Geloso come Otello

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    Erano trascorsi più di tre anni ormai da quando un terribile terremoto aveva portato morte e distruzione nella piccola città di San Paolo. Pian piano la vita degli abitanti di quel paesino che si ergeva sulla costa era tornata alla normalità.
    Era una calda giornata estiva ed una piccola folla si era radunata al porto. Donne, ragazzi e bambini erano in trepida attesa, due navi stavano per attraccare. Su una di esse si poteva scorgere la figura alta e slanciata di Juan del Diablo che dava le ultime indicazioni ai suoi uomini per consentire l'ingresso della sua imbarcazione nel porto. L'arrivo del “capitano", come era chiamato da tutti in paese, era sempre fonte di gioia: quando faceva ritorno da uno dei suoi viaggi Juan portava ai più piccoli qualche dono e rispondeva con entusiasmo alle loro domande. Non solo i bambini, ma anche le ragazze attendevano con ansia che sbarcasse il capitano. Con la sua pelle tostata dal sole, i capelli lunghi neri e gli occhi verdi era un uomo molto affascinante. Le donne di San Paolo sapevano però che Juan non le avrebbe degnate neppure di uno sguardo, innamorato com'era della moglie, ma si recavano lì al porto sperando di avere la stessa fortuna della signora Beatrice e di fare la conoscenza di un marinaio attraente come il capitano.
    Un'altra imbarcazione raggiunse molto lentamente il porto di San Paolo. Sembrava avesse riportato dei danni durante il viaggio che si era appena concluso: un albero era spezzato e le vele erano lesionate in più punti. Al comando della barca vi era un giovane uomo dai capelli castani e gli occhi scuri che attirò su di sé gli sguardi di ammirazione di molte fanciulle presenti.
    Sceso dalla barca, Juan era stato circondato immediatamente da una miriade di bambini. Il capitano chiese ai suoi uomini di provvedere a distribuire i regali che aveva portato. Vide farsi largo tra la folla che si era radunata sulla banchina il proprietario dell'altra imbarcazione e gli fece cenno di avvicinarsi.
    -Juan, grazie mille. Senza di te non credo che io e i miei uomini ce l'avremmo fatta.
    -Conosco bene questa tratta e sono contento di esserti stato d'aiuto, Carlos. Ora che sei qui, puoi provvedere a far riparare la tua barca. Se vuoi ti accompagno, più avanti c'è un artigiano davvero in gamba.
    -La barca può aspettare… ho visto la morte in faccia e ho voglia di divertirmi. Andiamo insieme in qualche locanda per spassarcela un po'.
    -Va’ pure, io ho smesso da un pezzo di frequentare quel genere di locali. Ora sono sposato.
    -Juan del Diablo sposato? Questa sì che è buona. Mi stai prendendo in giro, vero?
    -Adesso sono Juan Aleardi della Valle e quello che ti ho detto è tutto vero.
    -Non ci posso credere…adesso hai anche un cognome! Però, anche se sei sposato, puoi far compagnia ad un vecchio amico, non dirò niente a tua moglie.
    -Ti ringrazio per l’invito, ma voglio tornare a casa. Questo viaggio è durato più del previsto e voglio stare un po' con la mia famiglia. Ho una figlia, sai, si chiama Isabel.
    L’arrivo di Carlos aveva suscitato l'interesse dei bambini, che credevano che lui fosse un pirata, e delle ragazze, che non credevano alla loro fortuna… si domandavano se quel giovane marinaio fosse libero o sposato come il capitano.
    -Credo che non avrò bisogno di andare in qualche locanda per avere un po' di compagnia, vedo che qui ci sono delle ragazze molto carine…
    L'attenzione di Carlos venne catturata dalla figura di una donna che si faceva largo tra la folla che occupava la banchina. Era bionda, slanciata, aveva i lineamenti delicati. Sembrava stesse cercando qualcuno. Carlos ne rimase conquistato.
    -… e quella creatura eterea che si sta avvicinando è la donna più bella che io abbia mai visto in vita mia. La conosci?
    Juan, che si era chinato per rispondere alla domanda di un bambino che gli aveva chiesto se Carlos fosse un pericoloso pirata, si alzò per vedere chi fosse la donna in questione. La sua mascella si contrasse non appena vide a chi erano rivolte le parole di ammirazione dell'amico.
    -È incantevole, credo che sia una donna dell'alta società, la ragazza che è con lei deve essere la sua cameriera. Sta venendo verso di noi… e mi sta sorridendo! È ancora più bella quando sorride…
    -Non sta sorridendo a te, idiota, ma a me. Quella è mia moglie.
    Juan raggiunse la consorte, la strinse tra le sue braccia e la baciò con passione. Quando si separarono un leggero rossore tinse di porpora le guance di Beatrice. Juan stava per baciarla di nuovo, ma la ragazza lo fermò.
    -Juan! Che cosa penserà la gente?
    -Che ho sentito molto la mancanza di mia moglie.
    -Ed io la tua.
    -Come mai sei qui? Sai bene che non voglio che tu venga al porto…
    -Ero al mercato con Mercedes, parlavano tutti del tuo arrivo e non ho resistito, volevo vederti, ero così preoccupata… avresti dovuto essere qui già da una settimana ormai …
    -È che ho avuto un imprevisto. Un mio vecchio amico era nei guai con la sua barca e gli ho dato una mano a raggiungere San Paolo.
    Juan strinse Beatrice per la vita e si avvicinò a Carlos.
    -Lui è Carlos Contreras, l'amico di cui ti ho parlato prima. Lei è Beatrice, mia moglie.
    -Incantato di fare la vostra conoscenza.
    Prese delicatamente la mano della donna e la baciò. Beatrice sentì Juan irrigidirsi al suo fianco.
    -Il piacere è mio, signor Contreras.
    -Potete chiamarmi Carlos. Possiamo non essere così formali, che ne dite?
    Juan non diete tempo alla moglie di rispondere.
    -Vorrei tornare a casa Beatrice, ho tanta voglia di riabbracciare mia figlia. Carlos se vuoi posso accompagnarti domani dell’artigiano di cui ti parlavo.
    -Va bene, grazie. Il Guercio ha sempre la sua locanda? Potrei alloggiare lì…
    -Sì e quando la vedrai stenterai a riconoscerla. Lei è Mercedes, la moglie del Guercio. È stata lei a trasformare la cantina in una locanda rispettabile.
    -Anche lui si è sposato? Non ci posso credere. Vedo che tante cose sono cambiate dall'ultima volta che sono stato a San Paolo.
    -A domani, allora!
    -A domani Juan. Spero di rivedere presto anche voi, Beatrice. Mi piacerebbe conoscere anche vostra figlia, sicuramente sarà una bambina incantevole, come la madre.
    Le parole di Carlos misero a disagio Beatrice, che ricambiò con un semplice arrivederci il saluto dell’uomo, e accesero in Juan un sentimento che già aveva conosciuto in passato: la gelosia.
    ******
    Beatrice camminava al fianco del marito, raccontando aneddoti che riguardavano la loro primogenita. Juan la ascoltava in silenzio, ma sembrava preoccupato. Raggiunsero la loro casa, trovando la piccola Isabel che giocava con Samuel, il figlio di Angelica e Gioacchino. Non appena vide il papà entrare, Isabel gli corse incontro saltandogli addosso. Non appena strinse sua figlia tra le braccia, si sentì nuovamente in pace. In quella stanza c'erano le persone più importanti della sua vita. Finalmente aveva una famiglia sua. Quanto aveva desiderato averne una, tornare a casa e trovare qualcuno che lo aspettasse era qualcosa di meraviglioso. E ora aveva tutto quello che aveva sempre sperato di avere: una donna che lo amava, una casa accogliente, una figlia. Isabel aveva ereditato i capelli neri e la testardaggine del padre e gli occhi color cielo e la dolcezza della madre.
