Il CS di Ipazia - parte seconda

Il viaggio

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    Personaggi principali:



    Juan del Diablo: contrabbandiere dal cuore d'oro, marito di Beatrice
    Beatrice d'Altomonte: promessa di Andrea Aleardi, che le aveva preferito la cugina Anna
    Andrea Aleardi: ricco signorotto, figlio di Sofia e marito di Anna
    Caterina e Francisco: genitori di Beatrice
    Rodolfo e Antonia Sánchez: genitori di Anna ed Umberto nonché zii di Beatrice


    Beatrice scostò la tendina della finestra della sua cameretta, rilasciandola all'istante. Nessuno si sarebbe recato a farle visita quel giorno, così come i giorni precedenti e quelli che sarebbero seguiti. Inutile farsi illusioni: era sempre la distinta contessa d'Altomonte, ma tutti gli scandali affrontati sin dal giorno del suo matrimonio non l'avevano certamente resa una compagnia gradita.

    Sua madre l'aveva avvertita a suo tempo: maritarsi con Juan le avrebbe procurato tanti guai quante gioie. Eppure non riusciva a rammaricarsene: il loro era stato un grande amore, di questo ne era certa. Sospirò. Avrebbe voluto che il legame con suo marito si fosse rivelato indissolubile come descritto dalle Sacre Scritture, ma la vita sembrava volerla mettere costantemente alla prova. Certamente possedeva un titolo e non era costretta a lavorare al punto di mettere a repentaglio la salute come accadeva, purtroppo, a tanti suoi compaesani... anche se spesso temeva davvero di non farcela dal punto di vista economico. Ma quando si è giovani si tende a non dare importanza a fattori concreti perché si hanno grandi speranze, nella maggiorparte dei casi portatrici di grandi delusioni...


    Erano passati quasi tre anni. Molto era cambiato anche se, grazie a Dio, tanti punti fermi erano rimasti: viveva ancora a San Paolo, in una piccola stanza in affitto a poca distanza dai suoi amati genitori, più che mai bisognosi delle sue cure e delle sue attenzioni adesso che stavano invecchiando. Suo marito, che pur tanto l'adorava, l'aveva abbandonata tempo addietro perché nuovamente nei guai con la giustizia: Andrea, che non aveva mai perdonato il fratello per avergli rubato l'amore di Anna, era riuscito a farlo accusare facendo riemergere vecchie carte che documentavano i traffici poco puliti in cui Juan era rimasto coinvolto prima del loro matrimonio. Questa volta nemmeno l'avvocato Manera aveva potuto aiutarli: oramai non viveva più al villaggio, si era trasferito nella capitale assieme alla sua sposa Maria Grazia e alla figlia Marianna.

    Beatrice se ne rallegrava: l'avvocato meritava tutta la felicità di questo mondo. Solamente lei e Juan erano al corrente che Marianna fosse la figlia naturale del signor Nicola: a volte la vita riusciva a sorprendere... peccato che a lei non fosse capitata la stessa sorte, pensò. Contrariamente a quanto aveva creduto, l'amore di per sé non è sinonimo di felicità... Andrea non era riuscito nell'intento di divorziare da Anna, ma la malattia che aveva colpito la mente dello zio Rodolfo gli aveva permesso di allontanare l'oramai ripudatia moglie da Campo Real. Formalmente erano ancora sposati (la zia Antonia ed Umberto non avrebbero permesso altrimenti), tuttavia Andrea non aveva rinunciato a quell'assurda idea di volersi maritare con lei... Senza volerlo, Beatrice si ritrovò a pensare agli avvenimenti passati...

    Edited by ipazia2010 - 9/6/2020, 05:21 PM
     
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    Poche settimane dopo

    Juan si rallegrò nel vedere quanta gente fosse venuta ad accoglierlo all'uscita del carcere: c'erano proprio tutti! Il signor Nicola era tornato appositamente dalla capitale. Se non fosse stato per l'avvocato... finalmente era libero da ogni debito con la giustizia. La sua felicità sarebbe stata completa se al suo fianco ci fosse stata lei... Ma non poteva permettersi di sperare ancora. Raggiunse i suoi protetti e con loro si diresse verso la taverna del Guercio.

    ~ ~ ~

    “Signora, volete che acquisti qualcosa al mercato...?” chiese Mercedes alla sua padrona. Era al suo servizio da quando la contessa aveva deciso – non senza difficoltà – di andare a vivere da sola. Un vero e proprio scandalo, per il paese! Ma sia lei che la signora non davano peso alle chiacchere della gente: conoscevano i loro cuori...

    Beatrice non si voltò subito. Sapeva che quel giorno Juan sarebbe uscito dal carcere. Porse delle monete a Mercedes: “Prendi queste, Meche. Compra del latte e dei biscotti. Domani andremo al mercato,” disse. Non aveva nessuna intenzione di incontrare l'uomo che era stato suo marito.

    “Vi dispiace se più tardi passerò da Facundo?” chiese la domestica, le guance arrossate dall'imbarazzo: lei ed il Guercio erano fidanzati da mesi.

    “Ma certo, vai pure. Non avrò bisogno di te,” le rispose Beatrice con un sorriso. La giovane lasciò precipitosamente la stanza seguita dallo sguardo della padrona. La contessina doveva ammetterlo: un poco invidiava la sua cameriera... Certo, era molto contenta per lei, ma aveva nostalgia del tempo in cui la sola presenza di Juan le procurava la sensazione di avere le farfalle nello stomaco. Il cuore le si strinse a quel pensiero: no, non poteva perdonare il suo sposo... Le aveva giurato amore eterno, aveva fatto di lei una donna permettendole di scoprire lati sconosciuti del suo carattere e poi...? L'aveva allontanata bruscamente per non coinvongerla nella guerra contro il fratello, incurante delle sue lacrime e delle sue suppliche. L'aspetto più avvilente era il fatto che tutto fosse accaduto per uno stupido malinteso: Juan ed Anna non erano mai stati amanti!! Era bastata una infatuazione a riaccendere vecchie ferite: Beatrice ne era certa, Andrea si sentiva inferiore a suo marito... e questi non faceva niente per impedirlo! Poco dopo l'assassinio di Basilio, c'era stato quel terribile episodio del duello: i due fratelli si erano sfidati a colpi di pistola e Andrea ne era uscito perdente a causa di una mano ferita. Quello era stato solo l'inizio di continue minacce e ritorsioni: Juan aveva cercato di evitare il confronto ma, resosi conto dell'impossibilità di una riappacificazione, aveva pensato bene di lasciarla vendendo quella che era stata la loro casa, di fatto costringendo lei ed i suoi cari genitori ad allontanarsi da San Paolo. Eppure era ben cosciente delle difficoltà economiche della sua famiglia! Beatrice non poteva perdonarlo: gli aveva più volte detto di desiderare una donna vera al suo fianco e poi era stato lui a decidere per lei...! Si poteva definire amore, quello...? Eppure avrebbe dato la sua vita per lui... ma a lui evidentemente questo non interessava.

