"Il sole dietro le nuvole" - di Claire

altra fanfiction ispirata a Cuore Selvaggio

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    Beatrice rabbrividì e si strinse nello scialle. Pensò che aveva fatto bene a portarlo con sé, nonostante fosse molto caldo in paese. Si era domandata più volte, nei mesi trascorsi in convento come novizia, come mai quei corridoi e quelle celle fossero tanto freddi, se fosse solo una questione di mura spesse ed esposizione verso nord oppure vi fosse un fenomeno soprannaturale per cui quel luogo rimaneva impenetrabile dal calore del sole, nell’auspicio che anche chi vi dimorava restasse indifferente alle passioni umane.
    Erano cambiate tante cose nella sua vita rispetto al periodo del noviziato: era scomparsa l’amarezza per il rifiuto di Andrea, ora stava per sposare un altro uomo… un nuovo avvenire si disegnava per lei, eppure la pace del cuore pareva, come allora, solo un lontano miraggio.
    Suor Giuliana non si fece attendere a lungo. Salutò con affetto la ex novizia, che non vedeva da quando aveva abbandonato il convento prima di trasferirsi a Campo Real con la famiglia, in occasione delle nozze della sorella minore; da qualche giorno le era giunta la notizia del suo imminente matrimonio con Juan del Diablo, o per meglio dire con Juan Aleardi. Le notizie corrono veloci, tanto più in un piccolo borgo come San Paolo. La monaca era lieta che dopo tanto penare la giovane avesse trovato la sua strada: era vero che sul promesso sposo giravano in paese voci non proprio lusinghiere, eppure tra i più poveri - quelli che le suore periodicamente visitavano svolgendo la loro opera di carità - Juan era visto come una sorta di eroe, di protettore buono e generoso, sempre pronto a difendere gli interessi dei più deboli, anche a costo di violare la legge ed inimicarsi i suoi tutori. Appresa poi la vera storia delle origini di quel giovane, seppure per sommi capi, la suora non poteva che provare istintivamente simpatia per lui.
    Suor Giuliana non si era meravigliata alla notizia di quel fidanzamento improvviso, nè si era chiesta quali potessero essere i sentimenti di Beatrice in quel momento. Nella classe sociale cui apparteneva la fanciulla erano frequenti i matrimoni combinati, come del resto sarebbe stato anche quello di Beatrice con Andrea Aleardi, se quest’ultimo non le avesse preferito sua sorella. Conosceva Beatrice fin da bambina, sapeva bene che era stata educata ad essere una moglie fedele, devota e rispettosa, ed era certa che la buona indole della fanciulla l’avrebbe resa compatibile con qualsiasi tipologia di uomo.
    Beatrice, educata dalle suore fin da tenera età, aveva ritenuto doveroso fare una visita al convento per invitare personalmente le religiose alle sue nozze; ma la visita di quella mattina non era per lei solo questione di prammatica. Per quanto strano potesse apparire chiedere consigli per faccende di cuore ad una monaca, la ragazza sentiva che in quel momento non poteva che confidare le sue pene a suor Giuliana, l’unica che sarebbe stata in grado di darle un consiglio sincero e spassionato. Sperava con tutto il suo cuore che la suora potesse comprenderla e non la giudicasse troppo severamente. Erano successe troppe cose nei mesi precedenti, troppi cambiamenti, troppe decisioni avventate: per questo ora voleva agire in maniera ponderata . Le era necessario un parere esterno, di una persona saggia, che potesse esprimere la sua opinione senza preconcetti. Non si fidava del giudizio di sua madre, e non aveva amiche tanto discrete e leali cui poter riferire delle incresciose circostanze che avevano propiziato il suo fidanzamento.
    Beatrice non si perse in troppi preamboli: suor Giuliana ovviamente già sapeva chi fosse il promesso sposo e quali fossero le sue vere origini, a dispetto della vita rocambolesca fino a quel momento vissuta. Ciò che non conosceva erano gli antefatti della decisione di Beatrice: così ella raccontò rapidamente della relazione tra sua sorella e Juan, dell’inganno di Anna ai danni dell’uomo, della furia che lo aveva condotto a Campo Real, della paziente opera di convincimento affinchè egli non facesse scoppiare uno scandalo, infine della decisione che lei, Beatrice, aveva preso, di sposarlo per separare definitivamente Juan da sua sorella. “A mia madre e alla zia Sofia ho fatto credere che si sia trattato di un sacrificio, per salvaguardare l’onore ed il buon nome delle nostre famiglie, ma non è veramente così. Frequentandolo a Campo Real Juan ha iniziato a piacermi sul serio; egli ha nobili sentimenti, lo ritengo un uomo onesto e generoso”. “Sono contenta, Beatrice. Temevo, dalle tue premesse, che avessi compiuto questa scelta solo per una ripicca nei confronti di tua sorella”.