    -Ciao papà!
    -Ciao Isabel! Sei stata brava con la zia Angelica?
    -Sì!
    -Davvero? Allora meriti un premio… papà ti ha portato un regalo. – guardò Samuel che sembrava triste. – Ho portato qualcosa anche a te, giovanotto.
    Gli occhi del bambino si illuminarono all’istante. Isabel e Samuel presero i pacchetti che scartarono rapidamente. La bimba mostrò a Beatrice il suo regalo.
    -Mamma, è la barca di papà!
    -Ti piace?
    -Sì, mamma!
    -E a te cosa ha portato, Samuel?
    Il bambino, più piccolo di Isabel, le fece vedere il dono ricevuto, un grazioso cavallino bianco. Angelica, che era in attesa del secondo figlio, ringraziò Juan che non dimenticava mai di portare qualcosa anche a suo figlio e disse ai bambini che era arrivato il momento di fare merenda. Beatrice era stata così in pensiero per la prolungata assenza di Juan che la ragazza pensò che fosse giusto lasciarli qualche attimo da soli.
    -Juan sembri stanco... vuoi andare a riposare?
    -Riposare non è la cosa che avevo in mente – le rispose il consorte attirandola dolcemente a sé.
    -Non possiamo… ci sono Angelica e i bambini…
    -Lo so, ma stanotte non potrai scappare…
    -E non ho intenzione di farlo! Mi sei mancato così tanto!
    -Anche tu, piccola strega.
    Si baciarono a lungo. Sembrava non riuscissero mai a saziare la loro fame d'amore.
    -Vuoi che ti prepari il bagno?
    -Sì, grazie.
    Beatrice uscì dalla stanza, lasciando Juan solo. Quanto gli era mancata casa, ogni volta che doveva partire diventava più difficile separarsi da sua moglie e da sua figlia. Ora aveva la famiglia che aveva sempre sognato di avere e, cosa più importante, era finalmente amato. Era stato davvero fortunato, dopo tante sofferenze anche per Juan del Diablo era arrivata la felicità. Lui e Beatrice ne avevano passate tante e non avrebbe permesso a nessuno di portargli via la cosa più preziosa che aveva: la sua famiglia.
    -Juan il bagno è pronto, puoi andare a rinfrescarti.
    -Grazie. Isabel?
    -Sta finendo la sua merenda con Samuel. Angelica è con loro.
    -Vanno d'accordo quei due.
    -Quando sono insieme ne combinano di tutti i colori. Non oso immaginare cosa faranno quando inizierà a camminare anche Anita.
    -Il Guercio stravede per sua figlia.
    -Come te del resto… sbrigati a fare il bagno, Isabel stava mangiando più in fretta che poteva perché voleva giocare con il suo papà. Le sei mancato tanto.
    -Anche io ho sentito la sua mancanza. È una bambina adorabile. È impossibile non amarla, come è impossibile stare lontano da te. Meglio che vada adesso, se continuo a starti vicino mi sarà difficile resistere… ho tanta voglia di fare l'amore con te…
    Terminato il bagno, Juan trascorse il pomeriggio in compagnia di Beatrice ed Isabel. La bambina, euforica per il ritorno del padre, dopo cena non voleva saperne di andare a dormire e i genitori faticarono molto per metterla a letto.
    -Papà domattina sarai ancora qui?
    -Certamente principessa.
    -E giocheremo ancora insieme?
    -Sì, piccola mia… ora però sii buona e fai la nanna.
    -Va bene. Ma solo se mamma mi racconta la storia del sole e della luna.
    Isabel si addormentò quasi subito. Beatrice e Juan si ritirarono nella loro stanza.
    -Quando dorme sembra un angelo, ma ha un bel caratterino…
    -Mi ricorda qualcuno…
    -Che stai insinuando, Beatrice?
    -Io? Proprio niente… - rispose lei con aria innocente.
    -Vieni qua, piccola strega… non vedevo l'ora di averti tutta per me.
    Iniziò a baciarla lentamente, spingendola dolcemente sul letto. Si amarono a lungo, perdendosi l'una tra le braccia dell'altro.

    *******
    Il mattino seguente Juan e Beatrice vennero svegliati da Isabel che fece irruzione nella loro stanza.
    -Mamma, papà, alzatevi!
    -Buongiorno principessa. Come mai già sveglia?
    -Voglio giocare con voi!
    -D'accordo… ma solo dopo aver fatto colazione.
    -Va bene mamma!
    Trascorsero la mattinata serenamente, giocando con Isabel che era entusiasta di avere il papà di nuovo con lei. Juan sorrise tra sé… chi lo avrebbe mai detto, lui, il temibile pirata, si ritrovava ora a giocare con bambole e orsetti di stoffa! Guardò Isabel e Beatrice e pensò che non c'era altro luogo in cui avrebbe voluto essere. Tutto quello di cui aveva bisogno era lì, accanto a lui. I suoi pensieri vennero interrotti bruscamente…. Il suono della campana posta fuori il cancello annunciava che avevano visite. Aprì la porta, trovandosi di fronte Carlos.
    -Ciao Juan.
    -Ciao Carlos, come mai da queste parti?
    -Ieri mi avevi detto che conoscevi un artigiano in grado di riparare la mia barca. Pensavo che mi raggiungessi alla taverna del Guercio.
    -Scusa, me ne ero dimenticato.
    -Posso entrare?
    -Certo, passa.
    Beatrice, seduta a terra intenta a cambiare abito alla bambola di Isabel, si alzò immediatamente, salutando l'uomo. Carlos le si avvicinò e, baciandole la mano, rispose al saluto, mentre Isabel lo guardava incuriosita.
    -Tu devi essere Isabel… avevo ragione, sei bella come la tua mamma.
    Rivolse uno sguardo pieno di ammirazione verso Beatrice.
    -E tu chi sei? – chiese la bambina.
    -Mi chiamo Carlos e sono un amico di tuo padre.
    L'uomo tese la mano alla bambina, che la strinse prontamente.
    -Piacere di fare la tua conoscenza Isabel.
    Juan si sentì infastidito dall'intrusione di Carlos nella sua vita familiare e dal modo in cui guardava Beatrice. Doveva allontanarlo da lì e al più presto.
    -Che ne dici di andare? Ti accompagno immediatamente dal signor Ramirez. È un tipo in gamba, lavora sodo, non impiegherà tanto tempo per riparare la tua barca.
    -Papà, dove vai? – Isabel si era avvicinata a Juan. Sul suo viso comparve un tenero broncio. – Non giochi più con me?
    -Mi dispiace Isabel, papà ha un impegno. Ma ti prometto che tornerò prestissimo. Va bene?
    -Sì papà! Ma prima di andartene devi darmi un bacio!
    Juan si chinò per esaudire la richiesta di sua figlia. Poi si avvicinò a sua moglie dicendole che sarebbe passato anche dall'avvocato Manera per consegnargli i documenti relativi alla merce trasportata sulla sua barca nel viaggio che aveva appena concluso e, dopo averla salutata con un bacio fugace, uscì con Carlos.