    ~ ~ ~

    Edited by ipazia2010 - 11/19/2019, 10:23 PM
     
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    Andrea si era chiuso nel suo studio di Campo Real. Presto si sarebbe trasferito a San Paolo: ora che Juan era uscito dal carcere, si sarebbe assicurato non tornasse con Beatrice. E poi era tempo di allontanarsi da sua madre: Sofia non perdeva occasione per intromettersi nella sua vita. Era colpa sua se aveva ricevuto una educazione fin troppo rigida. Quella canaglia di suo fratello era vissuto tra stenti e gentaglia, eppure era ammirato da tutti in paese. E di lui invece, cosa diceva la gente... Gli dovevano rispetto per via del suo cognome, ma era sua madre che temevano realmente. Era cresciuto senza attributi... per questo Anna gli aveva preferito quel farabutto, pensò con una stretta al cuore. Ma era tempo che le cose cambiassero... Avrebbe ferito Juan laddove gli doleva di più. Adesso che lo zio Rodolfo non poteva contrastarlo, avrebbe richiesto l'annullamento del suo matrimonio e portato via Beatrice all'odiato fratellastro.

    ~ ~ ~

    Juan aspirò a lungo il tabacco del sigaro che teneva acceso tra le dita. Sedeva assorto nella casa al mare, l'unica di sua proprietà dopo che aveva venduto quella con cui aveva vissuto con Beatrice, costringendo lei ed i genitori a chiedere ospitalità ai parenti che avevano nella capitale. Quel pensiero lo rattristava come pochi altri, eppure cosa avrebbe potuto fare...? Aveva giurato una vita serena alla moglie, ma suo fratello non era di quell'idea. Se non avesse allontanato Beatrice, uno di loro avrebbe sicuramente pagato con la vita... l'episodio del duello non lasciava dubbi in proposito. Se avesse dovuto scegliere tra suo fratello e sua moglie, pur con la morte nel cuore, non avrebbe avuto dubbi sulla sua scelta... ma sapeva che Beatrice non avrebbe accettato una soluzione tanto tragica. Quale altra opzione gli rimaneva...?

    Andrea l'aveva fatto incarcerare, e questa volta producendo prove inconfutabili. Beatrice aveva diritto ad una vita tranquilla... Allontanarla era stata l'unica alternativa possibile. Ma adesso aveva scontato la sua pena... adesso poteva riaverla con sé. Non voleva credere all'ammonimento del signor Nicola... la sua donna non poteva averlo dimenticato!

    ~ ~ ~

    Edited by ipazia2010 - 11/19/2019, 10:21 PM
     
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    “Hai pensato bene al da farsi?” chiese Umberto alla sorella. Anna accavallò elegantemente le gambe mentre sistemava i cuscinetti sul divano di broccato. Guardò Umberto fisso negli occhi: “Ti ripeto che non ho alcuna intenzione di umiliarmi davanti ad Andrea per chiedere perdono di qualcosa che esiste solo nelle vostre menti contorte!” esclamò arrabbiata.

    “Andiamo Anna, non ricominciare! Questa storia è durata anche troppo,” sbuffò Umberto. Osservandolo adesso, ci si rendeva conto che era ben diverso dal giovanotto di tre anni fa: d'aspetto era rimasto lo stesso, elegante e raffinato, tuttavia un senso di rigore e rettitudine emanava ora dalla sua figura, consapevole delle nuove responsabilità derivate dall'essere il capofamiglia. La malattia del padre, con cui aveva avuto sempre un rapporto conflittuale ma che, al di là delle apparenze, amava più di ogni altro al mondo, l'aveva fatto maturare in fretta: spettava a lui rimettere le cose a posto. E se questo significava obbligare la sorella ad adempiere ai suoi obblighi non si sarebbe certamente tirato indietro.

    “Juan è appena uscito di prigione: di certo tuo marito non lo lascerà in pace,” continuò. “Bisogna fare in modo che Andrea ragioni, che comprenda non gli abbia mai mancato di rispetto!”

    “Sicuramente se tu e la zia Sofia non aveste falsificato quei documenti, la gente non commisererebbe Juan quale vittima di continue ingiustizie!” ribatté Anna in tono più che velenoso.
    L'avevano combinata bella, quei due! A cosa serviva insabbiare la verità: Juan era il ritratto vivente dello zio José! E il fatto che ancora adesso suo cognato non avesse il cognome che gli spettava, aumentava l'acredine dei compaesani verso le loro famiglie.

    “Quel che è stato è stato. L'importante è non alimentare certe chiacchere... In fondo tu adesso vivi qui per prenderti cura di nostro padre...” Umberto tacque improvvisamente: gli occhi di Anna si erano riempiti di lacrime. Non era facile vedere il proprio padre, uomo tutto d'un pezzo e abituato al comando, costretto a letto e dipendente in tutto e per tutto. Anche se il solo fatto che fosse vivo era già un piccolo miracolo che andava apprezzato di giorno in giorno...

    “Ma se tutti credono sia stata l'amante di mio cognato! Andrea non fa che andare a dire a destra e a manca che Juan abbia leso il suo onore! La gente non è stupida!” sbottò la ragazza, maledicendo ancora una volta il proprio errore di gioventù. Se fosse perlomeno riuscita nel suo intento...! Invece veniva additata come una prostituta quando non aveva nemmeno sfiorato Juan del Diablo!

    “Lascia che parlino, si stancheranno presto. Domani andrò a Campo Real,” disse Umberto uscendo dalla stanza, incurante dello sguardo di fuoco della sorella.
     
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    Due giorni dopo

    “Speriamo che "quell'uomo" non abbia l'ardire di farsi vedere in giro,” sussurrò Caterina al marito osservando di sottecchi Beatrice che passeggiava di fronte a loro, al braccio di Andrea.