    “Vedete, madre, se devo essere sincera all’inizio la molla che mi ha spinto è stata anche questa. Ho vissuto per mesi nell’angoscia dell’abbandono di Andrea, e voi lo sapete bene. Fra tante donne al mondo, egli mi aveva preferito proprio mia sorella, la quale non mancava di trovare occasioni per punzecchiarmi, insensibile alla mia sofferenza. MI diceva che non sarei stata capace di far innamorare nessuno, che gli uomini amano le donne che li fanno divertire, che mai e poi mai nessuno avrebbe potuto interessarsi a me dopo aver conosciuto lei. Volevo dimostrarle che non era così, per una volta nella vita volevo provare la soddisfazione di non dargliela vinta. Ora però credo di essere innamorata veramente di Juan”.
    “Credi, o ne sei sicura, Beatrice? Ricorda che il matrimonio è un sacramento e tu dovrai promettergli di stargli accanto per sempre, fino alla morte” – domandò la religiosa.
    “Non saprei… è tutto così nuovo per me! Juan delle volte ha degli atteggiamenti che mi lasciano spiazzata. Ad esempio ieri è venuto a casa ed ha chiesto di parlare da solo con me, nonostante mia madre stesse riposando. Alle mie rimostranze ha replicato che tante volte eravamo stati soli a Campo Real ed era sciocco comportarsi diversamente solo perché ora siamo fidanzati. Sapete, è talmente difficile ragionare con lui su queste cose! Mi ha chiesto cosa mi aspetti da lui come marito, dice che vuole conoscermi meglio, sapere come la penso …Io non so se tra fidanzati è normale fare questi discorsi, però mi sembra premuroso nei miei riguardi e questo mi fa ben sperare.” Beatrice opportunamente omise di riferire alla suora che la conversazione era virata sull’argomento dell’intimità fra marito e moglie e si era conclusa con un bacio sulle labbra rubatole da Juan sulla soglia di casa, mentre simulava un baciamano.
    Juan era così, faceva quello che aveva voglia di fare, era impossibile imbrigliarlo in regole e convenzioni. Se le aveva dato quel bacio era perché ne aveva voglia in quel momento; allora Beatrice gli piaceva davvero? Come poteva, allora, ingannarla?
    “… però, madre, ho un dubbio che mi tormenta – proseguì la ragazza - Qualche giorno prima Juan mi aveva riaccompagnato a casa dopo che eravamo andati a predisporre le pubblicazioni in vista del matrimonio. Quello stesso giorno è arrivata a casa mia sorella, che non so con quale scusa ha convinto il marito a lasciarla a San Paolo in casa di nostra madre. Dopo che Juan è andato via ho cercato Anna perché volevo parlarle, ma la porta della sua stanza era chiusa a chiave, così ho fatto il giro dal patio, e da lì ho visto Juan che ne usciva. Che motivo aveva Juan di andare in camera di mia sorella? Ho paura che la loro relazione non sia mai finita, e non so se parlarne chiaramente con lui… e poi c’è dell’altro.”
    “Cosa?” – chiese la suora incoraggiandola a parlare.
    “Ebbene – cominciò Beatrice, cercando di vincere un evidente imbarazzo – appena arrivata in paese mia sorella ci ha comunicato la notizia che è incinta. A mia madre ovviamente ha detto che il bambino è di suo marito, a me ha detto il contrario, che il figlio è di Juan. Io non ho creduto affatto alle sue parole, ma poi ho visto Juan uscire dalla sua stanza e ho iniziato a dubitare, ora questo tarlo mi rode e non so come comportarmi”. “Ne hai parlato con tua madre?”- domandò la monaca. Beatrice scosse la testa sconsolata. “ Non le ho riferito quanto mi ha detto Anna, sarebbe stato ancora peggio. Mia madre pensa che con la gravidanza Anna non commetterà più pazzie e che dovrei rompere il fidanzamento a prescindere… lei non è mai stata convinta di questo matrimonio, teme che Juan sia un bruto che mi renderà la vita un inferno. Per il momento non le ho risposto nulla, ma questa situazione di incertezza è intollerabile… datemi un consiglio madre, che cosa dovrei fare?”