    *******
    Juan accompagnò Carlos dal signor Ramirez che si mostrò subito disponibile a svolgere il lavoro che gli veniva richiesto. Per stimare il tempo necessario a completare la riparazione, l'artigiano chiese di poter vedere la barca, dirigendosi in compagnia del proprietario dell'imbarcazione verso il porto. Juan si recò dal signor Nicola che si era trasferito dopo il matrimonio con Maria Grazia, in una casa più grande ed accogliente. Fu proprio l'avvocato ad aprirgli la porta, invitandolo ad accomodarsi.
    -Juan, figliolo, finalmente sei tornato. Eravamo tutti un po' in pensiero. Cosa ti è successo?
    -A me, fortunatamente, nulla. La barca di Carlos ha subito dei danni, era in difficoltà e l'ho aiutato a raggiungere San Paolo.
    -Carlos? Parli di Carlos Contreras?
    -Sì. Lo ricordate?
    -Certamente … eravate grandi amici, con la stessa passione per le barche e… per le donne! – disse ridendo l'avvocato. -Ricordo ancora quella volta che sono dovuto intervenire per dividervi perché vi eravate azzuffati dopo aver scoperto di frequentare la stessa ragazza. Come si chiamava? Maria? No… ora ricordo, si chiamava Lucia. Era una cosa che capitava spesso…contendervi una donna.
    Juan assunse un'espressione cupa.
    -Che hai, Juan?
    -Niente.
    -Non si direbbe.
    -È che… Carlos…
    -Cosa?
    -Credo che a Carlos piaccia Beatrice. Fa apprezzamenti su di lei… e non mi piace il modo in cui la guarda.
    -Juan, non essere sciocco… tua moglie è una donna molto bella, è normale che attiri su di sé gli sguardi degli altri uomini.
    -Ma a me dà fastidio! Non vedo l'ora che Carlos ripari la sua barca e se ne vada lontano…
    -Juan, te l'ho detto già in passato…la gelosia è una pessima consigliera. Beatrice ti ama… non dimenticarlo.
    -Avete ragione… come sempre. Marianna come sta?
    -Bene, dovrebbe arrivare la settima prossima con Marcello e il piccolo Thomas. Non vedo l'ora di rivederli.
    -Ora tolgo il disturbo. Vi lascio i documenti relativi all'ultimo viaggio.
    -Tu non disturbi mai… sai che per te le porte della mia casa sono sempre aperte.
    -Vi ringrazio. Ora torno a casa, ho promesso a Isabel che non avrei tardato.
    -Hai una figlia splendida.
    -Lo so, sono davvero fortunato. Venite questa sera a cena a casa nostra, così avremmo modo di stare ancora insieme.
    -Con piacere, sai che apprezziamo molto la vostra compagnia.
    -Arrivederci signor Nicola, salutate Maria Grazia da parte mia.
    -A più tardi, figliolo.

    ********

    Dopo aver parlato con l'avvocato Manera, Juan si sentì più tranquillo. Si diresse a passo svelto verso casa, ma quando aprì la porta quello che vide non gli piacque per nulla: Carlos era seduto in salotto con Beatrice. Appena lo vide entrare, la donna gli andò incontro.
    -Juan, Carlos ti stava aspettando. Vado a vedere se Isabel dorme ancora. Con permesso.
    -È da tanto che mi aspetti?
    -Tranquillo, Juan, tua moglie è stata così gentile da farmi compagnia. Le ho raccontato un paio di episodi divertenti sui nostri trascorsi giovanili.
    Juan gli rivolse uno sguardo torvo.
    -Come mai sei qui? È successo qualcosa?
    -Il signor Ramirez ha visto la barca e ha detto che può provvedere ad effettuare la riparazione delle parti in legno. Le vele sono però troppo danneggiate e vanno sostituite. Su sua indicazione sono andato dal signor Rodrigez per comprare delle vele nuove, ma mi ha detto che non ha vele di quelle dimensioni. A chi altro potrei rivolgermi?
    -Credo che dovrai andare a Veracruz. Avevo avuto tempo fa lo stesso problema con il Satan e a Veracruz ho trovato delle vele di ottima qualità.
    -A proposito, che fine ha fatto la tua vecchia barca? Non credevo che te ne saresti mai separato.
    -È stata affondata.
    -Com'è successo?
    -È una lunga storia, non mi va di parlarne.
    Beatrice entrò nella stanza.
    -Vi ho portato un caffè.
    - Grazie. Beatrice ho invitato il signor Nicola e Maria Grazia a cena da noi.
    -È sempre un piacere stare con loro.
    Carlos intervenne nella conversazione:
    -Parlate dell'avvocato Manera?
    -Sì, Carlos. Ti ricordi di lui?
    -Certamente Juan, non potrei mai dimenticarlo… uomini come lui ce ne sono davvero pochi, pronti a tendere una mano a chi è in difficoltà. Come sta?
    -Bene, è felicemente sposato.
    -Anche lui sposato? Stento a crederlo… mi piacerebbe rivederlo...
    -Allora resta anche tu a cena da noi… così potrai salutarlo.
    -Volentieri, Juan. Grazie mille dell'invito. Cucinerete voi, Beatrice?
    -Sì, perché?
    -La mia era solo una semplice curiosità.
    Carlos guardò intensamente la donna che, sentendosi a disagio, si ritirò rapidamente in cucina. Juan fulminò l'uomo con lo sguardo. Come si permetteva di guardare in quel modo sua moglie? Forse non era stata una buona idea invitarlo a cena.
    ********
    Il signor Nicola fu contento di rivedere dopo tanti anni il giovane. Per molti aspetti lo riteneva simile a Juan: Carlos era un ragazzo buono, un gran lavoratore, pronto ad aiutare gli altri. Proveniva da una famiglia umile, aveva perso i suoi genitori quando era ancora piccolo ed era stato cresciuto dai nonni. Aveva appena raggiunto la maggiore età quando morirono anche loro. L'avvocato aveva preso a cuore il ragazzo, che aveva conosciuto tramite Juan; i due andavano molto d'accordo, litigavano solo per un motivo: le donne. Possibile che con tutte le fanciulle presenti a San Paolo finivano per invaghirsi spesso della stessa ragazza? Era evidente che anche con Beatrice fosse successo lo stesso. Era palese che Carlos era rimasto colpito dalla donna. Ed era ancora più evidente il fastidio che questo suo interesse provocava in Juan. Beatrice, con la scusa di mettere Isabel a letto, abbandonò la sala, seguita da Maria Grazia, per sfuggire da quella situazione diventata imbarazzante per lei.
    La bimba si addormentò quasi immediatamente. Beatrice chiuse il libro che le stava leggendo e lo posò sul comodino. Diede un bacio ad Isabel e si alzò.
    -Non vi entusiasma l’idea di ritornare in sala da pranzo, non è vero?
    -Già… mai avrei pensato di trovarmi in una situazione simile…
    -Siete una bella donna, è normale suscitare interesse in un uomo. Mi sorprende solo che Carlos non si faccia problemi a palesare la sua ammirazione per voi davanti a Juan.
    -È questo che mi preoccupa.
    -State tranquilla, la serata è quasi finita.
    -Credo che anche la pazienza di Juan sia giunta ormai al termine.
    Tornarono in sala da pranzo trovando un clima più disteso. Il signor Nicola aveva abilmente dirottato la conversazione su argomenti più neutrali come il commercio e la navigazione. Non appena vide le due donne, l'avvocato disse che per lui e Maria Grazia era giunto il momento di tornare a casa.
    -Grazie mille per l'ospitalità, figlioli. Stare in vostra compagnia è sempre un piacere. Sono contento di averti rivisto Carlos.