    Stavano raggiungendo il mercato: era tempo che Beatrice comprasse qualche cappellino nuovo, andava sempre vestendo gli stessi abiti ultimamente! Chissà cosa diceva la gente...! Come sempre, quel pensiero le fece ribollire il sangue nelle vene: era colpa di quel mascalzone di suo genero se erano stati costretti ad andare a vivere nella casa di San Paolo di proprietà della cugina Sofia. Quell'arpia non mancava occasione di farle pesare la sua carità! Per questo Beatrice aveva preferito cercarsi un alloggio ove vivere sola: si era addirittura appellata al giudice Romero! Un altro esaltato, quello: secondo lui sua figlia aveva diritto a decidere autonomamente della sua vita! E lei, la madre, non aveva forse voce in capitolo...?! Tutto il paese rideva di loro! Non era forse suo dovere proteggere la sua bambina...? Sentì gli occhi inumidirsi: a volte sentiva il peso delle responsabilità interamente sulle sue spalle... voleva tanto bene a Francisco, ma non si poteva certo dire che fosse un uomo capace di prendere decisioni importanti...

    “Buongiorno...”

    Il cuore le balzò in petto. Quella voce... Caterina si voltò bruscamente nello stesso attimo in cui suo marito ed Andrea fecero altrettanto.

    ~ ~ ~

    Beatrice non si mosse. Aveva temuto e desiderato quel momento allo stesso tempo. Lentamente, aggrappandosi al braccio di Andrea, ruotò il volto fissando l'uomo che un tempo era stato suo marito:

    “Buongiorno,” disse con voce ferma e decisa, frenando con lo sguardo il cugino pronto ad intervenire contro Juan.

    “Cosa ci fai qui?! Non desidero che importuni i miei ospiti. Vattene o farò chiamare le guardie,” intimò freddamente Andrea, attirando Beatrice a sé.

    “Lascia che sia mia moglie a parlare!” minacciò Juan. Non avrebbe permesso al fratello di precludergli la possibilità di riavvicinarla!

    “Ti ho detto di andartene oppure...” ribatté Andrea ma Beatrice si intromise prima che potesse continuare: “Basta così,” ordinò. “Sono io che non voglio parlarti, Juan. Sono contenta che i tuoi guai siano finiti, ma queste cose non mi riguardano più. Buona giornata,” disse allontanandosi dal mercato, conscia del ghigno vittorioso del cugino e della delusione nello sguardo del suo sposo.

    Edited by ipazia2010 - 9/6/2020, 05:25 PM
     
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    Quella stessa sera

    Beatrice si svegliò madida di sudore: aveva di nuovo sognato Juan! Non poteva continuare così: lui l'aveva volutamente abbandonata! Si arrabbiò nuovamente con se stessa: perché non era capace di farsene una ragione...? Se l'avesse veramente amata, l'avrebbe voluta al suo fianco in ogni momento della sua vita! Perché continuava a cercarla quando le aveva detto chiaramente che sarebbe stato meglio non si fossero mai sposati...?!

    Spinta da un impulso che avrebbe sicuramente rimpianto, afferrò il suo diario e lesse alcune pagine scritte anni prima, nella segreta speranza che un uomo capace di amarla nell'intimità come Juan non potesse mentirle...

    Con timidezza aveva accennato nel quadernetto custodito oramai gelosamente il ricordo di quando avevano scoperto di amarsi, l'eccitazione che i baci di suo marito accendevano in lei ed il timore di ciò che stava per accadere quando lui le aveva dolcemente sfiorato le labbra con un dito prima di condurla in camera da letto per la loro prima volta.

    Aveva tanto atteso quel momento, ma aveva sempre immaginato che l'intimità si vivesse di notte, quando gli sposi si coricano l'uno accanto all'altra... Invece Juan l'aveva adagiata dolcemente sul letto e l'aveva accarezzata, mormorandole parole dolcissime e dandole tanti piccoli baci sebbene lei stessa, nella sua inesperienza, avesse capito quanto lui si sforzasse per contenersi al fine di non farle male...

    Rivisse quei momenti come se stessero accadendo in quell'istante. Sentì nuovamente il desiderio impadronirsi del suo corpo rievocando Juan che la spogliava con urgenza sempre più crescente, e rammentò con vergogna di aver dovuto compiere un enorme sforzo per evitare di supplicarlo di prenderla con tutte le sue forze... Ma, al di sopra di tutto, vivido in lei era il ricordo della commozione provocata dalle premure del suo sposo, ben attento a non incuterle timore.

    Quello era stato il miracolo: le attenzioni di quell'uomo meraviglioso avevan fatto sì che non avesse più paura e ricambiasse la sua passione con lo stesso ardore. Non aveva provato alcun dolore nel momento in cui lui la fece sua, anzi... l'emozione che le attanagliò la gola fu la più bella di tutta la sua breve vita. Quando più tardi suo marito le aveva cercato la mano per intrecciarla con la sua... allora aveva compreso di essere giunta finalmente a casa.



    Beatrice richiuse con forza il diario. Poteva sfuggire al suo destino...?


    ~ ~ ~

    Juan guardava la luna: era piena stasera e la sua luce rischiarava la notte. Le onde si infrangevano sulla spiaggia e una leggera brezza rinfrescava la dolce aria notturna. Il desiderio struggente di sua moglie si impadronì di lui... Beatrice gli mancava da morire, aveva bisogno di lei come dell'aria che respirava, come dell'acqua di cui si assetava... Non riusciva a concepire l'esisenza senza di lei, non ricordava nemmeno come potesse aver avuto una ragione di esistere prima di incontrarla...! Perché adesso gli era così ostile...?!

    Lei era tutto per lui...

    Quanta paura la prima volta che avevano fatto l'amore...!

    Aveva temuto che l'inesperienza della sua donna potesse in qualche modo inibire il loro rapporto e aveva dunque cercato di essere paziente, ma il desiderio di lei era talmente grande che più volte si era ritrovato a pensare di non potersi frenare...

    Avrebbe ricordato per sempre il giorno in cui aveva scoperto che Beatrice ricambiava i suoi sentimenti...! L'aveva letteralmente trascinata in camera da letto accarezzandola dolcemente e con quanto orgoglio si era accinto a toglierle gli abiti di dosso!

    E poi Beatrice lo aveva guardato con quei suoi meravigliosi occhi da cerbiatta... e lui aveva capito di essere oramai vinto per sempre... perché fino ad allora avesse sempre avvertito di essere incompleto...


    Mai prima in tutta la sua vita aveva provato un piacere così grande da scuoterlo nel profondo del suo essere. Nel momento in cui i loro corpi si fusero insieme fu come se il richiamo di due anime che anelavano a ritrovarsi fosse stato infine ascoltato.


    No... Beatrice non poteva averlo dimenticato...!


    Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di dividere ciò che da sempre era destinato ad unirsi, giurò a se stesso.