    “Figlia cara, nessuna unione può fondarsi su delle bugie. In questo caso però bisogna capire se a mentire è tua sorella o il tuo fidanzato. Non si può rompere un fidanzamento per un semplice sospetto, tu sai bene cosa intendo dire. O preferisci sposarlo, sia quel che sia?”
    “Non vorrei rinunciare a lui – confessò Beatrice – ma non voglio più essere lo zimbello di un uomo. Dite quindi che dovrei prendere il coraggio a due mani e chiedergli spiegazioni?”
    “O a lui, o a qualcuno che lo conosce molto bene” – concluse la suora.

    ***
    La casa dell’avvocato Manera si trovava proprio al centro di San Paolo, lungo il tragitto che separava il convento da casa di Beatrice. Era quasi ora di pranzo, e Beatrice temeva da un lato di disturbare l’avvocato, dall’altro di tardare troppo a rincasare, suscitando le ire della madre. Riflettendo sulle parole di suor Giuliana però Beatrice sapeva che quel colloquio non poteva essere ulteriormente rimandato.
    L’anziano legale si mostrò molto stupito di quella visita, ma accolse cerimoniosamente Beatrice e la tranquillizzò: era presto per servire il pranzo, tanto più in quanto aveva invitato Juan ed il giovane non era ancora arrivato.
    Beatrice si agitò al sentire che Juan sarebbe stato di lì a momenti e si pentì della sua impulsività. Fu l’avvocato a toglierla di impaccio, avviando subito il discorso.
    “Sono contento di vedervi e prima che arrivi Juan vorrei chiedervi una cosa. Ho incontrato vostra madre stamani, per questioni burocratiche, e mi ha raccontato dello stato di Anna… quindi ho capito bene? È vostra intenzione rompere il fidanzamento con Juan? ”
    “Nel modo più assoluto, io non ho mai detto questo! – replicò la fanciulla- È mia madre che ha pensato che non fosse più necessario che mi sposassi per separare Anna e Juan. È solo che…non so se posso dirvelo, signor Nicola!”
    “Non temete, Beatrice, questa conversazione resterà assolutamente riservata. Parlate pure liberamente”.
    Beatrice prese fiato, e le parole le fuoriuscirono dalle labbra rapidamente, quasi come a volersi liberare di un peso: “Anna mi ha detto che il figlio che aspetta è di Juan. Mi ha fatto intendere che anche se mi sposo non rinuncerà mai a lui. A mia madre invece ha detto che il figlio è di Andrea e giura e spergiura che tra lei e Juan non c’è mai stato nulla. Io so bene com’è fatta mia sorella e sarei portata a non crederle, però l’altro giorno ho visto Juan che usciva dalla sua stanza, in casa nostra, e non so cosa pensare”.
    “Aspettate, aspettate, Beatrice , – rispose il legale, riordinando le idee. Con puntualità, come se stesse ricostruendo un caso giudiziario, Manera enunciò la sua teoria - Per quanto riguarda la gravidanza ,vostra sorella vi avrà detto sicuramente una bugia per ferirvi ed insinuare in voi il dubbio. Juan è stato lontano da San Paolo diversi mesi prima che Anna si sposasse, e credo che non ci sia stato assolutamente più nulla fra di loro, né a campo Real né da nessun’altra parte. In più, conoscendo Juan, dubito fortemente che abbia intenzione di riallacciare una relazione con Anna, sia perché non lo ritengo capace di perdonare un tradimento, sia perché mi ha confermato lui stesso che Anna non gli interessa più . Il motivo per cui è andato in camera di vostra sorella francamente dovrebbe dircelo lui, ma sono convinto che c’è una spiegazione razionale. Potete stare certa che Juan ha tanti difetti, ma non è una persona sleale. Sapete quanto bene gli voglio, ma non pensate che il mio giudizio sia condizionato dall’affetto che nutro per lui: voglio bene anche a voi, per la stima che mi ha sempre legato alla famiglia del conte vostro padre ed ora alla signora Caterina. Desidero che siate felice, e vi confesso che proprio per questo motivo in un primo momento ho nutrito dei dubbi su questo matrimonio. Più volte ho chiesto a Juan di ponderare bene questa sua decisione e, sebbene egli sia stato piuttosto evasivo, mi ha dato ad intendere che è fermo nella sua scelta, che non è dettata dall’impulso o da un desiderio di vendetta nei confronti di Anna o di Andrea. Credo quindi che …”.