    -Il sentimento è reciproco. È stato bello per me tornare a San Paolo e rivedere gli amici di un tempo. E che sorpresa trovarvi tutti felicemente accasati. Non lo avrei mai immaginato...
    -Il prossimo a sposarsi potresti essere tu.
    -Non lo credo possibile, signor Nicola. Non penso di avere la stessa fortuna di Juan … o la vostra, nel trovare una donna così incantevole da farmi mettere la testa a posto.
    -Domani andrai a Veracruz? – gli chiese Juan.
    -Sì, devo comprare al più presto delle vele nuove, altrimenti il signor Ramirez non potrà completare le riparazioni della barca. Vado via anche io, domani vorrei partire molto presto. Grazie mille per la cena, era tutto delizioso, e per la splendida compagnia. Era da tanto che non trascorrevo una serata piacevole come questa.
    I coniugi Manera e Carlos andarono via, lasciando finalmente Juan e Beatrice soli.
    -Non vedevo l'ora di restare da solo con te…
    -Anche io, Juan.
    -Dai, andiamo in camera da letto.
    -Inizia ad andare… sistemo la sala e ti raggiungo.
    -Ci penserà Maria… è qui per questo.
    Le cinse la vita con le sue forti braccia e, stringendola a sé, la condusse in camera da letto.
    -Mi piace tenerti tutta per me… vedere altri uomini che posano il loro sguardo su di te mi fa diventare pazzo di gelosia.
    -Lo dici per Carlos?
    -Sì, non so cosa mi abbia trattenuto dal spaccargli la faccia. Come si permette di fare il cascamorto con te?
    -Carlos può dire e fare quello che vuole… io amo solo te.
    -Davvero?
    -Ma certo… anzi, mi sono sentita estremamente a disagio. Non hai motivo di essere geloso. Anche se mi fa piacere.
    - Ti fa piacere che Carlos sia attratto da te?
    -Ma no, sciocco… mi fa piacere che tu sia geloso… così puoi capire come mi sento quando vedo tutte quelle ragazze in paese che ti guardano.
    -Per me le altre donne non esistono. Nel mio cuore e nella mia mente ci sei solo tu. - Juan catturò le labbra di Beatrice con le sue – Basta parlare di Carlos… l'unica cosa che voglio ora è farti mia.
    *********
    I giorni seguenti trascorsero serenamente per i due coniugi. Juan stava progettando il suo prossimo viaggio, ma aveva deciso di restare sulla terraferma qualche settimana in più: si stava avvicinando il terzo compleanno di Isabel e doveva esserci. Organizzava infatti i suoi spostamenti in modo tale da non perdersi nulla, nonostante viaggiasse molto era un padre e un marito molto presente. Beatrice aveva deciso di organizzare per la figlia una piccola festa con i familiari e gli amici più stretti. L’armonia familiare venne turbata dal ritorno di Carlos che, per un motivo o per un altro, si recava spesso a casa Aleardi. Juan aveva manifestato il suo disappunto all'avvocato Manera che, come sempre, cercava di calmare il suo protetto.
    -Juan, non esagerare… sei un suo amico, è normale che Carlos venga a farti visita.
    -Siamo amici, è vero, ma non posso tollerare che ronzi intorno a mia moglie.
    -Hai provato a parlare con lui?
    -Certamente, ma ogni volta che viene a casa mia sembra avere un motivo valido. Il suo modo di fare mi ricorda quello di Anna.
    -Juan, tu e Beatrice ne avete passate tante… non vorrei che con la tua gelosia finissi per metterti nei guai.
    -Potete stare tranquillo, avvocato… non ho alcuna intenzione di farlo, non potrei mai mettere a repentaglio la serenità della mia famiglia per quell'idiota.

    ********
    Carlos era andato nuovamente a casa Aleardi. Fu Angelica ad aprirgli la porta.
    -Buongiorno, cercavo Juan.
    -Buongiorno, mi dispiace, è dall'avvocato Manera.
    -E la signora Beatrice è in casa?
    -Sì -
    -Volevo salutarla.
    - Vado a vedere se può ricevervi. Chi devo annunciare?
    –Carlos Contreras.
    La ragazza si incamminò verso la stanza di Isabel. Poco dopo ritornò e guardando l'uomo in modo poco amichevole disse:
    -La signora arriverà subito – fece per andarsene, ma ritornò sui suoi passi e aggiunse:
    -Vedete di non creare problemi… Juan e Beatrice ne hanno avuti già troppi in passato.
    Carlos avrebbe voluto chiederle spiegazioni, ma Angelica abbandonò il salone talmente velocemente da non dargliene il tempo. Subito dopo fece ingresso nella stanza Beatrice.
    -Buongiorno.
    -Buongiorno Beatrice, come state?
    -Bene. Juan non c'è, tornerà tra poco.
    -Posso aspettarlo?
    -Certamente, accomodatevi.
    Beatrice avrebbe voluto mandarlo via, ma non voleva sembrare scortese. Sperava che Juan arrivasse presto. Carlos la mise al corrente dei progressi fatti nella riparazione della sua imbarcazione, presto sarebbe stata pronta per salpare di nuovo.
    -Mi dispiace lasciare San Paolo, qui ho trascorso la mia infanzia.
    -Dove vivete?
    -Per la maggior parte del tempo in acqua, sulla mia barca. Ma ho una casa a Campeche, dove abitano i miei zii. Qui dopo la morte dei miei nonni che mi hanno cresciuto non avevo più nessuno. Il capitano Leopardi con le sue malefatte ha ostacolato in tutti i modi la mia attività, così ho preferito andarmene. Proposi a Juan di venire con me, di lasciare insieme San Paolo ma disse di no. E ha fatto bene, la fortuna alla fine gli ha sorriso. Ora ha un cognome, è sposato con una donna magnifica ed ha una splendida figlia. Non vi nascondo che provo un po' di invidia nei suoi confronti. Vorrei essere al suo posto.
    -Non dite queste cose.
    -Scusatemi Beatrice, non volevo mettervi a disagio. Voi siete la moglie di Juan… non avete una sorella a cui presentarmi? Sono un uomo rispettabile, un buon partito insomma… e i marinai hanno il loro fascino.
    Beatrice si rabbuiò di colpo. Quella di Anna era una ferita ancora aperta, forse non si sarebbe mai rimarginata. Carlos percepì il suo turbamento.
    -Che avete? Stavo scherzando… non fate quella faccia, se non volete presentarmi a vostra sorella, non me la prenderò di certo!
    -Pur volendo, non potrei farlo. Mia sorella è morta da più di 3 anni ormai.
    -Scusatemi, non lo sapevo… mi dispiace immensamente.
    Si avvicinò a Beatrice e le prese la mano.
    -Perdonatemi, non era mia intenzione riportare alla vostra mente ricordi dolorosi. Vi porgo le mie più sincere scuse.
    -Non dovete scusarvi, non potevate saperlo.
    Juan aprì la porta e vide Carlos pericolosamente vicino a suo moglie…le stava addirittura tenendo la mano!
    -Cosa succede? Che ci fai di nuovo qui? Ho interrotto qualcosa?
    Beatrice gli andò subito incontro.
    -Juan, bentornato! Carlos ti stava aspettando. Io vado da Isabel. Con permesso, vi lascio soli.
    Beatrice si precipitò letteralmente fuori dalla stanza, sotto lo sguardo dispiaciuto di Carlos e attonito di Juan.
    -Vuoi spiegarmi che ci fai qui? E cosa hai fatto a mia moglie?