    ~ ~ ~

    Edited by ipazia2010 - 8/24/2020, 09:58 PM
     
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    Anna intinse la penna nel calamaio. Non volendo, macchiò d'inchiostro l'elegante carta intestata mentre si accingeva a scrivere la lettera più importante della sua vita. Le seccava ammetterlo, ma Umberto aveva ragione: era tempo di riappacificarsi con Andrea. Era certa che fosse ancora innamorato di lei. E, anche se non lo fosse stato, lei era consapevole del suo fascino: poteva sedurlo nuovamente, sotto il naso della zia Sofia! In ultimo, avrebbe potuto ricorrere ai fumi dell'alcol... non sarebbe stato difficile, suo marito era tristemente noto per la sua nuova fama di bevitore incallito!

    Ad un tratto, il volto di Juan irruppe nei suoi pensieri. Si fermò con la penna a mezz'aria ed osservò il suo bel viso riflesso nello specchio posto di fronte lo scrittoio: era sicura fosse quello ciò che desirava? Tornare ad essere la signora Aleardi...? Si alzò di scatto: era giunto il tempo di fare un lungo viaggio interiore e domandarsi cosa le stesse realmente a cuore...

    Edited by ipazia2010 - 11/20/2019, 09:54 PM
     
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    Poche settimane dopo

    Dolores si aggiustò la gonna con gesti eleganti per evitare lo sguardo indagatore di Beatrice, che si era premurata di andare a trovare nella piccola stanza che quest'ultima aveva da poco preso in affitto. Era un ambiente carino e arredato con buon gusto, ma certamente non adatto ad una contessa...! Le dispiaceva molto per sua cugina: non aveva avuto una vita facile. Anni fa gli zii Francisco e Caterina si erano ritrovati ad affrontare grosse difficoltà economiche, Beatrice non era cresciuta nel lusso. Eppure non le era mai importato più di tanto: sembravano interessarle realmente solo i rapporti umani, cosa rara nel loro mondo. Per questo si era rallegrata per lei quando aveva conosciuto Juan: sperava avesse finalmente trovato un uomo che potesse amarla e proteggerla come meritava, invece lui le aveva causato solo grandi sofferenze... sebbene, per amor di giustizia, bisognava riconoscere che egli stesso fosse vittima degli eventi.

    Si schiarì la voce prima di proseguire: “È quello che afferma l'avvocato Manera e no, non posso aver frainteso”, spiegò per evitare di essere interrotta. “Non ci sono state chiacchere perché ovviamente abbiamo adottato la massima discrezione, ma ti posso garantire che Marcello ti ammiri molto. Io stessa ho avuto modo di discutere con lui tutte le disavventure che ti sono capitate. E credo proprio all'avvocato quando dice che il giudice Romero nutra qualcosa di molto simile all'affetto nei tuoi confronti...” Ecco, l'aveva detto finalmente! Si azzardò a guardare in viso sua cugina.

    Beatrice la fissò come se non la vedesse. Sedevano dinnanzi un piccolo ripiano di marmo, che fungeva al tempo stesso da tavolo per la colazione e da scrivania in quello spazio angusto. Eppure era come se migliaia di chilometri le separassero l'una dall'altra... Infine si decise a parlare: “Come stanno i miei cugini?”. Si riferiva ai fratelli di Anna, arruolati nell'esercito. Tutta la famiglia Sánchez si era difatti trasferita momentaneamente nella loro casa nella capitale, a causa dei problemi di salute dello zio Rodolfo.

    Dolores si affrettò a cogliere l'occasione: “Stanno tutti bene... dovresti venire di persona, in modo da sincerartene!! Quante volte te l'ho detto: io e la mamma saremmo felici di opitare nuovamente te e gli zii a Città del Messico. Lo zio Rodolfo sembra rinato: i nostri medici stanno veramente facendo miracoli! Ma anche Anna è rifiorita: le chiacchere di questo piccolo paese di provincia avevano un effetto deleterio su di lei nonostante si sforzasse di nasconderlo, orgogliosa com'è...! Là in città non dovrete preoccuparvi dello scandalo: abbiamo fatto in modo di spegnere i pettegolezzi sul nascere, come quando arrivaste subito dopo la vendita della vostra casa. Sai che siamo famiglie molto in vista... i nostri cugini hanno fatto carriera e sono benvoluti e rispettati nell'alta società. Dovresti vedere la zia Antonia: è tornata nel suo elemento! Non mi meraviglierebbe se, a questo punto, concordasse una soluzione per sciogliere il matrimonio di Andrea e Anna...”.
    Si fermò, aspettandosi una reazione da parte di sua cugina, che però non arrivò. Com'era difficile comprendere Bea in quel periodo!! Si accinse dunque a proseguire il discorso per rivelare la vera ragione della sua visita:
    “Ripeto che parlavamo proprio di tutto questo assieme al signor Nicola e a Marcello. Come ti ho detto sono spesso venuti a trovarci in città, dato che ora entrambi vivono ed esercitano lì la loro professione. L'avvocato era molto angustiato per la tua sorte e per quella di Juan... abbiamo parlato tanto della vostra situazione. Perciò Marcello ha avuto modo di conoscerti e di ammirare le tue qualità. Ti ha spesso definita una persona onesta e leale: praticamente il massimo della virtù, agli occhi suoi!! E ti assicuro ho colto molto di più nel suo sguardo...”. Finalmente Beatrice si era degnata di prestarle la dovuta attenzione: possibile che non si rendesse conto di quanto fosse fortunata!? Attirare l'interesse di uomini straordinari come Juan e Marcello non era cosa di tutti i giorni. Cos'avrebbe dato lei, per essere al suo posto! Sarebbe stata disposta a pagarne tutte le conseguenze... esattamente come sua cugina!

    “Questo non vuol dire che provi dell'affetto nei miei confronti...” mormorò Beatrice.

    “Lo ha sottinteso l'avvocato Manera parlando con la mia cara mamma, che accarezzava l'idea io mi accasassi con il giudice,” rispose Dolores con dolcezza.

    “Dolores...”

    “No, Beatrice, lascia stare... non dispiacerti per me. Sai che sono innamorata di Alberto e ti prego di non guardarmi così quando lo dichiaro. So bene che non sarà mai un marito ideale, e prima o poi questa infatuazione mi passerà... o farò in modo che mi passi. Sono venuta qui per parlare con te e vagliare le tue intenzioni. Cosa intendi fare? Sono tre anni che va avanti questa faida tra Andrea e tuo marito. Juan ti ha cercata in ogni modo e tu ti sei sempre rifiutata di vederlo. Per quanto tempo pensi di poter continuare così...? A mio parere ci sono solo due soluzioni: o rimani sposata con lui e metti in conto ogni possibile ritorsione da parte di Andrea, oppure chiedi l'annullamento del tuo matrimonio, cosa che non ti sarà difficile ottenere data la situazione. Ciò che non comprendo è perché tu non chieda l'annullamento ma al tempo stesso rifiuti di vivere con tuo marito!”

