte all'evidente dolore dell'altro: “Lo ribadisco, Juan, dalle tempo. Non lasciare che il passato si intrometta tra voi. Sii paziente e aspetta...” gli consigliò abbracciandolo forte.

    ~ ~ ~

    “Juan, vieni: zia Augusta e Matilde vogliono salutarci prima di far ritorno a San Cayetano!”

    Beatrice si avvicinò a quello che ormai era suo marito: ancora non riusciva a crederlo, il cuore rischiava di scoppiarle in petto! “C'è anche Mercedes,” gli confidò prendendolo sottobraccio. “È tornata a vivere coi nonni e mi domandava della scuola che intendiamo aprire qui.”

    Juan fece uno sforzo enorme per contenersi. Per quanto si fosse calmato grazie all'intervento del suo protettore non riusciva ancora a credere alla doppiezza di Beatrice. Se si illudeva di poterlo ingannare si sarebbe presto accorta con chi aveva a che fare realmente!

    ~ ~ ~

    “Vi do il benvenuto ufficiale a Campo Real!” Anna alzò il bicchiere per brindare. Erano rimasti solamente loro quattro: lei e il marito e i novelli sposi. I familiari si erano già ritirati nelle loro stanze, mentre gli altri invitati avevano fatto ritorno al paese.

    “Ti accompagnerò a visitare la tenuta quando lo riterrai opportuno,” intervenne Andrea, rivolto verso Juan.

    “Domani stesso. Dopo ciò che mi hai confidato riguardo il licenziamento di Basilio voglio sincerarmi personalmente delle condizioni dei braccianti; inoltre dobbiamo concordare gli alloggi e le mansioni della mia gente: molti verranno a lavorare per noi come discusso,” fu la categorica risposta.

    Anna fu lesta a lanciare il colpo finale: “Tutto per merito di mia cugina! Cara, sei stata bravissima a convincere tuo marito a venire a vivere a Campo Real assieme a suo fratello! È stato un gesto nobile e generoso da parte tua, senza contare servirà a tacere le solite malelingue che ancora spettegolano sul tuo vecchio compromesso con Andrea, bontà loro!” annunciò gaiamente, ben sapendo l'effetto che le sue parole avrebbero avuto sull'uomo che le stava di fronte.

    Juan guardò torvo Beatrice. Posò il bicchiere sul tavolo: “Vogliate scusarci, ma è ora che ci ritiriamo nelle nostre stanze.” Con gesto brusco, prese la moglie sottobraccio e si accommiatò.

    ~ ~ ~

    Beatrice era a disagio. Juan le pareva distante, indifferente... ben diverso dall'uomo che aveva imparato a conoscere e amare. Forse la sua mancanza di esperienza lo preoccupava? Arrossì a quel pensiero improprio. Non sapeva davvero cosa aspettarsi dalla prima notte di nozze ma aveva sempre pensato lui l'avrebbe aiutata... Sentì la porta della sala da bagno aprirsi. Speranzosa, si voltò verso il marito.

    “Possiamo calarci la maschera, Santa Beatrice,” le disse questi in tono beffardo. “Abbiamo entrambi ottenuto ciò che volevamo: tu hai salvato l'onore della famiglia e io ho riottenuto il mio, grazie anche a questa unione. Da domani incominceremo ad occuparci delle famiglie della tenuta, per lo meno daremo un senso al nostro matrimonio,” spiegò avvicinandosi pericolosamente per prenderle il viso tra le mani, costringendola a fissarlo negli occhi: “Non c'è bisogno che finga stanotte. Ho chiesto ad Edoardo di prepararmi il letto negli alloggi dell'amministratore. Vivremo come contrattato, e cioè come due soci d'affari così come avevamo originariamente convenuto.” La lasciò andare con un gesto brusco e si diresse verso l'ingresso.

    “Che sollievo, vero?” non poté fare a meno di lanciare un'ultima, velenosa frecciatina alla giovane donna che, tremante, lo osservava silenziosa ed incredula.

    Edited by ipazia2010 - 6/28/2019, 02:12 PM
     
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    Poche settimane dopo

    “Mercedes, quando pensi sia meglio iniziare le lezioni per i bambini? So che la mattina vi aiutano nei campi... Per questo ho pensato di cominciare la prossima settimana, idealmente nelle prime ore del pomeriggio: che ne dici?”

    “Penso abbiate ragione, signora. I bimbi sono molto felici di ricevere un'istruzione e noi contadini non sappiamo davvero come ringraziarvi!” rispose la ragazza.

    Mercedes voleva bene alla signora Beatrice: una giovane donna buona e caritatevole, al contrario dell'altezzosa moglie del signor Andrea. Da quando il signor Juan e la sua consorte erano venuti ad abitare a Campo Real molte cose erano cambiate per il meglio, anche se c'era ancora tanto da fare... Respirò a fondo per farsi coraggio: “Perdonate l'ardire, ma sono preoccupata per i miei nonni e la mia sorellina. So che presto andrete a vivere con vostro marito nella nuova casa e si mormora che a Basilio verrà di nuovo offerto il posto di amministratore della tenuta.. Sapete che spesso ci castiga e noi siamo troppo spaventati per poterci difendere...” le confidò in un sussurro.

    Beatrice ammutolì. Conosceva bene la fama di Basilio e sapeva anche che sua zia avrebbe voluto affidargli nuovamente la gestione dei braccianti, proprio come temuto da Mercedes. Non doveva permetterlo! Prese le mani della ragazza tra le sue: “Stai tranquilla Meche, parlerò con Juan e Andrea: ti prometto che questo non succederà.” Si augurò in cuor suo che fosse proprio così, visto che i rapporti tra lei e Juan erano limitati a semplici atti di cortesia... Ma questo nessuno doveva saperlo.

    ~ ~ ~

    “Buongiorno caro cugino!” Anna sfoderò il più incantevole dei suoi sorrisi.

    Juan non le prestò attenzione. Doveva parlare con Andrea della questione di Basilio: non lo voleva assolutamente come responsabile dell'hacienda! “Buongiorno a te, cugina. Dove posso trovare tuo marito?”

    Che modi bruschi, pensò la donna. Probabilmente perché non aveva ancora condiviso il letto con Beatrice: i suoi fedeli servi le avevano riferito che finora gli sposi avevano dormito in camere separate e nessuno dei due sembrava frequentare quella dell'altro...

    “Credo sia passato dalla zia ma a minuti dovrebbe essere nello studio,” gli rispose civettuola facendo rigirare il manico del parasole tra le mani, il morale sollevato da quell'ultimo intrigante pensiero.

    ~ ~ ~

    Beatrice incrociò Juan mentre questi si dirigeva da Andrea. Gli rivolse uno sguardo di fuoco: “Dobbiamo assolutamente parlare di Basilio. Non possiamo permettere maltratti gli operai!” disse asciutta.

    “È così che una dolce mogliettina dà il buongiorno a suo marito? Dovresti imparare da tua cugina, che mi saluta sempre con un sorriso e occhi ammiccanti!” Juan era ancora troppo ferito per rendersi conto di quanto lui stesso stesse addolorando la giovane sposa.

    “Se mio marito mi rispettasse ne sarei ben lieta,” gli rispose piccata, senza guardarlo negli occhi per evitare si accorgesse della sua commozione. “Sono stanca di essere oggetto dei tuoi commenti beffardi, puoi risparmiarteli! Visto che mi hai sposato per la mia dote perlomeno facciamo che questa serva a qualcosa!” terminò, orgogliosa.

    Juan si risentì. Accidenti, ma perché quella donna riusciva sempre a portargli scompiglio?

    “Hai ragione. Aspettami alla scuola. Non appena avrò terminato con Andrea, ti raggiungerò per parlare delle modifiche da apportare alle strutture,” le disse allontanandosi per sfuggire al desiderio di prenderla in braccio e portarla nel suo letto.

    ~ ~ ~

    Sofia squadrò il nipote dall'alto in basso. Umberto era sicuramente intelligente e pieno di risorse.
    “Non preoccupatevi, zia. Basilio si incaricherà personalmente di falsificare il testamento. Basterà modificare la clausola ove vostro marito dichiarava la sua intenzione di intestare la tenuta agli eredi legittimi.”
    Ne avevano già parlato. Il testamento non aveva causato particolari problematiche fino ad allora: José lo aveva dettato prima di aver avuto la possibilità di riconoscere Juan. Nella situazione attuale quella clausola, riletta nel nuovo contesto, destava grosse preoccupazioni.

    La donna annuì: “Sei assolutamente certo che il falsario non parlerà? Non possiamo avere testimoni scomodi.” Suo nipote non poteva sapere che già una volta era ricorsa ai servizi di quell'uomo e lei non era certo persona da esporsi a ricatti potenziali...

    “State tranquilla, Basilio porterà una lettera di referenze col sigillo di mio padre ove gli si dà carta bianca. Il testamento verrà redatto esattamente come dettato dal vostro vecchio amministratore. Resta inteso che solo voi e mia madre ne siate a conoscenza: come figlio maggiore ho accesso allo scrittorio paterno ma voi conoscete bene i miei genitori e quanto scrupoloso sia mio padre. Non ho alcun dubbio che il falsario, una volta rassicuratosi di chi sia il mandante, manterrà la bocca ben chiusa: solo voi Aleardi in paese siete più influenti del braccio destro di Porfirio Díaz! E, se le cose andassero storte, potremmo sempre dire che Basilio si sia appropriato di referenze che non gli appartenevano... per poi castigarlo a dovere. Mia madre si incaricherà di questo se necessario,” ribadì convinto il giovane.

    Sofia si alzò dalla comoda poltrona e lo fissò: “Va bene. Ti darò una copia del testamento originale, come convenuto. Non una parola di questo con mio figlio. Non credo sia necessario ricordarti che conviene anche a voi mantenere la bocca ben chiusa,” minacciò con voce dura.

    “Non temete: non abbiamo nessuna intenzione di permettere che Juan usufruisca di denaro che non gli appartiene. Se volete scusarmi desidero congedarmi da mia sorella prima di fare ritorno a San Paolo.”