    -Calmati, Juan. Sono venuto perché la capitaneria ha disposto per domani un controllo per le imbarcazioni attraccate al porto la scorsa settimana e volevo avvisarti. Ero qui ad aspettarti, ecco tutto.
    -Beatrice sembrava turbata… e tu la tenevi per mano. Cosa le hai fatto, idiota?
    -Niente, Juan. Ecco… vedi… mi ha chiesto come mai non vivessi più a San Paolo e le ho detto che mi sono rimasti dei parenti solo a Campeche. Io… insomma, le ho chiesto della sua famiglia, se avesse sorelle… E mi ha detto che sua sorella era morta qualche anno fa.
    Non aveva raccontato tutta la verità, ma una buona parte…
    -E a te cosa interessa della famiglia di mia moglie?
    -Ma nulla, Juan…era così, tanto per parlare… per ammazzare il tempo mentre ti aspettavo….
    -Bene, ora che hai parlato con me, puoi anche andare via… prima che venga ammazzato qualcos'altro e non parlo del tempo. Ne abbiamo passate tante… smettila di venire a casa mia ad importunare mia moglie, intesi?
    -Sì, sì, vado.. Ci vediamo al porto allora. A domani.
    Juan raggiunse sua moglie intenta a giocare con Isabel.
    -Come stai? Carlos mi ha detto quello che è successo. So che è doloroso per te parlare di Anna.
    -È vero…Ma sto bene.
    -Sicura?
    -Sì.
    -Domani sarò al porto, pare ci saranno dei controlli. Non so per che ora sarò di ritorno.
    -Non ti preoccupare, anche io ho delle commissioni da fare.
    Isabel si avvicinò a Juan.
    -Papà, si sta avvicinando il mio compleanno!
    -Lo so, principessa.
    -Mamma mi preparerà una torta grandissima! Vero, mamma?
    -Certamente. Hai pensato al desiderio da esprimere quando spegnerai le candeline?
    -Sì, mamma. Ma non posso dirvelo, Samuel mi ha detto che se lo dico a qualcuno non si avvera! E io ci tengo tanto al mio desiderio.
    -Sei una brava bambina, sono sicura che il tuo desiderio si avvererà.
    -Lo spero tanto, papà!
    **********
    Carlos lasciò casa Aleardi pieno di interrogativi. Le parole di quella ragazza che gli aveva aperto la porta prima e di Juan dopo lo avevano incuriosito. Forse la famiglia di Beatrice non aveva accolto con entusiasmo il loro matrimonio… Juan gli aveva raccontato che aveva ottenuto il cognome che gli spettava, ma rimaneva comunque un figlio illegittimo. Come si erano conosciuti? Quali problemi aveva dovuto affrontare la coppia? Il Juan di adesso era molto diverso dal Juan che aveva conosciuto tanti anni addietro: spavaldo, irriverente, donnaiolo. Era l’amore ad aver cambiato così tanto il suo amico? Era così assorto nei suoi pensieri, che non sentì la voce del signor Nicola che lo chiamava… solo quando l'uomo gli mise una mano sulla spalla si rese conto della sua presenza.
    -Carlos, cos'hai? È da un pezzo che ti sto chiamando. È successo qualcosa?
    -Nulla, avvocato… sono contento di avervi incontrato, volevo farvi vedere i documenti relativi alle merci trasportate nella mia barca per vedere se è tutto in ordine. Domani le autorità portuali faranno dei controlli.
    -Puoi venire a casa mia.
    -Non ho i documenti con me. Passo a prenderli e vi raggiungo.
    -Va bene. La mia casa si trova vicino la chiesa. La troverai facilmente.
    -A tra poco.
    Presi i documenti, Carlos raggiunse il signor Nicola nella sua abitazione.
    -Accomodati pure Carlos, diamo un’occhiata a questi documenti.
    Il signor Nicola sfogliò attentamente la documentazione.
    -Hai sulla tua barca merce non dichiarata?
    Carlos non rispose.
    -Allora? Ma mi stai ascoltando?
    -Cosa, signor Nicola?
    -Ti ho chiesto se hai sulla tua barca merce non dichiarata.
    -No, avvocato. La mia è un'attività pulita…
    -Mi fa piacere, figliolo. I documenti sono in ordine, puoi stare tranquillo per domani. Ma c'è qualcosa che non va, sei pensieroso, distratto. Se hai qualche problema, sai che puoi parlare con me…
    -Va tutto bene, solo che … volevo sapere una cosa … riguarda Juan.
    -Non fare tanto il misterioso…di cosa si tratta?
    -Juan mi ha detto che è stato riconosciuto come figlio di Francesco Aleardi… i miei nonni per un breve periodo lavorarono nella tenuta di Campo Real, quella degli Aleardi è una delle famiglie più ricche della zona. Ritornarono a San Paolo dopo la morte del signor Francesco, perché a loro avviso la vedova Aleardi era una donna senza cuore. Ma a quanto pare forse si erano fatti un’opinione della loro padrona non corrispondente al vero, visto che poi la signora Sofia ha deciso di dare a Juan il cognome che gli spettava.
    -Le cose non sono andate così. Francesco aveva portato Juan a Campo Real con l’intenzione di riconoscerlo e farlo crescere insieme al fratello, Andrea. Ma Sofia non era d'accordo e ha cacciato Juan dalla tenuta alla morte del marito.
    -Però poi si è ravveduta. Lo ha riconosciuto e gli ha aperto le porte della sua casa, no?
    -Non esattamente …
    -Sono curioso, avvocato… come ha fatto Juan a conoscere Beatrice? Non credo che lei frequentasse il porto o la Taverna del Guercio.
    -Ecco dove volevi andare a parare… a te piace Beatrice, vero?
    -Non vi nascondo che provo una forte attrazione nei suoi confronti, tutto di lei mi affascina…
    -Me ne ero già accorto e se ne è reso conto anche Juan. Carlos, figliolo, ascoltami. Beatrice è una donna sposata, lei e Juan si amano. Ormai non siete più due ragazzini che si contendono la stessa ragazza. Siete entrambi maturi, Juan ha la sua famiglia e ha lottato duramente per avere quello che ha ora. Lui e Beatrice hanno già sofferto tanto.
    -Me lo ha detto anche oggi Juan e quella ragazza che è spesso lì a casa loro. Signor Nicola sono curioso di conoscere tutta la storia…
    -Perché? Che intenzione hai?
    -Non sono mosso da cattive intenzioni, avvocato, ve lo posso assicurare. Mai e poi mai farei qualcosa che possa danneggiare Juan. Ricordo bene com'era prima. Amareggiato, cinico, senza grandi prospettive per il futuro…. A cosa poteva aspirare un ragazzo senza famiglia e senza cognome? Vorrei solo sapere come sono andate le cose… ho provato a fargli qualche domanda, ma è stato piuttosto vago nelle risposte.
    -Juan non ne parla volentieri.
    -Ma perché? Ha avuto il cognome che gli spettava… e se anche la signora Sofia non lo ha accettato di buon grado, gli ha aperto le porte del loro mondo...Non avrebbe potuto mai sposare Beatrice, in caso contrario.
    -A Juan nessuno ha teso la mano, figliolo.
    -Non mi racconterete nulla?
    -Se Juan non ha voluto dirti nulla, non posso farlo io. L'unica cosa che posso dirti è di stare alla larga da Beatrice, se hai a cuore la tua amicizia con Juan.
    -Arrivederci signor Nicola. Grazie di tutto.
    -Pensa a quello che ti ho detto. A presto.