    Il discorso fu interrotto da un deciso bussare alla porta. L’avvocato aprì ed apparve Juan, il quale fu estremamente sorpreso nel trovare lì la sua promessa sposa . Prima ancora che potesse domandare la ragione di quella presenza, l’avvocato spiegò che aveva incontrato Beatrice per strada e , tramite suo, voleva comunicare alla signora Caterina che i fondi di denaro di cui aveva chiesto lo smobilizzo alla Banca di Veracruz erano disponibili. “Stavamo anche parlando di voi due, ovviamente! – disse Manera – anzi, Beatrice mi diceva che aveva intenzione di discutere con te di alcune cose. Perché non la riaccompagni a casa, intanto che la cuoca termina di preparare il pranzo? Noi ci vediamo tra poco. Arrivederci, Beatrice”. La fanciulla, spiazzata, non osò obiettare nulla; Juan, dal canto suo, si mostrò entusiasta della inattesa prospettiva di trascorrere del tempo solo con Beatrice. Discesa la scala dell’abitazione dell’avvocato, Juan le porse con galanteria il braccio e Beatrice vi appoggiò il suo, leggermente esitante. “Di cosa volevi parlarmi, allora?” – le chiese con un sorriso.
    In che guaio l’aveva messa l’avvocato! Però tutto sommato era meglio così. Non c’era neppure il tempo di inventare una scusa credibile. “Di Anna” – rispose flebilmente la ragazza.
    “Di Anna? – Juan la fissò sbalordito – perché vuoi parlarmi di tua sorella?” “Anna aspetta un bambino.” “E con questo? ”- replicò l’uomo, infastidito. “Dice che è figlio tuo” – sussurrò Beatrice , anche se per strada non vi era anima viva. “Ah! – fece lui, sarcastico, lasciandole il braccio - E tu le credi?” “Perché non dovrei? Se ti ho visto uscire dalla sua stanza, l’altro giorno!”- ribattè lei, piccata. Ecco, l’aveva detto, ce l’aveva fatta! Sostenne lo sguardo di lui, che si era fatto all’improvviso più cupo di un mare in tempesta.
    “Se è per questo, sappi che è venuta a cercarmi anche una di queste sere nella locanda in cui vivo adesso. Ah, anche quella volta che entrasti come una furia nella mia camera a Campo Real, prima di cena, Anna era lì, avevi fiutato giusto. Siamo stati soli in varie occasioni quindi, ma ti assicuro che non c’è stato più nulla fra me e tua sorella dopo che sono tornato da quel viaggio che doveva rendermi ricco e presentabile ai suoi occhi! Anzi, non la sfiorerei neppure se mi si parasse nuda davanti. Poichè i bambini non vengono concepiti semplicemente parlando, posso affermare con certezza di non essere il padre del figlio di Anna, ammesso che esista realmente. E tu? Perché sei così arrabbiata? Sei delusa perché temevi che non fossi sincero con te o perché pensi che il tuo caro Andrea possa essere ingannato ancora, nonostante il tuo grande sacrificio?”
    Beatrice avrebbe voluto rispondere che non stava facendo alcun sacrificio e che non aveva paura che Andrea potesse soffrire, ma che il suo, di cuore, potesse essere spezzato. Eppure restò in silenzio, sforzandosi di trattenere le lacrime.