    Beatrice rifletté a lungo prima di rispondere. Era stanca, maledettamente stanca. Si voltò verso la cugina (come le era cara!), la testa affollata da mille pensieri: “Sono andata a trovare Juan qualche giorno dopo la sua scarcerazione. Non gli ho dato il tempo di parlare: gli ho detto che mi sentivo profondamente delusa e che mi ero pentita di averlo sposato. Avresti dovuto vedere il suo sguardo... Ha provato ad avvicinarsi, ma mi sono ritratta. Gli ho intimato di non cercarmi più, dicendo che mi sarei fatta viva io appena avessi preso una decisione riguardo il nostro matrimonio”. Fece una pausa, accortasi della sorpresa con cui la sua dichiarazione era stata accolta. Si affrettò a chiarire il suo pensiero: “Tu mi chiedi cosa voglio, la verità è che... non lo so! Se davvero esistessero i miracoli, vorrei che Andrea e Juan si riappacificassero, che Anna e io fossimo felici assieme ai nostri sposi e che le nostre famiglie andassero d'accordo. Ma sembra che tutto questo non sia possibile... e io sono stanca di aggrapparmi ad una flebile speranza. Quello che vorrei veramente è essere lasciata in pace!” terminò infine alzando il tono della voce.

    Dolores era rimasta senza parole. Possibile che la dolce Bea, la ragazza che lei conosceva... la pacificatrice, quella che amava risolvere i problemi di tutti e andare d'accordo con il mondo intero, fosse stata capace di mostrare una tale durezza d'animo verso il suo adorato marito, respingendolo in quella maniera...?!

    “Vedo che non capisci,” spiegò Beatrice con voce resa roca dalle lacrime soffocate, “amavo profondamente Juan. Mi fidavo ciecamente di lui. Mi aveva aiutato a conoscere ed apprezzare ciò da cui rifuggivo da una vita: me stessa! Per anni non ho voluto affrontare la realtà. Ho sempre invidiato te e Anna perché eravate più libere di me: gli zii vi hanno cresciute assecondando le vostre inclinazioni, permettendovi addirittura di studiare. Non vi hanno costrette a scegliere tra il matrimonio o il convento, anzi... vi avevano promesso di non interferire nella scelta dei vostri consorti, a patto che appartenessero alla nostra classe sociale... Anna ha potuto sposare Andrea benché fosse stato promesso a me,” disse piano, il dolore ancora presente nel ricordo della sofferenza patita allora.
    “Io invece,” proseguì con maggior impeto “pur amando profondamente i miei genitori, sono sempre stata costretta ad assecondarli. Non ho mai potuto scegliere... soprattutto, non ho mai nemmeno compreso cosa mi rendesse felice davvero, presa com'ero a farmi accettare e a rendermi benvoluta da tutti... "colpevole" di essere nata femmina quando papà e mamma desideravano un erede maschio!!! Ed ecco, finalmente, un uomo meraviglioso che mi ama per quella che sono, con il quale non devo fingere... che anzi, mi incoraggia a esprimere i miei desideri. Ma, al primo vero ostacolo, come si comporta...? Invece di coinvolgermi nelle sue scelte, pensa bene di allontanarmi da sé... di pensare al posto mio... quando mi aveva insegnato a prendere le mie decisioni, aveva insistito affinché esercitassi sempre tale diritto!”

    Beatrice si fermò per prendere fiato, sconvolta e stupita. Per la prima volta era riuscita ad esprimere a parole il male che le rodeva l'anima, le cui radici troppo profonde le avevano impedito di poterlo comprendere appieno:
    “... Come posso nuovamente fidarmi di lui? Juan si è rivelata la più grande delusione della mia vita. Non ci sono parole per descrivere il dolore che il suo comportamento mi ha arrecato. Avrei potuto perdonare chiunque altro si fosse comportato in quel modo, ma lui no. Mi ha insegnato ad esprimere e difendere le mie opinioni, ma all'atto pratico si è comportato esattamente come i miei genitori e come tutti gli altri... ha deciso al posto mio, incurante dell'ipocrisia del suo gesto... incurante dei miei pianti e delle mie suppliche. Avrei sfidato il mondo pur di stare con lui. Avrei patito la povertà, le maldicenze, persino le vessazioni di Andrea. Ma il voltafaccia di mio marito, no. Non riesco a perdonarlo”.

    Un silenzio greve calò nella stanzetta, illuminata dal pallido sole autunnale. Dolores era sbalordita. Non aveva capito quanto dolore sua cugina covasse nel cuore. Di certo Beatrice appariva profondamente ferita. A dirla tutta, si era preoccupata assai per la sua salute negli ultimi tempi, perché non mostrava alcuna voglia di vivere da quando Juan l'aveva allontanata. Seguendo un'intuizione improvvisa, esclamò:
    “Ascoltami... vieni con me in città per qualche giorno. Porteremo gli zii con noi: so che hanno bisogno di controlli regolari. Chiederò al mio medico di fiducia di occuparsene, non vi costerà nulla perché viene di tanto in tanto per vedere la mamma ed è pagato profumatamente per questo... ne approfitteremo per far visitare anche i tuoi genitori. Avrete così l'occasione di salutare il signor Nicola e la sua famiglia. Sicuramente incontrerai Marcello e, se vorrai, potrai frequentarlo a casa nostra. Lo conosci già: è un uomo integro che non si sognerebbe mai di metterti in difficoltà. Penso che sia un'opportunità per mettere alla prova i tuoi sentimenti e capire cosa vuoi dal futuro, Beatrice...”

    Finalmente l'ombra di un sorriso apparve sul volto dell'interpellata. Sì, quella poteva essere una soluzione... Non aveva il coraggio di rivelare a Dolores la paura sua più intima: che un uomo come Juan potesse aver desiderato altre donne in tutti quei mesi di lontananza. Quello era ciò che temeva davvero. Se solamente potesse fuggire da tutto e da tutti, almeno per qualche tempo...! E adesso sua cugina gliene offriva l'opportunità...
    Quel pensiero le sollevò un macigno dal cuore, rendendolo improvvisamente più leggero. Un altro pensiero, più sottile, si fece strada nella sua mente. Non senza sgomento si rese conto, in maniera improvvisa e inattesa, che il giudice Romero le piaceva... le piaceva molto.