    *********
    Carlos lasciò la casa dell'avvocato Manera e si diresse al porto, per vedere a che punto era la riparazione della sua imbarcazione. Trovò il signor Ramirez intento, con alcuni uomini, a fissare le vele che aveva portato da Veracruz. Terminato il lavoro, l'artigiano gli si avvicinò.
    -Buongiorno signor Contreras.
    -Buongiorno signor Ramirez. A che punto sono i lavori?
    -Direi che siamo a buon punto. Abbiamo quasi finito di montare i pezzi che dovevano essere sostituiti.
    -Quando potrei riprendere il largo?
    -Credo la settimana prossima.
    -State facendo un ottimo lavoro, aveva ragione Juan, siete un bravo artigiano.
    -Grazie mille. Conosco Juan da tanto tempo, si è sempre rivolto a me per qualsiasi riparazione del Satan. Peccato che il fratello gliela abbia affondata, era una splendida barca.
    -Cosa?
    - Sì, non lo sapevate? Quante ne ha passate Juan, per colpa del fratello e di sua madre. E tutto per colpa di una donna.
    -Per colpa di Beatrice?
    -Della signora Beatrice? Ma no, non per colpa sua, ma di sua sorella, Anna… che riposi in pace.
    E così il signor Ramirez gli raccontò ogni cosa. Carlos rimase incredulo, mai avrebbe immaginato una storia simile.
    -E Andrea e sua madre dove sono ora?
    -La signora Sofia vive a Campo Real, sono anni che non mette piede nella casa che ha qui a San Paolo. Il signor Andrea è stato a lungo in Europa, ma è tornato e vive a Città del Messico, anche se va spesso alla tenuta per occuparsi dell’azienda e vedere sua madre. Qualche volta lo abbiamo visto anche qui … i suoi rapporti con il fratello sono cordiali. Qui a San Paolo per mesi non si è parlato d'altro.
    Ora capiva perché Juan non parlava volentieri del suo passato… la signora Sofia e suo fratello Andrea gli avevano reso la vita un vero e proprio inferno. Aveva creduto che Juan avesse avuto, una volta avuto il cognome Aleardi, vita facile e lo aveva invidiato per questo. Ora l'unica cosa che gli invidiava era sua moglie. Beatrice aveva una bellezza quasi eterea e un carattere dolce che lo avevano affascinato. Si era sentito tremendamente in colpa quando aveva visto quegli occhi azzurro cielo intristirsi quando avevano parlato di Anna. Il signor Ramirez gli aveva confidato che in paese era circolata la voce che fosse stata la signora Sofia a commissionare la morte della nuora, per liberarsene senza incorrere nello scandalo della separazione. Qualcuno invece si era azzardato a ipotizzare che fosse stata Beatrice a provocare l'incidente, ma quasi nessuno vi aveva creduto: la ragazza era conosciuta per la sua bontà d'animo e la reputavano incapace di far del male a qualcuno. Lasciato il porto, percorreva la strada che lo conduceva alla Taverna del Guercio quando la vide in compagnia di una domestica. Accelerò il passo e la raggiunse.
    -Beatrice, che piacere vedervi.
    -Buon pomeriggio.
    -Sono contento di avervi incontrata. Volevo chiedervi nuovamente scusa per il mio commento inopportuno di questa mattina. Non volevo portarvi alla memoria ricordi tristi. Sono davvero mortificato.
    -Lo so, non c'è bisogno che mi chiediate scusa. Davvero.
    -Vi ringrazio. E non era mia intenzione creare tensioni tra voi e Juan. So che i sentimenti che vi legano sono molto forti. Juan è stato molto fortunato. Se non foste felicemente sposata, non vi avrei lasciata scappare. Con permesso.
    A grandi falcate riprese il suo cammino verso la Taverna del Guercio. Beatrice amava uno dei suoi più grandi amici. Il suo viso si illuminava quando Juan rientrava a casa, aveva scorto una grande complicità tra i due coniugi. Carlos capì che non aveva speranze. Si era innamorato di una donna che non sarebbe stata mai sua.
    *****
    I giorni seguenti Juan incontrò Carlos al porto. L’amico sembrava avere un atteggiamento diverso nei suoi confronti. Anche Beatrice era strana, ultimamente si svegliava molto presto e sembrava essere preoccupata. Aveva provato a indagare, ma lei lo aveva rassicurato, dicendogli che era solo indaffarata per la festa di compleanno di Isabel. Il giorno prima era tornato a casa prima del solito e non l’aveva trovata. Isabel era rimasta con Angelica che non sapeva dirgli dove fosse andata sua moglie. Al suo ritorno, Beatrice gli disse che era passata da sua madre per invitarla alla festa di Isabel. Juan ebbe l’impressione che gli stesse nascondendo qualcosa… ma cosa? Era con l’avvocato Manera e gli espose i suoi timori.
    -C'è qualcosa che turba Beatrice, signor Nicola, ne sono convinto. E poi mi lascia perplesso anche il comportamento di Carlos. Sapete che non è più venuto a casa mia?
    -Scusami, Juan, non ti capisco. Non era quello che volevi? Se non ricordo male mi hai riferito di averglielo detto anche esplicitamente….
    -È così, ma…
    -E allora?
    -È che… ho pensato… che visto che non viene più a casa, Carlos abbia escogitato un modo per vederla altrove…
    -Ma che assurdità dici? Beatrice ti ama… credi che sia capace di ingannarti?
    -No, questo no… ma c'è qualcosa che la turba, ne sono sicuro.
    -Hai provato a parlarne con lei?
    -Sì, mi ha detto solo che è presa dai preparativi per la festa di Isabel.
    -Può darsi che sia solo questo. Sai quanto Beatrice voglia bene a sua figlia. Il compleanno di Isabel è domani, Juan. Se, passata la festa, noterai che c'è ancora qualcosa che la preoccupa, parlane apertamente con lei.
    -Avete ragione, avvocato. Ci vediamo domani, verranno anche Marianna e Marcello alla festa?
    -Sì.
    -Mi fa piacere. Isabel sarà contenta di rivedere Thomas. A domani, allora.
    -A domani, Otello.
    ********
    Il giorno seguente Isabel si svegliò di buon’ora. Si precipitò nella camera da letto dei genitori e non, trovandoli, iniziò a chiamarli mentre si dirigeva in sala. Juan e Beatrice le andarono incontro.
    -Buon compleanno, principessa! Sei già sveglia? – Beatrice la strinse forte e le diede un bacio sulla fronte.
    -Sì, mamma, oggi è il mio compleanno e non posso perdere tempo a dormire!
    -Vieni qua, piccola mia. Tantissimi auguri. Stringi forte forte anche il tuo papà.
    Isabel saltò in braccio a Juan, dandogli un bacio sulla guancia. Si accorse così degli addobbi che erano stati sistemati lungo le pareti.
    -Mamma, questi sono per la mia festa?
    -Sì, ti piacciono?
    -Sono bellissimi! - La bambina arricciò il suo bel nasino. -Mamma, hai già preparato la torta? Sento odor di cioccolato…
    -Sì, sto finendo di decorarla.
    -Posso vederla?
    -La vedrai più tardi, non essere impaziente.
    -Papà oggi resti a casa, vero?
    -Certamente. E giocheremo a quello che vorrai.
    La mattinata trascorse serenamente e i coniugi faticarono non poco a convincere Isabel a fare il suo usuale pisolino pomeridiano. Si convinse solo quando Juan le disse che, se fosse stata troppo stanca per scartare i regali, li avrebbe aperti Samuel al posto suo.