    “E sia. Già che ci sei, non mancare di farle presente che sarebbe il caso si trovasse un'occupazione: gira in casa senza fare nulla tutto il santo giorno! Ho intenzione di parlarne con tuo padre altrimenti,” rispose malevola.

    “Abbiate pazienza, ve ne prego. Anche Anna è preoccupata per la questione dell'eredità e desidera aiutarci approfittando dell'ovvio ascendente che ha su di Andrea. Questa è al momento la nostra priorità...” Umberto lasciò scivolare le ultime parole affinché rimanessero ben impresse nella mente di Sofia. Sapeva quanto la donna desiderasse liberarsi del figliastro... Non le avrebbe certo rivelato quanto Anna fosse entusiasta di prestarsi al gioco, né tantomeno il piano di seduzione che avevano ideato!

    Ma Sofia non era una sciocca: “D'accordo. Sia chiaro che Anna debba limitarsi a convincere Andrea dell'inaffidabilità di Juan. Non tollererò nessun pettegolezzo o scandalo che possa ledere mio figlio,” affermò decisa.

    ~ ~ ~

    “Brutta strega autoritaria e incartapecorita! Ha detto proprio questo?”

    Anna era furiosa. Che suocera satanica le era capitata! Come si permetteva?

    “Lascia perdere Anna, conosci come è fatta la zia!! Pensiamo piuttosto a come irretire Juan: devi esercitare tutto il tuo fascino! Non mi sembra che finora abbiamo ottenuto i risultati sperati,” disse Umberto, facendosi pensieroso.

    “Cosa vuoi che faccia, quello non mi guarda neanche!! Bisognerebbe fare in modo di farlo dubitare ancora di Beatrice: sono sicura che in quel caso si lascerebbe conquistare, se non altro per vendetta. Cominciamo a conoscere bene il nostro caro cugino! Orgoglioso, testardo, pronto a difendere a spada tratta tutto ciò che ritiene gli appartenga...”

    “Il problema è proprio questo: come fare ad ingelosirlo?? Non possiamo arrischiare di comprometterci ulteriormente con la storia del diario: potrebbe sospettare di noi! E se ci servissimo nuovamente di Angelica...”

    “Che vuoi dire??” Anna, eccitata, avvicinò l'orecchio alle labbra del fratello che le rivelò ciò che pensava di fare.

    ~ ~ ~

    “Dovresti restituirmi il diario della signora Beatrice, Angelica” disse Carmen alla sua amica in un raro momento di intimità nelle cucine di Campo Real.

    “E perché? Sarà Juan a darglielo se desidera farlo! Sempre che prima non la castighi come si meriterebbe!” Angelica era arrabbiata. La signora Beatrice avrebbe meritato un bel paio di sganassoni, peccato che Juan fosse un gentiluomo! Come aveva potuto pensare di ingannarlo in quella maniera?!

    “Tu non capisci, quando i miei padroni si accorgeranno che l'ho sottratto seppure per errore mi cacceranno!!” piagnucolò Carmen. “Soprattutto se nel diario la signora confessa i suoi sentimenti per il fratello di suo marito!! Non puoi volere la mia rovina!” La ragazza cominciò a singhiozzare: non stava fingendo completamente, la signora Anna le aveva ordinato di riportarle il diario e Carmen temeva l'ira della padrona qualora le avesse disobbedito.

    Angelica si commosse: “Su, non piangere. Proverò a chiedere a Juan anche se non ti garantisco nulla: si arrabbiò assai quando glielo consegnai! Vedrò cosa posso fare...”

    Carmen singhiozzò ancora più forte: “Devi assolutamente ridarmelo, Angelica! Spiega al padrone come sono andate le cose, te ne prego! Non voglio che mi buttino fuori di casa...”

    Angelica, che sapeva bene cosa significasse vivere in strada, si intenerì.

    ~ ~ ~

    Bisognava agire prima dell'ora di pranzo. Angelica sapeva dove Juan teneva i documenti più preziosi: era stata la sua confidente per tanto tempo... Fino a quando quell'arpia della signora Beatrice si era messa sul suo cammino, pensò con rabbia. Quatta quatta entrò nelle abitazioni dell'amministratore e si avvicinò alla porta della camera da letto di Juan. Si era sincerata che lui si fosse allontanato a cavallo per visionare la tenuta. Aveva tutto il tempo di cercare il diario e restituirlo a Carmen.

    ~ ~ ~

    Andrea era preoccupato per Juan. Stavano cavalcando per la tenuta da una ventina di minuti e il fratello gli aveva appena rivolto la parola. Eppure le cose a Campo Real funzionavano assai meglio da quando gliene aveva affidato l'amministrazione e Basilio era stato retrocesso a semplice servitore. Non si poteva dire che quest'ultimo avesse preso bene la situazione... Sua madre gli aveva affidato carichi eccessivamente importanti in passato e lui ne aveva approfittato per esercitare un controllo dispotico sui braccianti, vera fonte della ricchezza della loro famiglia.

    Andrea sospirò. Sofia e Basilio gli stavano causando serie difficoltà negli ultimi tempi. E ora Juan... Era evidente non fosse felice con Beatrice e Andrea si era ripromesso di indagarne i motivi, visto che non dubitava che la coppia nutrisse del sincero affetto l'uno per l'altra.

    ~ ~ ~

    Beatrice osservava sconsolata la stanza che avrebbero dovuto adibire come aula per le lezioni.
    L'ubicazione era perfetta poiché si trovava a breve distanza da tutte le abitazioni dei contadini, ma l'edificio era in pessime condizioni e i lavori di ristrutturazione stavano andando per le lunghe.

    Niente era andato liscio dal giorno del matrimonio! Anche la scorsa notte aveva atteso invano che il marito la raggiungesse nelle sue stanze, invece la trattava con sempre maggiore freddezza. Più il tempo passava, più il suo rapporto con Juan peggiorava. Cercò di riscuotersi da quei pensieri ed uscì per prendere una boccata d'aria. Raggiunse l'albero secolare ove soleva meditare quando si sentiva triste. Solo che, suo malgrado, non riuscì a sopprimere i singhiozzi tenuti spesso a freno e scoppiò in un pianto desolato.

    ~ ~ ~

    Anna vide Beatrice crollare sul prato e singhiozzare. Stava per recarsi da lei quando si accorse del ritorno di Juan e di suo marito. La ragazza comprese immediatamente che quella poteva essere una occasione d'oro... Girò tempestivamente i tacchi e si avvicinò ai due uomini.

    ~ ~ ~

    “Amore, sei tornato!” Anna si avvicinò ad Andrea e si lasciò baciare sulla guancia. “Juan, credo di aver visto Angelica nelle stanze dell'amministratore, penso ti stesse cercando. So che l'avvocato Manera dovrebbe arrivare a breve...” disse al cognato sperando fortemente di allontanarlo dalla direzione ove si trovava Beatrice.

    Il tentativo andò a buon fine. Con un cenno del capo Juan si diresse verso la propria abitazione.



    “Andrea, devo chiederti una cosa,” disse Anna rivolgendosi al consorte che la guardava con aria interrogativa. “Beatrice è in giardino che piange inconsolabile. Ho paura ci siano dei problemi seri tra lei e Juan... Vuoi andare a parlarle? Sai che ho sempre avuto poca confidenza con lei mentre a te dà ascolto...”

    Avevano spesso parlato della mancanza di complicità che palesemente il matrimonio dei loro cugini manifestava. Andrea non indugiò. Considerandosi per l'ennesima volta fortunato ad aver trovato una moglie come Anna, le diede un altro bacio e si diresse verso Beatrice.

    ~ ~ ~

    Anna vide il marito allontanarsi. Doveva immediatamente andare a cercare Juan: con un po' di fortuna avrebbero assistito ad una scena che poteva rivelarsi compromettente... Lei conosceva bene il suo sposo: un uomo d'altri tempi! Uno sciocco romantico...! E, come aveva confidato ad Umberto prima che questi facesse ritorno in paese, oramai conosceva anche l'orgoglio e le insicurezze di suo cognato...

    Sì, doveva fare in modo che questi vedesse Andrea e Beatrice assieme: quando Andrea ci si metteva, sapeva essere di una cavalleria insopportabile! E Juan era una testa calda... Ancora geloso del legame che un tempo aveva unito i rispettivi coniugi.

    Non costava niente provare, si disse incrociando le dita.

    ~ ~ ~

    Juan era nel suo studio quando qualcuno bussò: “Avanti,” disse sperando fosse il signor Nicola.

    Era sua cognata: “Juan, Andrea è con Beatrice: penso dobbiate parlare dei lavori per l'aula scolastica. Ti spiace se li raggiungiamo? Ho bisogno di vedere Bea per una commissione...”

    Juan spense il sigaro e richiuse il registro su cui stava lavorando. “Andiamo,” le disse porgendole il braccio.

    ~ ~ ~

    Beatrice non si accorse dell'arrivo del cugino. Andrea le si avvicinò piano. “Beatrice... Beatrice che c'è? Perché piangi così? Cosa ti è successo? Beatrice...”

    L'uomo era costernato. Non aveva mai visto Bea piangere, ed in quella maniera poi...! Cosa mai poteva essere successo? Con delicatezza, si chinò per prenderla tra le braccia.


    Beatrice si vergognava, ma non riusciva a smettere di piangere. La dolcezza di Andrea non fece che aumentare la sua disperazione. Lei non si era mai sentita veramente amata, quello era il suo problema. Sapeva che Caterina desiderava segretamente una figlia diversa, più tradizionale, e che il papà avrebbe voluto un figlio maschio. Aveva cominciato a sperare dapprima con Andrea, poi con Juan... Eppure le cose non erano andate secondo i suoi desideri... nessuno l'amava veramente...
    Si sentiva tanto sola e disperata. Ricambiò l'abbraccio del cugino e si lasciò cullare come una bambina.