    Edited by ipazia2010 - 11/20/2020, 11:01 PM
     
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    Due mesi dopo

    Juan afferrò la bottiglia di rum oramai vuota e la scagliò contro la parete della stanzetta, infrangendola in mille pezzi. Con un sorriso amaro, si sdraiò nel letto disfatto recante ancora il calore di Rosa, la bella cameriera della taverna che oramai aveva eletto a sua fissa dimora. Un gran mal di testa lo afflisse all'improvviso: sapeva di dover smettere di bere. Un ghigno cattivo gli sfigurò il bel volto: maledetto il giorno in cui si era innamorato di Beatrice! Quella donna lo teneva in pugno, non avrebbe mai potuto amare un'altra come amava lei. Diede finalmente sfogo a tutte le sue lacrime: un gesto che lui, da uomo orgoglioso qual era, non si era mai concesso... nemmeno nei momenti più bui.

    ~ ~ ~

    Serafino si voltò verso il Guercio, accinto a pulire il bancone della sua taverna. Il capitano aveva fatto salire Rosa, e ora si udiva il rumore di vetri infranti provenire dalla sua camera. Cosa stava succedendo...?

    Il Guercio ricambiò lo sguardo preoccupato dell'amico. Sospirò. Ogni parola era superflua tra loro. C'erano pochi avventori nel locale... si ripromise di salire a parlare con Juan appena dopo l'orario di chiusura.

    ~ ~ ~

    Juan si prese la testa tra le mani. Adorava sua moglie. Non l'aveva mai tradita nonostante la sua natura passionale e nonostante le tentazioni in cui era caduto più volte durante tutti quegli anni di assenza, foss'anche solamente per mera necessità fisica. Eppure il pensiero di lei e del loro amore aveva sempre avuto il sopravvento. Non poteva concepire una vita senza Beatrice ed era convinto fosse lo stesso per lei a discapito delle mille avversità che si erano trovati ad affrontare. Era certo che Bea lo avrebbe aspettato e che insieme avrebbero potuto ricostruire il loro rapporto ora che aveva pagato il suo conto con la giustizia. Era disposto anche ad emigrare, se necessario!

    Si coprì gli occhi con il palmo delle mani. Non voleva pensare, i ricordi erano troppo dolorosi per lui... preferiva la rabbia al vuoto emotivo che lo annientava da giorni. Avrebbe dovuto permettersi di amare Rosa invece di cacciarla dal suo letto, proprio mentre la passione si impadroniva dei loro corpi. Aveva ferito la ragazza e se ne dispiaceva benché sapesse lei fosse solita frequentare altri uomini. Ma, mentre le sue mani si impossessavano dei fianchi della donna, immaginava di stringere sua moglie tra le braccia... non avrebbe mai potuto farle questo. Improvvisamente lucido, aveva allontanato la cameriera adducendo la scusa, non del tutto falsa, di essere in preda all'ubriachezza. Era stato allora che una rabbia cieca l'aveva assalito. Perché lui non riusciva a tradire Beatrice mentre lei invece sembrava non avere remore in tal senso? L'aveva vista con i suoi occhi... e non si era sbagliato. In preda alla disperazione, aprì l'armadietto presso il letto e si riempì il bicchiere di liquore, scaraventandolo contro il muro prima di cadere in un sonno pesante.


    Qualche giorno prima

    Nelle prime ore della sera due figure eleganti rincasavano presso un indirizzo esclusivo della capitale, passeggiando in un silenzio amichevole. Finalmente qualcuno che mi capisce senza bisogno di parole, di finzioni o ipocrisie: questo si diceva Beatrice mentre, al braccio di Romero, rincasava presso la dimora degli zii ove si era trasferita assieme ai genitori, ascoltando il consiglio di Dolores. Non si rivolgeva al giudice chiamandolo per nome, se non nei suoi pensieri: non erano ancora a quel punto della loro frequentazione e Marcello era un perfetto gentiluomo che non l'avrebbe mai messa in imbarazzo. Si erano recati in visita presso l'avvocato Manera e la sua famiglia, avevano parlato del più e del meno. Era stato davvero un pomeriggio piacevole. Tranquillo, soprattutto... esattamente ciò di cui lei aveva bisogno. E Marcello lo capiva. Una vocina interiore le ricordava che aveva già provato tutte quelle belle sensazioni, ma Beatrice la scacciò. Pensare a suo marito le provocava solamente un sordo dolore. Si fermarono all'ingresso principale. Beatrice sorrise a Romero, il quale le lasciò andare il braccio, impeccabile come sempre: “Vi ringrazio per la compagnia. Spero avremo modo di rivederci presto,” le disse fissandola negli occhi.

    Era proprio quel suo fare diretto che Beatrice apprezzava di Marcello. Le ricordava molto Juan... oh, no!, doveva smetterla di fare paragoni! Suo marito l'aveva fatta soffrire, e non per tutti i guai che aveva subìto, ma per il fatto ben più grave di aver tradito la sua fiducia... Alzò il viso per osservare meglio il suo cavaliere. Ciò che vide, però, la colse del tutto impreparata. Ben celato da un'irreprensibile educazione, non le sfuggì il desiderio nello sguardo di quell'uomo tanto affascinante... improvvisamente il cuore prese a batterle forsennatamente e brividi irrefrenabili avvolsero tutto il suo corpo... persino le guance le divennero color del fuoco.

    Marcello se ne accorse. Con grande sensibilità, le sistemò lo scialle sulle spalle: “L'aria ha rinfrescato, contessa. Vi conviene rientrare in casa. Verrò in visita domani, il signor Andrea mi attende qui da vostra zia”. Aveva volutamente omesso di chiamare il conte con il suo cognome, che poi era lo stesso di Beatrice... per nessuna ragione al mondo avrebbe voluto ferire quella donna tanto bella e non si riferiva solo all'aspetto fisico. Le sfiorò la guancia con un dito prima di accomiatarsi definitivamente dopo essersi assicurato lei fosse rientrata in casa.

    ~ ~ ~

    Un uomo aveva assistito alla scena nascosto tra gli alberi del parco, a pochi passi di distanza. Non si trattava di uno sconosciuto: conosceva bene sia il giudice che la contessa. Anzi, conosceva perfettamente la contessa, tanto da non aver equivocato l'attrazione nello sguardo che lei aveva rivolto al suo accompagnatore. Impietrito, rimase a lungo a fissare la porta che la donna aveva richiuso alle sue spalle. Era ormai notte quando si riscosse come da un lungo sonno e lasciò che il buio avvolgesse la sua figura e ciò che rimaneva del suo cuore.