    Finalmente arrivò l'ora tanto attesa da Isabel… vestita con un abito bianco con dei fiocchi rosa, accolse con un sorriso gli invitati alla sua festa. Contenta e grata dei regali ricevuti, ringraziò tutti e corse a giocare con Samuel e Thomas, sotto lo sguardo divertito di Anita, che in braccio al Guercio, osservava con attenzione i tre bambini. Juan raggiunse Beatrice, intenta a dare disposizioni a Maria. La domestica ritornò in cucina, per poi tornare in sala con dei vassoi.
    -Hai visto Isabel? È davvero contenta. Hai fatto un ottimo lavoro con gli addobbi e il rinfresco.
    -Grazie. Volevo che fosse tutto perfetto.
    -E lo è – poi abbassando la voce aggiunse - Spero solo che tu non ti sia stancata troppo. Non vedo l'ora di poterti togliere questo vestito e fare l'amore con te.
    -Juan! Non dire queste cose… se qualcuno ti sentisse morirei di vergogna…
    Isabel si avvicinò ai genitori.
    -Mamma! Papà! Vi piace la bambola che mi ha regalato nonna Caterina?
    -È davvero molto bella. – rispose Beatrice.
    -Nonna mi ha promesso che mi porterà anche dei vestiti per Margherita.
    -Margherita? Chi è Margherita? – chiese Juan.
    -Ma papà, Margherita è la bambola che ti ho appena fatto vedere!
    -Ahhh... di' alla nonna di non esagerare con i vestiti, altrimenti dovremmo comprare un armadio anche per Margherita.
    -Isabel, sei pronta per spegnere le candeline?
    -Sì, mamma!
    -Allora vado in cucina a prendere la torta.
    Isabel rimase a bocca aperta. Beatrice le aveva preparato una grande torta decorata con panna e scaglie di cioccolato. Al centro erano posizionate tre candeline. Sotto lo sguardo amorevole dei presenti, la bambina soffio sulle candeline, spegnendole. Le venne chiesto se avesse espresso un desiderio, Isabel rispose di sì e Samuel con fare solenne disse che non poteva dirlo a nessuno, altrimenti non si sarebbe avverato.
    Per un breve attimo Juan vide Beatrice irrigidirsi accanto a sé. Stava per chiederle cosa avesse quando Isabel le saltò addosso, tempestandola di baci e ringraziandola per la splendida torta che le aveva fatto.
    -Sono contenta che ti piaccia. Ora vediamo se oltre ad essere bella è anche buona.
    -Mamma ricordati che devi dare la prima fetta a me, sono io la festeggiata!
    -Certamente.
    -Poi taglia una fetta per Samuel e una per Thomas. E una per Anita, anche se non ha tanti denti può mangiare la panna!
    -E noi possiamo mangiarla? – le chiese Andrea. Ormai i suoi rapporti con Juan e Beatrice erano buoni e accettava volentieri i loro inviti.
    -Sì, ma senza esagerare. Mamma dice che se si mangiano troppi dolci, viene la bua al pancino!
    La festa si concluse allegramente... Isabel, visibilmente stanca, salutava tutti con la mano, mentre era accucciata in braccio alla madre. Una volta andati via tutti gli invitati, Beatrice portò la bambina nella sua stanza. La raggiunse poco dopo Juan, trovando la figlia che dormiva profondamente.
    -È crollata.
    -Non c'è da stupirsi, è stata una giornata piena per lei. Anche tu sei stanca?
    -Un po', ma non eccessivamente. E tu?
    -Io sono ancora pieno di energie… andiamo in camera nostra che te lo dimostro.
    Beatrice trattenne a stento una risata, Juan la prese in braccio e la condusse in camera da letto.
    *******
    La mattina seguente Beatrice si alzò di buon’ora. Senza far rumore, prese biancheria e vestiti puliti e si diresse in bagno. Dopo essersi preparata, disse alla domestica che aveva delle commissioni da sbrigare e uscì. Aveva appuntamento con il dottore, voleva essere certa della gravidanza prima di dare la notizia a Juan e a Isabel. Questa volta Juan avrebbe saputo da lei di diventare padre e la sua reazione sarebbe stata sicuramente diversa. Bugie ed intrighi erano ormai un triste ricordo, niente e nessuno poteva minare la loro felicità. Terminata la visita medica, lasciò lo studio del dottore quasi di corsa. Non vedeva l'ora di tornare a casa e comunicargli la buona nuova.
    Juan, svegliatosi poco dopo, rimase sorpreso nell'apprendere dalla domestica che Beatrice era già uscita. Dov'era andata così presto e perché era uscita nuovamente da sola? Avrebbe voluto aspettarla per chiederle spiegazioni, ma doveva recarsi al porto per consegnare dei documenti. Avrebbe cercato di fare il più in fretta che poteva, doveva assolutamente parlare con lei.
    Beatrice era euforica… finalmente Isabel avrebbe avuto un fratellino o una sorellina. L'aveva sentita qualche giorno fa dire a Samuel che sperava che arrivasse un bambino anche a casa sua e che sarebbe stato questo il desiderio che avrebbe espresso il giorno del suo compleanno. Beatrice sospettava da un po' di essere in dolce attesa, ma voleva dare la notizia a suo marito e a sua figlia solo dopo aver avuto la conferma che tutto andasse bene. Il parto di Isabel era stato molto difficile e sia il dottore che Antonia le avevano consigliato di aspettare almeno un anno prima di decidere di allargare ulteriormente la famiglia; per tale motivo, la guaritrice le aveva dato delle erbe da prendere. Passato il periodo indicato, avuto il parere favorevole del medico, Beatrice iniziò a sperare di rimanere presto incinta, desiderava moltissimo un altro figlio. Ma, con il passare del tempo, iniziò a preoccuparsi, tant'è che andò dal medico per sapere se c'era qualcosa che non andasse in lei. Il dottore le disse che il suo corpo era assolutamente in grado di procreare e che doveva solo avere pazienza. Conoscere le aspettative di Isabel aumentò la sua agitazione, ma ora era al settimo cielo… accelerò il passo, voleva arrivare a casa il prima possibile. Improvvisamente però fu colta da un leggero capogiro. Si appoggiò ad un muro mentre aspettava che il malessere passasse. Sentì qualcuno avvicinarsi.
    -Beatrice che avete? Vi sentite male?
    Riconobbe la voce di Carlos.
    -Non vi preoccupate, sta già passando.
    -Siete pallida… permettetemi di accompagnarvi a casa.
    -Non è necessario.
    -Insisto… Juan non mi perdonerebbe mai se sapesse che ho lasciato che vi succedesse qualcosa.
    -Va bene, vi ringrazio.
    Percorsero in silenzio il breve tragitto che conduceva a casa Aleardi. Una volta arrivati, Beatrice ringraziò Carlos ed entrò in casa.
    Juan non poteva credere ai suoi occhi. Cosa ci faceva Carlos con sua moglie? E perché le stava così vicino? Vide l'amico andare via ed entrò in casa. Beatrice era seduta sul divano, il suo viso non aveva ancora riacquistato il suo abituale colorito. Juan le si avvicinò.
    -Beatrice, cos'hai? Sei molto pallida.
    -Niente… questa mattina ho saltato la colazione e mi gira un po' la testa.
    La domestica entrò in sala, le porse una tazza di te e si ritirò nuovamente in cucina.
    -Dovevi avere tanta fretta di uscire, per andartene senza neanche aver mangiato.
    -In effetti, sì.
    -Dove sei stata, Beatrice? E perché poco fa ti ho vista stretta a Carlos?
    Quella di Juan sembrava una tacita accusa. Beatrice non poteva credere alle sue orecchie…
    -Che cosa stai insinuando?