    ~ ~ ~

    “Sono contenta che siate venuti a vivere a Campo Real: era tutto così monotono prima! Almeno ora la tenuta funziona meglio e ho la compagnia di Beatrice,” recitò Anna in maniera civettuola, cercando di ingraziarsi Juan.

    Ma lui non la ascoltava. La sua mente si rifiutava di registrare il quadretto che aveva davanti: Andrea e Beatrice assieme, avvinghiati come due amanti, suo fratello che carezzava dolcemente il viso di sua moglie...!!!

    Un moto di rabbia immane lo assalì togliendogli il respiro. Diede un violento strattone per liberarsi dalla stretta di Anna che cadde così a terra, il cuore che le martellava forte in petto... aveva sottovalutato la reazione del cognato: la furia che leggeva sul bel volto virile la spaventò al di là di ogni previsione. Per impedire una tragedia, afferrò il braccio dell'uomo prima che questi potesse raggiungere la coppia a pochi metri da loro. “Ti prego, non andare!!!” si ritrovò a supplicarlo contro la sua stessa volontà.

    Lui la ignorò: sarebbe stato capace di ucciderli, quei due traditori!! Come avevano potuto fargli questo?!!

    “In nome di Dio... ti prego, ti supplico, risparmiami questa vergogna!” lo implorò Anna in preda ai singhiozzi.

    Juan riconobbe che in quel momento avrebbe potuto compiere un gesto folle. Con sforzo sovrumano, voltò le spalle a quella scena e si diresse verso il suo studio, seguito a ruota dalla cognata.

    ~ ~ ~

    Anna non smetteva di piangere ma Juan non le prestava attenzione. Perché Beatrice l'aveva ingannato a quel modo??? Come poteva essere tanto subdola e falsa...? E Andrea...!? A che gioco stavano giocando?!? Dio me ne scampi, ma se li avessi tra le mani li strangolerei entrambi, pensò inorridito.

    “Juan...” La voce flebile della cognata lo riportò al presente.

    “Juan...” Gli occhi della ragazza cercarono i suoi, supplichevoli. La ferocia dell'uomo l'aveva terrorizzata, ma allo stesso tempo si sentiva irresistibilmente attratta dalla passionalità in lui innata.

    “Abbracciami, ti prego...,” lo pregò con un sussurro.

    Scosso dagli ultimi eventi e dall'evidente sofferenza della giovane, Juan obbedì.

    Non si tirò indietro quando Anna titubante, avvicinò il volto al suo schiudendo le labbra per baciarlo.

    ~ ~ ~

    Il cuore di Anna batteva furioso mentre, tremante, circondava con le bianche braccia le spalle forti di Juan. Mai aveva provato simili emozioni con Andrea. Fu con vero dolore che si sentì allontanare dolcemente da quelle stesse braccia che l'avevano stretta: “Perdonami, Anna. Non avrei dovuto approfittare di te,” disse Juan senza guardarla in viso.

    “Perdonami tu,” gli rispose lei piano. Era troppo intelligente per non sapere quando fosse il caso di andare oltre: “Mi dispiace, ma non riesco a sentirmi in colpa visto come si comportano i nostri rispettivi consorti!”

    Un lampo di sofferenza attraversò lo sguardo del giovane e la cognata ne approfittò: “Sarà peccaminoso, ma so riconoscere il desiderio di un uomo...” mormorò seduttiva.

    Juan le prese le mani tra le sue per evitare che lo abbracciasse ancora: “Anna, ti chiedo nuovamente di perdonarmi. Sai perché ho reagito in quella maniera. Io e Beatrice abbiamo dei problemi, è tempo di risolverli. Vado a cercarla,” annunciò imperioso voltandosi e dirigendosi verso il giardino.

    ~ ~ ~

    La vide incamminarsi verso casa. Soffocando il desiderio di scuoterla fino a farle male, le si avvicinò e senza una parola la prese per un braccio e la spinse nello studio da cui Anna era appena uscita.

    Juan chiuse la porta dietro di sé. La moglie aveva il volto rigato di lacrime ma gli lanciò uno sguardo di sfida. Ne aveva abbastanza di quelle maniere da selvaggio!

    “Se ti illudevi di ingannarmi Beatrice sappi che non è ancora nata la persona che possa vantarsi di riuscirci,” le disse, pacato. “Con quale coraggio mi hai giurato amore eterno dinanzi all'altare quando sei ancora infatuata del tuo antico promesso?? Sei peggio di tua cugina, la quale hai più volte accusato di frivolezza: almeno lei non nasconde quello che è!!” sputò infine con tutta la rabbia che aveva in corpo.

    Beatrice era incredula: “Io non sono innamorata di Andrea!!”

    “Menti!!”

    La contessina stava per protestare ma il marito la afferrò bruscamente e la attirò a sé con violenza: “Ho letto il tuo diario, Beatrice, e non poteva essere più esplicito!! Ancora non riesco a credere come tu abbia potuto ingannare persino il sacerdote durante il sacro sacramento del matrimonio!! Proprio tu, una ex novizia!!” gridò, non riuscendo più a trattenere l'ira a lungo repressa.

    “Hai letto il mio diario??? Come hai potuto??” La giovane non credeva alle sue orecchie. Un diario era sacro come una lettera! Ecco perché non l'aveva più trovato! “Dove l'hai preso?” lo accusò, non sapendo se essere più spaventata o arrabbiata.

    “Non importa, ciò che importa è che tu mi abbia mentito!” La allontanò come se ne fosse repulso. “Sei falsa, bugiarda...”

    Beatrice indietreggiò. Mai era stata tanto ferita in vita sua... “Sei tu che sei falso e bugiardo... Mi hai fatto credere che tenessi a me quando era solo la mia dote che ti interessava!!”

    “Ma davvero?? Mi dici allora cosa stavi facendo tra le braccia di Andrea?? Bramavi forse quell'intimità che tra noi non c'è mai stata?” le chiese, cattivo.

    Beatrice non ci vide più. Tutta la delusione che aveva accumulato dal giorno delle nozze esplose dentro di lei: “Vorrei davvero essere innamorata di Andrea perché è mille volte meglio di te!!! Sì, esattamente!” sottolineò accorgendosi, sorpresa, del profondo dolore nello sguardo di suo marito. “Lui non mi ha ingannato di proposito,” continuò. “Si è innamorato di Anna, è vero, ma non ha mai giurato di rispettarmi e di offrirmi un matrimonio sereno come hai fatto tu! Per poi scoprire non intendessi affatto mantenere le tue promesse! Mi hai umiliata, mi hai ferita, perché non dirmi solamente che volevi sposarti con me per il cognome e la dote? Perché sono queste le cose che ti importano a conti fatti!!” terminò infine, non riuscendo a reprimere i singhiozzi.

    Juan la ascoltava ammutolito. Il dubbio si fece strada dentro di lui. Possibile che fosse stato così cieco da non rendersi conto dei sentimenti di sua moglie? E dire che l'avvocato Manera gli aveva detto di non dare ascolto al suo stupido orgoglio!! Il cuore gli si riempì di speranza ed improvvisamente tutte le sue incertezze gli parvero insignificanti: “Beatrice... Davvero non sei innamorata di Andrea?” domandò, titubante.

    Beatrice si calmò. Si prese qualche istante di riflessione prima di rispondergli. “Pensavo di esserlo... ma mi sono resa conto di cosa fosse l'amore solo quando ti ho conosciuto,” sussurrò alla fine, sincera come sempre.

    Il cuore di Juan fece una capriola nel petto: “Beatrice... È vero quello che dici...?”

    La vide timidamente annuire. I loro sguardi si incrociarono e fu allora che tutti i dubbi vennero fugati.

    “Beatrice...,” mormorò Juan abbracciandola e baciandola fervidamente, con tutta la passione e l'amore che fino ad allora aveva nascosto persino a se stesso.

    Fu uno di quei rarissimi momenti nella vita in cui i due giovani ebbero la netta impressione che il tempo avesse smesso di scorrere. Niente più parve esistere attorno a loro nell'attimo che compresero di amarsi.

    Edited by ipazia2010 - 7/1/2019, 11:45 AM
     
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    Parte IV




    Umberto si considerò soddisfatto. Aveva in mano il falso testamento con le dovute modifiche.
    Come contrattato con sua zia, si era rivolto nuovamente a Basilio per la scelta di un professionista di assoluta fiducia: uno straniero della capitale, interpellato al posto di quello di San Paolo che già si era occupato del diario di Beatrice.

    A ripensarci, Basilio era stato fin troppo entusiasta di quella decisione: vuoi vedere che anche lui preferiva evitare di usufruire ancora dei servizi del falsario del paese? Forse perché vi aveva fatto ulteriore ricorso...?

    Si chiese per l'ennesima volta come stessero procedendo gli eventi a Campo Real. Non potevano rischiare uno scandalo come più volte aveva fatto presente alla sorella. Sarebbe bastato insinuare che Juan facesse delle avances ad Anna... Andrea non avrebbe mai perdonato una cosa del genere.

    Tuttavia occorreva fare attenzione: Umberto era certo che il cugino non fosse il ragazzo ingenuo che tutti credevano. Non a caso, si era detto contrario ad alterare il testamento in maniera tale da destare sospetti.

    No, bisognava fare in modo di affrettare gli eventi, si disse progettando il prossimo viaggio alla tenuta.

    ~ ~ ~

    Anna era fremente. Andrea era in viaggio assieme a Beatrice ed alla zia Sofia per andare a San Paolo da zio Francisco e zia Caterina. Non aveva esitato a lasciarla sola, pensò con un moto di stizza. Sebbene in verità lei stessa avesse insistito affinché il marito partisse, con l'insperato appoggio della suocera, la quale aveva affermato che non poteva "assolutamente" fare a meno della presenza del figlio in paese. Tutto perché Sofia godeva a separarli! Figuriamoci!

    Andrea l'aveva delusa assai: sempre dietro alle sottane della madre! Lei non voleva un bamboccio al suo fianco, ma un uomo vero...