    ~ ~ ~

    Beatrice si lasciò cadere sul letto in preda all'agitazione. Cosa le stava succedendo?! Possibile che rispondesse con tanto ardore alle attenzioni del giudice Romero? Era diventata una svergognata!!!

    Pensare che aveva condannato duramente sua cugina Anna. Ma, adesso, comprendeva molto bene come si potesse amare più di una persona... No, questo non era propriamente esatto. Lei aveva amato Juan... e lo amava ancora, purtroppo! Aver compreso che suo marito, in fondo, non la considerasse al pari suo... era stato davvero un dolore molto forte. Marcello, in questo, era diverso: sicuro di sé, non aveva bisogno di conferme perché in debito con la vita. E lei ne era attratta... eccome, se ne era attratta...!

    Non riusciva proprio a perdonare Juan. Egli si era davvero rivelato la più grande delusione della sua vita. Gli aveva aperto le porte del suo io più profondo e lui si era approfittato proprio delle sue debolezze. Non lo aveva fatto di proposito, ma perché costretto dalle circostanze... questo poteva capirlo. Tuttavia il fatto di aver venduto la loro casa, costringendola dunque a tornare dai genitori quando lei avrebbe rinunciato a tutto pur di stare con lui, l'aveva messa di fronte al vero carattere di suo marito: anche Juan si arrogava il diritto di decidere al suo posto. Esattamente come tutte le persone a lei care... che poi erano quelle che l'avevano ferita di più al mondo. Questo lui lo sapeva... eppure si era troppo abituato a dettar legge. Ipocrita! Non si rendeva conto di violare gli stessi principi che le aveva amorevolmente insegnato...?!

    Beatrice sospirò. Qui a Città del Messico le erano capitate molte cose, aveva vissuto esperienze che avevano messo in dubbio parecchie sue credenze. Con un'unica certezza: lei voleva essere amata per quello che era. Non voleva compiacere gli altri per essere accettata, non voleva vivere una vita che non le apparteneva solo per obblighi sociali. Soprattutto, non voleva nessuno che decidesse al posto suo! Se solo Juan avesse compreso tutto questo... il loro sarebbe stato un amore unico, eterno e meraviglioso... come quello dei romanzi che ancora leggeva di nascosto, pensò rabbiosa scagliando il cuscino a terra dando finalmente sfogo al dolore che le affliggeva l'anima.


    Settimane dopo

    Andrea si riabbottonò la camicia mentre dalla finestra osservava il parco sottostante. Ripensava agli avvenimenti di quelle ultime settimane e ai cambiamenti sorprendenti avvicendatisi in così breve tempo. Gli sembrava incredibile che fossero bastati pochi giorni ad affievolire l'odio e il rancore che serbava alle persone a lui più vicine, eppure era successo. Come quando si raggiunge il fondo del baratro e non si può fare altro che rialzarsi o soccombere. E lui aveva scelto la prima opzione.

    Udì la donna nel letto pronunciare il suo nome. Si voltò, ben attento ad imprimere nella memoria ogni più piccolo particolare di quella creatura incantevole. L'amava, oh se l'amava! Ma di un amore profondo e più maturo rispetto alla sua precedente infatuazione: “Meglio che vada. Tra poco rientreranno tutti dalla dimora dei Fuentes Guerra,” disse sbrigativo mentre terminava di vestirsi.

    Anna non si mosse dal letto che li aveva visti unirsi poco prima. Puntò gli occhi in faccia a suo marito come a voler scandagliarne l'anima: “Quando tornerai?” gli domandò.

    “Presto. Molto presto,” rispose lui avvicinandosi per un ultimo bacio. Si fissarono nuovamente, consci di non dover affrettare troppo i tempi. In fondo, un piccolo miracolo era già avvenuto tra loro, lo sapevano entrambi: quando lei lo aveva raggiunto a San Paolo e gli aveva chiesto perdono, facendo appello per una volta ai suoi veri sentimenti, nemmeno nei suoi sogni più arditi avrebbe immaginato la composta reazione di suo marito sebbene fosse venuta a conoscenza della sua preoccupazione per lei a seguito di una recente caduta da cavallo che le aveva procurato vistose ferite. Tuttavia, aveva temuto lui si rifiutasse di vederla o che le imponesse di andarsene... e invece, pur non proferendo parola alcuna, l'aveva ascoltata attentamente. Non era stato facile confessargli di sentirsi confusa, che si era sì sentita attratta da Juan, ma che il loro era stato comunque un matrimonio d'amore. Gli aveva rivelato di aver sofferto l'interferenza della zia Sofia, soprattutto l'ascendente che questa esercitava su di lui. Ciononostante, sarebbe stata disposta a tutto per poter tornare indietro...
    Quando ebbe terminato, Andrea l'aveva semplicemente accompagnata alla porta. Credeva di non rivederlo mai più, e invece giorni dopo lui l'aveva convocata. Avevano ripreso a vedersi all'insaputa di tutti... piano piano stavano riscoprendo il sentimento che li aveva originariamente legati e nessuno dei due voleva rischiare di minare questa nuova, inaspettata possibilità permettendo alle rispettive famiglie di intervenire.

    Andrea sapeva a cosa sua moglie stesse pensando. Quando Anna era venuta a cercarlo, aveva per un momento assaporato l'idea di ferirla gettandole in faccia le carte per il divorzio ma il sollievo che aveva provato nel vederla in salute dopo una rovinosa caduta da cavallo che l'aveva immobilizzata per giorni (l'avvocato Manera si era premurato di informarlo in merito) lo aveva costretto a ricredersi sui suoi sentimenti. Per amor del vero, il fatto che Beatrice si lasciasse corteggiare dal giudice Romero aveva lenito in parte le sue ferite... era cosciente di non essere innamorato di lei e riteneva quel corteggiamento una vendetta sufficiente verso il fratellastro. La verità era che si era finalmente reso conto di non voler passare il resto della sua vita amareggiato e ferito, e che sua moglie di fatto non lo aveva tradito. Non sapeva dire come fosse giunto a quella conclusione... forse l'odio era svanito perché soffriva per l'evidente dolore di Beatrice oppure invidiava la felicità dell'avvocato Manera, la cui famiglia costituiva davvero un esempio da seguire. Fatto sta che quando Anna era venuta da lui, si era scoperto una persona diversa. Assorto in quelle riflessioni, si accorse di aver omesso di raccontarle le ultime novità: “Lo sai che Marianna si è infatuata di Juan?” disse osservando attentamente il volto della donna.