    “Rispondi, Beatrice! – riprese Juan, mentre proseguivano il cammino – mi credi capace di ferire i tuoi sentimenti come ha fatto mio fratello? Non capisci che sono diverso da lui? Se sono entrato in camera di Anna è stato solo per intimarle di non creare ostacoli alle nostre nozze, perché questa non sarei capace di perdonargliela. Vedo però che le mie minacce sono state inutili, dato che non ha perso tempo a riempirti la testa con calunnie nei miei confronti. Dimmi la verità, avevi pensato di rompere il fidanzamento?” “No- rispose seria Beatrice - è mia madre che ha pensato che, essendo Anna incinta di suo marito, non potesse commettere altre pazzie e che quindi io e te non dovessimo più sposarci. Il fatto è che lei crede che io ti voglia sposare solo per quella ragione…invece non è così”. Beatrice ammutolì. Erano intanto arrivati nei pressi di casa sua. Juan si fermò sotto un’agave, appoggiando una mano al tronco. Non gli sembrava vero che lei si fosse sbilanciata così tanto, e doveva cogliere l’occasione al volo. “Non è forse così? Perché allora vuoi sposarti con me?”- domandò, quasi timoroso della risposta. “Te l’ho già detto a Campo Real. Ho notato che abbiamo alcuni tratti caratteriali in comune e sono convinta che possiamo andare d’accordo. Mia madre avrebbe insistito comunque per farmi sposare con quel Carrara, che io detesto. Sposare te mi è sembrata una buona soluzione. E tu, invece? Quali sono le tue ragioni?”
    “Da principio ne ho avute molte – rispose Juan volgendo lo sguardo altrove - La tua proposta è stata molto vantaggiosa per me, poichè mi ha consentito di ottenere il mio cognome, che altrimenti tua zia Sofia non mi avrebbe mai concesso. Inutile nascondere che potermi sposare con te rappresenta una forma di rivalsa sia nei confronti di Anna che di Andrea. Ma, ora come ora, la ragione più importante per cui voglio sposarti è che .. tu mi piaci!”.
    Pronunciò le ultime parole fissandola dritta negli occhi. Beatrice avvampò ed abbassò lo sguardo. Intanto lui le si avvicinò e le sfiorò delicatamente l’avambraccio. “Beatrice… non capisci che abbiamo tutti contro? Non comprendi quanto è facile metterci l’una contro l’altro? Dobbiamo fidarci solo di noi stessi, se vogliamo che funzioni”. La giovane annuì, mentre il viso del fidanzato si faceva sempre più vicino al suo…Beatrice chiuse gli occhi …
    Ma questa volta non fu come al solito. Dopo il primo, tenero contatto con le labbra di Juan sentì che qualcosa di morbido e caldo si faceva strada nella sua bocca, portando con sé un forte aroma di tabacco. Le sue forti braccia la stringevano , era impossibile sottrarsi a quella morsa: che fosse quella la famosa intimità fra uomo e donna? Beatrice non sapeva se restare immobile o se doveva muovere anche lei la lingua contro quella dell’uomo: ma il tempo di quella riflessione fu più lungo della durata del bacio, e si ritrovò a fissare Juan imbambolata. Riuscì solo a mormorare, imbarazzata, “Scusami…”
    “Di cosa? Non hai proprio nulla di cui scusarti” – rispose lui, sfiorando con il pollice le sue labbra ancora umide. Avrebbe voluto aggiungere che la sua inesperienza era un ulteriore elemento di fascino ai suoi occhi, ma tacque. Cercò di cambiare argomento per placare la voglia di baciarla ancora: “Mi auguro che sia tutto chiarito e che tu non nutra più dubbi sulla mia persona. Non gradirei essere abbandonato sull’altare”. Beatrice annuì. “Si è fatto tardi, non far aspettare l’avvocato. Da qui mi vedrai rientrare in casa, non c’è bisogno che mi accompagni fin lì. Non vorrei dover dare troppe spiegazioni a mia madre. A presto, Juan” – tagliò corto la ragazza, come sempre accadeva dopo ogni loro contatto fisico. Ormai lui ci era abituato, e non si offese: si limitò soltanto a ribadire che doveva avere fiducia in lui e dirgli sempre la verità, come aveva fatto quel giorno.
    La guardò raggiungere casa a passo svelto, mentre faceva roteare l’abito azzurro sul selciato, e varcare la soglia senza voltarsi indietro. Juan accese un sigaro ed affrettò anche lui il passo, diretto a casa dell’avvocato, pensando che mancavano solo due settimane, poi Beatrice non avrebbe avuto più nessuna scusa per sfuggirgli dalle braccia…
     
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