    Era per questo che aveva deciso di restare a Campo Real. Per quanto ci provasse, non riusciva a cancellare il ricordo delle braccia di Juan che la stringevano forte, il possente corpo virile al quale il suo si era stretto e fuso con passione. E l'occasione di averlo lì, da solo, impegnato con l'amministrazione della tenuta, non si sarebbe ripresentata tanto facilmente.

    Era inutile tentare di nascondere la verità: si era innamorata perdutamente di suo cognato e nel momento peggiore. Non v'erano dubbi che qualcosa fosse cambiato nel matrimonio di Juan e Beatrice: da qualche giorno avevano occhi esclusivamente l'uno per l'altra, in netto contrasto rispetto al loro arrivo a Campo Real!

    Il solo pensiero provocò ad Anna un tuffo al cuore. Non era giusto che una gatta morta come quella avesse un uomo tale accanto mentre a lei, invece, tutto era andato storto. Essere la signora Aleardi non le aveva portato quella gioia e quel rispetto che aveva dato per scontato; senza contare il fatto che fosse la zia Sofia la vera padrona della tenuta...

    Non poteva negarlo: lei si sentiva viva solo accanto a Juan. Ed aveva notato come lui si fosse eccitato, suo malgrado, quando si erano scambiati quel bacio rubato. Gli uomini... tutti uguali! Soprattutto Juan che era più uomo di tutti gli altri! E lei era una donna alla quale nessuno era mai stato capace di resistere...

    Lo decise in quel momento: avrebbe sedotto il cognato e ne sarebbe diventata l'amante.

    Ora che lui e Beatrice stavano per andare a vivere a San Paolo sarebbe stato molto più facile convincere Andrea a trasferirsi in paese; in questo modo lei sarebbe finalmente diventata padrona e signora della sua casa e avrebbe potuto continuare a vedere Juan tutti i giorni.

    Sì, si disse decisa. Avrebbe giocato il tutto per tutto e l'avrebbe fatto quella notte stessa approfittando dell'assenza dei suoi principali antagonisti.

    ~ ~ ~

    Beatrice rimirò la sua vecchia stanza con attenzione. Era passato poco tempo dalle nozze eppure sembrava che fossero trascorsi secoli... Si sentiva un'altra, finalmente la felicità albergava nel suo cuore! Il pensiero correva spesso a suo marito, a quegli occhi verdi che ora la guardavano con amore e fiducia...

    Con Juan non si sentiva diversa come nell'ambiente in cui era nata e cresciuta. Un ambiente dove ciò che maggiormente contava era lo stato sociale e dove anche l'impegno religioso, universalmente adottato, le era sempre parso una facciata: un qualcosa che andava fatto più che un sentimento vero e proprio.

    Beatrice invece credeva veramente nella fraternità ed uguaglianza delle genti. E credeva in molte altre cose considerate fuori moda, rifletté arrossendo un poco.

    Suo marito era davvero un uomo straordinario: non tutti avrebbero accettato di rimandare la loro prima notte di nozze. Lei voleva che quel momento fosse speciale... e non lo sarebbe stato se si fosse consumato a Campo Real. Aveva difatti chiesto a Juan di attendere che fossero andati ad abitare nella loro casa di San Paolo e lui, pur trovando la sua richiesta stravagante, aveva accettato.

    Se possibile, Beatrice si era innamorata ancora di più di quell'uomo capace di mostrarle così tanto rispetto.

    Lei non vedeva l'ora di trasferirsi. Non si sentiva troppo a suo agio in casa altrui considerando anche che, ad eccezione di Andrea, gli uomini di Juan erano tollerati più che accettati. Le dispiaceva soprattutto per la scuola, ma si era organizzata per seguire i bambini con cadenza settimanale grazie anche all'aiuto offerto dalle suore del convento.

    Con un sorriso, scese le scale per raggiungere i parenti che conversavano in salotto.

    ~ ~ ~

    “Ti dico che al momento non posso fare nulla, ho praticamente le mani legate da quando il signor Andrea ha riconosciuto quel bastardo figlio d'un cane!” sputò con rabbia Basilio all'ennesima richiesta di Castaldo.

    “E io ti dico, Basilio, che non possiamo continuare così: qui al bordello ho bisogno di ragazze nuove! I clienti sono abituati a cambiare le donne di tanto in tanto e sono mesi che non mi porti più nessuna giovinetta! Ho perso alcuni dei frequentatori abituali, non me lo posso permettere!” sospirò Castaldo. Gli affari stavano andando veramente male e molti dei suoi aficionados preferivano recarsi dalla concorrenza. “Non mi avevi detto che conoscevi qualcuno che potesse aiutarci?” insistette.

    Basilio abbassò il tono della voce per impedire che altri origliassero: “Alberto Carrara potrebbe farlo... Ti ricordi, il gentiluomo amico del signor Umberto che doveva sposare la signora Beatrice al posto di quella canaglia? Tuo cugino, il capitano Leopardi, lo conosce: in passato si è dedicato a traffici poco puliti ma ne è sempre uscito fuori grazie alle amicizie influenti... Ho sentito dire che il signor Andrea l'ha invitato a Campo Real ora che Juan del Diablo e sua moglie torneranno a San Paolo. Sono sicuro non si tirerà indietro di fronte a qualche buon affare. Non sarà difficile far sparire qualche giovinetta dalla tenuta...”

    Castaldo rifletté qualche minuto: “Proviamo a vedere come va. Ma non dimenticare che, se non mi procurerai più ragazze, potrai dire addio alla percentuale che ti verso ogni mese!”

    Detto questo, si alzò perentorio dal divano e voltò le spalle a Basilio che, preoccupato, si domandava perché la sfortuna si stesse accanendo così contro di lui.

    ~ ~ ~

    Anna si sincerò che tutti fossero a dormire prima di uscire coprendosi il volto con il cappuccio del paltò. Tremava come una foglia, impaurita ed eccitata allo stesso tempo. Quello era il momento di agire come aveva convenuto in mattinata: Beatrice era a San Paolo per sistemare la casa nuova mentre Andrea e Sofia sarebbero rimasti qualche giorno in paese per far compagnia allo zio Francisco e alla zia Caterina.

    Aveva detto loro che desiderava rimanere alla tenuta per stare un po' con Mercedes, oramai definitivamente tornata a vivere coi nonni. Come se gliene importasse veramente qualcosa!, pensò stizzita. Era evidente che suo marito non la conosceva bene... Juan avrebbe subito letto dentro di lei con quel suo sguardo così profondo...

    Un brivido le attraversò la schiena. Chiuse la porta dietro di sé e si addentrò nella notte oscura.

    ~ ~ ~

    Faceva freddo fuori ma Anna non se ne curava. Il cuore le batteva all'impazzata e quasi le si fermò quando scorse la luce fioca provenire dalla finestra dello studio di Juan. Anna sapeva che gli uomini di fiducia del cognato si erano ritirati per la notte, la sua fidata Carmen si era premurata di riferirglielo. Nessuno sarebbe stato testimone di ciò che stava per fare.

    La giovane non esitò: mai prima di allora aveva provato quelle sensazioni meravigliose. Presto sarebbe stata di Juan, avrebbero fatto l'amore e i loro corpi si sarebbero abbandonati ad un amplesso erotico e travolgente. Era sicura che lui fosse un magnifico amante: le avrebbe fatto conoscere emozioni inimmaginabili e lei lo avrebbe ricambiato con tutto l'ardore di cui era capace, altro che quella santarellina della cugina!!

    Era arrivata alla porta ora. Riusciva a scorgere il profilo dell'amato dalla finestra: era in piedi vicino la libreria intento a leggere qualcosa, forse i libri contabili della tenuta. La ragazza respirò a fondo per farsi forza. Bussò alla porta, prima leggermente, poi con veemenza.

    ~ ~ ~

    Basilio stava rientrando da La Venta, immerso nei suoi lugubri pensieri. La conversazione con Roberto Castaldo lo aveva scosso più di quanto avesse dato a vedere. Si trovava veramente in una brutta situazione: aveva perso la fiducia del padrone e la signora Sofia non sembrava preoccuparsene troppo nonostante le promesse che gli aveva fatto. E ora Castaldo minacciava di togliergli l'unica entrata mensile decente che gli era rimasta! Ci voleva un colpo di fortuna... Doveva subito trovare qualche ragazza da portare al bordello per tenersi buono il signor Roberto, pensò.

    ~ ~ ~

    Juan sussultò. Chi poteva essere a quell'ora? I suoi uomini erano andati via da poco, Andrea e la signora Sofia erano a San Paolo assieme a sua moglie... Beatrice!! Che le fosse successo qualcosa...?!

    Aprì la porta ed ebbe un moto di sorpresa. Anna era lì di fronte a lui, avvolta in un morbido cappotto elegante. Senza dire nulla, la donna fece il gesto di rimuovere il soprabito rivelando la mise provocante che indossava sotto. Era davvero incantevole: il vestito rosso fuoco ne risaltava i lineamenti e il colore dei capelli, ma soprattutto era un abito rivelatore che mai una signora come lei avrebbe indossato in pubblico. La prominente scollatura ne esaltava i seni morbidi e pieni ed un leggero spacco laterale ne rivelava appena le gambe snelle e affusolate. Anche se avesse avuto dei dubbi sulle intenzioni della donna, lo sguardo allusivo e le labbra socchiuse di lei glieli avrebbero tolti nello spazio di un secondo.

    Juan si irrigidì. Bloccò il passo alla giovane che stava per entrare. I lineamenti gli si indurirono e, senza una parola, mantenne fisso lo sguardo sulla cognata. Non ci fu bisogno di altro: quegli occhi eloquenti bastarono ad Anna per capire di avere commesso un errore madornale. Le guance della ragazza divennero di fuoco proprio come il colore del suo vestito. Girò sui tacchi e corse via verso le sue stanze.