    Anna boccheggiò: “Non mi dire che l'avvocato Manera gli permetterà di frequentarlo,” rispose sorpresa.

    “Ti dispiacerebbe?”

    “No,” negò lei in maniera risoluta. “Non voglio rischiare nuovamente il nostro matrimonio per una infatuazione da niente. Contiamo solo noi, Andrea, solo noi! Non permettermemo a nessuno di dividerci, non è vero?”

    Andrea la fissò, attento e pensieroso. Soddisfatto di ciò che vide, esclamò con convinzione: “Devo andare adesso, non voglio che mi vedano qui con te. Mi farò vivo presto. Comunque pare che Juan si rechi spesso in visita dall'avvocato. Credevo fosse per discutere l'annullamento del matrimonio con Beatrice oppure per la questione del cognome, ma forse è perché gli interessa davvero Marianna. In ogni modo, non voglio che intralcino il nostro cammino. Farò in modo che sia Romero ad occuparsi di qualunque grattacapo e noi due presto ricominceremo una nuova vita. Da soli.”

    ~ ~ ~

    Beatrice si svegliò di soprassalto. Confusa, pensò di aver avuto un altro incubo finché vide una figura furtiva avvicinarsi al suo letto. Cercò di gridare ma una mano ferma le tappò la bocca prima che potesse emettere fiato. Fu allora che lo riconobbe.

    “Ti prego, lasciamo spiegare” disse suo marito con voce supplichevole.

    Emozionata, assentì con un cenno della testa.

    ~ ~ ~
    Juan tolse la mano dal viso di Beatrice. Era bellissima... Prima che lei potesse reagire, si impadronì delle sue labbra e la baciò furiosamente.

    Beatrice avvertì il cuore in gola. Facendo leva su tutta la sua forza di volontà, respinse bruscamente suo marito: “Lasciami! Perché sei venuto...?”

    Juan si ritrasse, ferito. “Allora è vero che sei innamorata di Romero?” chiese in un sussurro.

    La donna lo fissò con gesto di sfida. “A quanto dicono, anche tu sei innamorato di Marianna...” domandò, temendo la risposta.

    Lui ricambiò lo sguardo, altrettanto fiero: “Non tergiversare Beatrice. Non sono certo io che mi faccio vedere in giro con qualcuno che non sia il mio consorte. Rispondi alla mia domanda!”

    Era sempre il solito arrogante, borioso egoista! Beatrice si alzò in piedi e si parò davanti a quell'uomo che aveva amato più di se stessa e che ancora le faceva girare la testa. Ma adesso si rendeva conto che non era certo l'unico a suscitarle tali sensazioni...
    “Vuoi una risposta? Sono attratta da Marcello e credo che potrei anche amarlo. Se lo avessi incontrato prima di te, probabilmente lo avrei sposato senza pensarci due volte. Adesso non lo so. Ho vissuto... abbiamo avuto talmente tante problematiche questi ultimi anni che non so nemmeno io cosa sia meglio per me. Desidero solamente un po' di pace, di serenità. E non credo che tu possa darmi quello che cerco,” terminò, abbassando lo sguardo perché non riusciva ad essergli indifferente come avrebbe voluto.

    Juan si accorse del turbamento della moglie e non poté che rallegrarsene: "sapeva" che lei non poteva aver dimenticato il loro amore! Sebbene lui temesse davvero il giudice Romero: era un uomo degno e di forte integrità oltre che oggettivamente bello... un rivale veramente pericoloso. Con un dito sollevò il mento della sua donna: “Ho riflettuto molto, sai. Avevi ragione... non avrei dovuto lasciarti andare. Sono stato un egoista, ho pensato fosse meglio non renderti partecipe dei miei guai. Mi sono reso conto di quanto ti avessi ferito quando dopo la scarcerazione sei venuta a cercarmi e mi hai detto che dovevi prendere una decisione riguardo il nostro matrimonio. Mi sono sentito perduto, amore! Solamente allora ho capito di aver sbagliato... ma devi comprendere, sono sempre stato solo nella vita, non ho mai dovuto preoccuparmi di includere qualcun altro nelle mie decisioni... Ti prego, amore mio, perdonami!” terminò accorato.

    Beatrice lo allontanò. Le faceva effetto sentirsi chiamare nuovamente "amore" dopo tanto tempo, ma non poteva permettere che il sentimento che ancora provava per Juan offuscasse tutte quelle conquiste che, a poco a poco, sentiva di aver raggiunto: “Devo essere certa che tu abbia davvero compreso, Juan. Chi mi assicura che, tornando a vivere con te, tu non ricada negli stessi errori? Mi hai insegnato ad esprimere le mie opinioni ed agire di conseguenza, ma di fatto hai deciso al posto mio. Questo è il tuo carattere... E poi, non voglio continuare ad essere il pretesto delle liti tra te ed Andrea... sono davvero stanca di tutto questo!”

    “Ascolta, ti prometto che non ricadrò negli stessi errori... abbiamo sofferto abbastanza!!! E per quanto riguarda Andrea... ho pensato che potremmo emigrare, se necessario. Verresti con me...?” chiese in tono supplichevole cingendole la vita, ben conscio dell'attrazione che sapeva suscitare nelle donne e disposto ad approfittarsene... tutto era lecito, purché tornassero assieme e scomparisse ogni altro uomo al suo confronto!

    Questa volta Beatrice non si ritrasse. Gli appoggiò la testa sul petto e si lasciò accarezzare come una bambina: quanto gli era mancato...! Aveva bisogno di tenerezza, di comprensione... Improvvisamente, scoppiò in un pianto dirotto che spezzò il cuore di suo marito... tant'è che egli si domandò se, effettivamente, fosse in grado di mantenere tutte le promesse che le stava facendo. Forse Romero sarebbe stato un marito migliore per la sua Bea... ma quel pensiero lo lacerava, non voleva dargli corpo!
    Si ritrovò dunque a baciare sua moglie come se non ci fosse un domani... e Beatrice, dopo un attimo di smarrimento e di abbandono, esclamò: “Non credo potrei allontanarmi per sempre dalla mia famiglia, Juan. Sinceramente, non vedo soluzione”.

    “Una soluzione c'è sempre,” rispose l'uomo maledicendo la sorte a loro avversa, provato dal dolore che involontariamente aveva inflitto a colei che più di tutti gli era cara al mondo. La donna che malgrado tutto tornava ora ad accoglierlo nel suo letto per offrirgli se stessa e tutto il suo mondo.
     
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