    -Io? Nulla. Sto solo cercando di capire cosa stia succedendo. Negli ultimi giorni mi sei sembrata tesa, preoccupata… esci da sola, senza dire dove vai. Questa mattina mi sveglio e non ti trovo in casa. Non hai detto a nessuno dove andavi. Torno e vedo te e Carlos sulla soglia di casa e lui ti era vicino, anche troppo.
    Beatrice ascoltò le parole di Juan e vide quello che era accaduto dal suo punto di vista. Le conclusioni a cui era giunto suo marito avevano una loro logica. La situazione le sembrò stranamente divertente e iniziò a ridere.
    -Oh, Juan. Scusami, hai ragione.
    -Ti vedi con Carlos?
    -Ma no! Sai che ti amo, non dovresti neanche pensare a una cosa simile.
    -E allora?
    -È vero, negli ultimi giorni ero un po' preoccupata. Aspettami qui, vado a prendere una cosa in camera e torno subito. Presto capirai ogni cosa.
    Dopo poco, ritornò in sala stringendo una piccola scatola tra le mani che porse al coniuge. Juan aprì il coperchio e vide un paio di scarpette da neonato.
    -Avremo un altro bambino, Juan.
    -Dici davvero?
    -Sì!
    Juan la strinse a sé, sollevandola da terra e facendola volteggiare, mentre le dichiarava ancora una volta il suo amore.
    -Sono davvero contento… sei stata dal medico questa mattina?
    -Sì, volevo esserne davvero sicura prima di dirtelo. E poi… volevo che tutto fosse prefetto, non come l'altra volta. Juan la strinse ancora più forte.
    -Ti amo tanto… ringrazio il cielo ogni giorno per averti messo sulla mia strada. Ma ancora non mi è chiara una cosa… che ci faceva Carlos qui questa mattina?
    -Ho avuto un capogiro mentre tornavo a casa, lui mi ha visto e si è offerto di riaccompagnarmi a casa, Otello.
    Lui la guardò torvo.
    -Mi chiama così anche l'avvocato Manera.
    La risata cristallina di Beatrice riempì la stanza.
    -Davvero? Il signor Nicola ha sempre ragione…
    Juan mise la mano sulla pancia di Beatrice.
    -Chissà come la prenderà Isabel.
    -Credo che ne sarà contenta, era questo il desiderio che ha espresso il giorno del suo compleanno.
    -Te lo ha detto lei?
    -No, l'ho sentita mentre ne parlava con Samuel.
    Isabel entrò in sala e corse verso i genitori.
    -Mamma, ho finito di fare merenda. Adesso giochiamo insieme?
    -Certamente.
    L'attenzione della bimba venne attirata dalla scatola che Beatrice aveva dato a Juan e che era rimasta sul divano.
    -Come sono belle queste scarpine, ma sono troppo piccole per me. Sono per la mia bambola nuova?
    Beatrice fece sedere la figlia sulle sue gambe e, mentre le accarezzava dolcemente la testa, le disse:
    -No, Isabel. Presto avrai un fratellino o una sorellina con cui giocare. Sei contenta?
    -Davvero?
    -Sì, principessa – le rispose Juan.
    -Ma è meraviglioso! Devo dirlo subito a Samuel che il desiderio si è avverato! E quando arriverà, domani?
    -No, piccola mia. Devi pazientare un po'. Per adesso è un piccolo fagiolino che si trova nella pancia della mamma. Pian piano crescerà e anche la pancia della mamma diventerà più grande.
    -Come quella della zia Angelica?
    -Sì, proprio così. E quando sarà forte abbastanza, uscirà dalla pancia, crescerà e potrete giocare insieme.
    -E come ci è finito nella pancia della mamma?
    Juan non si aspettava una domanda simile da parte di Isabel. Aveva solo 3 anni! Vedendo il marito in difficoltà, intervenne Beatrice.
    -Mamma e papà si amano tanto… si sono dati un abbraccio speciale che ha dato vita al fagiolino che mamma ha nella pancia.
    La bambina rimase in silenzio per qualche istante, sembrava stesse riflettendo su quello che le era stato detto.
    -E arriverà un fratellino o una sorellina?
    -Non lo sappiamo ancora, tesoro. Tu cosa preferiresti?
    -Non lo so, mamma. Forse una sorellina. La zia Angelica dice che i maschi a volte sono fastidiosi come le zanzare.
    Juan aggrottò la fronte.
    -Ahhh, la zia Angelica dice questo?
    -Sì, quando si arrabbia con lo zio Gioacchino. Però pensandoci bene anche tu sei un maschio e non sei fastidioso. E anche Samuel non lo è. Forse lo zio Gioacchino punge la zia. O forse la zia si è sbagliata.
    -Sì, credo si sia sbagliata – le rispose Beatrice, ridendo.
    Isabel sembrava un fiume in piena: chiese ai genitori dove avrebbe dormito, cosa avrebbe mangiato e con cosa avrebbe giocato il piccolo in arrivo. Beatrice e Juan risposero pazientemente alle domande della bambina, che entusiasta scoprì che a breve sarebbe diventata una “sorella maggiore”.
    *******
    Il giorno dopo alla Taverna del Guercio Juan comunicò ai suoi amici che i suoi prossimi viaggi sarebbero stati più corti: Beatrice aspettava un altro bambino e non voleva lasciarla sola a lungo. La notizia fu accolta con gioia e il Guercio disse a Serafino di dare da bere a tutti: oggi offriva la casa!
    -Cosa mi sono perso? – Carlos, entrato nella locanda, si avvicinò al tavolo dove erano seduti Juan e i suoi amici.
    Il Guercio gli porse una coppa e gli disse:
    -Juan diventerà nuovamente padre!
    -Cosa?
    -Sì, è così. Beatrice è in attesa del nostro secondo figlio. – rispose con orgoglio Juan.
    Carlos rimase in silenzio per un breve istante, la notizia lo aveva colto alquanto di sorpresa; ripresosi dallo stupore iniziale, si congratulò con l'amico. Juan lo invitò a sedersi al tavolo con lui, ormai non considerava più Carlos una minaccia. Beatrice lo amava, il bambino in arrivo era un segno tangibile del loro reciproco amore.
    Poco dopo i due uomini rimasero soli. Juan chiese a Carlos quali erano i suoi progetti, visto che le riparazioni della sua barca erano state completate.
    -Avevo intenzione di organizzare una serie di viaggi, spingermi fino a Cuba… ma credo che tornato a Campeche me ne starò fermo per un po'. Partirò domani.
    -Il signor Ramirez ha fatto uno splendido lavoro, puoi stare tranquillo. La tua barca è tornata come nuova.
    -Lo so.
    -E allora?
    -Non so, viaggiare mi piace, ma sento che non mi basta più.
    -Cosa vuoi dire?
    -Ho sempre pensato che il mare fosse la mia vera casa, la mia unica famiglia. Ma da quando sono giunto a San Paolo ho capito che non mi basta più. Vorrei avere anche io quello che hai tu. Una donna che mi ami, dei figli. Sei davvero fortunato.
    -Ti auguro che possa trovare anche tu la felicità che meriti. Nonostante tutto, sei un bravo ragazzo.
    -Lo spero. Grazie mille per il tuo aiuto… non solo per la barca, ma anche per il resto. Grazie a te, ho capito che è tempo di cambiare vita.
    -Buona fortuna, Carlos. Un consiglio: la prossima volta cerca di non mettere gli occhi su una donna sposata… hai rischiato grosso, lo sai, vero?
     
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