    ~ ~ ~

    Basilio era stato testimone inaspettato di quella scena. La signora Anna gli passò accanto e si fermò impietrita: la colpevolezza che le lesse in volto bastò a confermargli ciò a cui aveva involontariamente assistito. La donna si eresse in tutta la sua altezza, mormorando un debole saluto e commentando sulle proprietà dell'aria fresca notturna contro un improvviso mal di testa.

    Ma Basilio aveva capito benissimo cos'era accaduto... chi l'avrebbe mai detto! Poi parlano male della povera gente, rifletté sottovoce mentre la signora si allontanava.

    Considerando il denaro che tale segreto poteva arrecargli, si diresse fischiando giulivo verso la propria abitazione.
    ~ ~ ~

    “Luana,” Basilio chiamò la nipote a gran voce. “Vieni subito, devo dettarti una lettera che domani stesso porterai a Castaldo.”

    La giovane cameriera ne aveva abbastanza dei modi di fare di suo zio. A volte le faceva persino paura: era capace di tutto. Non era da lui provare affetto o amore verso nessuno, nemmeno per i parenti più prossimi come lei. Se rimaneva a Campo Real era perché non aveva ancora trovato un uomo decente che avesse potuto mantenerla e portarla via di lì. Tutti le invidiavano la posizione di cameriera personale della signora Sofia, ma la signora poteva essere dispotica e Luana la risentiva per questo. Si sentiva un pesce fuor d'acqua nella tenuta: si riteneva un gradino superiore rispetto alle altre cameriere perché aveva avuto la possibilità di studiare, conscia inoltre della propria avvenenza nonché importanza quale nipote dell'allora amministratore. Non aveva perso la speranza di poter sedurre un giorno i padroni in persona, soprattutto considerando che adesso erano in due e uno più seducente dell'altro...

    “Sei una sciocca nullafacente, sempre sulle nuvole! Vieni subito qui e portami da bere, mi stai facendo perdere la pazienza!! Vedi di renderti utile o disporrò di te in maniera molto più redditizia!” minacciò Basilio sbattendole di fronte la tazza vuota. Luana silenziosamente ubbidì.
     
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    Roma, luglio 2015 (la vita presente)




    Prima riunione condominiale. Ne sono uscita distrutta. Non ricordavo quanto fosse difficile poter avere la parola...! Chi urla di qua, chi urla di là.. Qualcuno ha detto che statisticamente le riunioni di condominio sono tra i primi posti nella classifica delle situazioni stressanti. Mi aveva strappato un sorriso... poi vi ho partecipato ed ho capito non stesse scherzando!

    Sarà che ero abituata all'Inghilterra, dove interrompere le persone mentre parlano è considerato imperdonabile. Mi sa che devo accettare il fatto di essere rimpatriata. Mi ero abituata ad usi e costumi diversi. Eppure quando ero lì mi mancavano le abitudini nostrane.

    Vi dico la verità: mi sento un pesce fuor d'acqua. Vorrei vivere in un posto a metà tra l'Inghilterra e l'Italia, con i vantaggi offerti da entrambe le nazioni: burocrazia efficiente e buone condizioni di lavoro l'una, cultura e solarità l'altra.

    Ad essere sinceri io mi sono sempre sentita a metà: anche da bambina, non riuscivo ad appartenere completamente all'ambiente che mi circondava. Ho sempre avuto interessi diversi, quando le compagne di scuola già pensavano a sposarsi io sognavo mete lontane... Mi sarebbe piaciuto adeguarmi ai modelli sociali, mi dispiaceva essere e sentirmi diversa. Ora capisco che l'individualità è una forza, ma è difficile to think outside the box, pensare fuori dagli schemi. Si è emarginati o, spesso, si viene frettolosamente catalogati come arroganti.

    Pensare che Juan del Diablo amava questo lato del mio carattere... Ma, accidenti, quante problematiche ho dovuto affrontare per via della mia originalità!

    D'altronde però, se non fossi stata così, come avrei potuto aiutare Juan quando i nemici si accanirono contro di lui...??
     
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    Stupendo ❤️❤️❤️
     
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    Grazie Mara!! In realtà avrei voluto cambiare quest'ultima parte perché ripetitiva, ma allora avevo la scadenza del concorso, magari questa sarà l'occasione se non altro per rivedere la forma! Sono contenta ti piaccia! :wub:

    Edited by ipazia2010 - 6/28/2019, 02:32 PM
     
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    Messico, fine Ottocento (la vita passata)

    Parte V



    Umberto cercava a stento di reprimere la rabbia. Era appena giunto alla tenuta e aveva capito subito che qualcosa non andava: il volto della sorella era terreo e gli occhi cerchiati come se avesse a lungo pianto. Dato che aveva incontrato sia Andrea che la zia a San Paolo ed il comportamento di entrambi gli era sembrato naturale, aveva dedotto qualcosa dovesse essere andato storto proprio lì a Campo Real. Mai però avrebbe pensato a quanto stupidamente potesse comportarsi Anna!

    “Ma si può sapere come ti è venuto in mente?! Eravamo rimasti d'accordo che avresti mostrato il diario di Bea a tuo marito per insinuare il dubbio che lei avesse sposato Juan solo per rivalsa! E che avresti accusato Juan di comportamenti indegni nei tuoi confronti!! Sapevi che avrei avallato ogni tua parola!”

    Umberto era furioso. Sua sorella aveva rovinato un piano magistrale!! E non solo: era stata addirittura vista da quel farabutto di Basilio mentre tentava di sedurre il cognato! Bisognava assolutamente riflettere sul da farsi, si disse, la mente frenetica al lavoro per tentare di arginare i danni.

    “Ma adesso i nostri cugini vanno d'amore e d'accordo! Il tuo piano non avrebbe funzionato,” tentò di giustificarsi la ragazza.

    “Può darsi, ma l'ombra del sospetto a volte è più che sufficiente. Juan ti ha baciato, no? Inoltre fino a poco tempo fa era evidente che il matrimonio di quei due fosse in crisi! No, sono sicuro che Andrea ci avrebbe ascoltato ed avrebbe perlomeno cominciato a dubitare dell'onestà del fratello!”

    Anna pareva l'ombra di se stessa: “Mi dispiace tanto, non so cosa mi sia preso... Mi vergogno, Umberto, aiutami, te ne prego...” Gli rivolse uno sguardo supplichevole. Sapeva di averla combinata grossa e l'evidente preoccupazione di Umberto la spaventava ancora di più.

    Un'ombra oscurò il volto del giovane quando, serio, si voltò verso di lei: “Basilio sa troppe cose, Anna. Potrebbe rivelarsi pericoloso. Bisogna fare qualcosa. Subito!” sentenziò inclemente.

    ~ ~ ~

    Basilio non riusciva a credere al colpo di fortuna che gli era capitato. Aveva fatto consegnare a Castaldo la lettera scritta da Luana: preferiva non farsi vedere troppo nei dintorni di La Venta per evitare fastidi riguardo i traffici illeciti gestiti assieme al compare.

    La signora Sofia e il signor Andrea avrebbero fatto meglio a restituirgli il posto di amministratore oppure se ne sarebbero amaramente pentiti, pensò soddisfatto.

    ~ ~ ~

    Alberto Carrara era giunto a Campo Real. Si era premurato di salutare Beatrice, ospite dei genitori a San Paolo, prima di giungere alla tenuta. Questo per evitare l'imbarazzo di incontrarla per la prima volta dopo che si era rifiutata di maritarsi con lui.

    Che ragazza stolta, pensò, ricordando con irritazione le penose spiegazioni che aveva dovuto dare allora. Preferire sposare un contrabbandiere piuttosto che un aristocratico...! Ma ciò che a lui più premeva era aver perduto la possibilità di attingere all'enorme fortuna degli Aleardi: certamente Andrea non avrebbe lasciato che la cugina vivesse di stenti, soprattutto considerando i sensi di colpa che indubbiamente avvertiva avendola praticamente abbandonata sull'altare.

    Comunque Alberto era un uomo pieno di risorse: aveva i suoi buoni motivi per recarsi in visita alla tenuta. Con un grosso sorriso stampato in volto, aprì le braccia per salutare Andrea, rincasato da breve.



    “Ho ricevuto il tuo telegramma in paese: sono felicissimo abbia accettato il mio invito!” disse Andrea, accogliendo l'amico a braccia aperte.

    “Non avrei potuto fare altrimenti, carissimo!” rispose l'uomo ricambiando l'abbraccio. “Ho alcuni affari da svolgere in città.. Approfittare della tua generosa ospitalità sarà come rivivere i vecchi tempi!”

    C'era una muta domanda negli occhi di Andrea. Alberto comprese e spiegò: “Sono passato a casa dei tuoi zii, penso di esservi giunto subito dopo la tua partenza. Ho avuto occasione di incontrare Beatrice: non credo avremo motivi di contrasto qui a Campo Real.”

    “Mi togli un peso dal cuore. Immagino non debba essere stato facile per te,” rispose il suo ospite, pensando che lui stesso si era ritrovato a vivere la medesima imbarazzante situazione. “Vieni, ti mostro le tue stanze. Più tardi ti presenterò mio fratello Juan.”

    ~ ~ ~

    La cena era appena terminata. Erano solo uomini a tavola: Juan, Andrea, Umberto e Alberto. Sofia e Beatrice erano rimaste in paese e Anna non usciva da qualche giorno dalle sue stanze perché apparentemente aveva qualche linea di febbre.

    Meglio così, pensò Juan. Non desiderava incontrare la cognata dopo quanto avvenuto tra loro, anche se prima o poi ciò sarebbe stato inevitabile. Ma almeno avrebbe avuto Beatrice accanto a lui, il cui arrivo era ormai imminente...

    “Che ne pensate, Juan?” Alberto lo distolse dai suoi pensieri.

    Quell'uomo non gli piaceva. Juan capiva subito con chi aveva a che fare: una dote che aveva dovuto imparare presto per sopravvivere. Alberto era inaffidabile e potenzialmente pericoloso. Avrebbe dovuto parlarne con Andrea non appena se ne fosse presentata l'occasione. Non confidava nemmeno in Umberto tuttavia era certo che questi, in fondo, non fosse completamente malvagio: ambizioso ed arrivista sì, ma non tanto da rischiare situazioni compromettenti, se non altro per istinto di conservazione.

    “Perdonatemi, non prestavo attenzione. A che proposito desiderate la mia opinione?” chiese Juan.

    Che maleducato, pensò Alberto. D'altra parte, cosa ci si poteva aspettare da uno che, fino a poco tempo prima, era stato un comune fuorilegge? Ripeté la domanda: “Visto che siamo tra gentiluomini stasera e possiamo conversare con libertà, chiedevo la vostra opinione su un locale delle vicinanze, una certa La Venta. Andrea mi dice che non vi è mai stato ma, a quanto pare, ha fama di godere delle più belle ragazze di San Paolo: ne sapete qualcosa?”

    Juan gli rivolse uno sguardo ostile: “Non saprei dirvi. Non sono io uomo da sfruttare ragazze sfortunate costrette a prostituirsi da approfittatori senza scrupoli. Vogliate scusarmi, è tardi e vado a dormire,” concluse con voce dura gettando il tovagliolo sul tavolo.

    Umberto rise tra sé nel constatare l'espressione furiosa di Alberto e l'evidente imbarazzo di Andrea. In fondo non mancava di ammirare suo cugino, peccato che sua sorella fosse stata così avventata da innamorarsene! A questo avrebbe dovuto porre rimedio, pensò incupendosi.

    ~ ~ ~

    “Io davvero non so come fai a sopportare i suoi modi, Andrea! Non è un gentiluomo come noi!” si sfogò Alberto raggiungendo l'amico nello studio per un sigaro e un bicchiere di liquore.

    “Abbi pazienza, Juan non ha avuto una vita facile! Le sue maniere lasceranno a desiderare, ma ti garantisco sia un uomo nobile e generoso. Inoltre non dimenticare che si tratta di mio fratello, questa è casa sua e può comportarsi come crede. Senza contare gli sia andato a chiedere del postribolo quando lui e Beatrice hanno da poco contratto matrimonio! Che risposta ti aspettavi ti desse...?”

    “Su, Andrea, siamo uomini di mondo! I signori hanno il diritto di divertirsi ogni tanto. Forse avrei fatto meglio a chiedere a tuo cognato: certamente a lui avrebbe fatto piacere accompagnarmi! Sei sicuro di non volere venire a La Venta?”

    “Dimentichi che anche io mi sono sposato di recente!” esclamò il giovane Aleardi. Non intendeva rivelare ciò che Juan gli aveva confidato sui traffici di Roberto Castaldo, verso i quali intendeva prendere i dovuti provvedimenti.

    “Grazie, ma penso di raggiungere mia moglie,” continuò. “Mi preoccupa il fatto siano giorni che Anna non si senta bene. Tu vai pure, sono sicuro ti divertirai anche se il locale è poca cosa rispetto a quelli della capitale.”

    “Va bene. Ci vediamo domani mattina sul tardi,” si congedò sornione Alberto, prendendo il bastone e il cappello e avviandosi per la sua strada.


    La reputazione del postribolo era ben meritata, riconobbe più tardi quando, pienamente soddisfatto, raggiunse la sua camera pronto ad infilarsi nel confortevole letto. Inoltre aveva appurato che il proprietario era in termini di amicizia con Basilio, l'ex amministratore di Campo Real. Chissà che questo fatto potesse avere risvolti interessanti, considerò prima di lasciarsi sprofondare nel sonno.


    Qualche giorno dopo


    Sofia sbuffò. La sua casa si era riempita di gente indesiderata. Per l'ennesima volta si chiese da chi avesse ripreso suo figlio con quelle sue idee filantropiche: di certo José non era mai stato eccessivamente generoso! Ora bisognava pure intrattenere quella megera di sua cugina Antonia, come se avere Caterina e Francisco come ospiti non fosse sufficiente! Senza menzionare Rodolfo e i suoi discorsi pesanti: il solo pensiero le procurava l'emicrania!

    Meno male che c'era Alberto: se non altro l'amico di Andrea era un uomo di mondo col quale era piacevole conversare.

    Alberto era astuto ed aveva intuito molte cose dell'andamento di Campo Real: Sofia si era ritrovata a confidarsi spesso con lui. Si capivano al volo e, pensandoci, si assomigliavano molto: entrambi cinici e sagaci, trovavano piacere nella reciproca compagnia e nello scambio di confidenze non troppo indiscrete.

    Grazie ad Alberto si era sentita un po' meno sola, lui in cambio aveva trovato l'ospitalità di cui necessitava in quel momento. Era un alleato ideale, riconobbe Sofia: avrebbe sicuramente potuto aiutarla nella questione dell'eredità di Juan. Era stato facile esternargli i suoi dubbi su Juan del Diablo (come ancora lo chiamava, mai lo avrebbe riconosciuto come un Aleardi!!) e l'uomo, da aristocratico altezzoso qual era, la appoggiava in pieno.

    Che sollievo poter parlare con qualcuno! Amava suo figlio con tutta se stessa ma certo non si poteva dire le fosse di conforto... Tutti venivano prima di lei per Andrea: la moglie, il fratellastro, persino i suoi suoceri...! E pensare che aveva atteso per anni il suo rientro dall'Europa. Ancora una volta non poté fare a meno di pentirsi di averlo mandato a studiare così lontano: fosse rimasto alla tenuta, avrebbe sicuramente usufruito di un'educazione più consona alla sua posizione di signore di Campo Real.

    Alberto la riportò al presente: “Sofia, non credete dovremmo rientrare? Sono quasi le cinque e i vostri ospiti probabilmente vi stanno aspettando per la merenda.”

    Sofia si alzò di malavoglia. Fortuna che presto Beatrice e suo marito sarebbero tornati a San Paolo! Se non altro non avrebbe più dovuto sopportarne la vista quotidiana.

    ~ ~ ~

    Antonia non riusciva a nascondere l'invidia. Campo Real era una tenuta splendida! Avrebbe dovuto esserne lei la padrona, quale moglie del fido braccio destro del Presidente del Messico! Sofia aveva avuto una gran fortuna a sposare il ricchissimo José Aleardi! Meno male che Anna era riuscita a fare innamorare Andrea... almeno la loro famiglia avrebbe potuto accampare dei diritti in futuro! Era inutile farsi illusioni, però: finché c'era Sofia, sua figlia non avrebbe potuto esercitare un vero e proprio controllo.

    “Se solo Rodolfo fosse meno virtuoso,” ponderò, rammaricandosi come le accadeva spesso ormai. Suo marito avrebbe potuto esercitare la sua autorità affinché ad Anna venissero riconosciuti certi diritti quale consorte del padrone...

    Ma Rodolfo era un uomo dell'esercito, tutto d'un pezzo. Non sarebbe mai intervenuto in questioni che considerava poco degne di attenzione.

    Comunque al momento altro la preoccupava maggiormente: Anna aveva dei grossi cerchi scuri sotto gli occhi, non stava affatto bene. E non si trattava di un semplice malessere fisico. Antonia era scaltra: qualcosa di importante doveva essere accaduto e lei aveva tutta l'intenzione di sapere di cosa si trattasse.

    ~ ~ ~

    “Signor Francisco, signora Caterina, che piacere rivedervi!” Alberto tirò fuori tutto il suo indiscutibile fascino. Ad onor del vero trovava insopportabile la signora Caterina e ancor di più suo marito, che non aveva la risolutezza di tenerle testa. Tutto sommato forse era stato fortunato a non sposare Beatrice: non avrebbe resistito a lungo con due suoceri così!

    “Alberto, il piacere è nostro!” rispose Caterina zittendo sul nascere il povero marito.“Non pensavamo foste diretto a Campo Real: forse ne avete fatto menzione durante la vostra visita a San Paolo e non me ne rammento?” Che molestia, pensò intanto tra sé. Non era una situazione piacevole: quell'uomo stava quasi per diventare suo genero se non fosse stato per il riconoscimento di Juan. D'altra parte, però, Andrea lo aveva invitato... quindi anche lei poteva permettersi di essere generosa. “Quanto vi fermerete?” indagò.

    “Non vorrei approfittare troppo dell'ospitalità di Andrea e di sua madre: appena terminati i miei affari partirò,” rispose vago Alberto.

    “Non dimenticate di avermi promesso una partita a scacchi,” disse Francisco pregustando un ozioso fine settimana coi parenti, lontano dalle grinfie di Caterina.

    “Certo che no, signor Franscisco,” sorrise Alberto che, memore della promessa, sedette al tavolo da gioco subito dopo cena.

    Molto più tardi, con una scusa, si congedò dalla compagnia. Montò il cavallo e si diresse a La Venta.

    ~ ~ ~

    Alla taverna del Guercio c'era movimento. Facundo era impegnato coi clienti mentre Pietro, Edoardo e Serafino attendevano Gioacchino, che aveva promesso di raggiungerli visto che quello era il suo giorno libero: il ragazzo lavorava con regolarità alla tenuta, mentre a loro il capitano affidava compiti che spesso li portavano lontano da Campo Real.

    “Eccolo!” annunciò Serafino. “Gioacchino, come stai? Come vanno le cose all'hacienda?”

    “Buonasera, mi rallegra vedervi,” rispose il giovane con un sorriso, spostando una panca per sedersi. “Tutto è in fermento: il signor Juan e sua moglie sono impegnati con i preparativi per il trasloco e questo fine settimana sono giunti i parenti della padrona e di sua cugina Anna. La signora Sofia pare seccata da tutto questo: non credo sopporti molto la sua gente! Però sembra andare molto d'accordo con Umberto, il nipote, e con l'amico del signor Andrea, Alberto Carrara...”

    Edoardo intervenne: “Juan ci ha raccomandato di stare attenti al signor Carrara: è un frequentatore abituale del locale di Castaldo e sospettiamo sia in combutta con quel farabutto per procurargli ragazze e costringerle a prostituirsi. Mercedes si preoccupa per la sorellina e le figlie dei braccianti: teme il ritorno di Basilio quando Juan lascerà il posto di amministratore...”

    “Non deve preoccuparsi: conosciamo il capitano e la sua rettitudine. Non permetterà che Basilio si approfitti della sua posizione... e poi ora conta meno di niente!” ribatté Serafino.

    “Non saprei..” Gioacchino si fece pensieroso.“Ultimamente il signor Juan mi ha incaricato di sorvegliare Basilio: sembra avere un asso nella manica tanto pare contento! Credo il signore sospetti una minaccia...”

    Pietro, rimasto silenzioso fino ad allora, azzardò: “È meglio che teniate queste cose per voi: non si sa mai chi possa origliare... Juan sarà anche un Aleardi adesso, ma ha comunque molti nemici. Non dimentichiamo che il capitano Leopardi è parente di Castaldo... Insospettisce anche me questo comportamento di Basilio...”

    Edoardo conosceva bene l'amico. Non ne sottovalutò il tono preoccupato: “Che vuoi dire?” gli chiese, tutt'orecchi.

    “Ho paura che la signora Sofia e i parenti della signora Anna, quell'Umberto ad esempio, stiano tramando qualcosa contro Juan... So che il capitano Leopardi è stato alla capitale di recente e tutt'un tratto Basilio, Castaldo e Carrara intensificano i loro incontri.. No, la cosa non mi piace per niente se devo essere sincero. E tantomeno a Juan, se ha chiesto a Gioacchino di sorvegliare Basilio.”

    Fu il Guercio, sopraggiunto, a rompere il silenzio: “Gioacchino! Ti vedo bene!! Come va con Angelica?!”

    Gioacchino divenne paonazzo: “Niente da fare, temo. Continua ad andare dietro al signor Juan!”

    “Non te la prendere amico,” lo consolò Edoardo. “Vedrai che quando verrete a San Paolo le cose cambieranno: Angelica ha solo bisogno di un po' di tempo affinché le passi l'infatuazione per Juan, il suo cuore sarà poi libero per un nuovo amore!”

    “E da quando in qua sei così poetico Edoardo?” lo canzonò Pietro, facendo scoppiare tutti in un'allegra risata.
     
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    Si l, ho riletto dall'inizio è aspetto con ansia un seguito
     
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    Io devo ringraziarti... avevo dimenticato quanto fosse bello ricordare CS! :) E poi mano a mano posso correggere tante cosine che mi erano sfuggite, meno male che c'è la funzione di editing qui :)
     
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    Non conosco questa funzione però sono contenta di poter leggere e chiedere direttamente a chi scrive aspetto come descriverai la prima di Juan e Beatrice dato che dei vari problemi già ne hai descritti baci Mara
     
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    Un paio di giorni dopo

    Era mattina a Campo Real. Basilio aveva pensato molto in quei giorni: avrebbe dapprima parlato con la signora Sofia. Le doveva rispetto ed era inoltre sicuro che fosse lei a tenere le redini della hacienda. Si era premurato di avere le spalle coperte: la lettera dettata a Luana, costretta al silenzio da orribili minacce, era ora in mano a Roberto Castaldo e sarebbe stata consegnata al signor Andrea qualora gli fosse successo qualcosa. In essa non solo menzionava il tradimento della signora Anna, ma anche l'ordine ricevuto di alterare il diario della signora Beatrice ed il testamento del defunto José Aleardi nonché il falso documento in cui il vecchio padrone disconosceva Juan.

    La signora Sofia e la famiglia di sua nuora avevano molto da perdere: come minimo avrebbero dovuto dargli di nuovo il posto di amministratore e una congrua rendita vitalizia.

    Basilio si sentiva al sicuro. Sapeva che Castaldo non lo avrebbe tradito: quell'uomo teneva troppo alla sua pellaccia per sfidare direttamente signori importanti quali gli Aleardi, e la padrona non avrebbe rischiato uno scandalo che avrebbe trascinato nel fango il buon nome della famiglia.

    Si diresse dunque fiducioso verso lo studio privato della signora.

    ~ ~ ~

    Sofia era rimasta a bocca aperta. Lei, vittima di un ricatto per aver falsificato i documenti in sfavore di Juan! Conosceva il suo ex amministratore, ma non si sarebbe mai aspettata un simile comportamento da lui. Aveva tenuto le copie della lettera e del testamento che prima lei e poi Umberto gli avevano affidato! Che fosse impazzito del tutto...?!

    “Ti avverto Basilio che non sono disposta a tollerare oltre. Distruggi subito tutto o te ne pentirai,” gli disse minacciosa.

    “Signora, dovete capirmi. Sono nato e vissuto a Campo Real ma da quando vostro figlio è tornato dall'Europa mi è stato tolto tutto il potere esercitato durante questi anni. Devo pur tutelarmi in qualche modo! Dovete parlare col signore e chiedere mi venga riassegnato il posto di amministratore.”

    “Sai bene che non è possibile! È mio figlio che comanda adesso! È lui il padrone, che ti piaccia o no. Sono disposta a farti dei regali ogni tanto ma non cederò a ricatti da parte di un servitore! Dammi subito quei documenti!” intimò la donna con toni più alterati.

    “Signora, non posso, ve l'ho detto. Voi sapete essere convincente quando volet..” Basilio non riuscì a terminare la frase. Sofia si avventò su di lui e lo prese a pugni: “Maledetto, maledetto! Ti abbiamo dato fiducia per tutto questo tempo e ci ripaghi così! Se non mi restituisci subito quelle carte ti uccido! Maledetto!”

    Un forte colpo alla porta dello studio interruppe le grida:
    “Sofia, tutto bene??” Alberto entrò come una furia e si fermò di colpo alla vista dell'insolita scena. “Cosa sta succedendo?!” domandò con voce dura e ferma, rivolgendosi all'ex amministratore.

    “La signora vi spiegherà se lo riterrà opportuno. Con permesso,” si congedò Basilio, seguito dallo sguardo pieno di odio della donna.

    ~ ~ ~

    Umberto vide Basilio uscire frettolosamente dallo studio della zia. Stava per bussare alla porta quando udì qualcuno confabulare: erano sua zia Sofia e Alberto, che parlavano di minacce riguardanti misteriose carte.
    ~ ~ ~

    Antonia era livida. Dopo innumerevoli tentativi era riuscita a far parlare Anna. Quello che aveva fatto sua figlia era inconcepibile! Come le era venuto in mente di mettere a repentaglio il buon nome della famiglia in quel modo?? La cosa orribile era che c'era un testimone pericoloso di quell'atto inconsulto, lo stesso servitore che si era occupato della questione del testamento...
    La donna maledì l'incoscienza della gioventù e andò alla ricerca di suo figlio Umberto.

    ~ ~ ~

    “Francisco, non credi ci sia qualcosa che non va?” chiese Caterina al marito. “Tutti sembrano alterati questa mattina e nessuno ci degna di una parola. Si respira una strana atmosfera... Mi ascolti, caro?”

    “Non saprei, mia cara. Magari sono impegnati coi preparativi per il trasloco di Bea e Juan. Perché non vai in cucina e chiedi ti preparino un bell'infuso rilassante?”

    “Non so, mi sembra ci sia qualcosa di strano. Sofia pare una furia e Antonia è più nervosa che mai. Vado a vedere, magari scopro qualcosa di interessante...” E, con aria decisa, si diresse in salotto con grande gioia di Francisco che, finalmente, poté dedicarsi alla lettura del giornale in pace.

    ~ ~ ~

    Alberto era infuriato. Sofia era stata attenta a non rivelargli il contenuto dei documenti ma Roberto Castaldo gliene aveva parlato. Tutto questo non ci voleva... Proprio ora che il capitano Leopardi stava cercando prove per incastrare Juan e accusarlo di contrabbando!

    L'aristocratico si era difatti messo d'accordo con Castaldo per tentare un'altra via di ricatto: certamente gli Aleardi non avrebbero permesso che uno di loro venisse imprigionato! Andrea avrebbe di sicuro riscattato il fratellastro: sarebbero stati soldi facili.

    E ora quello stupido di Basilio rischiava di rovinare tutto... Ricattare Sofia avrebbe messo i bastoni tra le ruote al piano ideato con Roberto: quella canaglia doveva continuare a chiamarsi Aleardi!

    Alberto conosceva molto bene la sua amica: non avrebbe ceduto a nessuna minaccia, anzi, le nuove circostanze l'avrebbero indotta a tentare il tutto per tutto pur di togliere il cognome a Juan... non dubitava affatto che Sofia potesse convincere Andrea dell'inaffidabilità del fratellastro.

    Bisognava trovare un modo di zittire Basilio, e presto...!

    ~ ~ ~

    “Angelica, dov'è mia figlia?” inquisì Caterina giungendo in cucina.

    “Non saprei, signora. Vado a cercarla?”

    “Sì, per favore. Ma prima preparami una bella tazza di cioccolata calda.”

    ~ ~ ~

    “Luana, prepara la caraffa di vino,” ordinò Basilio alla nipote un po' più tardi.

    “Perché, chi aspettate?” domandò lei.

    “A te non deve interessare. Sempre pronta a ficcare il naso dappertutto!! Fai come ti ho detto: ci saranno grosse novità alla tenuta, vedrai se non sarà così!”

    ~ ~ ~

    “Non abbiamo nemmeno un minuto per noi,” si lamentò Juan quando Beatrice si sciolse dal suo abbraccio.

    “Lo so, amore, ma ci staranno aspettando per il pranzo: non sta bene fare attendere gli ospiti,” gli rispose la moglie, le guance arrossate al pensiero che i suoi familiari potessero speculare maliziosamente sul motivo del loro ritardo.

    Juan sorrise sornione mentre le circondava la vita con un braccio: “Mi piaci quando arrossisci, Beatrice. Sei rimasta una bambina in fondo. Una bambina, ma anche una splendida donna: passionale, dolce, indifesa...” La voce gli si spezzò. Lentamente, le prese il viso tra le mani e la fissò con quel suo sguardo penetrante e diretto: “Ti amo, Beatrice. Io ti amo. Sei la mia vita... e lo sai. Niente ha avuto più importanza per me dal momento che ti ho conosciuto. Mi hai stregato. E se ho dovuto patire tanto al fine di meritarti... ne sono felice. La vita mi ha ripagato con ciò che ha di più prezioso...”

    Beatrice, tremante, gli accarezzò la guancia. Aveva un nodo alla gola per l'emozione: “Anch'io ti amo... Non ho paura di niente con te vicino... Ti prego, non mi abbandonare mai!” sospirò, nascondendo il volto tra le forti spalle del marito.

    “Non potrei, sarebbe peggio della morte... Sei tutto per me, tutto!” rispose lui ricoprendola di baci.

    ~ ~ ~

    Caterina avvertiva una strana sensazione. Era sicura qualcosa bollisse in pentola: tutti parevano agitati a pranzo. Si sarebbe ricordata di questo molto più tardi quando avrebbe affermato ci fosse qualcosa di sinistro nell'aria quel giorno.

    ~ ~ ~

    “Dove vai Juan?”

    “Luana mi ha detto che Basilio vuole vedermi, Andrea. Non starò via molto.”

    “Ti accompagno per un tratto. Desidero sistemare alcune cose con i nonni di Mercedes.”


    I due fratelli si avviarono assieme verso le case dei braccianti.

    ~ ~ ~

    “È andato tutto bene?” domandò Umberto alla madre.

    Antonia silenziosamente annuì.

    ~ ~ ~

    Andrea si fermò un minuto prima di proseguire. Gli era parso di vedere Anna in lontananza... ma doveva essersi sbagliato. Lei non si preoccupava mai degli operai di Campo Real al contrario di Beatrice, pensò con una punta di dispiacere.

    ~ ~ ~

    Juan raggiunse la porta dell'abitazione di Basilio dopo aver scambiato qualche parola con i braccianti intenti a consumare il pasto di metà giornata. Bussò per educazione, poiché questa era socchiusa. Non ricevendo risposta entrò chiamando il servitore per annunciare il suo arrivo.

    ~ ~ ~

    Francisco osservò Beatrice passeggiare assieme a Mercedes ed ai nonni di lei. Un sorriso sfuggì dalle sue labbra: l'idea di soggiornare per qualche tempo a Campo Real si stava rivelando più piacevole del previsto. Mangiava assai meglio che a casa sua, anche il vino era abbondante, la biancheria veniva cambiata due volte alla settimana (fortunatamente l'indomani avrebbero avuto lenzuola pulite: non ne poteva più dell'incontinenza di sua moglie!!), Caterina era spesso assente perché indaffarata coi pettegolezzi della servitù, Beatrice sembrava felice... Insomma, una pacchia!! Dovevano approfittarne e venire in visita più spesso, si disse tutto contento.

    ~ ~ ~

    Juan fissava sconcertato la scena di fronte a sé. Basilio era seduto, il corpo riverso sul tavolo dinanzi a lui. Un grosso pugnale gli aveva trafitto il cuore. Anna gli era accanto, pallida come un fantasma.

    “Anna! Che ci fai qui!! Cos'è successo??” chiese l'uomo avvicinandosi.

    La donna lo guardò come se non lo riconoscesse. Aveva subìto un grave shock. Finalmente ritrovò la voce: “Sono appena entrata... Basilio mi aveva fatto chiamare: doveva parlarmi con urgenza... Diceva di avere informazioni che era meglio evitare raggiungessero Andrea e mio padre...” Un singhiozzo le impedì di continuare. Che ingenua era stata a venire immediatamente senza neanche avvertire Umberto!!

    “Vieni, dobbiamo andare a chiamare aiuto!” intimò Juan. Stavano per uscire quando un urlo irruppe alle loro spalle:
    “Voi!” gridò Luana, lasciando cadere a terra il cesto della biancheria. “Che cosa avete fatto?!??” domandò spaventata, il terrore riflesso nei begli occhi castani. Fece per fuggire ma l'uomo l'afferrò per il braccio: “Io non ho fatto niente!! Sono venuto su vostra richiesta! Dobbiamo avvertire immediatamente Andrea e le autorità,” ansimò urgente.

    Luana, ancora sconvolta, stava per protestare. Si fece coraggio e disse tutto d'un fiato: “Mio zio stava cercando la maniera di incastrarvi... esiste una lettera che io stessa ho dovuto scrivere sotto dettatura destinata al signor Castaldo. In essa vi accusano di aver commesso adulterio.”

    ~ ~ ~

    “Signore, c'è una lettera per voi. Da parte del signor Basilio, ha lasciato detto fosse urgente,” disse Renata, capo cameriera di Campo Real, consegnando una busta al suo padrone.

    Andrea era rincasato prima che Juan giungesse da Basilio: aveva bussato più volte alla porta di Florindo, il nonno di Mercedes, ma senza ricevere risposta. Afferrò la missiva che Renata gli porgeva e si diresse verso il suo studio per leggerla.

    ~ ~ ~

    “Tutto questo è assurdo!” si sfogò Juan. “Non è successo niente tra me e Anna! Dobbiamo andare a parlare con Andrea, adesso!”

    “Aspetta!” lo fermò Anna, conscia della propria colpevolezza. “Io conosco mio marito meglio di te: non ti darà mai retta! Ho paura Juan, ho paura!!! Andrea non crederà mai che non sia successo nulla, è un impulsivo, un testardo!”

    “Anna, calmati,” disse lui appoggiandole le mani sulle spalle. “Non credo che Castaldo voglia utilizzare quella lettera! Penseremo a qualcosa, stai tranquilla...” ripeté, consapevole di Luana che li stava osservando e di Basilio, che aveva perso la vita probabilmente per mano di qualcuno che risiedeva alla tenuta.

    “Ho paura sia troppo tardi. Lo zio mi fece scrivere quella lettera due volte... Mi aveva ordinato di consegnare la seconda copia al signor Andrea questo pomeriggio dicendomi che aspettava visite e che se ne sarebbero viste delle belle,” spiegò Luana con voce tremante.

    Una trappola!!! Lo sguardo di Juan incrociò quello di Anna: ad entrambi si gelò il sangue nelle vene. Andrea, in quel momento, era probabilmente al corrente di quell'accusa infamante.

    ~ ~ ~

    “Carmen! Carmen!!” Andrea sembrava impazzito. Afferrò il colletto della giovane cameriera, terrorizzata dall'aspetto iracondo del suo padrone: “È vero quello che c'è scritto qui?” continuò l'uomo, impugnando la lettera. “È vero che mia moglie e Juan sono amanti?!?”

    Carmen, spaventata, provò a parlare ma non uscì alcun suono dalla sua bocca.

    “È vero?!” tuonò la voce di Andrea.

    Atterrita, la ragazza non poté che annuire.

    Andrea la lasciò andare all'improvviso. Si voltò come una furia e prese la pistola che teneva nel suo cassettino segreto. Non poteva credere all'enormità dell'inganno di cui era stato vittima.

    Ma ad un uomo non si poteva chiedere di condonare un simile comportamento da parte di chi per disgrazia si definiva suo fratello.

    Edited by ipazia2010 - 8/26/2019, 12:28 AM
     
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    “Andrea, ti stavo cercando!” lo chiamò Alberto vedendolo scendere le scale dello studio.

    “Non ora!” rispose l'altro in un tono che l'amico non gli aveva mai sentito prima.

    Alberto istintivamente avvertì pericolo. Seguì il suo ospite che in tutta fretta si stava dirigendo verso il parco.

    “Aspetta! Dove vai! Andrea... Andrea!!!”

    ~ ~ ~

    Sofia stava per recarsi in cucina per dare ordini per la cena. Dalla finestra del salone vide Alberto rincorrere Andrea. Svelta, prese la mantella ed uscì per sincerarsi di cosa stesse accadendo.

    ~ ~ ~

    Anna non riusciva a stare dietro a Juan. Non doveva permettergli di parlare con Andrea, non finché si fosse consultata con Umberto!! Maledicendo l'incomodità dell'abito all'ultima moda, cercò di correre a più non posso per evitare una catastrofe.

    ~ ~ ~

    “Andrea, fermati! Mi vuoi spiegare dove stai andando?! Cos'è successo?” chiese Alberto, ansimante.

    “Non ora ti ho detto, vattene!!!” urlò Andrea. Alberto gli stava facendo perdere tempo... doveva raggiungere Juan!

    “Ti prego, mi stai facendo preoccupare... dimmi cosa sta succedendo!” tentò di farlo ragionare l'uomo.

    “Lasciami andare!” gridò Andrea, furioso. Ma in quel momento la sua attenzione fu catturata da Juan, che sopraggiungeva di corsa. E dietro di lui... Anna!! Con destrezza estrasse la pistola e la puntò verso il fratello.

    ~ ~ ~

    Juan si fermò di colpo obbligando Anna a fare altrettanto.

    “Andrea, ma sei impazzito?!” gridò Alberto.

    “No, sono nel pieno delle mie facoltà mentali... adesso. Sono stato pazzo, pazzo e cieco finora. Non mi sono reso conto di chi avessi veramente al mio fianco! Codardo!!!” continuò, rivolto a Juan. “E tu, sei solo una comune sgualdrina!” Anna gemette e si inginocchiò a terra.

    Juan tentò di avvicinarsi: “Ascolta Andrea, c'è stato un malinteso. Dobbiamo parlare.”

    “Stai zitto! Sei un vigliacco, un bugiardo... E io che ti ho accolto a braccia aperte, che ti ho aperto la mia casa e chiamato fratello!! Sei un criminale, un poco di buono! Mi hai ingannato e ti sei approfittato della mia generosità... ma pagherai per tutto questo!”

    “Andrea!!!” urlò Sofia. Ma troppo tardi. Il fragore di uno sparo si udì in gran parte di Campo Real.
     
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